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il<br />
Club<br />
Rivista Ufficiale del Ferrari Club Italia 2° Quadrimestre 2006 Anno 6 - n° 2<br />
<strong>Da</strong> <strong>Maranello</strong><br />
a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong><br />
Paddock F1<br />
SUPERCLUB IN PISTA<br />
Tecnica<br />
QUEL 12 CILINDRI PIATTO<br />
Ferrari <strong>Da</strong>y<br />
A SPA, IL MEGLIO<br />
DEL MEGLIO<br />
L’AVVENTURA DELLA SQUADRA CORSE<br />
DEL FERRARI CLUB ITALIA
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il<br />
Club<br />
ilClub<br />
Rivista ufficiale<br />
del Ferrari Club Italia<br />
Pubblicazione Quadrimestrale<br />
2° Quadrimestre 2006<br />
Anno 6 - n° 2<br />
Presidente<br />
Luca Matteoni<br />
Direttore responsabile<br />
Alessandro Giudice<br />
Grafica e impaginazione<br />
Aimone Bolliger<br />
Hanno collaborato<br />
Sergio Cassano, Barbara Cuppini,<br />
Thomas J. Forsyte, Carlo Gambaro,<br />
Andreas Kerschbaumer,<br />
Paolo Marasca, Ilaria Maraviglia,<br />
Alessandro Migliorini, Marco Vitali<br />
Fotografi<br />
Archivio Ferrari Club Italia, Archivio<br />
Piemme Communication, Callo,<br />
Ferrari Spa, Alessandro Giudice,<br />
Andreas Kerschbaumer, Foto Novi,<br />
LaPresse, Eros Maggi, Marco Vitali,<br />
Roberto Viva<br />
Ricerche iconografiche<br />
Ferrari: Image Service<br />
Editore<br />
Golinelli Industrie Grafiche SpA<br />
Stampa e confezione<br />
Golinelli Industrie Grafiche SpA<br />
www.golinelli.it<br />
Stampata su carta<br />
UPM Finesse premium silk<br />
Prodotta da UPM-Kymmene<br />
Copertina 200 g/m2 , Interno 115 g/m2 Distribuita da:<br />
Testata di proprietà del Ferrari Club Italia<br />
Via Abetone Inferiore, 4 - 41053 <strong>Maranello</strong><br />
(Modena).<br />
Tutti i diritti riservati. Il materiale<br />
contenuto in questa pubblicazione non<br />
può essere riprodotto, né integralmente,<br />
né parzialmente senza preventiva<br />
autorizzazione del Ferrari Club Italia.<br />
<strong>Le</strong> opinioni espresse non rispecchiano<br />
necessariamente quelle dell’editore<br />
e del proprietario della testata.<br />
Analogamente, nessuna responsabilità<br />
è assunta per le inserzioni pubblicitarie<br />
contenute nella rivista. Il proprietario della<br />
testata è a disposizione di eventuali aventi<br />
diritto per il copyright fotografico nell’ambito<br />
della legislazione internazionale.<br />
Autorizzazione del Tribunale di Modena<br />
1595/2001<br />
In questo numero<br />
Oggi la Ferrari corre e vince<br />
in molte categorie, dalla<br />
Formula 1 alla GT; ha anche<br />
un campionato fatto<br />
esclusivamente con le sue<br />
auto e i clienti più sportivi<br />
vengono assistiti nelle corse<br />
storiche e nell’utilizzo delle<br />
loro monoposto da collezione.<br />
Ma ci fu un tempo, in realtà<br />
non così lontano, quando,<br />
nella presenza rarefatta del<br />
Cavallino rampante sulle<br />
piste del mondo, un gruppo di<br />
appassionati, i membri del<br />
neo-costituito Ferrari Club<br />
Italia, mise in piedi una<br />
Squadra Corse che, di gara in<br />
gara, in otto anni, dal 1988 al<br />
1995, arrivarono fino alla<br />
mitica <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>. Abbiamo<br />
voluto dedicare ampio spazio<br />
a questa avventura nelle<br />
pagine che seguono perché<br />
tutto accadde in uno dei<br />
periodi non certo migliori<br />
della Casa di <strong>Maranello</strong> e<br />
perché essa dimostra come la<br />
passione non conosca limiti,<br />
neppure quelli, apparenti,<br />
della ragione. In questo<br />
numero ci occupiamo anche<br />
di un’altra avventura, quella<br />
del motore boxer, e degli<br />
appuntamenti esclusivi del<br />
Paddock Club e dei clienti di<br />
FXX e F1 “storiche”. I raduni e<br />
le attività sportive del Ferrari<br />
Club Italia, chiudono, come<br />
sempre, in bellezza.<br />
Sommario<br />
2 Ferrarievents<br />
4 La Squadra Corse del F.C.I.<br />
Per passione. E per vincere<br />
20 Challenge<br />
Tutto ancora da decidere<br />
28 Paddock Club<br />
Vado al massimo<br />
34 Motori<br />
Quando il 12 cilindri era piatto<br />
42 Rossocorsa<br />
Milano in festa<br />
48 Tessera 1<br />
Primi si diventa<br />
50 Fxx e F1 clienti<br />
Il meglio del meglio<br />
56 Livorno e Sardegna<br />
Miti a confronto<br />
Non di solo sole<br />
66 Vita di Club<br />
80 Libri<br />
LA COPERTINA<br />
Una F40, con gli scarichi<br />
infuocati dalla potenza del<br />
motore sovralimentato, passa<br />
una vettura avversaria proprio<br />
sotto il famoso ponte Dunlop<br />
sul circuito di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>.<br />
Un’immagine suggestiva ed<br />
emblematica, che riassume<br />
nella sua potenza espressiva il<br />
significato della realizzazione<br />
di un sogno che, a cavallo tra<br />
gli anni ’80 e 90, si chiamava<br />
Squadra Corse del Ferrari<br />
Club Italia.
Ferrarievents<br />
Notizie, persone<br />
e fatti: quello<br />
che succede<br />
nel mondo<br />
Ferrari, giorno<br />
dopo giorno<br />
2 Ferrari events<br />
Fonte: Ferrari spa<br />
Maggio<br />
30<br />
Michelangelo Pistoletto<br />
presenta a <strong>Maranello</strong> tre<br />
opere dedicate alla Ferrari<br />
ed ai suoi uomini<br />
Non è la prima volta che il<br />
mondo dell'arte si avvicina alla<br />
Ferrari. In questa occasione<br />
però, Michelangelo Pistoletto,<br />
uno degli artisti italiani più<br />
significativi, ha voluto<br />
presentare proprio nella sede<br />
storica della Ferrari, tre sue<br />
opere commissionate da Jean<br />
Todt, Luca di Montezemolo e<br />
Michael Schumacher e ispirate<br />
ai tanti Titoli Mondiali vinti<br />
negli ultimi anni dalla casa del<br />
Cavallino Rampante.<br />
L'idea risale al 2004, quando<br />
Jean Todt suggerì all'artista di<br />
celebrare un momento storico<br />
per la Ferrari. I tre trittici di<br />
grande formato (275 x 330cm),<br />
a fondo specchiante, come<br />
tradizione nell'arte di<br />
Pistoletto, rappresentano Luca<br />
di Montezemolo, Jean Todt e<br />
Michael Schumacher sui campi<br />
di gara e consentono a chi li<br />
osserva di entrare a far parte<br />
della scena accanto ai<br />
protagonisti.<br />
Giugno<br />
07<br />
Podio Ferrari 2006: la Ferrari<br />
premia i partner tecnici<br />
La sesta edizione del "Podio<br />
Ferrari", l'appuntamento<br />
annuale dedicato ai fornitori e<br />
ai partner tecnici di Ferrari,<br />
durante il quale sono state<br />
premiate le società che si sono<br />
distinte per eccellenza,<br />
capacità d'innovazione e<br />
sviluppo dei prodotti, in<br />
partnership con l'Azienda<br />
stessa. L'incontro si è svolto<br />
alla presenza del presidente<br />
della Ferrari Luca di<br />
Montezemolo, del<br />
vicepresidente Piero Ferrari,<br />
del direttore generale Jean<br />
Todt e del vicedirettore<br />
generale Amedeo Felisa.<br />
I premi riconoscono le<br />
specifiche qualità delle aziende<br />
come innovazione, tecnologia e<br />
tecnica. Il premio<br />
all'"Eccellenza italiana" è stato<br />
tributato a OMR "per la<br />
costante crescita e l'eccellenza<br />
raggiunta nei prodotti<br />
sviluppati in collaborazione con<br />
Ferrari, sapendo rispondere<br />
alle esigenze di tempi e di<br />
qualità proprie di un'azienda<br />
dal grande dinamismo". Il<br />
riconoscimento è stato<br />
consegnato da Piero Ferrari,<br />
vicepresidente di Ferrari, a<br />
Marco Bonometti, presidente<br />
del gruppo OMR.<br />
Il premio "Ferrari Technology<br />
Award" è stato consegnato da<br />
Amedeo Felisa,vicedirettore<br />
generale della Ferrari, a<br />
Edouard Duval, titolare di<br />
Eramet Alliages e Aubert &<br />
Duval,"per aver contribuito a<br />
garantire la competitività delle<br />
prestazioni in Formula 1,<br />
grazie ad un estremo sforzo di<br />
innovazione tecnologica negli<br />
acciai speciali utilizzati in<br />
componenti ad altissime<br />
prestazioni".<br />
Il premio "Ferrari Innovation<br />
Award", consegnato da Jean<br />
Todt, direttore generale della<br />
Ferrari, a Luigi Potenza,<br />
direttore commerciale e<br />
marketing di Magneti Marelli<br />
Holding, ha la seguente<br />
motivazione: "quale<br />
riconoscimento di una<br />
partnership profonda e<br />
consolidata che ha contribuito<br />
a dare a Ferrari fondamentali<br />
contenuti innovativi e di<br />
eccellenza".<br />
Il "Premio del Presidente" è<br />
stato consegnato da Luca di<br />
Montezemolo a Takashi Urano,<br />
presidente e amministratore<br />
delegato della Bridgestone<br />
Europa, con la seguente<br />
motivazione: "per aver<br />
contribuito in modo<br />
determinante alla ritrovata<br />
eccellenza nelle prestazioni<br />
delle vetture di Formula 1 e<br />
per aver trasferito questa<br />
esperienza sugli pneumatici<br />
delle vetture Granturismo".<br />
Come ogni anno, l'incontro è<br />
stato l'occasione per un<br />
dibattito a forte contenuto<br />
professionale.Diversi gli<br />
argomenti affrontati: Romano<br />
Mattia, senior economist per lo<br />
sviluppo e la strategia del<br />
business di Royal Dutch Shell<br />
presso la sede di Londra, ha<br />
approfondito il tema degli<br />
sviluppi economici mondiali,<br />
mentre Bernard Bihr,<br />
presidente di Bosch<br />
Engineering, ha illustrato le<br />
ricadute dell'innovazione<br />
tecnologica sul mondo<br />
dell'auto<br />
13<br />
Il Ferrari Store<br />
sbarca a Venezia<br />
In occasione dell'imminente<br />
apertura del nuovo Ferrari<br />
Store di Venezia, la monoposto<br />
F2002 è approdata nella città<br />
lagunare.<br />
A bordo di una chiatta decorata<br />
con il marchio di Venezia, in<br />
omaggio alla città, la F2002 è<br />
salpata dallo scalo fluviale del<br />
Tronchetto per poi compiere un<br />
suggestivo percorso lungo il<br />
Canal Grande, la Giudecca e<br />
l'Arsenale e arrivare al<br />
tramonto in Piazza San Marco,<br />
nello spazio davanti a Palazzo<br />
Ducale.<br />
La monoposto è stata poi<br />
trasportata all'interno del<br />
nuovo Ferrari Store di via<br />
Mercerie San Marco 782.<br />
Il Ferrari Store di Venezia è il<br />
nono punto vendita ufficiale<br />
italiano del Cavallino<br />
Rampante e il dodicesimo nel<br />
mondo. Arriva dopo gli Store di<br />
<strong>Maranello</strong>, Roma, Milano, Las<br />
Vegas, Shanghai e Hangzhou e<br />
gli Shop degli aeroporti di<br />
Bologna, Milano Malpensa e<br />
Roma Fiumicino.<br />
L'apertura del negozio al<br />
pubblico è prevista entro la fine
di giugno, mentre<br />
l'inaugurazione ufficiale si<br />
terrà la prima settimana di<br />
settembre.<br />
Il Ferrari Store di Venezia sarà<br />
un punto di riferimento per<br />
tutti gli appassionati: al suo<br />
interno sono esposti linee di<br />
abbigliamento, pelletteria,<br />
accessori di alta gamma,<br />
modelli in scala e giocattoli.<br />
Luglio<br />
20<br />
Ferrari Panamerican 20,000<br />
Dopo il grande successo del<br />
"Ferrari 15,000 Red Miles",<br />
l'intero giro della Cina<br />
compiuto da due 612 Scaglietti<br />
guidate da giornalisti<br />
internazionali, anche<br />
quest'anno la Ferrari annuncia<br />
un'altra difficile sfida:<br />
il Panamerican 20,000.<br />
Il 24 Agosto prossimo infatti,<br />
due Ferrari 599 GTB Fiorano, le<br />
12 cilindri appena presentate ai<br />
media mondiali, partiranno dal<br />
Brasile e, dopo aver<br />
attraversato 16 stati e percorso<br />
20.000 miglia (pari a oltre<br />
32.000 km), arriveranno a New<br />
599 Tour<br />
York il 17 Novembre. Alla guida<br />
delle due berlinette nell'arco di<br />
15 tappe e 84 giorni di viaggio,<br />
si alterneranno circa 50<br />
giornalisti in rappresentanza<br />
delle più importanti testate di<br />
tutto il mondo.<br />
Questo tipo di spedizione<br />
costituisce, di fatto, un<br />
severissimo test per le vetture<br />
sia per la tipologia di strade<br />
che per l'affidabilità.<br />
La Ferrari non è nuova a<br />
queste avventure: nel 1997, in<br />
occasione del cinquantenario,<br />
una F355 compì il giro del<br />
mondo attraverso i cinque<br />
continenti, guidata, a turni<br />
successivi, da 147 diversi<br />
giornalisti, appartenenti ad<br />
ogni paese attraversato.<br />
Il "World Tour", questo il nome<br />
del viaggio, voleva comunicare<br />
non solo la vitalità dell'azienda,<br />
ma l'affidabilità di un modello<br />
strategico per lo sviluppo di<br />
Ferrari, quale fu la F355.<br />
L'impresa segnò uno<br />
straordinario successo, con la<br />
vettura che giunse al traguardo<br />
di New York, da dove era<br />
partita il 18 Marzo, dopo 75<br />
giorni di guida su strada.<br />
L'ultimo, è stato, nel 2005, il<br />
"Ferrari 15,000 Red Miles",<br />
un'impresa che nessun<br />
costruttore automobilistico<br />
aveva mai compiuto prima:<br />
24.000 km percorsi attraverso<br />
tutta la Cina con due 612<br />
Scaglietti strettamente di serie.<br />
51 giornalisti cinesi ed<br />
internazionali alternati alla<br />
guida, con partenza da Pechino<br />
e arrivo a Shanghai dopo 45<br />
giorni di viaggio, 37 città<br />
attraversate, 5231 metri di<br />
altitudine raggiunti sui passi<br />
del Tibet, sono solo alcuni dei<br />
dati più significativi.<br />
10 appuntamenti, tra maggio e luglio (a settembre seguirà l’evento delle Marche), per presentare<br />
la 599 GTB Fiorano sono stati il biglietto da visita della nuova berlinetta Ferrari. Teatro degli eventi, le<br />
concessionarie italiane del Cavallino, ognuna delle quali ha scelto modi diversi per proporsi,<br />
interpretando spirito, cultura e tradizioni del territorio. A Torino, ad esempio, Forza ha voluto seguire<br />
l’onda lunga delle Olimpiadi invernali con una serata al Palavela, centro nevralgico, supportata dai<br />
fantasisti dei Kataklò già ammirati alla serata inaugurale dei Giochi. Questo il calendario degli<br />
appuntamenti del 599 Tour:15/5 Milano (Rossocorsa), 5/6 Roma(Samocar), 7/6 Salerno (Samocar), 8/6<br />
Napoli (Samocar), 14/6 Torino (Forza), 21/6 Verona (Ineco), 23/6 Perugia (CDP), 29/6 Bologna (Motor),<br />
5/7 Parma (Motor), 6/7 Modena (Motor).<br />
Ferrari events 3
4 Storie<br />
Storie I La Squadra Corse del F.C.I<br />
Per passione.<br />
Una dozzina d’anni fa, il consiglio del<br />
Ferrari Club Italia appena costituito<br />
decise di dare vita ad un team.<br />
Nel racconto del suo Presidente<br />
di allora, l’avventura delle corse:<br />
dalle “storiche”alle GT,<br />
al palcoscenico di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong><br />
Testo<br />
Sergio Cassano<br />
Foto<br />
Archivio Ferrari Club Italia<br />
è un punto in una strada di Londra, un<br />
attraversamento pedonale, che è diventato un’icona<br />
C’ nel costume degli anni ’70: è Abbey Road. E tutte le<br />
volte che i Beatles lo attraversavano era perché, all’apice<br />
dell’ispirazione, si recavano ad incidere memorabili<br />
canzoni. L’immagine di quel breve transito del quartetto di<br />
Liverpool ha fatto il giro del mondo, complice anche la<br />
copertina di uno dei loro album più famosi. E cosa c’entra<br />
tutto questo con la Ferrari? Per quanto ci riguarda c’è un<br />
altro, significativo frammento di asfalto zebrato che,<br />
quando attraversato, rappresentava per i ferraristi un<br />
momento emozionante: il passaggio pedonale di via<br />
Abetone Inferiore, all’altezza del numero civico 4, in<br />
comune di <strong>Maranello</strong>.<br />
Superare quei pochi metri di strada significava poche ma<br />
importanti cose.<br />
Voleva dire che dalla Ferrari (intesa come fabbrica) ci si<br />
spostava o al Reparto Corse o al ristorante Cavallino o si<br />
era ricevuti dal commendatore Enzo.<br />
Ed era proprio ad un appuntamento di quest’ultimo<br />
tipo che si recava, il 15 marzo del 1987, un manipolo<br />
di “esaltati per il Mito”. Andavano dal Grande<br />
Vecchio a presentare le proprie credenziali: il Ferrari<br />
Club Italia si era appena costituito e l’incontro con<br />
il Capo avrebbe sancito ufficialmente la nascita del<br />
sodalizio dei possessori delle “rosse”;<br />
Ferrari non esitò un istante e diede la sua<br />
benedizione all’evento, con una frase rimasta<br />
celebre: “Voi siete i sacerdoti di quella religione dei
E per vincere<br />
motori alla quale io ho creduto<br />
per una vita intera”. Roba da far<br />
accapponare la pelle anche al<br />
più agnostico sostenitore<br />
dell’inutilità dell’automobile!<br />
Una sorta di apostolato, dunque;<br />
una missione da diffondere che<br />
fu subito accolta con<br />
entusiasmo da quei ferraristi un<br />
po’ speciali.<br />
Va bene per i raduni (fu subito<br />
organizzato l’evento per il<br />
quarantennale della Casa), va<br />
bene l’attività promozionale, ma<br />
– ci si chiedeva- qual è stato il<br />
vero sangue che fa pulsare il<br />
cuore della Ferrari? Ma che<br />
diamine, le corse!<br />
E proprio lì si concentrò il<br />
pensiero dei proseliti del<br />
Cavallino.<br />
I tempi erano propizi per<br />
buttarsi in un progetto “a tutta<br />
pista” pur con un team di<br />
semplici appassionati.<br />
In quegli anni, infatti, era<br />
esploso il boom delle vetture<br />
d’epoca: le 250 GTO, le 250 e 500<br />
Testarossa, le “Tour de France” e<br />
così via, vedevano il loro valore<br />
lievitare in modo forsennato<br />
quasi ogni giorno. Quella febbre<br />
si era allargata alle vetture GT a<br />
tiratura limitata, ribattezzate<br />
“instant classic” per la loro<br />
capacità di diventare subito<br />
protagoniste di quel filone<br />
aureo. E qui torna in ballo quel<br />
lembo di asfalto di via<br />
In alto, da sinistra a destra, in<br />
senso orario: le auto del team nel<br />
paddock di Zandvoort, nel 1988;<br />
Corrado Cupellini in azione sulla<br />
sua Dino 156 F2;<br />
