Apclai - Festival del Cinema Latino Americano a Trieste
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ALFONSINA<br />
ARGENTINA<br />
Regia: Kurt Land<br />
Sceneggiatura: José M. Fernández<br />
Fotografia: Alfredo Traverso<br />
Montaggio: Vicente Castagno<br />
Musica: Tito Ribero<br />
Interpreti: Amelia Bence, Guillermo Murray, Dora<br />
Ferreiro, José De Angelis, Alberto Berco, Marcela Sola,<br />
Domingo Mania, Alejandro Rey.<br />
Produzione: D’ An-Fran<br />
Anno di produzione: 1957<br />
Durata: 90 min.<br />
CINEMA E LETTERATURA<br />
Aspetti <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>la poetessa argentina Alfonsina<br />
Storni.<br />
Alfonsina nacque nel Canton Ticino, dove apprese dai<br />
genitori la lingua italiana prima di trasferirsi con la<br />
famiglia in Argentina.<br />
I genitori si stabilirono a Rosario dove aprirono una<br />
trattoria. Nel 1907 si aggregò come attrice alla compagnia<br />
di teatro diretta da Manuel Cordero che si esibiva in tutto<br />
il paese. Dopo il nuovo matrimonio <strong>del</strong>la madre, Alfonsina<br />
si dedicò all'attività di maestra rurale a Coronda, dove<br />
conseguì il diploma e ottenne un posto da insegnante;<br />
contemporaneamente iniziò la collaborazione con alcune<br />
riviste letterarie, Mundo Rosarino, Monos y Monadas e,<br />
successivamente, anche con la più nota Mundo Argentino<br />
e su questi periodici Alfonsina Storni pubblicò le sue prime<br />
poesie. Nel 1911 decise di trasferirsi a Buenos Aires dove<br />
l'anno successivo, nel 1912, mise al mondo il figlio<br />
Alessandro, senza essere sposata e senza rivelare il nome<br />
<strong>del</strong> padre naturale <strong>del</strong> bambino. La sua prima raccolta di<br />
poesie in volume (“La inquietud <strong>del</strong> rosal”) apparve nel<br />
1916. Il suo secondo volume, “El dulce daño”, è <strong>del</strong> 1918. A<br />
Montevideo, nel 1922, conobbe il poeta uruguayano<br />
Horacio Quiroga con il quale stabilì una amicizia profonda<br />
e duratura che la accompagnò fino alla morte. Con il<br />
volume “Languidez”, uscito proprio nel 1920, ottenne i<br />
primi importanti riconoscimenti a livello nazionale. Nella<br />
sua poesia si affiancarono sempre i temi <strong>del</strong> mare e <strong>del</strong>la<br />
morte: “Frente al mar” (1919), “Un cementerio que mira al<br />
mar” (1920), “Alta mar” (1934). Nel 1935 si manifestarono<br />
i sintomi di un tumore che la costrinse a sottoporsi a un<br />
difficile intervento chirurgico. Ad un peggioramento <strong>del</strong>la<br />
malattia, Alfonsina reagì con la scelta di un suicidio: si dice<br />
che Alfonsina, giunta in solitudine in un piccolo albergo di<br />
Mar <strong>del</strong> Plata, abbia composto la poesia “Voy a Dormir”,<br />
che effettivamente inviò al giornale La Nación e il giorno<br />
successivo si uccise entrando in mare e dirigendosi verso il<br />
largo, fino a quando le onde non la sommersero.<br />
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ARGENTINA