26.01.2015 Views

Giuseppe Cavalli

Giuseppe Cavalli

Giuseppe Cavalli

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavalli</strong>:<br />

l’uomo che inventò la fotografia d’arte<br />

Carlo Emanuele<br />

Bugatti<br />

Direttore del Museo<br />

Comunale d’Arte<br />

Moderna,<br />

dell’Informazione<br />

e della Fotografia<br />

(MUSINF)<br />

di Senigallia<br />

La morte di <strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavalli</strong>, avvenuta a Senigallia nel 1961, era stata accompagnata da un vasto cordoglio, riconoscendosi,<br />

da parte di tutti, la genialità dell’artista, espressa nel contesto della fama di un agire continuo e coagulante a<br />

livello nazionale. Tuttavia <strong>Cavalli</strong>, che pure, nel gruppo Misa tanto si era speso nella didattica, morendo, artisticamente,<br />

non lasciava in loco eredità di accenti, cioè non lasciava allievi, che ne volessero o sapessero manifestare, sul piano<br />

teorico, l’eredità, se si fa eccezione per Ferroni. Solo Ferroni, infatti, pur con i tempi consentiti dall’esercizio dell’avvocatura,<br />

ne continuerà la lezione, con tale rigore ideale e con tale efficacia della produzione artistica, da giungere a conseguire,<br />

nel 2006, il riconoscimento di artista dell’anno da parte del Fiaf.<br />

Anche con un voluto clamore, Mario Giacomelli e Silvio Branzi, tanto linguisticamente quanto nella sostanza, avevano<br />

manifestato, già da tempo, il distacco dal padre e preso strade corrispondenti alle prorompenti suggestioni neorealistiche,<br />

del tutto contrapposte rispetto alla poetica di <strong>Cavalli</strong>. Una poetica articolata su un florilegio estetico di intuizioni,<br />

concertazioni, equilibri luministici.<br />

L’ascesa internazionale dell’attenzione attorno al fauvismo giacomelliano isolerà lungamente l’appeal della colta<br />

creatività di <strong>Cavalli</strong>, almeno fino a che la ricerca storica, intorno alle matrici della fotografia d’arte del secondo Novecento<br />

non porterà in rinnovata evidenza l’antologia degli scritti critici di <strong>Cavalli</strong> per la rivista Ferrania e fino a che non vi<br />

sarà la ripresa dell’attenzione dello stesso Giacomelli intorno alle radici teoriche della dinamica della fotografia d’arte,<br />

nella prospettiva di affidare al futuro nuovi versanti di ricerca, travalicando la frontiera conosciuta.<br />

Una rinascita dell’attenzione che, in linea pratica, avverrà, da un versante, con il costituirsi delle raccolte e delle documentazioni<br />

del Museo Comunale d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia e, dall’altro versante,<br />

con l’elaborazione del “Manifesto del passaggio di frontiera”, che vedrà impegnarsi Mario Giacomelli, ma anche<br />

un altro gigante della fotografia italiana, Berengo Gardin, in sintonia con Enzo Carli ed altri fotografi senigalliesi,<br />

attraverso un’elaborazione, che nei presupposti, nella prassi e nei risultati estetici, richiama alla medologia di <strong>Cavalli</strong>.<br />

In seguito, molto ha giovato alla valorizzazione e rivitalizzazione dell’immagine di <strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavalli</strong> il nuovo impegno<br />

assunto dal figlio dell’artista, Daniele, che, prima da solo, poi in sintonia con il Museo Comunale senigalliese, ha affrontato<br />

il lavoro della catalogazione sistematica delle opere e degli scritti dell’artista.<br />

Di <strong>Cavalli</strong> si viene oggi sempre più comprendendo con chiarezza il ruolo fondamentale ai fini della nascita della fotografia<br />

d’arte italiana del secondo Novecento. Una nascita che si sostanzia nella presa di coscienza della fotografia, come<br />

arte autonoma, distinta per mezzi tecnici, ma non inferiore, per risultati poetici conseguibili, alla pittura. Una nascita<br />

che ha come presupposto specifico la frequentazione del mezzo fotografico e del dibattito estetico sulla fotografia da<br />

parte di Emanuele <strong>Cavalli</strong>, gemello di <strong>Giuseppe</strong>, che della pittura italiana del primo Novecento è stato uno dei maggiori<br />

protagonisti.<br />

Nel primo catalogo della Civica Collezione Mario Giacomelli ho pubblicato alcune delle stampe fotografiche che<br />

Emanuele <strong>Cavalli</strong> usava inviare agli artisti amici, in occasione di ricorrenze o viaggi. Ma più della dimostrazione documentale<br />

sarà sufficiente ricordare come Virgilio Guidi, in occasione della prima mostra del gruppo Misa a Roma avesse<br />

manifestato uno schieramento a favore della fotografia come arte autonoma, esplicitando l’esito di un percorso di riflessione<br />

acquisito dagli ambienti romani più colti. Un percorso sulla cui maturazione certamente la visione di Emanuele<br />

<strong>Cavalli</strong> aveva influito profondamente.<br />

La grande mostra allestita lo scorso anno dal Museo di Roma, Palazzo Braschi, nell’ambito della quinta edizione di<br />

FotoGrafia – festival internazionale di Roma, ha contribuito a rendere a <strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavalli</strong> il ruolo che gli spetta nella<br />

storia dell’arte contemporanea. Un ruolo che aveva mantenuto in molti ambienti, anche nel periodo della lunga mancanza<br />

di una catalogazione complessiva, parzialmente supplita da alcune belle monografie realizzate, in occasioni di<br />

mostre allestite sia in Italia sia in Inghilterra, nonostante il silenzio che aveva fatto seguito alla morte dell’artista, cui era<br />

conseguito il cessare di un’evidente egemonia teorica sulla fotografia d’arte italiana.<br />

La donazione al Museo comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia dell’intero corpus delle fotografie<br />

conosciute di <strong>Giuseppe</strong> <strong>Cavalli</strong>, effettuata dal figlio Daniele nel 2004, ha consentito una catalogazione digitale, consultabile<br />

in permanenza nella videoteca del MUSINF e nel sito dell’istituzione artistica senigalliese. Credo sia doveroso ricordare<br />

che il lavoro di ricerca e catalogazione, ispirato da Daniele <strong>Cavalli</strong>, si pone alla base anche della possibilità di<br />

agevole realizzazione della mostra che viene oggi allestita al Palazzo del Duca di Senigallia e di questo catalogo sistematico,<br />

che è stato voluto dal Comune di Senigallia, le cui raccolte fotografiche sono attualmente imponenti e comune-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!