la presentazione della Squadra<br />
Corse a Fiorano, il 20 marzo 1989;<br />
Cupellini superstar, intervistato<br />
dopo una vittoria.<br />
Storie 5
All’inizio la Squadra Corse del Ferrari Club fu soprattutto<br />
1990. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
il team al completo al Paul Ricard;<br />
Gianni Vitali su 250 GT, pluri-campione<br />
italiano Autostoriche, categoria GTS;<br />
foto di gruppo alla presentazione della<br />
stagione, a Fiorano. <strong>Da</strong> sinistra,<br />
Pier Guido Castelli, Cesare Fiorio,<br />
Paolo Lado e Sergio Cassano;<br />
la P2 di <strong>Da</strong>vid Piper in testa a Zolder.<br />
dell’Abetone Inferiore al numero<br />
4: ad una supercar per<br />
eccellenza come la Ferrari F40,<br />
una volta consegnata al cliente,<br />
bastava attraversare la strada<br />
davanti alla fabbrica per vedere<br />
salire il proprio valore dai circa<br />
350 milioni di lire che costava al<br />
miliardo e mezzo che<br />
collezionisti di tutto il mondo<br />
erano pronti a sborsare per<br />
entrare in possesso di quel<br />
pezzo pregiato. Insomma, l’aria<br />
6 Storie<br />
era più che frizzante ed anche la<br />
Ferrari ci credeva. Tanto per<br />
incominciare, e per stroncare la<br />
folle corsa degli speculatori,<br />
aumentò la tiratura della sua<br />
auto di maggior pregio. Poi<br />
diede il via libera alla creazione<br />
della Squadra Corse del Ferrari<br />
Club Italia.<br />
Ci mise anche qualche soldino<br />
(complice l’entusiasmo del<br />
Direttore Generale d’allora,<br />
l’ingegner Razelli) e fece<br />
rimpolpare il budget dai suoi<br />
partner istituzionali, Pininfarina<br />
e Magneti Marelli in testa. Offrì<br />
un appoggio tecnico e girò al<br />
Club un suo collaboratore<br />
dell’Ufficio Marketing,<br />
l’impagabile e vukcanico Pietro<br />
De Franchi.<br />
Insomma, agli inizi del 1988 la<br />
Squadra Corse del Ferrari Club<br />
Italia era cosa fatta, benché<br />
avesse perso per strada la sua<br />
punta di diamante, Fabrizio<br />
Violati. Il divorzio dal grande<br />
interprete della 250 GTO, che<br />
guidava spesso indossando il suo<br />
cappello con la piuma come un<br />
vero alpino, fu repentino e<br />
inevitabile per, diciamo così,<br />
incompatibilità di carattere. Il<br />
risultato fu che il romano, oggi<br />
gran patron della collezione<br />
<strong>Maranello</strong> Rosso di San Marino,<br />
sarebbe diventato uno strenuo<br />
rivale delle vetture del Club.<br />
Il varo del team fu rapido:
autostoriche, con due titoli europei conquistati in tre anni.<br />
bisognava allestire tutto,<br />
partendo da zero.<br />
Fu affittato un van “2+2” (inteso<br />
come 2 posti in cabina per gli<br />
autisti-meccanici e 2 nel cassone<br />
per le vetture) e fu verniciato di<br />
rosso. I bolidi schierati erano<br />
due monoposto: la Dino 156 F2<br />
del 1959 condotta da Corrado<br />
Cupellini, vecchia volpe delle<br />
gare d’epoca dal pelo pallido, e<br />
la 166 F2 del 1951 di Tazio<br />
Taraschi, muso lungo di Teramo<br />
impegnato con l’auto con cui<br />
suo padre Berardo corse negli<br />
anni ’50.<br />
Si doveva fare apprendistato, per<br />
cui si puntò sul Campionato<br />
Europeo F.I.A. autostoriche che,<br />
a pensarci bene, poca cosa non<br />
era per un debutto.<br />
Tutta una serie di vittorie ed<br />
ottimi piazzamenti a Brands<br />
Hatch, Zandvoort, Monza,<br />
Montlhéry, Zolder,<br />
Neuerburgring e Most,<br />
consacrarono il “Cupe” e la sua<br />
Dino Campioni Europei assoluti.<br />
Come non bastrasse, Rosario<br />
“Rory” Parasiliti, un personaggio<br />
che ritroveremo presto, andò ad<br />
affermarsi con i colori del Club<br />
alla Targa Florio, guidando una<br />
250 GT berlinetta sulle curve<br />
delle Madonie.<br />
Insomma, debutto più che<br />
positivo, quasi trionfale, e voglia<br />
di rilanciare per l’anno<br />
successivo.<br />
1990. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
Paolo Lado a Monza sulla 275 LM;<br />
Sergio Vezzali, già meccanico della Ferrari<br />
F1, al Grand Prix de l’Age d’Or a Montlhèry;<br />
Franco Meiners impegnato sul Salzburgring<br />
alla guida della 275 P.<br />
Storie 7
Ed infatti nel marzo 1989, a<br />
Fiorano, alla presenza della<br />
dirigenza Ferrari e di un nutrito<br />
gruppo di giornalisti, la Squadra<br />
Corse del Club rivelava le sue<br />
intenzioni. Il nuovo sponsor<br />
Mark Collection, una griffe della<br />
moda, consentì il salto di<br />
qualità. Fu acquistata una vera<br />
bisarca all-inclusive rossa<br />
contornata dalla tenda<br />
hospitality dell’Aperol e il parco<br />
macchine era da togliere il fiato:<br />
8 Storie<br />
La F40 del team, con i suoi 400 cavalli selvaggi, vince<br />
1992. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
la Squadra Corse a Vallelunga con i due<br />
piloti Popoff, a destra, e Parasiliti, a<br />
sinistra;<br />
la F40 di Popoff ai box di Vallelunga;<br />
Spatafora, sulla F40 gialla e rossa, in testa<br />
al gruppo delle Supercar GT a Misano.<br />
365 P2 e 275 LM, entrambe del<br />
1964, oltre la 250 GT berlinetta<br />
del 1960. Anche i piloti non<br />
erano da meno. Al riconfermato<br />
Cupellini si aggiunsero <strong>Da</strong>vid<br />
Piper, mancato contadino<br />
dell’Hertfordshire e guida<br />
ufficiale della Ferrari negli anni<br />
’60, Rory Parasiliti, proveniente<br />
dall Formula 3 e noto per la sua<br />
irruenza, e Paolo Lado, già pilota<br />
del Cavallino nelle gare in salita<br />
degli anni ’70. Alla squadra si<br />
aggiunsero dei veri meccanici<br />
professionisti diretti da Renato<br />
Carrera con l’assistenza, in<br />
qualità di P.R., di Franco<br />
Meiners. Il teatro d’azione fu,<br />
ancora una volta, il Campionato<br />
Europeo autostoriche che, grazie<br />
alla partecipazione di bolidi<br />
straordinari (anche dal punto di<br />
vista del valore esagerato) e dalla<br />
presenza di ben due team<br />
fortissimi di Ferrari – quello del<br />
Club e l’altro del velenosissimo<br />
Violati- divenne un vero torneo<br />
spettacolare di competizione,<br />
uno dei migliori anche per<br />
l’interesse dei media ed il calo<br />
delle gare GT. Il paddock del<br />
Club tra l’altro fungeva anche,<br />
in Europa, da punto d’appoggio<br />
logistico e tecnico per vari<br />
concorrenti del Cavallino, in<br />
perfetta sintonia con quanto<br />
previsto dallo statuto. Fu un<br />
abbozzo di quanto la Ferrari sta<br />
facendo ora in modo grande,
la prima edizione del Gran Criterium Supercar GT.<br />
anzi grandissimo, per il proprio<br />
Challenge storico. Nell’Europeo<br />
la spuntò Violati, di pochi punti<br />
sul nostro Piper e con una P2<br />
gemella (o quasi…), Parasiliti fece<br />
grandi numeri con la sua<br />
berlinetta (non solo per i<br />
ripetuti successi ma anche per i<br />
pirotecnici incidenti) e Gianni<br />
Vitali, altro pilota del Club, si<br />
impose nel campionato italiano<br />
autostoriche categoria GTS con<br />
la sua 250 GT Pininfarina.<br />
E venne il 1990, l’anno del<br />
riscatto e della rivincita.<br />
Per la presentazione della<br />
squadra fu scelto il giorno, l’11<br />
aprile, in cui l’Aeronautica<br />
Militare donava alla Ferrari<br />
l’aereo F104S che ancora oggi,<br />
dipinto di rosso, fa bella mostra<br />
di sé in pista a Fiorano. La<br />
sensazione era di un ambiente<br />
molto professionale quando, di<br />
fronte ad oltre 200 invitati e a<br />
tutta la dirigenza Ferrari (Ges<br />
compresa), sfilarono i piloti e le<br />
macchine del Club pronte ad<br />
affrontare una nuova stagione di<br />
gare.<br />
<strong>Le</strong> vetture: 365 P2 del 1964, 365<br />
P del 1965, due 250 berlinetta<br />
del 1960, 275 LM del 1965 e<br />
l’immancabile 250 GT<br />
Pininfarina di Vitali.<br />
I piloti: oltre a Gianni Vitali, che<br />
rivincerà l’”Italiano”, si<br />
ritrovavano <strong>Da</strong>vid Piper, Corrado<br />
Cupellini, Paolo Lado, il riciclato<br />
1993. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
la presentazione della squadra a Fiorano.<br />
<strong>Da</strong> sinistra, Piero Ferrari con i piloti<br />
Sartori, Spatafora e Popoff;<br />
Guido Spatafora a Monza precede<br />
il gruppo di Supercar GT;<br />
la Squadra Corse al Motor Show di Bologna.<br />
Storie 9
L’Europeo Endurance GT con due 348 GTC/LM affidate<br />
1994. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, il team per la “24 Ore”;<br />
un dettaglio di una delle auto impegnate nella<br />
corsa francese; nei box, durante la notte;<br />
la 348 GTC/LM dell’equipaggio spagnolo;<br />
una 348 alla “4 0re” di Spa-Francorchamps.<br />
Franco Meiners (una<br />
rivelazione), Rory Parasiliti, il<br />
belga Michel Oprey e, per alcune<br />
gare, una vecchia conoscenza<br />
degli appassionati di<br />
automobilismo sportivo, Richard<br />
Attwood. L’esaltante<br />
affermazione di Piper nel<br />
Campionato fu l’apoteosi della<br />
Squadra Corse che, a quel<br />
punto, aveva esaurito la sua<br />
missione, il suo compito nelle<br />
Autostoriche.<br />
10 Storie<br />
Era ormai necessario scrivere un<br />
nuovo capitolo nella storia del<br />
team, un capitolo del quale si<br />
potevano intravvedere le prime<br />
righe, con quella F40 che<br />
scalpitava in mano a clienti e<br />
piloti ormai smaniosi di portarla<br />
in pista.<br />
Per strategia aziendale, la<br />
Ferrari fu inizialmente contraria<br />
alla discesa in campo della sua<br />
GT di maggior prestigio.<br />
Inizialmente…<br />
Il 1991 fu una stagione di<br />
transizione ma, nel 1992, Sergio<br />
Peroni, promotore romano di<br />
gare automobilistiche, ebbe<br />
l’intuizione giusta: le “storiche”<br />
dovevano tornare nei musei e<br />
cedere il loro posto in pista alle<br />
“supercar”.<br />
La formula delle competizioni<br />
era indovinata e altamente<br />
spettacolare: due manche sprint,<br />
tiratissime, con somma finale<br />
dei tempi a proclamare il<br />
vincitore.<br />
Porsche e, successivamente,<br />
Jaguar erano disposte a<br />
raccogliere la sfida. E la Ferrari?<br />
La Squadra Corse del F.C.I. era lì,<br />
pronta: si trattava solo di<br />
cambiare auto e meccanici e il<br />
risultato non sarebbe mutato.<br />
Questa era l’idea giusta che, con<br />
la F40, risultò vincente. <strong>Da</strong><br />
subito.<br />
Franco Meiners divenne<br />
direttore sportivo e l’asistenza
a tre piloti professionisti e a un principe. È il 1994.<br />
tecnica affidata al padovano<br />
Adriano Nicodemi, esperto in<br />
Jaguar (!). Il pilota? Rosario<br />
“Rory” Parasiliti da Catania, “le<br />
petit pilote”, come lo<br />
chiamavano sui circuiti francesi<br />
(e non solo), dove dava<br />
spettacolo schizzando in testa al<br />
gruppo e finendo spesso a ruote<br />
all’aria per la troppa foga. Con la<br />
F40 Rory si integrò<br />
Perfettamente andando a<br />
vincere l’ouverture di Monza, il<br />
15 marzo 1992, prima prova del<br />
neonato Gran Criterium<br />
Supercar GT. Dietro di lui, altre<br />
due berlinette del Cavallino,<br />
condotte da Luca Sartori ed<br />
Enrico Casimirri; un’altra,<br />
guidata da Stefano Bucci, si<br />
ritirò per la solita turbina<br />
saltata, unico e vero tallone<br />
d’Achille del potente V8 di<br />
<strong>Maranello</strong>.<br />
Anche se il Campionato fu<br />
un’autentica marcia trionfale<br />
per il piccolo catanese del<br />
Ferrari Club Italia, non fu così<br />
facile come potrebbe sembrare.<br />
Il lotto dei partenti, infatti, si<br />
arricchì presto di nuovi<br />
protagonisti, molti dei quali al<br />
volante della F40, una “belva<br />
selvaggia” che sembrava non<br />
attendere altro che poter uscire<br />
dalla gabbia per sbranare gli<br />
avversari. Già nella gara di<br />
Vallelunga del 29 marzo, ad<br />
esempio, il Club, oltre a poter<br />
1994. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
cambio di pilota alla “6 Ore” di Vallelunga;<br />
il catering di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, magistralmente<br />
gestito dal cuoco “zio” Severino, al centro;<br />
la partenza della “24 Ore” sul circuito<br />
du <strong>Mans</strong>.<br />
Storie 11
contare su una new entry, Pierre<br />
Alexandre Popoff, il toscano<br />
dalla “erre” alla francese, offriva<br />
ospitalità ed appoggio tecnico<br />
sia a “John Wayne”, pseudonimo<br />
da corsa dell’avvocato romano<br />
Marasco con la sua nuova 348<br />
TS gialla, sia al debuttante<br />
Beneventano, su 208 Turbo.<br />
Già in giugno, a conferma del<br />
successo del Gran Criterium,<br />
all’appuntamento di Misano si<br />
potevano contare ben sette F40<br />
12 Storie<br />
(con Guido Spatafora che si era<br />
posto sotto l’ala del team), due<br />
348, una 208 turbo oltre a due<br />
Lotus Esprit ed al solito nugulo<br />
di Porsche Carrera RS.<br />
Il successo finale giunse con una<br />
gara d’anticipo, il 20 giugno al<br />
Mugello, durante l’annuale festa<br />
dei ferraristi e in occasione delle<br />
celebrazioni per il trentennale<br />
della 250 GTO. Quasi un segno<br />
del destino, un passaggio delle<br />
consegne tra la regina<br />
incontrastata delle gare degli<br />
anni ’60 e la nuova berlinetta<br />
turbo di <strong>Maranello</strong>; un vero<br />
trionfo che riportava l’alloro<br />
italiano delle GT in casa Ferrari<br />
dopo anni di attesa. Ad aver<br />
portato la F40 a dominare il<br />
Gran Criterium, Rory Parasiliti,<br />
bravo anche per aver mantenuto<br />
“sana” la propria macchina,<br />
fatta salva la solita morìa di<br />
turbine.<br />
Con il 1993 arrivarono anche<br />
tempi duri per la squadra del<br />
Club. Non per carenza di<br />
preparazione o qualità di piloti e<br />
vetture ma per il fatto che il<br />
grande successo dell’annata<br />
precedente, unito alla<br />
“promozione” a Campionato<br />
italiano venuta dalla<br />
Federazione, invogliò team<br />
professionali (primo fra tutti, il<br />
Jolly Club di Roberto Angiolini) e<br />
squadre semi-ufficiali (come il<br />
team TWR di Tom Walkinshaw,
che portò in corsa le sinuose e<br />
fortissime Jaguar XJ220) ad<br />
iscriversi al “Supercar GT”,<br />
nuova denominazione della<br />
manifestazione della Peroni<br />
Promotion. Inoltre, e forse fu<br />
questa la leva più forte a<br />
spiegare tanto fermento, la<br />
Ferrari si decise a sbloccare la<br />
propria contrarietà con un<br />
intervento, sebbene indiretto,<br />
nelle gare a “ruote coperte”. Lo<br />
comunicò, curiosamente, con<br />
due telefonate, separate da<br />
pochi minuti e ricevute dal<br />
presidente del F.C.I.: prima il<br />
grande capo Luca di<br />
Montezemolo poi Piero Ferrari,<br />
informavano che la Casa,<br />
tramite l’ingegner Amedeo<br />
Felisa, aveva disposto sia di far<br />
omologare una versione racing<br />
della 348, alla cui preparazione<br />
stava lavorando il team di<br />
Giuliano Michelotto, sia di far<br />
approntare alcuni accorgimenti<br />
relativi alle turbine della F40.<br />
Alla fine fu Marco Brand ad<br />
aggiudicarsi il Campionato con<br />
la F40 del Jolly Club; ma alle sue<br />
spalle, dopo lotte serratissime<br />
con le Jaguar, non sfigurarono i<br />
piloti del Club: Guido Spatafora,<br />
il grintoso padovano Luca<br />
Sartori e l’algido Franco-toscano<br />
Pierre Popoff. La zampata del<br />
F.C.I. giunse ugualmente!<br />
A dicembre, fu la suggestiva e<br />
straordinaria cornice del Motor<br />
Una suggestiva immagine della 348<br />
GTC/LM di de Orleans-Saldana<br />
impegnata sul circuito belga di<br />
Spa-Francorchamps alla “4 Ore”.<br />
Storie 13
Show di Bologna ad ospitare<br />
l’ultima sfida dell’anno delle<br />
Supercar GT. <strong>Da</strong>vanti ad un<br />
pubblico enorme, nel primo<br />
raggruppamento si impose<br />
Domenico “Mimmo”<br />
Schiattarella, di provenienza<br />
Formula Indy Ligth americana,<br />
su F40, nel secondo Roland<br />
Asch, che era guida ufficiale<br />
Mercedes nel DTM, su 348 GT<br />
Competizione. Sotto le insegne<br />
del Ferrari Club Italia, entrambi<br />
14 Storie<br />
La F40 preparata da Michelotto sulle specifiche GT/E<br />
1995. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
a Jarama, per la prima prova del<br />
Campionato GT BPR;<br />
Mimmo Schiattarella in azione al Motor<br />
Show di Bologna;<br />
le F40 del team protagoniste sui manifesti<br />
della “1000 Chilometri” di Suzuka e della<br />
prova svedese di Anderstorp.<br />
i piloti diedero autentico<br />
spettacolo.<br />
Significativa la lettera che la<br />
squadra della Stella a tre punte<br />
inviò al F.C.I.: si diceva onorata<br />
che un suo pilota corresse per il<br />
team del Cavallino e, già che<br />
c’era, dava istruzioni sul<br />
training e la dieta del pilota,<br />
forse terrorizzata dai piatti di<br />
tortellini e bollito.<br />
Ma fu il 1994 a rappresentare<br />
forse il punto più alto della<br />
storia della Squadra Corse del<br />
Ferrari Club Italia, l’apoteosi, la<br />
realizzazione di un sogno.<br />
Fu il 10 aprile, in una<br />
conferenza presso il circuito<br />
spagnolo di Jarama, che il Club<br />
rivelò i suoi piani.<br />
Il principale era il debutto nel<br />
Campionato Europeo Endurance<br />
GT gestito dalla BPR (dal nome<br />
dei soci Barth, Peter, Rattel), con<br />
due 348 GTC/LM ufficiali di<br />
Giuliano Michelotto: una iscritta<br />
direttamente per i piloti Oscar<br />
Larrauri (argentino, ex-F1, segni<br />
particolari: velocissimo) e Fabio<br />
Mancini (toscano, campione<br />
italiano Prototipi 2000, grande<br />
“passista”); l’altra, in<br />
coabitazione con il Ferrari Club<br />
Espana, per gli iberici Tomas<br />
Saldana (campione spagnolo GT<br />
su Porsche) e il principe Alfonso<br />
d’Orleans Borbone,<br />
simpaticissimo cugino del re<br />
Juan Carlos.
