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Da Maranello a Le Mans

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il<br />

Club<br />

Rivista Ufficiale del Ferrari Club Italia 2° Quadrimestre 2006 Anno 6 - n° 2<br />

<strong>Da</strong> <strong>Maranello</strong><br />

a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong><br />

Paddock F1<br />

SUPERCLUB IN PISTA<br />

Tecnica<br />

QUEL 12 CILINDRI PIATTO<br />

Ferrari <strong>Da</strong>y<br />

A SPA, IL MEGLIO<br />

DEL MEGLIO<br />

L’AVVENTURA DELLA SQUADRA CORSE<br />

DEL FERRARI CLUB ITALIA


the shape of technology.<br />

cassa in acciaio 45 mm ø, movimento<br />

meccanico a carica automatica<br />

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il<br />

Club<br />

ilClub<br />

Rivista ufficiale<br />

del Ferrari Club Italia<br />

Pubblicazione Quadrimestrale<br />

2° Quadrimestre 2006<br />

Anno 6 - n° 2<br />

Presidente<br />

Luca Matteoni<br />

Direttore responsabile<br />

Alessandro Giudice<br />

Grafica e impaginazione<br />

Aimone Bolliger<br />

Hanno collaborato<br />

Sergio Cassano, Barbara Cuppini,<br />

Thomas J. Forsyte, Carlo Gambaro,<br />

Andreas Kerschbaumer,<br />

Paolo Marasca, Ilaria Maraviglia,<br />

Alessandro Migliorini, Marco Vitali<br />

Fotografi<br />

Archivio Ferrari Club Italia, Archivio<br />

Piemme Communication, Callo,<br />

Ferrari Spa, Alessandro Giudice,<br />

Andreas Kerschbaumer, Foto Novi,<br />

LaPresse, Eros Maggi, Marco Vitali,<br />

Roberto Viva<br />

Ricerche iconografiche<br />

Ferrari: Image Service<br />

Editore<br />

Golinelli Industrie Grafiche SpA<br />

Stampa e confezione<br />

Golinelli Industrie Grafiche SpA<br />

www.golinelli.it<br />

Stampata su carta<br />

UPM Finesse premium silk<br />

Prodotta da UPM-Kymmene<br />

Copertina 200 g/m2 , Interno 115 g/m2 Distribuita da:<br />

Testata di proprietà del Ferrari Club Italia<br />

Via Abetone Inferiore, 4 - 41053 <strong>Maranello</strong><br />

(Modena).<br />

Tutti i diritti riservati. Il materiale<br />

contenuto in questa pubblicazione non<br />

può essere riprodotto, né integralmente,<br />

né parzialmente senza preventiva<br />

autorizzazione del Ferrari Club Italia.<br />

<strong>Le</strong> opinioni espresse non rispecchiano<br />

necessariamente quelle dell’editore<br />

e del proprietario della testata.<br />

Analogamente, nessuna responsabilità<br />

è assunta per le inserzioni pubblicitarie<br />

contenute nella rivista. Il proprietario della<br />

testata è a disposizione di eventuali aventi<br />

diritto per il copyright fotografico nell’ambito<br />

della legislazione internazionale.<br />

Autorizzazione del Tribunale di Modena<br />

1595/2001<br />

In questo numero<br />

Oggi la Ferrari corre e vince<br />

in molte categorie, dalla<br />

Formula 1 alla GT; ha anche<br />

un campionato fatto<br />

esclusivamente con le sue<br />

auto e i clienti più sportivi<br />

vengono assistiti nelle corse<br />

storiche e nell’utilizzo delle<br />

loro monoposto da collezione.<br />

Ma ci fu un tempo, in realtà<br />

non così lontano, quando,<br />

nella presenza rarefatta del<br />

Cavallino rampante sulle<br />

piste del mondo, un gruppo di<br />

appassionati, i membri del<br />

neo-costituito Ferrari Club<br />

Italia, mise in piedi una<br />

Squadra Corse che, di gara in<br />

gara, in otto anni, dal 1988 al<br />

1995, arrivarono fino alla<br />

mitica <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>. Abbiamo<br />

voluto dedicare ampio spazio<br />

a questa avventura nelle<br />

pagine che seguono perché<br />

tutto accadde in uno dei<br />

periodi non certo migliori<br />

della Casa di <strong>Maranello</strong> e<br />

perché essa dimostra come la<br />

passione non conosca limiti,<br />

neppure quelli, apparenti,<br />

della ragione. In questo<br />

numero ci occupiamo anche<br />

di un’altra avventura, quella<br />

del motore boxer, e degli<br />

appuntamenti esclusivi del<br />

Paddock Club e dei clienti di<br />

FXX e F1 “storiche”. I raduni e<br />

le attività sportive del Ferrari<br />

Club Italia, chiudono, come<br />

sempre, in bellezza.<br />

Sommario<br />

2 Ferrarievents<br />

4 La Squadra Corse del F.C.I.<br />

Per passione. E per vincere<br />

20 Challenge<br />

Tutto ancora da decidere<br />

28 Paddock Club<br />

Vado al massimo<br />

34 Motori<br />

Quando il 12 cilindri era piatto<br />

42 Rossocorsa<br />

Milano in festa<br />

48 Tessera 1<br />

Primi si diventa<br />

50 Fxx e F1 clienti<br />

Il meglio del meglio<br />

56 Livorno e Sardegna<br />

Miti a confronto<br />

Non di solo sole<br />

66 Vita di Club<br />

80 Libri<br />

LA COPERTINA<br />

Una F40, con gli scarichi<br />

infuocati dalla potenza del<br />

motore sovralimentato, passa<br />

una vettura avversaria proprio<br />

sotto il famoso ponte Dunlop<br />

sul circuito di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>.<br />

Un’immagine suggestiva ed<br />

emblematica, che riassume<br />

nella sua potenza espressiva il<br />

significato della realizzazione<br />

di un sogno che, a cavallo tra<br />

gli anni ’80 e 90, si chiamava<br />

Squadra Corse del Ferrari<br />

Club Italia.


