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Le Fonti Francescane LEGGENDA PERUGINA - Assisi OFM

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E seguitava: « Il Signore, quando stava in disparte a pregare e digiunò quaranta giorni e<br />

quaranta notti, non si fece apprestare una cella o una casa, ma si riparò sotto le rocce della<br />

montagna ». Così, sull'esempio del Signore, non volle avere in questo mondo né casa né cella,<br />

e neanche voleva gli fossero edificate. Anzi, se gli sfuggiva la raccomandazione: «<br />

Preparatemi questa cella così », dopo non ci voleva dimorare, in ossequio alla parola del<br />

Vangelo: Non vi preoccupate.<br />

1560 Vicino a morte, volle fosse scritto nel suo Testamento che tutte le celle e case dei frati<br />

dovevano essere costruite con fango e legname, per meglio conservare la povertà e l'umiltà.<br />

ISTRUZIONI PER LE DIMORE DEI FRATI<br />

1561 14. In altro tempo, trovandosi presso Siena per farsi curare gli occhi, sostava in una<br />

cella, dove, dopo la sua morte, fu edificato in sua venerazione un oratorio. Messer<br />

Bonaventura, che aveva donato ai frati il terreno su cui era stato costruito il convento, disse al<br />

Santo: « Cosa ti sembra di questo luogo ». Rispose Francesco: « Vuoi che ti dica come<br />

devono essere fatti i luoghi dei frati ». E Bonaventura: « Volentieri, padre ». Il Santo<br />

prese a dire: « Quando i frati arrivano in una città dove non hanno un luogo per loro,<br />

trovando un benefattore disposto ad assegnare ad essi un terreno sufficiente per costruirvi il<br />

convento con l'orto e le altre cose indispensabili, i frati devono innanzi tutto determinare<br />

quanta terra basterà, senza mai perdere di vista la santa povertà che abbiamo promesso di<br />

osservare e il buon esempio che siamo tenuti a dare al prossimo in ogni cosa ».<br />

Parlava così il padre santo, perché era sua volontà che sotto nessun pretesto i frati<br />

violassero la povertà nelle case e chiese, negli orti e altre cose a loro uso. Non voleva che<br />

possedessero luogo alcuno con diritto di proprietà, e anzi vi abitassero sempre come pellegrini<br />

e forestieri.<br />

A tal fine, voleva che nei vari luoghi i frati non fossero numerosi, poiché gli sembrava<br />

difficile osservare la povertà quando si è in tanti. Fu questa la sua volontà, dal momento della<br />

conversione fino al giorno della morte che la santa povertà fosse osservata perfettamente.<br />

1562 15. Il Santo proseguì: « Poi, si rechino dal vescovo della città e gli dicano: " Messere, un<br />

benefattore, per amore di Dio e per la salvezza della sua anima, ha intenzione di offrirci il<br />

terreno bastante per costruire un luogo. Ricorriamo a voi per primo, poiché siete padre e<br />

signore delle anime di tutto il gregge affidato a voi, e anche nostro e degli altri frati che<br />

risiederanno in questo luogo. Vorremmo edificare una casa con la benedizione del Signore<br />

Dio e vostra ».<br />

Francesco diceva questo perché il bene delle anime, che i frati vogliono realizzare tra il<br />

popolo, sarà maggiore se, vivendo in concordia con i prelati e il clero, essi guadagnano a Dio<br />

e popolo e clero, che se convertissero solo il popolo scandalizzando prelati e chierici. Diceva:<br />

« Il Signore ci ha chiamati a rianimare la fede, inviandoci in aiuto ai prelati e chierici della<br />

santa madre Chiesa. Siamo quindi tenuti ad amarli, onorarli e venerarli sempre, in quanto ci<br />

è possibile. Per questo motivo sono detti a frati minori ", perché devono essere i più piccoli di<br />

tutti gli uomini del mondo, sia nel nome, sia nell'esempio e nel comportamento .

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