per un’ultima stagione giocata sui circuiti mondiali.<br />
La squadra così formata poteva<br />
contare, nelle gare di durata<br />
particolarmente impegnative, su<br />
circa cinquanta addetti tra<br />
dirigenti, tecnici, meccanici e<br />
carrozzieri.<br />
Fu una stagione esaltante,<br />
condotta con grande<br />
professionalità e cura, dove si<br />
lottava sempre per le prime<br />
posizioni con le preparatissime<br />
Porsche e le veloci e potenti<br />
Venturi 600 LM.<br />
L’acuto giunse a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, un<br />
nome, un circuito da far venire i<br />
brividi.<br />
Per la prima volta un Club di<br />
appassionati, perché questo<br />
eravamo, affrontava quella che i<br />
francesi chiamano, in modo<br />
tronfio e secco, “la course”,<br />
come se tutte le altre gare<br />
fossero robetta.<br />
Trecentomila spettatori, oltre<br />
sessanta iscritti e, fra essi, il<br />
piccolo e tenace Ferrari Club<br />
Italia. Ci si sentiva come Asterix<br />
in mezzo alle legioni romane,<br />
come la squadra di calcio di<br />
provincia che si trova a<br />
disputare la finale della<br />
Champion’s <strong>Le</strong>ague, o qualcosa<br />
di simile.<br />
Ma sul petto si portava il<br />
Cavallino di Ferrari ed allora si<br />
doveva fare bella figura.<br />
Ci si preparò meticolosamente.<br />
La squadra si allargò e, sul<br />
circuito della Sarthe, il paddock<br />
1995. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />
gemellaggio tra Ferrari Club sulle F40 a Suzuka;<br />
nel paddock di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, scambio di opinioni tra<br />
Jean Todt e Gary Ayles, pilota del FCI, sotto lo<br />
sguardo attento di, da sinistra, il cuoco Severino,<br />
il presidente del Club Sergio Cassano, l’autista<br />
Fausto Galimberti;<br />
intervento notturno alla “24 Ore”<br />
Storie 15
del Club, anche grazie al<br />
catering gestito 24 ore su 24 dal<br />
mitico cuoco “zio” Severino,<br />
divenne un punto di riferimento<br />
per tutti i partecipanti, con in<br />
testa un non ancora notissimo<br />
Eddie Irvine.<br />
Come non bastasse, fu<br />
ingaggiato anche un medico, lo<br />
straordinario dottor Ugo<br />
Monsellato, che curò decine di<br />
persone fra le quali anche il<br />
vincitore Baldi, oscurando il pur<br />
efficiente servizio ufficiale del<br />
16 Storie<br />
circuito, tanto che la direzione<br />
della “24 Ore” si sentì in dovere<br />
di complimentarsi per<br />
l’eccezionale organizzazione del<br />
team.<br />
Per arrivare alla gara, la 348 di<br />
Larrauri-Mancini-Gouhier, quella<br />
di punta insomma, si fermò<br />
dopo solo 50 minuti per la<br />
banale fusione di un piccolo<br />
raccordo del carburante,<br />
incidente sul quale è meglio<br />
stendere un velo pietoso. L’auto<br />
gemella di Saldana-De Orleans<br />
Borbone-Villarino giunse<br />
undicesima assoluta,<br />
beneficiando della sostituzione<br />
di quel maledetto tubicino.<br />
Dopo dieci anni, comunque, una<br />
Ferrari tagliava il traguardo di<br />
<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>;;;e tutto per pura<br />
passione!<br />
Dopo questo exploit passarono<br />
quasi in secondo piano altri<br />
risultati esaltanti, come il<br />
secondo posto assoluto della<br />
solita 348 condotta<br />
dall’equipaggio tutto italiano<br />
Schiattarella-Monti-Mancini alla<br />
“6 Ore” di Vallelunga, o ancora<br />
la vittoria assoluta al Motor<br />
Show di Bologna, sempre di<br />
Schiattarella ma al volante della<br />
F40.<br />
Il 1995 rappresentò il canto del<br />
cigno della Squadra Corse del<br />
Ferrari Club Italia che da<br />
avamposto di “guastatori” si<br />
trasformò in un team, come<br />
dire, di professionisti. Venne<br />
forse a mancare quell’anima<br />
passionale che è la vera linfa di
un Club. Prese in mano il<br />
pallino Luciano Della Noce, con i<br />
propri uomini e – soprattutto –<br />
le proprie vetture, le F40<br />
preparate da Michelotto in base<br />
alle specifiche GT/E. Il Club<br />
divenne una sorta di<br />
fiancheggiatore per una squadra<br />
dalle ambizioni elevatissime, che<br />
si presentò sui circuiti europei,<br />
<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong> compreso, ma anche a<br />
Suzuka, come una grande<br />
armata.<br />
<strong>Le</strong> possibilità c’erano tutte -<br />
dalle vetture, preparatissime, ai<br />
piloti giusti, con i due equipaggi<br />
Della Noce-Olofsson e Monti-<br />
Mancini-Ayles – ma i risultati<br />
furono inferiori alle attese.<br />
Fu così che terminò la bella<br />
storia di un team di<br />
appassionati che, divertendosi<br />
ed impegnandosi a fondo, aveva<br />
voluto dare corpo a un’idea che<br />
sembrava più un sogno e che si<br />
è tradotto in traguardi<br />
importanti, quasi<br />
inimmaginabili.<br />
La Ferrari, per fortuna, ora<br />
primeggia in tutte le categorie,<br />
promuovendo i Challenge e<br />
partecipando con successo alle<br />
più importanti competizioni,<br />
europee e non.<br />
E’ ritornata a interpretare un<br />
ruolo che ha sempre fatto parte<br />
della sua gloriosa storia e che un<br />
manipolo di “esaltati per il<br />
Mito” decise di rinverdire,<br />
uscendo dall’ufficio di Enzo<br />
Ferrari in una luminosa mattina<br />
del marzo 1987.<br />
La F40 dellla Squadra Corse del<br />
Ferrari Club Italia tallonata da<br />
un’identica vettura alla “24 Ore” di<br />
<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong> del 1995, l’ultima edizione<br />
della gara francese corsa dal team.<br />
Storie 17
Gli amici del Club I Banca Aletti<br />
Negli Stati<br />
Uniti, paese in<br />
cui sono nati e<br />
hanno il loro<br />
massimo<br />
sviluppo, manca<br />
una precisa<br />
definizione<br />
giuridica del<br />
termine hedge<br />
fund che ne<br />
circoscriva<br />
l'ambito e dia<br />
un'immediata<br />
percezione del<br />
suo significato.<br />
L<br />
a definizione che ci sembra<br />
più appropriata è la<br />
seguente:<br />
«Un hedge fund è uno<br />
strumento di investimento che<br />
fornisce differenti caratteristiche<br />
di rischio/rendimento rispetto<br />
agli investimenti tradizionali in<br />
azioni ed obbligazioni».<br />
Per comprenderne appieno il<br />
significato occorre considerare<br />
in primo luogo che essi<br />
utilizzano delle strategie di<br />
investimento, o stili di gestione,<br />
definite alternative e che non<br />
devono sottostare a particolari<br />
limiti normativi per conseguire<br />
la loro missione: conservare il<br />
capitale ed ottenere un<br />
rendimento positivo con una<br />
bassa volatilità ed<br />
indipendentemente<br />
dall'andamento dei mercati.<br />
<strong>Le</strong> differenze con i fondi comuni<br />
sono molteplici.<br />
- La performance dei fondi<br />
comuni è valutata rispetto ad<br />
un indice di riferimento<br />
(benchmark) e quindi è una<br />
performance relativa. Invece gli<br />
hedge fund cercano di<br />
18 Gli amici del Club<br />
Hedge Fund:<br />
cosa sono<br />
e come operano
foto di Carlo Valsecchi<br />
garantire un ritorno assoluto in<br />
ogni situazione e circostanza,<br />
anche quando gli indici di<br />
mercato sono in discesa: quindi<br />
gli hedge fund non hanno<br />
benchmark, bensì strategie di<br />
investimento differenti.<br />
- I fondi comuni non possono<br />
proteggere i portafogli dai<br />
mercati in declino, ma solo<br />
limitare le perdite vendendo o<br />
rimanendo liquidi. Al<br />
contrario, in caso di mercati in<br />
declino, gli hedge fund possono<br />
utilizzare diverse strategie di<br />
copertura e generare ritorni<br />
positivi. La vendita allo<br />
scoperto apre ai gestori di<br />
hedge fund un universo nuovo<br />
di possibilità di investimento.<br />
Non si è più interessati<br />
all'andamento generale del<br />
mercato, ma all'andamento<br />
relativo di titoli.<br />
- Il rendimento futuro dei fondi<br />
comuni dipende dalla direzione<br />
dei mercati in cui sono<br />
investiti, mentre il rendimento<br />
futuro degli hedge fund tende<br />
ad essere fortemente<br />
indipendente dalla direzione<br />
dei mercati finanziari.<br />
Tendenze recenti del<br />
mercato degli hedge<br />
fund<br />
Negli ultimi anni l'industria<br />
degli hedge fund è cresciuta in<br />
modo straordinario in termini di<br />
patrimonio gestito e di numero<br />
di fondi offerti, ha cambiato<br />
forma in termini di<br />
composizione per le strategie di<br />
Bergamo V.le Papa Giovanni XXIII, 1 – 24100 Bergamo 035 3883027<br />
Bologna Via dell’Indipendenza, 41 – 40121 Bologna 051 2961383<br />
Brescia Via Gramsci, 12/A – 25123 Brescia 030 2817011<br />
Firenze Piazza de' frescobaldi, 4<br />
Genova Via V Dicembre, 3 – 16121 Genova 010 5469801<br />
Milano Via Giulini, 3 – 20100 Milano<br />
Modena Via dei Servi, 5 – 41100 Modena 059 588308<br />
Napoli Via San Carlo, 26 – 80133 Napoli 081 7905301<br />
Novara Via Negroni, 12 – 28100 Novara 0321 396701<br />
Padova Via Ponte Molino, 4<br />
Parma P.le Cervi, 5 – 43100 Parma 0521 237456<br />
Reggio Emilia Via Roma, 6 – 42100 Reggio Emilia 0522 589969<br />
Roma Via Ludovisi, 46 – 00187 Roma 06 420711<br />
Torino P.zza S. Carlo, 196 – 10121 Torino 011 5768301<br />
Udine Via del Carbone, 1<br />
Venezia (Mestre) Via Verdi (ang. Via Rosa) – 30171 Venezia Mestre 041 5060980<br />
Verona Via Zambelli, 26 – 37121 Verona 045 8042980<br />
Verona Corso Porta Nuova, 133 - 37121 Verona 045 8015434<br />
Vicenza Contrà Canove, 9 – 36100 Vicenza 0444 526039<br />
Mantova Prossima apertura<br />
investimento e continua a vivere<br />
profondi cambiamenti.<br />
<strong>Le</strong> strategie di arbitraggio<br />
stanno esaurendo la loro<br />
capacità di generare<br />
performance per il<br />
sovraffollamento di operatori e<br />
sta diminuendo la loro<br />
appetibilità. Mentre le strategie<br />
merger arbitrage o convertible<br />
bond arbitrage stanno soffrendo<br />
per il sovraffollamento di<br />
operatori, che determina il<br />
rapido esaurimento delle<br />
opportunità di mercato, è<br />
altrettanto vero che l'industria<br />
degli hedge fund si sta<br />
velocemente spostando verso<br />
nuove strategie: PIPEs,<br />
erogazione di prestiti, long/short<br />
credit, energy trading, eventi<br />
naturali, long/short equity<br />
settoriali e finanza strutturata.<br />
Allo stesso tempo c'è una<br />
revisione di strategie esistenti da<br />
lungo tempo, come ad esempio<br />
l'immobiliare e l'investimento in<br />
materie prime. Inoltre, ci sono<br />
molte opportunità di<br />
investimento su investimenti<br />
molto poco liquidi, con un<br />
orizzonte temporale tra i 2 ed i<br />
5 anni, oltre i quali si sconfina<br />
nel private equity o nel real<br />
estate. Gli hedge fund di<br />
maggiore successo sono quelli<br />
altamente adattativi.<br />
Aletti Gestielle<br />
Alternative SGR<br />
Nel Gennaio 2002, tra le prime<br />
società in Italia, Aletti Gestielle<br />
Alternative SGR ha cominciato il<br />
collocamento dei suoi fondi di<br />
fondi hedge aventi profili di<br />
rischio/rendimento differenziati<br />
in funzione della clientela<br />
obiettivo.<br />
I fondi di fondi hedge di Aletti<br />
Gestielle Alternative si<br />
caratterizzano per avere:<br />
• un numero massimo di 200<br />
sottoscrittori per fondo,<br />
• un investimento minimo di<br />
500.000 euro,<br />
• un regime fiscale identico a<br />
quello dei fondi ordinari che<br />
prevede attualmente una<br />
tassazione del 12,5% alla fonte<br />
per le persone fisiche e per le<br />
persone giuridiche un credito<br />
d'imposta ai fini dell'IRPEG<br />
pari al 15% sulle plusvalenze<br />
• una quota calcolata<br />
mensilmente<br />
Gli obiettivi che Aletti Gestielle<br />
Alternative intende perseguire<br />
nella gestione dei suoi fondi<br />
sono:<br />
• conservazione del capitale e<br />
protezione nelle fasi di<br />
ribasso,<br />
• rendimento assoluto, cioè<br />
indipendente dall'andamento<br />
dei mercati azionari ed<br />
obbligazionari e<br />
• bassa correlazione sia con i<br />
mercati azionari sia con i<br />
mercati obbligazionari<br />
Tutti i fondi gestiti sono<br />
denominati in euro ed il rischio<br />
di cambio è interamente<br />
coperto.<br />
Gli amici del Club 19
Ferrari Challenge I Vallelunga Mugello Monza<br />
20 Ferrari Challenge<br />
Tutto
ancora da decidere<br />
<strong>Le</strong> ultime tre prove del<br />
Challenge di Vallelunga, Mugello<br />
e Monza hanno riaperto i giochi<br />
di una stagione imprevedibile e<br />
piena di colpi di scena.<br />
In attesa dell’epilogo autunnale,<br />
team e piloti affilano le loro armi<br />
a quattro ruote<br />
Testo<br />
Marco Vitali<br />
Foto<br />
©Ferrari spa/ph. Roberto Viva<br />
state tempo di vacanze,<br />
anche per il Ferrari EChallenge<br />
giunto, con la<br />
tappa di Monza, alla sua quinta<br />
gara stagionale. Dopo cinque<br />
appuntamenti è ancora tutto in<br />
gioco con distacchi che appaiono<br />
colmabili nell’arco di una prova. È<br />
così nel Trofeo Pirelli, dove Andrea<br />
Belluzzi - nonostante abbia colto<br />
cinque vittorie, sprecandone<br />
un’altra quasi certa a Vallelunga -<br />
appare quale favorito nel rush<br />
finale d’autunno anche se dovrà<br />
comunque guardarsi dal ritorno di<br />
Postiglione e Cirò, amici e rivali<br />
alleati nella caccia al notaio<br />
sanmarinese. Identica la situazione<br />
nella Coppa Shell, dove alle vittorie<br />
in serie conquistate da Francescon<br />
nelle prime prove rispondono<br />
Sauto e Prinoth, quasi sempre sul<br />
podio anche quando non vincono,<br />
e lo scatenato Mantovani visto da<br />
Vallelunga in poi. <strong>Le</strong>ggermente<br />
diversa la situazione tra le 360,<br />
dove Bontempelli, grande favorito<br />
alla vigilia della stagione, dopo la<br />
prova di Monza parebbe aver preso<br />
il volo in classifica se non fosse per<br />
Mucelli che, sempre concreto e<br />
puntuale con la vettura di Ineco,<br />
non vuole riporre le proprie<br />
speranze fino a che non sarà la<br />
matematica a dirlo.<br />
Ferrari Challenge 21
Sopra, Belluzzi vincente sul podio di<br />
Vallelunga e mentre scende dalla sua<br />
430 e, sotto, in pole sullo schieramento.<br />
A destra, dall’alto: la 360 di Piva-<br />
Segatori, i controlli prima della corsa,<br />
Nina Jerancic in azione<br />
22 Ferrari Challenge<br />
Vallelunga – 28 maggio<br />
La prima notizia che emerge nel<br />
fine settimana romano è relativa<br />
al cambio di sede delle Finali<br />
Mondiali. Non più Vallelunga,<br />
come annunciato all’inizio della<br />
stagione, ma Monza. Una scelta<br />
quasi obbligata, visto che ai<br />
lavori di ammodernamento del<br />
tracciato con l’inserimento di un<br />
nuovo tratto che ne porta la<br />
lunghezza a quattro chilometri,<br />
non si sono accompagnati ad<br />
oggi interventi importanti per<br />
l’ampliamento del paddock,<br />
condizione fondamentale in<br />
occasione di un avvenimento<br />
rilevante come il grande<br />
happening Ferrari. La due giorni<br />
capitolina regala al Challenge un<br />
nuovo protagonista capace di<br />
conquistare una vittoria ed un<br />
secondo posto e di inserirsi con<br />
caparbietà nella lotta per il<br />
vertice della classifica: Giuseppe<br />
Cirò. Sandro Malucelli - che ha<br />
sempre avuto un fiuto<br />
particolare per scoprire giovani<br />
talenti nel Challenge, come il<br />
figlio Matteo e Michele<br />
Maceratesi, entrambi campioni<br />
nelle ultime stagioni - punta<br />
forte su Cirò, che dimostra di<br />
poter lottare alla pari con<br />
Postiglione, Belluzzi, Santaniello<br />
e Montani, ad oggi i migliori<br />
specialisti del Trofeo Pirelli. Chi<br />
esce da Vallelunga con un<br />
bottino inferiore alle attese è<br />
certamente Belluzzi che, dopo<br />
aver dominato gara 1, nella<br />
seconda frazione, al restart dopo<br />
l’uscita di Papini, ha pagato a<br />
caro prezzo un momento di<br />
disattenzione chiudendo nella<br />
ghiaia della curva Roma una gara<br />
che lo avrebbe potuto lanciare
<strong>Da</strong>ll’alto, in senso antiorario; il gruppo<br />
subito dopo la partenza di gara 2; il<br />
giovane Philippe Baron, ventenne figlio<br />
d’arte; il podio della seconda frazione;<br />
Livio in escursione sul cordolo; un<br />
operatore televisivo.<br />
definitivamente ai vertici della<br />
classifica. Chi ricorderà a lungo il<br />
week-end capitolino è Massimo<br />
Mantovani, il quale giunto alla<br />
sua ottava stagione nel Challenge<br />
si è preso la grande soddisfazione<br />
non solo di dominare la seconda<br />
frazione tra i concorrenti della<br />
Coppa Shell, ma di chiudere<br />
terzo assoluto, appena dietro a<br />
Cirò ed al secondo classificato<br />
Postiglione. Tra le 360, la lotta<br />
per il primato vede sempre<br />
Bontempelli quale protagonista,<br />
mentre Gulinelli - per una volta<br />
al via senza Reichegger - riesce a<br />
contenere la velocità dell’alfiere<br />
di Rossocorsa aggiudicandosi la<br />
vittoria. Passo falso per Mucelli a<br />
causa di problemi elettronici<br />
sulla propria 360, mentre un<br />
Massazza sempre regolare esce<br />
da Vallelunga con due terzi posti.