Ferrarievents<br />

Notizie, persone<br />

e fatti: quello<br />

che succede<br />

nel mondo<br />

Ferrari, giorno<br />

dopo giorno<br />

2 Ferrari events<br />

Fonte: Ferrari spa<br />

Maggio<br />

30<br />

Michelangelo Pistoletto<br />

presenta a <strong>Maranello</strong> tre<br />

opere dedicate alla Ferrari<br />

ed ai suoi uomini<br />

Non è la prima volta che il<br />

mondo dell'arte si avvicina alla<br />

Ferrari. In questa occasione<br />

però, Michelangelo Pistoletto,<br />

uno degli artisti italiani più<br />

significativi, ha voluto<br />

presentare proprio nella sede<br />

storica della Ferrari, tre sue<br />

opere commissionate da Jean<br />

Todt, Luca di Montezemolo e<br />

Michael Schumacher e ispirate<br />

ai tanti Titoli Mondiali vinti<br />

negli ultimi anni dalla casa del<br />

Cavallino Rampante.<br />

L'idea risale al 2004, quando<br />

Jean Todt suggerì all'artista di<br />

celebrare un momento storico<br />

per la Ferrari. I tre trittici di<br />

grande formato (275 x 330cm),<br />

a fondo specchiante, come<br />

tradizione nell'arte di<br />

Pistoletto, rappresentano Luca<br />

di Montezemolo, Jean Todt e<br />

Michael Schumacher sui campi<br />

di gara e consentono a chi li<br />

osserva di entrare a far parte<br />

della scena accanto ai<br />

protagonisti.<br />

Giugno<br />

07<br />

Podio Ferrari 2006: la Ferrari<br />

premia i partner tecnici<br />

La sesta edizione del "Podio<br />

Ferrari", l'appuntamento<br />

annuale dedicato ai fornitori e<br />

ai partner tecnici di Ferrari,<br />

durante il quale sono state<br />

premiate le società che si sono<br />

distinte per eccellenza,<br />

capacità d'innovazione e<br />

sviluppo dei prodotti, in<br />

partnership con l'Azienda<br />

stessa. L'incontro si è svolto<br />

alla presenza del presidente<br />

della Ferrari Luca di<br />

Montezemolo, del<br />

vicepresidente Piero Ferrari,<br />

del direttore generale Jean<br />

Todt e del vicedirettore<br />

generale Amedeo Felisa.<br />

I premi riconoscono le<br />

specifiche qualità delle aziende<br />

come innovazione, tecnologia e<br />

tecnica. Il premio<br />

all'"Eccellenza italiana" è stato<br />

tributato a OMR "per la<br />

costante crescita e l'eccellenza<br />

raggiunta nei prodotti<br />

sviluppati in collaborazione con<br />

Ferrari, sapendo rispondere<br />

alle esigenze di tempi e di<br />

qualità proprie di un'azienda<br />

dal grande dinamismo". Il<br />

riconoscimento è stato<br />

consegnato da Piero Ferrari,<br />

vicepresidente di Ferrari, a<br />

Marco Bonometti, presidente<br />

del gruppo OMR.<br />

Il premio "Ferrari Technology<br />

Award" è stato consegnato da<br />

Amedeo Felisa,vicedirettore<br />

generale della Ferrari, a<br />

Edouard Duval, titolare di<br />

Eramet Alliages e Aubert &<br />

Duval,"per aver contribuito a<br />

garantire la competitività delle<br />