Sopra, Giraudi con la 430 del team Motor.<br />
Sotto, Fabio Santaniello, sul podio del<br />
Mugello, festeggia il ritorno alla vittoria<br />
con Cirò e Caso. A destra, per fortuna<br />
non sono solo meccanici e piloti a calcare<br />
la corsia dei box...<br />
24 Ferrari Challenge<br />
Con la prova toscana, il Challenge ha<br />
inaugurato le corse “miste”, con 360 e<br />
430 insieme in pista, pur mantenendo<br />
classifiche separate.
Sotto: sembra che stia sussurrando<br />
parole dolci alla macchina di papà il<br />
biondo figlio di Reichegger, magari<br />
per convincerla a correre più delle<br />
altre. Ci riesce solo in parte visto che,<br />
in coppia con Gulinelli, arriverà terzo<br />
in gara2.<br />
A destra: sotto, con la 612 Scaglietti<br />
anche la “safety car” è all’altezza del<br />
prestigio del Challenge; sopra, lavori<br />
in corso ai box: si controlla la<br />
pressione degli pneumatici.<br />
In alto, la 360 di Stefana, come la<br />
sponsorizzazione sottolinea.<br />
Mugello - 18 giugno<br />
Al Mugello, il Challenge tricolore<br />
vive un’altra importante novità.<br />
<strong>Da</strong> questo appuntamento, infatti,<br />
360 e 430 non gareggiano più<br />
separate ma insieme, in una<br />
unica gara, pur continuando ad<br />
essere classificate secondo la<br />
categoria di appartenenza, con la<br />
serie 430 divisa in Coppa Shell e<br />
Trofeo Pirelli. E’ un ulteriore<br />
motivo di spettacolo per la serie<br />
tricolore sempre e comunque<br />
estremamente vivace e dai toni<br />
agonistici forti, esaltati sia da<br />
protagonisti dai volti nuovi sia<br />
dai “soliti noti”. In Toscana, torna<br />
alla ribalta del Challenge Fabio<br />
Santaniello, capace di mettersi<br />
tutti alle spalle con la 430 della<br />
<strong>Maranello</strong> (team con il quale<br />
sfiorò il titolo italiano nel 2003),<br />
dopo una stagione vissuta da<br />
protagonista nel Campionato<br />
Italiano GT 2005 con la Ferrari<br />
575. Con Santaniello, a salire sul<br />
podio di gara 1 nel Trofeo Pirelli<br />
sono Cirò e Caso, mentre<br />
Belluzzi, nei guai con l’assetto<br />
della sua vettura, è solo quarto.<br />
Nella Coppa Shell prosegue il<br />
momento d’oro di Mantovani,<br />
nuovamente vincitore davanti a<br />
Insigne ed ai fratelli Coggiola,<br />
terzi con la vettura di Forza<br />
Service. Bontempelli incamera la<br />
quarta vittoria stagionale con la<br />
360 davanti a Mucelli ed a<br />
Massazza, che sembra essersi<br />
abbonato al terzo gradino del<br />
podio. La seconda frazione vede il<br />
prepotente ritorno di Belluzzi al<br />
successo dopo un grande duello<br />
con il giovane Philippe Baron,<br />
vera sorpresa del week end sul<br />
tracciato toscano. Ottima anche<br />
la prova di Montani e Livio con la<br />
vettura di Rossocorsa, capaci di<br />
conquistare il secondo posto<br />
nelle ultime tornate di gara.<br />
Nella Coppa Shell, Insigne<br />
completa la grande giornata della<br />
<strong>Maranello</strong> regalando al team<br />
condotto da Giorgio Cipolli la<br />
seconda vittoria dopo quella<br />
conquistata da Fabio Santaniello<br />
in mattinata, mentre sul podio<br />
festeggiano Sauto/Prinoth ed il<br />
solito Mantovani. Chi non sorride<br />
al termine di gara 2 è<br />
Bontempelli, sempre velocissimo<br />
con la sua 360 ma frenato da un<br />
“drive-trhough” (per un contatto<br />
con i fratelli Coggiola al volante<br />
di una 430) e da un penaltly (per<br />
essere rientrato ai box per la<br />
sosta regolamentare fuori tempo<br />
massimo). Ad approfittare della<br />
gara poco fortunata del pilota di<br />
Rossocorsa è Mucelli che, solo in<br />
volata, riesce ad avere ragione di<br />
Massazza - sempre a suo agio sul<br />
tracciato toscano- e di<br />
Reichegger, terzo in coppia con<br />
Gulinelli.<br />
Ferrari Challenge 25
Monza – 9 luglio<br />
Nove luglio duemilasei. Una<br />
data importante, che trasmette<br />
emozione. E’ il giorno della<br />
finale dei campionati del mondo<br />
di calcio (…e sappiamo tutti<br />
come è andata a finire). A Monza<br />
va in onda un fine settimana<br />
ricco di gare grazie al doppio<br />
appuntamento con le serie<br />
italiana ed europea del Ferrari<br />
Challenge ed alle gare del<br />
Campionato Italiano GT. Sembra<br />
un’anticipazione delle Finali<br />
Mondiali, con un paddock<br />
gremito di appassionati attratti<br />
dalle quasi cento Ferrari pronte<br />
a scendere un pista. E’ ancora<br />
Andrea Belluzzi, con la vettura<br />
della Motor, a dettare legge nel<br />
Trofeo Pirelli. La sua cavalcata<br />
non trova ostacoli e solo<br />
Postiglione con la 430 di Stile F<br />
riesce a non farsi distanziare<br />
troppo dal leader del Trofeo, con<br />
Cirò che chiude al terzo posto.<br />
Grande la prova di<br />
Ferroni/Cappelletti, vincitori<br />
nella Coppa Shell con la vettura<br />
di Rossocorsa/Pellin e giunti<br />
sotto la bandiera a scacchi al<br />
quinto posto assoluto davanti a<br />
numerosi protagonisti del<br />
Trofeo Pirelli. Tra le 360,<br />
Bontempelli e Massazza con le<br />
vetture di Rossocorsa regalano<br />
uno splendido uno-due a Gigi<br />
Gai, proprio nel giorno in cui il<br />
figlio di quest’ultimo, Stefano, fa<br />
il proprio debutto nel Ferrari<br />
Challenge con una 360 del team<br />
di famiglia. Se la prima frazione<br />
non regala grossi colpi di scena,<br />
26 Ferrari Challenge<br />
le emozioni nella seconda gara<br />
si accendono già al semaforo<br />
verde. Scatta in testa Montani<br />
con la gialla 430 di Rossocorsa,<br />
ma già alla staccata della<br />
variante Ascari si registra il<br />
primo colpo di scena: Belluzzi<br />
tenta di scavalcare subito<br />
Giraudi, ma la sua entrata un<br />
po’ allegra manda in testa-coda<br />
il pilota di Malucelli. Montani<br />
già al secondo giro rallenta<br />
visibilmente l’andatura a causa<br />
di una panne elettronica e si<br />
ritira, mentre Postiglione tenta<br />
Monza. Qui a destra, con la 430 di<br />
Rossocorsa, ottimo quinto posto di<br />
Cappelletti-Ferranti. <strong>Da</strong> sopra, in senso<br />
orario: la slovena Nina Jerancic;<br />
Massimo Mantovani mantiene la quinta<br />
piazza nella Coppa Shell 430;<br />
Postiglione, secondo in gara1 e primo in<br />
gara2; per il leader del Trofeo Pirelli<br />
Belluzzi, un’altra vittoria sul circuito<br />
brianzolo; sul podio di gara2, Mucelli,<br />
Massazza e Bontempelli brindano a<br />
modo loro; la classica bagarre che anima<br />
il passaggio delle auto alla prima<br />
variante.
di liberarsi dalla marcatura di<br />
Cirò. Con Belluzzi costretto allo<br />
“stop & go”, in testa i giochi<br />
sono presto fatti con Postiglione<br />
che torna sul gradino più alto<br />
del podio davanti a Cirò e<br />
Santaniello, mentre nella Coppa<br />
Shell è Giorgio Sernagiotto, al<br />
rientro con la 430 della Motor,<br />
a cogliere un meritato successo<br />
davanti a Sauto/Prinoth e a<br />
Vanni Campari. Bontempelli,<br />
con la 360, si concede il bis<br />
proprio sul tracciato di casa,<br />
dilatando il margine in<br />
classifica generale sul secondo,<br />
Mucelli, che a Monza non va<br />
oltre due terzi posti, mentre<br />
Massazza chiude la giornata<br />
monzese nuovamente sul<br />
secondo gradino del podio.<br />
<strong>Le</strong> Classifiche Ferrari Challenge dopo Monza<br />
Trofeo Pirelli – F430<br />
Belluzzi Andrea 159<br />
Cirò Giuseppe 133<br />
Postiglione Vito 126<br />
Livio Stefano 99<br />
Montani Sandro 99<br />
Coppa Shell – F430<br />
Prinoth Erich 143<br />
Sauto Francesco 143<br />
Francescon Cristian 127<br />
Mantovani Massimo 124<br />
Cappelletti Giovanni 83<br />
Ferroni Emilio 83<br />
Trofeo Pirelli – F360<br />
Bontempelli Lorenzo 177<br />
Mucelli Sandro 139<br />
Massazza Giorgio 112<br />
Jerancic Nina 88<br />
Gulinelli Giovanni 72<br />
Coppa Concessionarie<br />
Rossocorsa 447<br />
Motor 331<br />
Ineco 330<br />
Stile F 256<br />
<strong>Maranello</strong> 185<br />
Ferrari Challenge 27
Piaceri esclusivi I F1 Paddock Club<br />
Vado al massimo<br />
28 Piaceri esclusivi<br />
Testo<br />
Thomas J. Forsyte<br />
Foto<br />
© Ferrari spa<br />
P<br />
er vivere un Gran Premio<br />
da protagonista non è<br />
necessario arrivare in<br />
circuito con l’elicottero,<br />
indossare tuta e casco,<br />
partecipare - nell’ordine - a<br />
briefing, prove libere, qualifiche<br />
e gara. <strong>Da</strong>ll’inizio degli anni ‘90<br />
esiste l’F1 Paddock Club,<br />
un’iniziativa nata dalla Allsport<br />
management del decano Pat<br />
McNelly, una delle società che<br />
ruotano intorno<br />
all’organizzazione creata da<br />
Bernie Ecclestone per gestire il<br />
circus della F1. Paddock Club è<br />
una specie di “villaggio”<br />
esclusivo, di solito posizionato<br />
nella stessa struttura dei box,<br />
come a Monza, o nelle<br />
immediate vicinanze, come a<br />
Spa Francorchamp, dove i team<br />
della Formula 1 dispongono di<br />
un’area che gestiscono<br />
direttamente, ad esempio a<br />
favore degli sponsor o, come<br />
succede per la Ferrari, anche dei<br />
clienti. La promessa è di vivere<br />
un intero fine settimana a<br />
stretto contatto con la squadra,<br />
dividendo le emozioni e le gioie<br />
con i piloti, i tecnici, i manager.
Una stretta di mano a Schumacher prima della gara? Due chiacchiere<br />
con Todt sulle strategie del GP? Tutto normale, al F1 Paddock Club<br />
Cibi ed incontri esclusivi nell’area del<br />
Ferrari F1 Club all’interno del Paddock<br />
Club. In alto e a sinistra, al centro, due<br />
ospiti si intrattengono con Jean Todt e<br />
Michael Schumacher. Qui sopra, il cuoco<br />
offre una raffinata cucina internazionale.<br />
Piaceri esclusivi 29
30 Piaceri esclusivi<br />
Una promessa che il Ferrari F1<br />
Club, che gestisce l’area<br />
hospitality del Cavallino,<br />
mantiene su tutti i circuiti del<br />
Mondiale: “Ospitiamo<br />
mediamente 200 clienti ad ogni<br />
Gran Premio – dice Carla<br />
Santandrea, responsabile del<br />
Ferrari F1 Club – con affluenze<br />
anche maggiori a seconda delle<br />
gare. A Monza, ad esempio,<br />
aspettiamo 450 persone ma il<br />
record assoluto resta ancora, ad<br />
oggi, il primo GP della Cina del<br />
2004, quando la nostra area<br />
accolse 600 tra clienti, ospiti e<br />
personalità”. Acquistando il<br />
pacchetto completo, il cliente<br />
(“soprattutto americano e<br />
tedesco, oltre che giapponese,<br />
per il GP di casa”) ha l’accesso al<br />
Club per i tre giorni<br />
dell’happening sportivo, dal<br />
venerdì, giorno delle prove<br />
libere, alla domenica di gara.<br />
Preso in consegna all’ingresso<br />
dell’autodromo, partono una<br />
serie di iniziative che<br />
consentono all’ospite di vivere<br />
da vicino un’esperienza<br />
indimenticabile a base di<br />
incontri con i protagonisti, visite<br />
ai box e una posizione<br />
privilegiata da cui godersi la<br />
gara: “La Ferrari ha un<br />
programma piuttosto vario da<br />
proporre agli ospiti, incentrato<br />
sul contatto diretto con i piloti -<br />
solitamente Massa il sabato,<br />
dopo le prove, e Schumacher,<br />
con Todt, la domenica - e il team<br />
manager, il venerdì. Per vedere<br />
da vicino le monoposto e il<br />
lavoro dei tecnici, sono<br />
Qualche domanda a Felipe Massa da<br />
Nigel Wollheim, dell’ufficio stampa<br />
Ferrari F1. I temi d’interesse più<br />
frequenti sono quelli relativi alla guida<br />
mentre alle curiosità meccaniche<br />
rispondono i tecnici del team,che di<br />
solito intervengono il venerdì (a sinistra).
organizzate visite al box Ferrari<br />
e, a livello più generale, due ‘pit<br />
walk about’, specie di<br />
passeggiate sulla pit-lane<br />
passando davanti alle postazioni<br />
di tutti i team impegnati nel<br />
Gran Premio” spiega<br />
Santandrea. L’incontro con i<br />
piloti è sicuramente il momento<br />
più emozionante, quello dove si<br />
può vedere ed ascoltare<br />
direttamente un commento<br />
sulle prove, sulle caratteristiche<br />
della pista ed anche entrare in<br />
dettagli più personali, come<br />
quelli relativi alla propria<br />
esperienza nel team, alla<br />
preparazione fisica, alla dieta. A<br />
condurre questa specie di<br />
chiacchierata è un responsabile<br />
dell’ufficio stampa Ferrari o, a<br />
volte, un giornalista della TV o<br />
della carta stampata. All’interno<br />
dell’area, l’ospite è coccolato per<br />
tutto il giorno, con il breakfast<br />
con cui viene accolto al suo<br />
arrivo mattutino, la colazione<br />
innaffiata di champagne e un<br />
accurato servizio bar, aperto<br />
ininterrottamente. Fuori dallo<br />
spazio Ferrari - arredato con<br />
pannelli rossi, dello stesso colore<br />
delle famose sedie rivestite in<br />
pelle -c’è una zona comune a<br />
tutti i team, la così detta<br />
“garden area”, dove Allsport<br />
propone una pasticceria<br />
organizzata da Demel, famoso<br />
artigiano dolciario austriaco, che<br />
offre delicatessen freschissime,<br />
prodotte sul momento.<br />
Completano l’area, spesso<br />
vivacizzata da band di musica<br />
Piaceri esclusivi 31
Il Paddock Club si avvale di un catering<br />
austriaco di altissima qualità. Oltre ad<br />
una pasticceria organizzata da Demel, un<br />
open bar ed altri servizi contribuiscono a<br />
rendere più piacevoli agli ospiti le<br />
giornate dei Gran Premi.<br />
32 Piaceri esclusivi<br />
jazz, anche una serie di servizi<br />
VIP offerti, di volta in volta, dal<br />
massaggiatore, dal parrucchiere,<br />
dal truccatore. “Il cliente del<br />
Paddock Club non ha modo di<br />
annoiarsi – dice Carla<br />
Santandrea -: durante il giorno<br />
organizziamo anche simpatici<br />
giochi a premi con i quali<br />
distribuiamo altri regali, oltre<br />
alle felpe, maglie e cappellini<br />
che gli ospiti ricevono nei tre<br />
giorni in circuito”. Per<br />
acquistare il pacchetto del weekend,<br />
ci si può rivolgere al<br />
concessionario Ferrari (all’estero<br />
all’importatore) o, in caso di<br />
necessità, fare riferimento al
Ferrari Owners’ Site,<br />
all’indirizzo<br />
www.owners.ferrari.com. Per<br />
accaparrarsi i tre biglietti che<br />
danno l’accesso al Club in<br />
ognuno dei giorni del Gran<br />
Premio, non c’è un limite di<br />
tempo se non quello legato alla<br />
disponibilità di posti (per la gara<br />
di Monza, ad esempio, erano già<br />
esauriti alla fine di giugno…). E,<br />
se non c’è modo di spedirli al<br />
recapito del cliente dell’ultimo<br />
minuto, non c’è problema:<br />
vengono resi disponibili<br />
direttamente alla reception<br />
dell’albergo. Un vero servizio da<br />
VIP, a 360 gradi!<br />
Piaceri esclusivi 33
Motori I B come Boxer3 litri<br />
Quando il 12 cilindri<br />
Una origine aeronautica e<br />
precedenti illustri per uno dei<br />
più straordinari motori<br />
progettati e costruiti a <strong>Maranello</strong><br />
34 Motori<br />
Testo<br />
Paolo Marasca<br />
Foto<br />
Piemme Communication
era piatto<br />
La 312 B di Jackie Ickx a Brands Hatch,<br />
in testa al Gran Premio di Gran Bretagna<br />
del 1970. La corsa del pilota belga<br />
durerà però solo sei giri, bloccata da un<br />
problema al differenziale.<br />
Motori 35
La Ferrari 312 PB di Arturo Merzario<br />
in azione a Spa-Francorchamps<br />
durante una “1000<br />
Chilometri”disputata, come molte<br />
delle corse sul circuito belga, sotto<br />
una pioggia battente.<br />
36 Motori<br />
8 MONDIALI IN 11 ANNI<br />
Il V-12 di 180° e 3 litri Ferrari ha corso per 11 anni, dal<br />
1970 al 1980, su due famiglie di monoposto F1 e una di<br />
Sport-Prototipo. La prime monoposto 312 B hanno<br />
debuttato nel 1970 e corso fino al 1974, evolvendosi in 312<br />
B2 e 312 B3. Nessun titolo mondiale in questi cinque anni,<br />
ma la vittoria in 10 GP su 62. La seconda famiglia di<br />
monoposto, la 312 T, aveva il cambio montato<br />
trasversalmente (la T della sigla). Debuttò nel 1975 e corse<br />
fino al 1980, con quattro evoluzioni: la T2 del ‘76, la T3 del<br />
‘78, la T4 del ‘79 e la T5 dell’80. Sette i titoli mondiali<br />
conquistati, di cui tre Piloti (Lauda nel ‘75 e ‘77; Scheckter<br />
nel ‘79) e quattro Costruttori (‘75, ‘76, ‘77 e ’79) con 27 GP<br />
vinti su 91 disputati. <strong>Le</strong> Sport-Prototipo equipaggiate con<br />
una versione speciale del 3 litri boxer, meno esasperata e<br />
potente, sono state la 312 PB del 1971 e le due successive<br />
versioni del ‘72 e ’73. Nel loro palmarès, un titolo mondiale<br />
conquistato nel 1972 e 12 successi su 27 gare.<br />
N<br />
ella storia sportiva della<br />
Ferrari, i successi sono<br />
stati legati a famiglie di<br />
motori plurifrazionati che<br />
hanno caratterizzato addirittura<br />
interi periodi, spesso<br />
identificando, nell’immaginario<br />
collettivo, i valori stessi del<br />
Cavallino rampante. Un esempio<br />
su tutti è il “12 cilindri” Ferrari,<br />
diventato un simbolo che<br />
trasmette messaggi emozionali<br />
(il rombo, la potenza) più che<br />
tecnici (la cilindrata e le<br />
specifiche). Prima dell’avvento<br />
dell’attuale V-8 di 2,4 litri di 90°<br />
che equipaggia le 248/F1 di<br />
Michael Schumacher e di Felipe<br />
Massa, le monoposto di Formula<br />
1 di <strong>Maranello</strong> montavano il<br />
poderoso V-10 di 3 litri, la cui<br />
architettura è oscillata dai 75°<br />
iniziali del 1996 ai 100°<br />
introdotti nel 2001. Un motore<br />
che, nei suoi 10 anni di vita<br />
sportiva, ha consentito alla<br />
Ferrari di vincere 11 titoli<br />
mondiali, di cui 6 per costruttori<br />
e 5 per conduttori. Ma c’è stato<br />
un altro propulsore di 3 litri di<br />
<strong>Maranello</strong> che ha caratterizzato,<br />
negli anni Settanta, un altro<br />
intero decennio di corse<br />
automobilistiche. Un motore che<br />
ha fatto la storia della Formula 1<br />
come il V-10 plurititolato di<br />
Schumacher, vincendo Gran<br />
Premi e mondiali con tre<br />
differenti tipi di vetture da corsa<br />
- due monoposto di Formula 1 e<br />
una Sport-Prototipo - per poi<br />
trovare, come tutti i motori di<br />
successo del Cavallino, una<br />
seconda vita sulle berlinette<br />
Gran Turismo di serie. Un<br />
motore con una storia tecnica<br />
curiosa e singolare, con una<br />
strana matrice di origine<br />
aeronautica.<br />
E’ il 1969 e il V-12 di 3 litri di<br />
60° della 312/F1 e della 312/P è<br />
al culmine della sua evoluzione<br />
tecnica e, dopo quattro anni di
vita sportiva, i segni del tempo<br />
incidono sul suo sviluppo,<br />
nonostante l’adozione di una<br />
nuova testata a 4 valvole per<br />
cilindro che ne porta la potenza<br />
da 390 CV a 10000 giri/min (la<br />
versione a 3 valvole del 1966)<br />
fino ai 436 CV a 11000<br />
giri/mindel 1969. I Gran Premi e<br />
le corse di durata stanno<br />
cambiando rapidamente e<br />
<strong>Maranello</strong> ha assoluto bisogno<br />
di una nuova arma vincente, che<br />
consenta ai suoi bolidi rossi di<br />
battersi ad armi pari con il Ford-<br />
Cosworth DFV, il V-8 di 3 litri di<br />
90° progettato da Mike Costin e<br />
da Keith Duckworth, i padri<br />
della moderna Formula 1.<br />
<strong>Da</strong>l suo studio di <strong>Maranello</strong>,<br />
Enzo Ferrari tuona contro<br />
l’efficientissimo motore inglese,<br />
colpevole, secondo lui, di avere<br />
trasforrmato i Gran Premi in un<br />
campionato monomarca, dove<br />
tutti i costruttori (ma il Drake li<br />
definisce con sufficienza<br />
“assemblatori” e “garagisti”)<br />
realizzano monoposto con uno<br />
standard costruttivo quasi di<br />
serie: un telaio monoscocca, il V-<br />
8 Ford Cosworth DFV e un<br />
cambio di velocità Hewland a 5<br />
rapporti. Enzo Ferrari vuole<br />
ritornare a vincere e decide, una<br />
volta di più, di fare di testa sua,<br />
anche perché l’esperimento di<br />
dedicarsi solamente alle<br />
monoposto di formula, tentato<br />
nel 1968 su suggerimento dei<br />
tecnici più fidati del Reparto<br />
Corse, non ha dato i risultati di<br />
predominio che i suoi ingegneri<br />
gli avevano assicurato. Via<br />
libera, dunque, a una nuova<br />
monoposto di Formula 1 e a una<br />
nuova grande vettura per le<br />
corse di durata, una Sport di 5<br />
litri, la 512/S. Se per la Sport la<br />
scelta del motore è tradizionale,<br />
un V-12 di 60°, quella del<br />
propulsore per la Formula 1 è<br />
del tutto insolita. Viene<br />
abbandonata l’architettura a V<br />
stretta di 60°, che per anni ha<br />
caratterizzato le vetture da Gran<br />
Premio e le biposto da durata di<br />
<strong>Maranello</strong>, oltre che le Gran<br />
Turismo di serie. Il nuovo 3 litri,<br />
oltre ad avere una V molto larga<br />
(180°), è un superquadro (78,5 x<br />
51,5 mm di alesaggio e corsa),<br />
molto compatto (solamente 4<br />
cuscinetti di banco) e leggero<br />
(145 chili). Due bancate di 6<br />
cilindri contrapposte, 2 alberi a<br />
camme in testa, con comando a<br />
catena e distribuzione ancora<br />
plurivalvole (4 per cilindro).<br />
Ispirato concettualmente al V-12<br />
di 1,5 litri della 512/F1 che aveva<br />
corso in Formula 1 dal 1964 al<br />
1965, il propulsore ha però più<br />
punti di contatto col V-12 di 2<br />
litri di 180°, realizzato per la<br />
212/E del Campionato Europeo<br />
della Montagna del 1969, che<br />
non con il capostipite della<br />
famiglia, che aveva 7 supporti di<br />
banco.<br />
Il motore piatto non è però una<br />
novità tecnica assoluta nella<br />
storia della corse. Proprio nel<br />
1969, anno di costruzione della<br />
312/B di Formula 1 (la sigla della<br />
prima monoposto Ferrari<br />
azionata dal V-12 di 3-litri di<br />
180°, la cui serie andrà dal 1970<br />
al 1974, mentre la seconda<br />
famiglia, contraddistinta dalla<br />
lettera T che indica il cambio<br />
La 312 B2 in azione pilotata da Jackie<br />
Ickx. Appendice aerodinamica vistosa,<br />
i “baffi” anteriori carenati avevano il<br />
compito di aumentare la velocità<br />
massima sui circuiti molto veloci.<br />
DA 460 A 515 CV<br />
Nei suoi 11 anni di vita sportiva, il V-12 di 3 litri di 180° ha avuto una continua evoluzione<br />
tecnica, che l’ha portato dai 460 CV a 12000 giri/min della 312 B del 1970 ai 515 CV a 12300<br />
giri/min della 312 T5 del 1980. Ferme restando le sue caratteristiche tecniche principali, di<br />
cui abbiamo già parlato nell’articolo, l’evoluzione più importante ha riguardato il rapporto<br />
di compressione (passato da 11,8:1 del primo anno a 11,5:1 della 312 B2 del 1971 e poi<br />
rimasto invariato). L’alimentazione era a iniezione indiretta Lucas, l’accensione singola<br />
(Dinoplex) e il raffreddamento ad acqua. Frizione multidisco e<br />
cambio a 5 rapporti, in blocco col differenziale. Con l’avvento<br />
della 312 T, il cambio trasversale (davanti all’assale posteriore) è<br />
in blocco con il motore. Il telaio era monoscocca, lo schema delle<br />
sospensioni - pressoché invariato nel tempo – prevedeva 4 ruote<br />
indipendenti; quadrilateri deformabili, molle/ammortizzatori<br />
entrobordo all’avantreno; quadrilateri deformabili, puntoni,<br />
molle elicoidali, ammortizzatori telescopici al retrotreno. Freni a<br />
disco e sterzo a cremagliera. Il boxer per le corse di durata delle<br />
312 PB sviluppava 450 CV a 11000 giri/min; il rapporto di compressione<br />
aveva un valore di 11,5:1.<br />
Motori 37
trasversale, andrà dal 1975 al<br />
1980), la Porsche fa debuttare<br />
nelle corse di durata la 917, una<br />
potente Sport da 520 Cv,<br />
azionata da un V-12 di 4,5 litri<br />
di 180°. Più indietro nel tempo,<br />
la Cisitalia aveva realizzato nel<br />
1947 una vettura da Gran<br />
premio, la 360, equipaggiata da<br />
un V-12 di 1,5 litri di 180°<br />
ideato dalla Porsche, che aveva<br />
ceduto il progetto. E, prima<br />
ancora, nel 1939, l’Alfa Romeo<br />
aveva utilizzato un’architettura<br />
plurifrazionata di 180° sulla<br />
512, una monoposto da Gran<br />
Premio. A <strong>Maranello</strong> il V-12<br />
piatto di 3 litri comincia a essere<br />
chiamato “boxer”, soprattutto<br />
da Enzo Ferrari, a cui piace quel<br />
nome inglese che significa<br />
“pugilatore”, a indicare il<br />
movimento, diretto e<br />
38 Motori<br />
orizzontale, dei guantoni da<br />
boxe indossati da chi pratica la<br />
noble art. Ma il nuovo<br />
propulsore della Ferrari non è<br />
una vera unità boxer, ma un<br />
motore a cilindri contrapposti.<br />
Infatti nei veri motori boxer<br />
ogni cilindro ha due pistoni che<br />
scorrono in direzioni opposte,<br />
uno contro l’altro e dall’interno<br />
verso l’esterno, con un<br />
movimento simile a quello di<br />
due pugili che si tirano colpi. Al<br />
contrario, nei motori a cilindri<br />
contrapposti di 180° i pistoni,<br />
anche se sono posizionati su lati<br />
opposti rispetto all’albero<br />
motore, si muovono in maniera<br />
sincronizzata e non uno contro<br />
l’altro. Quanto alle origini<br />
aeronautiche del motore, la<br />
Ferrari aveva avuto - dopo la<br />
metà degli anni Sessanta, alla<br />
fine della guerra con la Ford<br />
nelle corse di durata, quando la<br />
sua fama era al culmine negli<br />
Stati Uniti - una particolare<br />
richiesta da parte di una grande<br />
compagnia aerea americana.<br />
L’azienda, che stava studiando<br />
un nuovo tipo di aereo, aveva<br />
proposto a <strong>Maranello</strong> di<br />
progettare un motore di<br />
spessore ridotto, in grado di<br />
essere alloggiato nelle ali del<br />
velivolo. La Ferrari studiò un<br />
propulsore che prendeva lo<br />
spunto dal V-12 piatto della<br />
512/F1 del 1964, ma poi non se<br />
ne fece più nulla.Complesso e<br />
difficile, il tema dell’architettura<br />
di 180° viene affrontato e svolto<br />
da <strong>Maranello</strong> in maniera<br />
fortemente innovativa, con<br />
soluzioni tecniche<br />
d’avanguardia. Nella Formula 1<br />
degli anni Settanta<br />
l’aerodinamica non ha più<br />
un’importanza secondaria come<br />
nella prima metà del decennio<br />
precedente, quando le<br />
monoposto erano praticamente<br />
tutte uguali, con una carrozzeria<br />
a forma di sigaro che era poco<br />
più di un contenitore metallico<br />
per gli organi vitali delle vetture.<br />
I 3 litri di cilindrata impongono<br />
un’aerodinamica di dimensioni<br />
maggiori, determinata anche<br />
dalle nuove generazioni di<br />
pneumatici a fianchi larghi, il<br />
cui studio è essenziale per la<br />
ricerca delle prestazioni. Il V-12<br />
di 180° della Ferrari è un<br />
motore progettato per<br />
concentrare il più in basso<br />
possibile il maggior numero di<br />
masse non sospese, in modo da<br />
ridurre al massimo il momento
<strong>Da</strong> destra, in senso orario:<br />
Jackie Ickx al Gran Premio di Monaco del<br />
1972 sulla 312 B2. Nonostante la pioggia,<br />
tradizionale alleata del belga, la corsa è<br />
sfortunata;<br />
i meccanici Ferrari lavorano alla 312 B di<br />
Ickx, durante le prove del G.P.<br />
monegasco del 1970;<br />
1970, la 312 B di Clay Regazzoni vince a<br />
Monza il gran Premio d’Italia;<br />
Ickx vola verso il suo primo successo<br />
sulla pista austriaca di Zeltweg nel G.P.<br />
del ‘70. Il belga si ripeterà anche in<br />
Canada e in Messico, con un finale di<br />
stagione travolgente. Ma il titolo<br />
mondiale andrà a Rindt, ad honorem,<br />
dopo la scomparsa del campione<br />
austriaco avvenuta a Monza;<br />
la 312 PB numero 85 di Jackie Ickx sulla<br />
pista americana di Watkins Glen, in<br />
occasione della “6 Ore”;<br />
ancora Ickx con la 312/PB al Karussel,<br />
una delle curve più impegnative del<br />
vecchio Nürburgring, durante la “1000<br />
Chilometri” tedesca del 1972.<br />
Il belga vincerà in coppia con Brian<br />
Redman, bissando il successo della<br />
“1000 Chilometri” di Monza.<br />
Motori 39
Qui sopra, la 512 TR, seconda evoluzione della Testarossa. In alto, la 512 BB<br />
23 ANNI IN PRODUZIONE<br />
La prima Ferrari stradale a montare il motore V-12 a 180°<br />
di 4,4 litri è la 365 GT4 BB (Berlinetta Boxer), presentata al<br />
Salone di Ginevra del 1973 e capace di 380 CV a 7200<br />
giri/min. Tre anni dopo, al Salone di Parigi del 1976,<br />
debutta la 512 BB, con la cilindrata portata a 5 litri.<br />
Nel 1981 l’adozione dell’iniezione meccanica dà vita<br />
alla 512i BB. La svolta al Salone di Parigi del 1984, con la<br />
Testarossa, il cui 5 litri a quattro valvole per cilindro,<br />
nonostante tutte le restrizioni legislative comprese quelle<br />
USA, sviluppa ben 390 CV a 6300 giri/min. Nel 1992 segue<br />
una prima evoluzione con la 512 TR. Dieci anni più tardi,<br />
sempre a Parigi, Ferrari presenta l’ultimo modello<br />
stradale azionato da un motore boxer da 5 litri, la F 512 M,<br />
440 CV a 8750 giri/min.<br />
40 Motori<br />
polare di inerzia e di fornire allo<br />
stesso tempo la migliore<br />
penetrazione aerodinamica.<br />
Pensata come un insieme di 3<br />
parti, ognuna composta da 4<br />
cilindri, la nuova unità di<br />
<strong>Maranello</strong> riduce di molto i<br />
fenomeni di risonanza che si<br />
formano all’interno del blocco<br />
dei cilindri, come conseguenza<br />
delle onde di pressione in<br />
tensione innescate dal<br />
movimento dei pistoni.<br />
L’architettura piatta consente di<br />
realizzare un motore leggero,<br />
che pesa 11 chili di meno del V-8<br />
Ford Cosworth DFV (i cui 156 kg<br />
erano considerati all’epoca un<br />
limite difficilmente superabile) e<br />
addirittura 36 di meno<br />
dell’ultimo V-12 Ferrari di 60°. Il<br />
contenimento del peso è reso<br />
possibile dall’introduzione di<br />
materiali speciali. (acciai bianchi<br />
in lega leggera, alluminio,<br />
titanio), usati soprattutto negli<br />
alberi a camme, nel blocco dei<br />
cilindri e nelle teste. Il centro di<br />
gravità è più basso, il numero<br />
dei componenti è minore e<br />
quindi anche le perdite di<br />
potenza diminuiscono. La V<br />
larga consente regimi di<br />
rotazione considerevolmente più<br />
alti di quelli dei 12 cilindri a V<br />
stretta, con un notevole<br />
aumento di potenza. Al banco<br />
prova il regime massimo di<br />
rotazione è talmente alto che<br />
l’albero a gomito non resiste alle<br />
sollecitazioni e si scheggia. Il<br />
problema viene risolto trovando<br />
una speciale lega a base di<br />
argento, terre rare e torio negli<br />
Stati Uniti, grazie alle<br />
conoscenze che la Fiat ha nel<br />
mondo dell’industria americana.<br />
Un aiuto importante, che<br />
scaturisce dal nuovo rapporto<br />
che, dal 21 giugno 1969, lega il<br />
Cavallino l’azienda torinese. Non<br />
più una semplice<br />
“collaborazione tecnica”, ma<br />
una vera e propria<br />
“compartecipazione paritaria”,<br />
con la quale la più grande<br />
industria automobilistica<br />
italiana entra nel capitale<br />
societario della Ferrari con una<br />
quota del 50 per cento. Ma c’è<br />
anche la Pirelli, che aiuta<br />
<strong>Maranello</strong> a rendere affidabile il<br />
nuovo 12 cilindri piatto. Il<br />
costruttore milanese di<br />
pneumatici realizza infatti, sulla<br />
base di un progetto dei tecnici<br />
del Reparto Corse della Ferrari,<br />
uno speciale giunto in gomma<br />
che, posizionato tra albero<br />
motore e volano, ha il compito<br />
di diminuire lo stress torsionale<br />
che si manifesta nell’albero, una<br />
delle cause principali di perdita<br />
di potenza. Quanto alla<br />
distribuzione, lo schema è<br />
rivoluzionario nella sua<br />
semplicità: ingranaggi grandi,<br />
montati su dispositivi a rulli, e<br />
valvole inclinate di 25°.<br />
L’angolazione delle valvole è<br />
funzionale alla camera di<br />
scoppio poliemiesferica, ancora<br />
più evoluta rispetto a quella<br />
introdotta per la prima volta su<br />
una Dino Sport-Prototipo di 2<br />
litri per una gara del<br />
Campionato Europeo della<br />
Montagna del 1966 e poi<br />
montata sulla 312/F1 a partire<br />
dal Gran Premio d’Italia dello<br />
stesso anno, nella versione a 3<br />
valvole per cilindro. Una camera<br />
di scoppio più piatta, con<br />
minore spazio per le valvole, che<br />
quindi devono essere angolate.<br />
La soluzione permette di ridurre<br />
gli ingombri laterali del motore<br />
e quindi anche la sezione<br />
frontale della monoposto, oltre a<br />
garantire elevati valori di<br />
potenza, subito vicini ai 450 CV<br />
a 12000 giri/min. Una serie di<br />
finezze costruttive, il cui scopo<br />
principale è quello di eliminare,<br />
una volta per tutte, le perdite di
potenza che il propulsore V-12<br />
di 60° accusava in curva, per via<br />
dell’effetto che le accelerazioni<br />
laterali del corpo vettura<br />
avevano sulla lubrificazione del<br />
motore. Questi i principali<br />
segreti tecnici di uno dei motori<br />
più straordinari e longevi della<br />
storia di <strong>Maranello</strong>, autore del<br />
ritorno alla vittoria nel<br />
mondiale di Formula 1 dopo un<br />
digiuno durato 11 anni e punto<br />
di forza di due famiglie di<br />
monoposto da Gran Premio e di<br />
una di vetture Sport-Prototipo,<br />
oltre che cuore pulsante delle<br />
più potenti Gran Turismo del<br />
Cavallino per oltre due decenni.<br />
La Ferrari 312 B di Mario Andretti<br />
al Gran Premio di Monaco del 1971.<br />
Motori 41
Concessionari I Rossocorsa<br />
Milano in festa<br />
Foto<br />
Marco Vitali e Eros Maggi<br />
Rossocorsa<br />
42 Concessionari<br />
P<br />
rendete una Ferrari, non una Ferrari<br />
qualsiasi, ammesso che per una<br />
Ferrari si possa usare l’appellativo<br />
“qualsiasi”. Prendete una luccicante 599<br />
Fiorano ed attorno ad essa costruite una<br />
scenografia post-moderna ricca di specchi e<br />
di luci ed accompagnatela a qualche vettura<br />
più datata, magari degli anni Sessanta e<br />
Settanta, richiamando il ricordo di quelle<br />
stagioni con testimonianze importanti di<br />
costume, come la moda vintage firmata da<br />
Mila Schön. Poi sistemate un altro
Grande spettacolo alla festa di inaugurazione della<br />
nuova sede milanese di Rossocorsa. Nella pagina<br />
accanto: in alto, lo staff della concessionaria al<br />
completo intorno alla 599, una 430 del Challenge, una<br />
delle vetture classiche della collezione privata di Schön.<br />
In questa pagina, dall’alto: una graziosa ospite, un<br />
momento della serata, l’esibizione degli acrobati.<br />
MILANO Via dei Missaglia<br />
Concessionari 43
Rossocorsa<br />
44 Concessionari<br />
<strong>Da</strong>ll’alto in basso:<br />
alla serata milanese<br />
non mancava la<br />
presenza femminile;<br />
il pit-stop degno<br />
della Formula 1<br />
ha interessato<br />
una vettura<br />
del Challenge;<br />
acrobazie su<br />
pneumatico;<br />
la sala dell’asta<br />
Sotheby’s gremita<br />
di pubblico.
esemplare di 599 al centro una vetrina,<br />
magari proprio al fianco di un pianoforte<br />
laccato in rosso, le cui note fanno da<br />
sottofondo ai commenti ammirati di chi<br />
osserva la nuova Ferrari. Fate poi arrivare<br />
una maquette (sempre della 599, vera<br />
regina dell’evento), che sembra una vettura<br />
e che una vettura non è ma è invece un<br />
esempio di stile, e costruite per lei una<br />
specie di piedistallo dove possa essere<br />
ammirata dagli ospiti della serata che avete<br />
organizzato, magari mentre sorseggiano un<br />
drink e chiacchierano amabilmente con<br />
altri amici. E proprio di una serata si è<br />
trattato o, meglio, di un evento, importante<br />
come l’inaugurazione della nuova base<br />
milanese di Rossocorsa, concessionaria<br />
Ferrari per la Lombardia. Dopo dieci lunghi<br />
anni di permanenza nella storica sede di<br />
Cormano, Rossocorsa ha dovuto cedere alle<br />
esigenze imposte dal continuo sviluppo<br />
dell’attività, dai crescenti impegni sportivi,<br />
dalla necessità di offrire spazi ed assistenza<br />
adeguati alla qualità e prestigio del<br />
prodotto Ferrari. Nella nuova sede di via dei<br />
Missaglia, design e tecnologie innovative si<br />
fondono insieme al glamour della storia del<br />
Cavallino in un area industriale occupata,<br />
ancora qualche decennio fa, da una grande<br />
cartiera. Passato e presente hanno fatto da<br />
cornice ad un evento esclusivo arricchito da<br />
momenti di spettacolo e di<br />
intrattenimento. Come la straordinaria<br />
esibizione di un gruppo di acrobati che,<br />
sospesi a mezz’aria, si impegnavano in<br />
evoluzioni di danza, anche utilizzando la<br />
presenza scenica di elementi legati al<br />
mondo dell’automobile (come pneumatici<br />
traformati in una curiose altalene) se non<br />
le vetture stesse. Ai colori, ai ritmi ed alla<br />
musica si sono accompagnati i sapori di<br />
gastronomie raffinate e la degustazione dei<br />
vini provenienti dalle cantine Colle Manora.<br />
Con la Ferrari protagonista, non poteva<br />
certamente mancare un momento legato<br />
più strettamente all’agonismo ed al mondo<br />
delle gare con l’esibizione dei ragazzi del<br />
Team Rossocorsa impegnati in un “pit-stop”<br />
con tanto di cambio gomme ad una delle<br />
430 protagoniste del Challenge. Ricco di<br />
personaggi noti il parterre. Mentre tra le<br />
autorità cittadine si notava, sorridente ed<br />
ammirato davanti alle vetture del Cavallino,<br />
un appassionato di motori come l’ex<br />
sindaco di Milano Gabriele Albertini, ed il<br />
questore della città Paolo Scarpis, era<br />
apprezzato anche dai “cugini“ milanisti<br />
Massimo Moratti, patron dell’Inter,<br />
ammiccante con chi chiedeva lumi sul<br />
futuro della squadra nerazzurra. Grande<br />
simpatia anche per l’olimpionico e medaglia<br />
d’oro ai Giochi di Atene Igor Cassina e per il<br />
volto femminile delle dirette Rai della F1,<br />
Federica Balestrieri. Non potevano mancare<br />
poi i vertici della Ferrari con Amedeo Felisa,<br />
Andrea Bozzoli, Antonio Ghini, mentre,<br />
sempre in tema di personaggi noti, Ezio<br />
Greggio ha saputo animare in modo<br />
divertente uno dei tanti momenti<br />
importanti della serata, l’Asta di Sotheby’s.<br />
In collaborazione con la celeberrima casa<br />
d’aste - protagonista nell’estate del 2005<br />
della prima asta di vetture Ferrari svolta a<br />
Fiorano -, Rossocorsa ha voluto organizzare<br />
una vendita benefica nel corso della quale<br />
sono stati battuti oggetti originali legati<br />
ovviamente al mondo Ferrari e a Rossocorsa:<br />
tra questi, la tuta da gara di Michael<br />
Schumacher autografata dal campione<br />
tedesco, immagini storiche di Enzo Ferrari<br />
firmate dal figlio Piero, alcuni esemplari<br />
delle prime insegne pubblicitarie della<br />
concessionaria milanese oltre a tanti<br />
particolari meccanici di vetture di serie e da<br />
MILANO Via dei Missaglia<br />
Diversi personaggi illustri sono stati ospiti dei tre<br />
titolari della Concessionaria<br />
(Gai, Schön e Mocarelli, qui sotto).<br />
A partire, dall’alto a sinistra, in senso orario:<br />
Federica Balestrieri, che segue da studio i GP di F1<br />
per la Rai; Amedeo Felisa e Andrea Bozzoli,<br />
rispettivamente vice direttore generale e direttore<br />
commerciale di Ferrari; l’olimpionico Igor Cassina;<br />
il patron dell’Inter Massimo Moratti; Ezio Greggio<br />
con Antonio Ghini, direttore della comunicazione<br />
Ferrari; Mila Schön, affermata stilista, qui ritratta<br />
con il figlio Giorgio.<br />
competizione. Entusiasmo e passione per la<br />
Ferrari nel corso dell’asta si sono<br />
trasformate in generosità autentica e la<br />
quasi totalità dei lotti è stata assegnata<br />
garantendo importanti proventi a favore<br />
degli Amici del Centro Dino Ferrari, la<br />
storica Associazione istituita dallo stesso<br />
Enzo Ferrari per la lotta alla distrofia<br />
muscolare.<br />
Concessionari 45
Rossocorsa<br />
46 Concessionari<br />
Tra auto classiche e tecnologia<br />
del futuro<br />
Per la sua nuova sede Rossocorsa ha scelto<br />
grandi spazi e finiture moderne. In via dei<br />
Missaglia, nella zona sud-ovest del<br />
capoluogo lombardo, ogni reparto della<br />
concessionaria gode di aree dedicate per un<br />
totale di quasi 7000 metri quadrati. Lo<br />
showroom, vero biglietto da visita di ogni<br />
dealer, appare estremamente luminosa ed<br />
arredata secondo lo stile sobrio che<br />
accomuna tutte le concessionarie Ferrari nel<br />
mondo. Ad arricchire ulteriormente i locali<br />
provvedono però i particolari di vetture da<br />
competizione del Cavallino, sistemati in<br />
modo da sembrare tanti capolavori nel<br />
contesto di una galleria d’arte<br />
contemporanea. Così fanno bella mostra il<br />
muso della vettura pilotata da Berger nel<br />
1994, la scocca della monoposto guidata da<br />
Alain Prost, prese d’aria delle F1 più recenti<br />
oltre ad un motore 12 cilindri, testimone di<br />
una passione che ha origini lontane.<br />
Decisamente interessante la struttura<br />
riservata all’accettazione delle vetture,<br />
sovrastata da un soppalco vetrato,<br />
principalmente dedicato ad ospitare una<br />
preziosa collezione di vetture Ferrari<br />
classiche, una sorta di museo, ma con<br />
un’area riservata alle vetture dei clienti<br />
destinate alla sosta per lungo periodo.<br />
Decisamente imponente l’officina realizzata<br />
per l’assistenza tecnica di vetture moderne e<br />
storiche, con più di dieci ponti sollevatori e<br />
un’area dedicata alle lavorazioni su motori e<br />
cambi. Interessante e ben organizzato anche<br />
il Reparto Corse, l’area dove vengono<br />
assistite e preparate le vetture che<br />
difendono i plurivittoriosi colori della<br />
concessionaria lombarda nel Ferrari<br />
Challenge.
www.chanel.com La Linea di CHANEL - Numero con addebito ripartito 840.000.210 (0,08 € al minuto)
Personaggi I Michelangelo Forgia<br />
Primi si diventa<br />
Ha la tessera n°1 del Ferrari Club Italia e una grande passione<br />
L’<br />
appuntamento è sul Passo<br />
del Falzarego, a metà<br />
strada tra Corvara, dove<br />
sta lui, e Cortina, dove sto io,<br />
entrambi in montagna per una<br />
breve vacanza. La giornata ha<br />
una luce speciale, quella che<br />
segue un acquazzone dolomitico,<br />
e il sole illumina in modo<br />
esagerato una macchina che,<br />
percorrendo l’ultima curva prima<br />
del Passo, non si può fare a meno<br />
di notare, anche se è<br />
parcheggiata a 400 metri. “Ma<br />
come – attacco - ci incontriamo<br />
per parlare della sua tessera del<br />
Ferrari Club Italia, la numero 1, e<br />
48 Personaggi<br />
lei si presenta con una<br />
Maserati?”. Michelangelo Forgia,<br />
da Villafranca Piemonte, classe<br />
1919, si difende con un sorriso<br />
amabile ed ironico. La sua<br />
coupé gialla non passa<br />
inosservata, anche in virtù di<br />
quelle due fasce nere parallele<br />
che la attraversano<br />
longitudinalmente, dal muso<br />
alla coda: “Un vezzo, la voglia di<br />
dare una grinta tutta sportiva<br />
ad un’auto che sa essere anche<br />
elegante”: Belle parole, ma la<br />
Ferrari? “Ho una 550 <strong>Maranello</strong><br />
che ho lasciato in garage.<br />
L’operazione che ho subìto<br />
qualche mese fa all’anca mi<br />
costringe ad usare auto più<br />
‘normali’”. “Magari non<br />
nell’aspetto”, mi viene spontaneo<br />
pensare. Certo che di fronte alla<br />
vitalità e lucidità di questo<br />
garbato ottantasettenne si<br />
rimane spiazzati: parla con<br />
naturalezza del problema<br />
ortopedico che l’ha colto a<br />
Tenerife, della decisione di<br />
ricorrere al chirurgo dopo due<br />
anni di rinvii, dei programmi di<br />
recupero, ma anche del suo<br />
lavoro, passato e presente. Forgia<br />
ha iniziato ad occuparsi di vino<br />
fin da giovanissimo:<br />
“Inizialmente creavo spumanti:<br />
selezionavo vitigni, li miscelavo,<br />
ne organizzavo la produzione<br />
secondo il metodo Charmant,<br />
che prevede una rapida<br />
fermentazione in fusti d’acciaio.<br />
Un lavoro affascinante che mi ha<br />
portato a lungo in giro per il<br />
mondo, in Argentina, Cile,<br />
Giappone. Oggi presto la mia<br />
consulenza a titolo<br />
assolutamente gratuito agli<br />
amici”. Una vita avventurosa,<br />
scandita dai tempi delle<br />
Testo e foto<br />
Alessandro Giudice<br />
per le auto del Cavallino. Anche se poi, qualche sorpresa la riserva...<br />
vendemmie e da quelli del<br />
commercio, con qualche fiore<br />
all’occhiello, come lo spumante<br />
Maximilian I, molto noto dagli<br />
inizi degli anni ottanta. E le<br />
auto? “Quella è una passione<br />
antica, come me – scherza -.<br />
Ricordo una delle mie prime<br />
gare, il Rally del Sestriere del<br />
1952. Correvo in coppia con un<br />
amico con la sua Alfa Romeo<br />
2500 coupé. In una delle prove<br />
sull’autodromo di Monza ci<br />
fermammo sul tracciato e ci<br />
prestò soccorso Olivier<br />
Gendebien: arrivammo primi di<br />
classe”. Di automobili, Forgia ne<br />
ha possedute una quantità: dalla<br />
Maserati 3500 GT (280 mila<br />
chilometri in pochi anni) a tutte<br />
le Lancia, compresa l’ultima<br />
Deltona a 4 ruote motrici<br />
(un’auto magnifica e<br />
insuperabile), dalle BMW 2.8 e<br />
3.0 coupé alle 911. Della<br />
macchina tedesca ricorda che la<br />
sua fu una delle primissime<br />
prodotte e la prima consegnata a<br />
Bolzano, dove iniziò a risiedere<br />
da sposato: “Era bianca e<br />
bellissima, ma aveva qualcosa
che non andava. Riuscii a farla<br />
provare ad un ingegnere della<br />
Porsche al Salone di Torino. Dopo<br />
aver appurato un<br />
incomprensibile problema, la<br />
concessionaria me la sostituì con<br />
una verde oliva. Il muso era però<br />
troppo leggero e chiesi di<br />
zavorrarlo con una barra da 20<br />
kg inserita nel paraurti. Tre mesi<br />
dopo fu la stessa Casa di<br />
Stoccarda a fare questa modifica<br />
sulla sua auto più famosa”.<br />
Viaggiava molto, Michelangelo<br />
Forgia, e quando si sposò con<br />
Miriam, bolzanina, decise di<br />
trasferirsi in Trentino. Della<br />
dinamica e sportivissima moglie,<br />
Ottantasette anni portati con grinta per Michelangelo Forgia. Privato della sua 550<br />
<strong>Maranello</strong> per ragioni d’assetto (“troppo rigido per me, convalescente da<br />
un’operazione all’anca”), si presenta al nostro incontro con una Maserati coupé gialla.<br />
Sotto, con una delle sue prime Ferrari, la Mondial 8.<br />
scomparsa 18 anni fa,<br />
Michelangelo serba un ricordo<br />
vivo e commovente, che perpetua<br />
ogni anno con un memorial<br />
nazionale di tennis a lei dedicato<br />
e riservato agli atleti più giovani,<br />
dai 10 ai 14 anni. La sua<br />
avventura ferrarista inizia negli<br />
anni sessanta con una 250 GT,<br />
poi un lungo digiuno. Il<br />
riavvicinamento al Cavallino è<br />
targato Mondial 8 e Mondial 3.2,<br />
quindi F355 e, più di recente, 550<br />
<strong>Maranello</strong>: “Un’auto eccezionale,<br />
divertentissima”. Cosa le piace di<br />
più delle Ferrari di oggi? “Il<br />
cambio F1, rapido e preciso.<br />
Inizialmente lo guardavo con<br />
sospetto, poi ho scoperto che è<br />
una chicca per palati fini,<br />
perfettamente adatto a me, che<br />
ho sempre cambiato senza<br />
frizione”. La sua tessera è la<br />
prima del nuovo corso dato dalla<br />
Ferrari al suo Club. È del 2003,<br />
l’anno della “ricostruzione”. Luca<br />
Matteoni, il presidente, ha voluto<br />
che fosse Forgia a fregiarsi<br />
dell’onore della prima<br />
associazione: “Nel Club mi trovo<br />
bene. Capisco i problemi<br />
organizzativi e le difficoltà, ma la<br />
strada intrapresa mi sembra<br />
buona e l’entusiasmo dei soci fa<br />
il resto”. Dopo due milioni di<br />
chilometri percorsi con tutti i<br />
mezzi, a partire dai camion<br />
militari con i quali ha preso la<br />
patente, la sua schiena protesta<br />
con sempre maggiore veemenza:<br />
“Ho voglia di rincominciare ad<br />
usare la <strong>Maranello</strong> anche se la<br />
guarigione è lunga perchè mi<br />
diverto di più a guidare che a<br />
fare rieducazione. Credo infatti<br />
che il piacere del rombo del 12<br />
cilindri Ferrari sia meglio di<br />
qualsiasi antidolorifico”. Quando<br />
si dice dei ragazzi terribili…<br />
Personaggi 49
Eventi I Ferrari <strong>Da</strong>y a Spa<br />
Il meglio<br />
del meglio<br />
Il tradizionale appuntamento sul circuito belga<br />
ha ospitato due manifestazioni di alto contenuto<br />
tecnologico e spettacolare: la prima tappa europea<br />
del “programma FXX” e l’esibizione<br />
di un gruppo particolarmente nutrito<br />
di monoposto di “F1 Clienti”<br />
50 Eventi<br />
Testo<br />
Marco Vitali<br />
Foto<br />
©Ferrari spa/ph.Roberto Viva<br />
ra i vari appuntamenti<br />
dell’intenso calendario di TFerrari<br />
Corse Clienti, ce n’è<br />
uno che regala ogni volta<br />
un’emozione nuova, diversa. È<br />
quello con Spa-Francorchamps,<br />
tracciato storicamente ai vertici<br />
dell’automobilismo mondiale e<br />
teatro, a partire dalla fine degli<br />
anni Ottanta, di “Ferrari <strong>Da</strong>y”<br />
sempre spettacolari e di grande<br />
affluenza, sia dal punto di vista<br />
del pubblico che delle auto<br />
presenti. Così il week-end al<br />
circuito delle Ardenne è<br />
divenuto ben presto di quelli da<br />
cerchiare sul calendario con un<br />
pennarello in rosso, insieme agli<br />
altri di Silverstone e Montecarlo:
luoghi, piste, situazioni<br />
imperdibili per chi ama lo sport<br />
dell’automobile e il Cavallino<br />
rampante. Nel 2006, Spa ha<br />
significato Ferrari Challenge<br />
Europa, con l’apoteosi di oltre<br />
sessanta vetture in pista raccolte<br />
nei due raggruppamenti Trofeo<br />
Pirelli e Coppa Shell, ma anche<br />
Ferrari Historic Challenge, con<br />
la muta di “voiture anciennes”<br />
pronte a sfidarsi, talvolta senza<br />
esclusione di colpi, lungo i quasi<br />
sette chilometri di quella che a<br />
ragione è considerata la pista<br />
più emozionante del mondo.<br />
Quest’anno, Spa-Francorchamps<br />
e il suo Ferrari <strong>Da</strong>y hanno anche<br />
rappresentato l’opportunità di<br />
vedere in pista il dipartimento<br />
“F1 Clienti” con una serie di<br />
monoposto che avrebbe fatto<br />
invidia allo schieramento di un<br />
Gran Premio, ma è stata<br />
soprattutto l’occasione, anzi il<br />
primo appuntamento europeo,<br />
del progetto FXX.<br />
FXX è una vettura che colpisce,<br />
catalizza l’attenzione, fa<br />
discutere, come succede per<br />
tutte quelle auto che<br />
rappresentano una svolta.<br />
La decina di Ferrari FXX che ha aderito<br />
alla prima uscita europea del<br />
programma ha suscitato grande<br />
impressione e curiosità nelle migliaia di<br />
spettatori presenti al “Ferrari <strong>Da</strong>y” delle<br />
Ardenne. Pochi i “numeri” dei piloti e<br />
molta attenzione da parte dello staff di<br />
“Corse Clienti” (qui a sinistra).<br />
Eventi 51
Briefing dettagliati, grande<br />
concentrazione e controllo dei dati<br />
scaricati dalla centralina alla fine di ogni<br />
sessione. Con procedure degne della<br />
Formula 1, FXX si conferma come il più<br />
avanzato e rivoluzionario programma di<br />
sviluppo di vetture sportive mai<br />
concepito da una Casa automobilistica.<br />
52 Eventi<br />
Attraverso questo prototipo<br />
costruito in una limitatissima<br />
serie di ventinove esemplari, la<br />
Ferrari ha creato un filo diretto<br />
con la clientela che, oltre a<br />
possedere la vettura, veste i<br />
panni di pilota e collaudatore<br />
nell’ambito di un preciso<br />
programma biennale varato per<br />
sviluppare il progetto. Il<br />
semaforo verde agli eventi FXX<br />
si è acceso ad Homestead, negli<br />
Stati Uniti. Sono poi seguite la<br />
tappa nipponica sul tracciato del<br />
Fuji ad inizio giugno, quella<br />
canadese sul circuito di Mont<br />
Tremblant e, finalmente in<br />
Europa, la più recente a Spa, alla<br />
fine dello scorso giugno. In<br />
Belgio, attorno alle otto FXX si è<br />
scatenata una grande curiosità.<br />
Per procedura, l’evento FXX<br />
viene gestito come se in pista ci<br />
fosse il team di F1, come<br />
testimonia anche la presenza<br />
dell’ingegner Petrotta, uno che i<br />
Gran Premi li ha vissuti<br />
personalmente e che ora mette<br />
la sua esperienza a servizio di<br />
un programma che non ha<br />
precedenti al mondo. Come<br />
dicevamo, il cliente indossa<br />
letteralmente i panni di pilota<br />
collaudatore, scendendo in pista<br />
con la propria vettura e<br />
raccogliendo - sia nel corso di<br />
sessioni di prove private che di<br />
eventi come quello belga - tutti i
dati necessari allo sviluppo di un<br />
vero prototipo. Chi si attendeva<br />
di assistere a particolari<br />
evoluzioni da parte dei piloti<br />
FXX, probabilmente è andato<br />
deluso. Nessuna staccata a ruote<br />
fumanti, nessuna ricerca di<br />
prestazioni al limite, anche se la<br />
telemetria ci racconta di velocità<br />
nell’ordine dei 270 kh/h<br />
sviluppate negli allunghi più<br />
favorevoli, ma solo ed<br />
unicamente una esibizione<br />
controllata e verificata metro<br />
per metro, istante per istante,<br />
scrupolosamente, con rigore<br />
matematico, per raccogliere<br />
tutte le informazioni possibili ad<br />
eventuali margini di<br />
miglioramento nello sviluppo<br />
della vettura e, quindi, della<br />
futura produzione Ferrari. Per<br />
gli appassionati di auto,<br />
assistere al lavoro di ricerca e di<br />
raccolta dati che avviene già<br />
all’interno del box non appena<br />
Eventi 53
54 Eventi<br />
Una sorta di Gran Premio dei Gran<br />
Premi. Questa era l’impressione che<br />
dava il vedere in pista,<br />
contemporaneamente, le più importanti<br />
e vincenti monoposto Ferrari degli ultimi<br />
decenni. Una kermesse che non ha<br />
risparmiato neppure box e pit-lane, dove<br />
si respirava l’aria frizzante delle grandi<br />
corse.<br />
la FXX si ferma è uno spettacolo<br />
dai contenuti tecnici<br />
assolutamente straordinari. Chi<br />
invece in pista non risparmia<br />
affatto le proprie vetture, sono i<br />
piloti della “F1 Clienti”. In Belgio<br />
lo schieramento di monoposto<br />
era veramente impressionante,<br />
per numero e palmares delle<br />
vetture scese in pista. <strong>Da</strong>lla 312<br />
B3 di Niki Lauda alla C4 spinta<br />
dal motore 1500 cc<br />
sovralimentato di Michele<br />
Alboreto, per giungere alla<br />
F2004, mondiale con<br />
Schumacher solo due stagioni<br />
fa, oltre ad altre otto monoposto<br />
iridate, a Spa si è disputato un<br />
vero Gran Premio delle stelle,<br />
tutte vestite di rosso. <strong>Le</strong> diciotto<br />
vettura presenti in Belgio, la<br />
dozzina che mediamente sono<br />
state protagoniste negli eventi<br />
precedenti di Hockenheim e<br />
Valencia, testimoniano<br />
dell’incredibile successo riscosso<br />
nell’ambito di questi particolari<br />
ferraristi. Una clientela che,<br />
evento dopo evento, mostra di<br />
aver raggiunto un elevatissimo<br />
feeling con le proprie<br />
monoposto tanto da osare un<br />
poco di più, sempre nel rispetto<br />
della sicurezza e del valore di
<strong>Da</strong>ll’alto, in senso orario: due delle<br />
monoposto più recenti scese in pista a<br />
Spa con “F1 Clienti”, la F1 2002 e F1<br />
2003; ancora la F2002 alla Source;<br />
nell’abitacolo, tutti gli strumenti possibili<br />
ma poco spazio per braccia e gambe; la<br />
F93A; la 643 di Alain Prost segue la B3<br />
74/75 di Lauda; la 156/85 di Alboreto<br />
all’Eau Rouge. Qui a lato, la F1 99 seguita<br />
dall’auto del campione italiano.<br />
queste regine della F1. Non<br />
mancano, come sempre in<br />
circoli ristretti, situazioni<br />
particolari. Come la sfida che va<br />
in onda ad ogni appuntamento<br />
in pista tra due amici irlandesi<br />
che si alternano al volante di<br />
una F2003 GA ex-Rubens<br />
Barrichello: non risparmiano<br />
quasi nulla alla monoposto ma,<br />
soprattutto, danno vita a<br />
momenti di grande ilarità se<br />
non di goliardia ai box, non<br />
appena uno dei due piloti<br />
commette qualche errore in<br />
pista. “F1 Clienti” è anche<br />
questo: allegria, spettacolo e<br />
tanta passione per il Cavallino.<br />
In attesa del prossimo<br />
appuntamento, al Nurburgring<br />
per la fine del mese di agosto,<br />
dove ci sarà in pista qualche<br />
altra monoposto degli anni<br />
Settanta in più.<br />
Eventi 55
I raduni del club I Livorno<br />
Miti a confronto<br />
Con la Ferrari che corre su uno<br />
storico tracciato, con l’Accademia<br />
Navale e il suo brigantino e con<br />
i vini pregiati delle cantine<br />
Antinori, a Livorno per un<br />
incontro dalle forti emozioni<br />
Testo<br />
Andreas Kerschbaumer<br />
Foto<br />
Foto Novi<br />
56 I raduni del club<br />
n po’ perché Livorno e la<br />
sua costa sono posti Uincantevoli,<br />
un po’ perché<br />
questo secondo raduno del<br />
Ferrari Club Italia coincideva<br />
con una prova del campionato<br />
di regolarità, alla fine nella città<br />
toscana sono arrivati 45<br />
equipaggi per partecipare ad un<br />
fine settimana, quello del 3-4<br />
giugno, all’insegna dello sport e<br />
del turismo di alta qualità.<br />
Il sabato è stato dedicato<br />
soprattutto alla gara (di cui<br />
diamo ampio resoconto nelle<br />
pagine gialle alla fine del<br />
giornale), che si è snodata sul<br />
tortuoso tracciato del “Circuito<br />
del Montenero”, una ventina di<br />
chilometri di strade normali<br />
che, negli anni ’20 e ’30, erano il<br />
teatro dell’omonima Coppa,<br />
valida anche, nelle edizioni del<br />
1932 e 1934, come Gran Premio<br />
d'Italia. Grazie alla<br />
collaborazione di un caro amico<br />
del Ferrari Club Italia, il prefetto<br />
Giancarlo Trevisone, e degli<br />
organi di polizia, la<br />
manifestazione ha potuto<br />
svolgersi nella più totale<br />
sicurezza e tranquillità.<br />
Al di là del significato storico<br />
della rievocazione, i luoghi
Livorno<br />
3/5 giugno<br />
I raduni del club 57
Livorno<br />
3/5 giugno<br />
58 I raduni del club<br />
toccati dal percorso erano di una<br />
bellezza straordinaria,<br />
considerando che, pur<br />
arrampicandosi per le alture<br />
intorno a Livorno in un tortuoso<br />
alternarsi di curve e rettilinei,<br />
non perdevano mai di vista il<br />
mare, con lo splendore dell’isola<br />
d’Elba e della Corsica a<br />
macchiare il mare di un<br />
turchese intenso. Come nel<br />
passato, dalla rotonda di<br />
Ardenza si arrivava al centro<br />
città per salire verso il colle di<br />
Montenero, al Castellaccio, per<br />
poi scendere sull'Aurelia, a<br />
Castel Sonnino, e tornare alla<br />
partenza lungo un itinerario<br />
costiero. 20 chilometri di strade<br />
che, come difficoltà e velocità,<br />
avvicinano il “Circuito del<br />
Montenero” allo splendido e<br />
terribile Nurburgring, e che<br />
furono teatro di epici duelli sul<br />
filo dei 300 km/h tra Maserati,<br />
Alfa Romeo e Mercedes pilotate<br />
dai loro assi Varzi, Caracciola,<br />
Rosemeyer e Nuvolari.<br />
E proprio al grande Tazio, che di<br />
Coppe ne vinse cinque, è<br />
dedicato un tornante del<br />
Castellaccio, la "curva Nuvolari",<br />
per il vezzo del mantovano di<br />
percorrerlo tutto di traverso,<br />
derapando sulle quattro ruote.<br />
Con queste premesse, è facile<br />
immaginare il piacere e<br />
l’emozione provata dai ferraristi<br />
nel misurarsi su strade così<br />
impegnative e cariche di storia<br />
sportiva. E’ stato poi il Circolo<br />
Ufficiali dell’Accademia Navale<br />
livornese, una delle più famose e<br />
rinomate scuole a livello<br />
internazionale, ad ospitare il<br />
pranzo dei radunisti in un tuffo<br />
nella grande tradizione della<br />
Marina Militare. Un incontro<br />
che, nel pomeriggio, si è<br />
concluso con la spettacolare<br />
“manovra di comando generale”,<br />
con gli allievi schierati sugli
alberi del brigantino interrato<br />
utilizzato per le esercitazioni a<br />
terra.<br />
L’itinerario della domenica ha<br />
invece interessato l’interno della<br />
Costa degli Etruschi, con tappe<br />
nelle località più conosciute.<br />
Come Bolgheri, consegnata alla<br />
memoria futura dai versi del<br />
Carducci e dalla superlativa<br />
produzione vinicola. Ospiti della<br />
vicina tenuta Guado al Tasso dei<br />
marchesi Antinori, i soci del<br />
Club hanno potuto degustare<br />
l’omonimo e pregiatissimo vino<br />
di alto lignaggio, di un rosso più<br />
scuro di quello Ferrari ma<br />
capace di offrire analoghe<br />
emozioni.<br />
I raduni del club 59
I raduni del club I Sardegna<br />
Testo<br />
Ilaria Maraviglia<br />
Foto<br />
Eros Maggi<br />
Non di solo sole...<br />
C<br />
ome nel più romantico dei<br />
film, il 24 giugno scorso<br />
13 Ferrari aspettavano al<br />
porto di Olbia altre 35 “rosse” in<br />
arrivo dall’Italia settentrionale.<br />
E, sul ponte della nave che<br />
trasportava il prezioso carico, i<br />
partecipanti al raduno sardo<br />
pregustavano il profumo della<br />
macchia mediterranea che,<br />
avvicinandosi alle coste<br />
dell’isola, diventava sempre più<br />
forte.<br />
Alle sette di un mattino<br />
luminoso, il gruppo di 48<br />
Ferrari, finalmente riunito, ha<br />
attraversato Olbia: nonostante<br />
l’ora, l’affetto e l’entusiasmo con<br />
cui la cittadina ha accolto le<br />
vetture di <strong>Maranello</strong><br />
popolazione si sono fatti subito<br />
palpabili. Dopo il bagno di folla,<br />
non poteva mancare quello…in<br />
60 I raduni del club<br />
...ma anche di sapori, colori, profumi<br />
si vive nella più affascinante isola del Tirreno.<br />
Tra nuraghi, mare e piste di kart
Sardegna<br />
24/26 giugno<br />
I raduni del club 61
Sardegna<br />
24/26 giugno<br />
62 I raduni del club<br />
mare, tanto atteso da tutti<br />
coloro che avevano passato la<br />
notte in navigazione. E quale<br />
posto migliore che non la cala di<br />
Porto Cervo per gustare le acque<br />
cristalline della Costa Smeralda?<br />
L’aperitivo in piazzetta (un<br />
classico della sera smeraldina)<br />
ed una cena con balli<br />
tradizionali (e un’esibizione<br />
fuori programma della<br />
simpatica Charlie, che ha ballato<br />
a piedi nudi sui tavoli…) in un<br />
agriturismo di Cannigione,<br />
chiudevano la giornata di<br />
venerdì.<br />
La parte nord della Sardegna è<br />
invece stata la protagonista del<br />
sabato, quando il corteo di<br />
vetture si spostava verso<br />
Arzachena per arrivare a Palau,<br />
attese da una barca che avrebbe<br />
portato i ferraristi ad esplorare i<br />
posti più esclusivi e le riserve<br />
naturali nell’arcipelago della<br />
Maddalena. E così si sono<br />
susseguite le visite a Spargi, a<br />
Santa Maria fino ad arrivare<br />
all’isola di Budelli, in una<br />
giornata scandita dall’allegria e<br />
dal relax. La tranquilla cena in<br />
hotel era solo la premessa ad<br />
una notte all’insegna dello<br />
sport, con una sfida di kart sulla<br />
“Pista dei Campioni” di Baia<br />
Sardinia. La competizione, si sa,<br />
anima i cuori dei ferraristi, che<br />
si sono dati battaglia fino
all’ultima curva cercando di<br />
trovare le traiettorie migliori e,<br />
soprattutto, puntando alla<br />
vittoria. Delle due categorie,<br />
maschile e femminile,<br />
quest’ultima ha avuto dieci<br />
protagoniste che, tolti gli abiti<br />
da sera e i tacchi alti, hanno<br />
dato spettacolo. Sulle tribune,<br />
mariti, fidanzati e fratelli<br />
assitevano alle evoluzioni, forse<br />
pensando che, se il volante delle<br />
Ferrari lo avessero impugnato le<br />
signore, forse i maschietti<br />
avrebbero avuto del filo da<br />
torcere. In effetti, nella manche<br />
finale, al terzo posto assoluto si<br />
classificava la velocissima sorella<br />
di Papa. Dopo la gara, una<br />
puntata al Sottovento, discoteca<br />
del jet set, dove, una volta<br />
parcheggiate le Ferrari, i soci<br />
hanno goduto in un clima di<br />
esclusività e riservatezza una<br />
lunga notte all’insegna della<br />
musica.<br />
La domenica, nonostante le ore<br />
piccole della notte precedente, i<br />
partecipanti hanno pranzato in<br />
un tipico ovile sardo gustando<br />
tutte le specialità, casearie e<br />
non, dell’Isola, prima di<br />
raggiungere il porto di Olbia per<br />
tornare in continente.<br />
I raduni del club 63
Ferrari Spumante,<br />
dal 1972 nel mondo delle corse automobilistiche<br />
Ferrari spumante è partner del Ferrari Club Italia<br />
Gilles Villeneuve
Clubeventi<br />
Raduni, manifestazioni, iniziative<br />
del Ferrari Club Italia<br />
con un occhio particolare rivolto<br />
al grande mondo degli appassionati<br />
del Cavallino<br />
Sommario<br />
66 Vita di Club<br />
Un successo senza precedenti<br />
per le iniziative in chiave<br />
sportiva del Ferrari Club Italia<br />
con numerose adesioni a tutte<br />
le prove del Campionato e del<br />
Trofeo sociale. Sia che si tratti<br />
di regolarità, con gli<br />
appuntamenti con la “Coppa del<br />
Montenero” di Livorno e con la<br />
mitica “Trento-Bondone”, che di<br />
abilità, con le prove sulla<br />
storica pista di Balocco.<br />
80 In Libreria<br />
Tre prodotti editoriali molto<br />
diversi tra loro per alimentare<br />
le molte sfaccettature della<br />
passione ferrarista. <strong>Da</strong>l volume<br />
celebrativo dei cent’anni della<br />
“più vecchia corsa del mondo”,<br />
la Targa Florio, al documento<br />
fotografico di mezzo secolo di<br />
Gran Premi fino alla rivista di<br />
modellismo dedicata quasi<br />
interamente alle “piccole”<br />
Ferrari<br />
Vita di Club 65
Vita diClub<br />
66 Vita di Club<br />
Campionato - regolarità<br />
Livorno 3/5 giugno<br />
Nella prova di Campionato di<br />
Livorno, corsa in occasione del<br />
raduno nella città toscana,<br />
nella categoria BH si assiste al<br />
ritorno alle gare dei due Fuso,<br />
padre e figlio, su 360 Modena<br />
che, detentori del titolo 2005,<br />
chiariscono subito le loro<br />
intenzioni: prima con i fatti,<br />
aggiudicandosi il primo posto,<br />
poi con le parole, visto che Fuso<br />
jr. si è detto sicuro di vincere il<br />
Campionato ancora una volta,<br />
pur partendo con una gara di<br />
scarto. Sul secondo gradino,<br />
piacevolmente stupito e<br />
soddisfatto, sale il romanissimo<br />
Teichner che, correndo assistito<br />
solo dal cronometro e da un<br />
complicato sistema di calcoli,<br />
con la sua F430 riusce a<br />
sbaragliare anche la<br />
concorrenza più quotata. Al<br />
terzo posto, il giovanissimo<br />
Mario Gnutti, che non contento<br />
dei premi vinti nella gara di<br />
Trofeo a Fiorano, vuole tentare<br />
la scalata anche nel<br />
Campionato. Il campano<br />
Adriano Monaco, favorito dai<br />
pronostici, si accontenta del<br />
quinto posto, preceduto dal<br />
principe Colonna che, con<br />
l’ausilio del figlio Ascanio,<br />
riesce ad ottenere ottimi<br />
piazzamenti rispetto alla<br />
passata edizione. Sempre nella<br />
categoria H non si possono<br />
dimenticare due nuovi entrati. A<br />
partire da Bognoni, con tutta la<br />
tifoseria livornese dalla sua<br />
parte, vuoi per la tinta della sua<br />
612 Scaglietti, amaranto come<br />
il colore della città, vuoi per il<br />
navigatore, un locale<br />
“reclutato” a mezzanotte del<br />
giorno prima, quando il<br />
ferrarista ha deciso di non voler<br />
correre da solo. E poi il figlio<br />
del delegato della regione<br />
con la partecipazione di
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Entrare nel sito è semplice e<br />
gratuito ma esiste una sola<br />
chiave d’accesso: possedere<br />
una Ferrari.
Vita diClub 68<br />
Vira di Club<br />
campana Santoro, che dopo<br />
aver a lungo atteso l’età giusta<br />
per poter partecipare alle gare<br />
di regolarità con il padre,<br />
finalmente a Livorno ha potuto<br />
realizzare il suo sogno,<br />
debuttando e ottenendo un<br />
buon ottavo posto.<br />
Nella categoria BT, il successo<br />
se lo aggiudica il<br />
collaudatissimo equipaggio<br />
romagnolo Bongiovanni-Zocca,<br />
su 550 <strong>Maranello</strong>, seguito per<br />
pochissimi scarti di penalità da<br />
un’altra coppia affiatata,<br />
Verghini-Micolitti su 512 TR,<br />
che si prende la rivincita dopo<br />
l’amara delusione<br />
sammarinese. Grandissimo<br />
entusiasmo per il clan toscano,<br />
che vede salire sul terzo<br />
gradino del podio Ermini il<br />
quale, titubante sino all’ultimo<br />
sulla partecipazione alla gara e<br />
poi convinto da Simonetta<br />
Montefiori (apripista con la<br />
Challenge Stradale), si è<br />
portato a casa una coppa. Alla<br />
sfortunata partecipazione del<br />
lombardo Ivan Bartoli, navigato<br />
da Claudia Barbieri, che per<br />
problemi avuti sulla prima<br />
prova a causa della batteria del<br />
cronometro non è più riuscito a<br />
recuperare lo svantaggio, fa da<br />
contraltare l’ottima<br />
performance del piemontese<br />
Francesco Majocco, al quarto<br />
posto con Patrizia Zennato su<br />
Ferrari 360 Spider, dopo aver<br />
saltato la prima prova di<br />
Campionato.
Per Shell, essere sponsor vuol dire collaborare a livello tecnico. Ad ogni Gran Premio, ad ogni prova, al fianco di una<br />
delle scuderie più esigenti della F1 vedrete sempre al lavoro i tecnici Shell. Il risultato? Ciò che impariamo in pista<br />
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In collaborazione con
Vita diClub<br />
70 Vita di Club<br />
Campionato - regolarità<br />
Trento-Bondone - Ferrari spumante Trophy 1/2 luglio<br />
Grande kermesse di pubblico<br />
per la terza prova del<br />
Campionato del Ferrari Club<br />
Italia dell’1/2 luglio, disputata<br />
sul percorso della storica e<br />
famosa cronoscalata<br />
Trento–Bondone.<br />
Il fine settimana inizia il sabato<br />
presso le cantine Ferrari<br />
Spumanti di Trento, per tutto<br />
l’arco della manifestazione<br />
magnifica base logistica dei<br />
soci del Club prima di<br />
interessare direttamente il<br />
percorso.<br />
Lo scenario che si propone ai<br />
partecipanti è spettacolare ed<br />
emozionante, con un numero<br />
incredibile di persone ad<br />
applaudire il corteo delle 25<br />
Ferrari che fanno la<br />
ricognizione di 17 km di curve e<br />
controcurve, un percorso<br />
tortuoso e sinuoso che si<br />
sviluppa nel più tipico scenario<br />
trentino, nell’alternanza del<br />
verde intenso dei boschi e del<br />
grigio accecante della roccia<br />
dolomitica. E la sera, cena di<br />
gala a Villa Margon, una<br />
residenza cinquecentesca tra le<br />
più belle d’Italia, di proprietà<br />
della famiglia Lunelli, titolare<br />
della Ferrari Spumante, che a<br />
questa villa ha voluto intitolare<br />
un suo pregiato vino bianco.<br />
La domenica, è la gara del<br />
Ferrari Club Italia ad<br />
inaugurare la prestigiosa<br />
Cronoscalata alla quale sono<br />
iscritti 300 piloti . Per quanto<br />
riguarda la prova dei ferraristi ,<br />
essa si articola su 5 prove<br />
cronometrate.<br />
Nella categoria BT si assiste al<br />
riscatto dell’equipaggio Bartoli-<br />
Barbieri che, dopo la delusione<br />
di Livorno che li ha relegati<br />
nelle posizioni di coda, vincono<br />
davanti ai loro più diretti<br />
concorrenti Luca Bongiovanni e<br />
Andrea Zocca, secondi. Sul<br />
terzo gradino del podio sale<br />
invece l’altro Zocca, il simpatico<br />
bolognese Adriano, navigato<br />
dalla intraprendente moglie Iris<br />
Gardenghi. Il romano Gino<br />
Verghini non riesce a salire
Vita diClub<br />
oltre la quarta posizione a<br />
causa di un malfunzionamento<br />
del tachimetro, mentre il<br />
torinese Majocco, quinto,<br />
disputa una buona gara anche<br />
se ancora frastornato dal<br />
tamponamento che la sua<br />
bella 360 spider ha subìto il<br />
giorno prima. Difficoltà per Ugo<br />
Norbedo, lasciato solo dal suo<br />
consueto navigatore Madriz, e<br />
per Genny Di Tommaso, che si<br />
diverte molto lungo il percorso<br />
senza ottenere ancora i risultati<br />
sperati.<br />
Nella categoria BH, dove<br />
gareggia con il cronometro<br />
manuale, ritorna in auge il<br />
medico campano Adriano<br />
Monaco che, a conferma della<br />
grande perizia, si aggiudica il<br />
primo posto con uno scarto<br />
irrisorio anche rispetto a<br />
Bartoli, che ha vinto l’altra<br />
classifica utilizzando però il<br />
cronometraggio satellitare.<br />
Secondi e terzi si classificano,<br />
rispettivamente, Giunta e<br />
Giuliano: se i primi hanno<br />
iniziato solo questo anno a<br />
correre il Campionato e grazie<br />
al loro impegno sono riusciti ad<br />
ottenere un grande risultato,<br />
Federico ed Enrico Giuliano si<br />
riconfermano competitivi anche<br />
dopo un lungo periodo di<br />
assenza. Ottimo anche il quarto<br />
posto ottenuto da Gianluigi<br />
Scarpari che, in coppia con Alda<br />
Tonon, era al debutto assoluto<br />
in una prova del Campionato.<br />
Resta in attesa di un risultato<br />
migliore Pierluigi Santoro,<br />
navigato dal suo caro amico<br />
Giuseppe Di Cinto, settimi: il<br />
delegato campano sembra<br />
pronto a tirar fuori le unghie<br />
per un finale di Campionato<br />
all’altezza delle aspettative.<br />
<strong>Le</strong> premiazioni si svolgono,<br />
ovviamente, alle cantine Ferrari<br />
dove Camilla Lunelli oltre ai<br />
premi ha consegnato ai vincitori<br />
bottiglie con una simpatica<br />
etichetta personalizzata.
Vita diClub<br />
74 Vita di Club<br />
Trofeo - abilità<br />
Balocco 16 luglio<br />
Se alla seconda prova del<br />
Trofeo Ferrari Club Italia del 16<br />
luglio sono alla partenza un<br />
numero consistente di vetture,<br />
43, una ragione c’è ed è da<br />
ricercare nella location scelta<br />
per questo spettacolare<br />
appuntamento. La pista di<br />
Balocco, infatti, oltre ad essere<br />
un luogo cult per chi di auto se<br />
ne intende (è la storica sede di<br />
collaudo Alfa Romeo ed ora, più<br />
estensivamente, del Gruppo<br />
Fiat), offre ben 65 km di<br />
percorsi tra i più vari - dal<br />
velocissimo al misto veloce,<br />
dallo stretto al tortuoso - con<br />
fondi ed asfalti diversi. Una<br />
specie di Paese dei Balocco -<br />
scusate, Balocchi - per tutti gli<br />
appassionati della guida. 43<br />
piloti, dunque, ed un centinaio<br />
di persone che li hanno seguiti<br />
in questa vasta area di asfalto,<br />
boschi e prati per dare vita ad<br />
un confronto molto combattuto,<br />
giocato su due manche di due<br />
giri l’una disputate su<br />
altrettanti percorsi con<br />
caratteristiche differenti, il<br />
“mistino” e la pista “Alfa”. La<br />
somma dei tempi (e delle<br />
penalità, ad esempio per salto<br />
di percorso o abbattimento di<br />
birilli) delle due prove ha dato<br />
luogo alla classifica finale. Il<br />
pranzo a conclusione della<br />
prova “Top Driver” non ha certo<br />
quietato l’agonismo, che si è<br />
riversato prima sul GP di F1<br />
seguito in diretta poi su una<br />
lunga serie di giri liberi sul<br />
circuito interno “Langhe”.<br />
Ma non bisogna dimenticare<br />
una piacevole iniziativa.<br />
Stupendo tutti, questa volta il<br />
Ferrari Club Italia ha voltuto<br />
mettere alla prova anche le<br />
signore presenti, nelle gare di<br />
abilità di solito semplici<br />
accompagnatrici dei piloti,<br />
facendo loro disputare un trofeo<br />
“Off Road” con alcune Panda<br />
4X4 messe a disposizione da<br />
Fiat Auto.<br />
La prova, effettuata su un
Vita diClub<br />
percorso in fuoristrada,<br />
consisteva nell’affrontare varie<br />
difficoltà (guadi, passaggi in<br />
contropendenza, etc) che, in<br />
base all’abilità dimostrata nel<br />
superarle, assegnavano un<br />
punteggio. Tra le 20<br />
partecipanti, la classifica finale<br />
ha eletto vincitrice “Pupa” Ratti,<br />
la moglie di Rava, che in tutte le<br />
prove ha ottenuto voti davvero<br />
alti. Visto il successo<br />
dell’iniziativa, si prevede<br />
un’altra prova per le signore il 9<br />
settembre, in Franciacorta,<br />
dove la gara del Trofeo sarà<br />
affiancata da una sfida “Kart<br />
Lady”. <strong>Le</strong> signore sono pregate<br />
di allenarsi…<br />
Ma vediamo nel dettaglio come<br />
è andata nelle diverse classi in<br />
cui era suddiviso il lotto dei<br />
partenti della prova del Trofeo<br />
FCI.<br />
A1 – Unico rappresentante in<br />
questa prima classe, Angelo<br />
Branchi si classifica al 36°<br />
posto nella classifica generale<br />
con la 308 GTS.<br />
B1- Tolto il volante all’amico<br />
Zanderighi, Bonatti primeggia<br />
nella sua classe con la Ferrari<br />
328 GTS. Una bella rivincita che<br />
gli vale il 21° posto assoluto..<br />
Il romano De Falco, vincitore<br />
della gara di Fiorano,<br />
probabilmente provato dal<br />
lungo viaggio di trasferimento<br />
questa volta scende al secondo<br />
posto. Non possiamo non<br />
parlare dell’ottima prestazione<br />
risultato di Genny Di Tommaso<br />
che, giunto dalla Campania, ha<br />
avuto la meglio sul conterraneo<br />
Santoro, che ha lamentato una<br />
scarsa competitività della sua<br />
GTB Turbo rispetto alle<br />
caratteristiche del percorso.<br />
B2 - Vittoria di classe del neo<br />
papà Gnodi sulla mitica<br />
Testarossa.<br />
C1 - Nella combattutissima C1,<br />
vince Ambrosi su 360 Modena,<br />
prestazione che gli vale anche il<br />
terzo posto assoluto. Niente<br />
male considerando che, come<br />
rivali, aveva il temuto<br />
D’Appollonio, vincitore di<br />
Fiorano ed veterano di questa<br />
tipologia di gare, e qui terzo di<br />
classe e settimo assoluto. Al<br />
secondo posto di classe sale<br />
Scarpari che, dopo il bottino<br />
fatto anche nella gara di<br />
Campionato, ha deciso di tirare<br />
fuori gli artigli e dire la propria<br />
anche nel Trofeo.<br />
C2 - Nella classe dei 12 cilindri<br />
anteriori la vittoria va al nuovo<br />
delegato regionale siciliano<br />
Colombrita (6° assoluto) che,<br />
per niente impaurito dalle<br />
distanze, continua a farsi<br />
seguire da un nutrito gruppo di<br />
amici. Ha preceduto,<br />
nell’ordine, Amendolagine e<br />
Nacamuli.<br />
La classe è stata anche<br />
arricchita dalla presenza di due<br />
concorrenti stranieri: la signora<br />
Amani, che ha imbarcato<br />
“Marcello”, come Ludmilla<br />
chiama la sua fiammante 575M<br />
<strong>Maranello</strong>, dagli States (come<br />
puoi vedere nella foto a pagina<br />
74) per trascorrere un fine<br />
settimana diverso (ultima<br />
posizione ma un ricordo<br />
indelebile di un’esperienza
I custodi del Mito I Keepers of the Myth I <strong>Le</strong>s Gardiens du Mythe I Ein Fein verwahrter Mythos
Vita diClub<br />
78 Vita di Club<br />
“italian style”), e l’inglese<br />
Brooks, che appena ritirata la<br />
vettura dalla concessionaria<br />
Rossocorsa, ha potuto<br />
partecipare con entusiasmo<br />
(19° assoluto) prima di seguire<br />
l’iniziativa di Mercato Italia al<br />
Nurburing e poi, ancora, in<br />
Franciacorta. Non possiamo<br />
certo dire che sia straniero, ma<br />
sicuramente di chilometri ne ha<br />
fatti tanti il salernitano Adriano<br />
Monaco che, reduce da un’<br />
esaltante vittoria a Trento, con<br />
la sua Scaglietti si classifica<br />
solo settimo di classe e 22°<br />
assoluto.<br />
D1 – incontrastato Mario Gnutti<br />
che, con la sua F430, continua a<br />
primeggiare e a far parlare di<br />
sé anche nella classifica<br />
generale, con un bel secondo<br />
posto assoluto. Ha comunque<br />
trovato pane per i suoi denti in<br />
Paolo Cattaneo su F430 che,<br />
giunto dalla Svizzera, si<br />
aggiudica il secondo posto,<br />
mentre il terzo va al lucchese<br />
Gelli, che si è preso finalmente<br />
una bella rivincita dopo<br />
Fiorano. In questa classe, da<br />
notare le prestazioni<br />
dell’appassionato Ramacci (11°<br />
assoluto) e del lombardo Rava,<br />
che si è accontentato della<br />
quinta posizione di classe. Non<br />
spicca il volo un altro lombardo<br />
d’eccezione, Bartoli, leader nel<br />
Campionato che probabilmente<br />
deve ancora prendere<br />
confidenza con le doti<br />
velocistiche della sua gialla<br />
F430.<br />
E – Non ci sono parole, per<br />
descrivere il volto conosciuto<br />
agli amici del Club di Mario<br />
Bigo su Challenge Stradale<br />
quando non solo ha scoperto di<br />
Trofeo Ferrari Club Italia<br />
Balocco 16 luglio Classifica Assoluta<br />
Pos Num Pilota Vettura Gruppo/Classe Tempo<br />
1 3 BIGO M. CHALLENGE STR. E 8'24.39<br />
2 4 GNUTTI M. F430 F1 D1 8'44.48<br />
3 36 AMBROSI E. 360 MODENA F1 C1 8'57.90<br />
4 1 LEVERATTO G. CHALLENGE STR E 9'01.32<br />
5 28 SCARPARI G. 360 MODENA F1 C1 9'07.54<br />
6 18 COLOMBRITA R. 575M MARANELLO F1 C2 9'07.62<br />
7 42 D'APOLLONIO S. 355 GTS C1 9'10.83<br />
8 11 CATTANEO P. F430 F1 D1 9'11.48<br />
9 7 GELLI L. F430 F1 D1 9'12.00<br />
10 37 CASTIGLIONI G. 360 MODENA C1 9'14.53<br />
11 5 RAMACCI F. F430 F1 D1 9'20.57<br />
12 29 PRESTI S. 360 MODENA C1 9'21.04<br />
13 6 RAVA G. F430 F1 D1 9'21.31<br />
14 22 AMENDOLAGINE 550 MARANELLO C2 9'24.03<br />
15 25 NACAMULI U. 575M MARANELLO C2 9'24.30<br />
16 27 LAMERA P.E. 550 MARANELLO C2 9'30.51<br />
17 12 DI CHIO P. F430 F1 D1 9'31.05<br />
18 34 GIBLIINO V. F 355 C1 9'31.86<br />
19 16 BROOKS H. 550 MARANELLO C2 9'42.00<br />
20 24 MELATO A. 575M MARANELLO C2 9'42.63<br />
21 47 BONATTI E. 328 GTS B1 9'43.34<br />
22 19 MONACO A. 612 SCAGLIETTI F1 C2 9'45.32<br />
23 2 TURTORO F. CHALLENGE STR E 9'46.03<br />
24 8 BARTOLI I. F430 F1 D1 9'46.32<br />
25 14 JELO M. F430 F1 D1 9'49.58<br />
26 43 DE FALCO F. 348 SPIDER B1 9'50.60<br />
27 32 MOSCONI A. 360 SPIDER C1 9'52.69<br />
28 23 GIUSTINI C. 550 MARANELLO C2 10'01.52<br />
29 15 CIALFI C. F430 SPIDER D1 10'08.20<br />
30 33 ZOCCA A. 355 GTS C1 10'10.20<br />
31 39 RAIA' M. 360 MODENA F1 C1 10'14.23<br />
32 38 CIPOLLONE M. 360 MODENA F1 C1 10'14.84<br />
33 41 GNODI I. TESTAROSSA B2 10'17.47<br />
34 35 BATTAGLIA G. 360 MODENA C1 10'42.48<br />
35 45 DI TOMMASO G. 348 TB B1 10'43.63<br />
36 49 BRANCHI A. 308 GTS A1 10'45.85<br />
37 9 DELFANTI P. F430 F1 D1 10'47.73<br />
38 44 SANTORO P. GTB TURBO B1 10'48.29<br />
39 48 AMANI L. 575M MARANELLO F1 C2 10'55.89<br />
aver vinto la classe ma anche<br />
l’”assoluta”. In effetti il<br />
piemontese, che questa volta<br />
giocava in casa, ha veramente<br />
disputato un gara brillante<br />
sbaragliando tutti i concorrenti.<br />
Al secondo posto, si è difeso<br />
benissimo <strong>Le</strong>veratto senior, in<br />
assenza del giovane figlio<br />
Matteo, piede pesante e<br />
promessa dell’automobilismo<br />
sportivo. Al terzo posto di<br />
classe Turtoro.<br />
Nelle foto la premiazione da parte di<br />
Claudio Cristina dei due assoluti:<br />
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Testo: inglese<br />
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interminabili viaggi, arrivava in<br />
sicilia la “crème” dell’alta<br />
società internazionale attirata<br />
dalla personalità e dal<br />
carisma di Vincenzo<br />
Florio. Con dovizia di<br />
particolari e un notevole<br />
contributo iconografico, il<br />
volume ripercorre, anno<br />
per anno, tutte le tappe<br />
di quella che, ancora<br />
oggi, è considerata una<br />
delle più belle,<br />
così una parte dedicata ai<br />
“titani”, i pionieri<br />
dell’automobilismo sportivo; un<br />
altra dedicato alle “frecce<br />
d’argento”, le Mercedes<br />
“pigliatutto” degli anni ‘30;<br />
un’altra che si commenta da sè<br />
nel titolo “Forza Alfa Romeo!”.<br />
Dedicato alla Fiera<br />
Internazionale del giocattolo di<br />
Norimberga, il numero 14 di<br />
questo particolare semestrale è<br />
una raccolta ragionata di molti<br />
dei più rari e appetibili modelli<br />
Ferrari, principalmente<br />
entusiasmanti, impegnative<br />
corse su strada. Compendia il<br />
volume una serie di appendici<br />
dedicate alle classifiche di tutte<br />
le edizioni, ai repertori analitici,<br />
alle fonti fotografiche ed alla<br />
bibliografia.<br />
Il volume approda quindi ai<br />
nostri giorni a partire dall’”era<br />
del turbo” al “vedo rosso”<br />
dell’inarrivabile ascesa del<br />
binomio Ferrari-Schumacher.<br />
Con una predominanza di foto<br />
in bianco e nero su quelle a<br />
colori, il testo è formato da<br />
grandi ed esaurienti didascalie.<br />
in scala 1:43. Miniauto &<br />
Collectors diventa così un<br />
promemoria irrinunciabile per<br />
chi vuole coltivare la sua<br />
passione per le auto del<br />
Cavallino rampante anche<br />
attraverso piccoli modelli da<br />
collezione.<br />
Se alle Ferrari<br />
GT -e quindi<br />
“stradali”- è<br />
dedicata<br />
un’ampia<br />
sezione iniziale,<br />
non mancano<br />
riferimenti<br />
ferraristi anche<br />
nel resto della<br />
pubblicazione,<br />
con le novità, le riedizioni e le<br />
diverse versioni dei modelli più<br />
interessanti.
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