prestazioni in Formula 1,<br />

grazie ad un estremo sforzo di<br />

innovazione tecnologica negli<br />

acciai speciali utilizzati in<br />

componenti ad altissime<br />

prestazioni".<br />

Il premio "Ferrari Innovation<br />

Award", consegnato da Jean<br />

Todt, direttore generale della<br />

Ferrari, a Luigi Potenza,<br />

direttore commerciale e<br />

marketing di Magneti Marelli<br />

Holding, ha la seguente<br />

motivazione: "quale<br />

riconoscimento di una<br />

partnership profonda e<br />

consolidata che ha contribuito<br />

a dare a Ferrari fondamentali<br />

contenuti innovativi e di<br />

eccellenza".<br />

Il "Premio del Presidente" è<br />

stato consegnato da Luca di<br />

Montezemolo a Takashi Urano,<br />

presidente e amministratore<br />

delegato della Bridgestone<br />

Europa, con la seguente<br />

motivazione: "per aver<br />

contribuito in modo<br />

determinante alla ritrovata<br />

eccellenza nelle prestazioni<br />

delle vetture di Formula 1 e<br />

per aver trasferito questa<br />

esperienza sugli pneumatici<br />

delle vetture Granturismo".<br />

Come ogni anno, l'incontro è<br />

stato l'occasione per un<br />

dibattito a forte contenuto<br />

professionale.Diversi gli<br />

argomenti affrontati: Romano<br />

Mattia, senior economist per lo<br />

sviluppo e la strategia del<br />

business di Royal Dutch Shell<br />

presso la sede di Londra, ha<br />

approfondito il tema degli<br />

sviluppi economici mondiali,<br />

mentre Bernard Bihr,<br />

presidente di Bosch<br />

Engineering, ha illustrato le<br />

ricadute dell'innovazione<br />

tecnologica sul mondo<br />

dell'auto<br />

13<br />

Il Ferrari Store<br />

sbarca a Venezia<br />

In occasione dell'imminente<br />

apertura del nuovo Ferrari<br />

Store di Venezia, la monoposto<br />

F2002 è approdata nella città<br />

lagunare.<br />

A bordo di una chiatta decorata<br />

con il marchio di Venezia, in<br />

omaggio alla città, la F2002 è<br />

salpata dallo scalo fluviale del<br />

Tronchetto per poi compiere un<br />

suggestivo percorso lungo il<br />

Canal Grande, la Giudecca e<br />

l'Arsenale e arrivare al<br />

tramonto in Piazza San Marco,<br />

nello spazio davanti a Palazzo<br />

Ducale.<br />

La monoposto è stata poi<br />

trasportata all'interno del<br />

nuovo Ferrari Store di via<br />

Mercerie San Marco 782.<br />

Il Ferrari Store di Venezia è il<br />

nono punto vendita ufficiale<br />

italiano del Cavallino<br />

Rampante e il dodicesimo nel<br />

mondo. Arriva dopo gli Store di<br />

<strong>Maranello</strong>, Roma, Milano, Las<br />

Vegas, Shanghai e Hangzhou e<br />

gli Shop degli aeroporti di<br />

Bologna, Milano Malpensa e<br />

Roma Fiumicino.<br />

L'apertura del negozio al<br />

pubblico è prevista entro la fine


di giugno, mentre<br />

l'inaugurazione ufficiale si<br />

terrà la prima settimana di<br />

settembre.<br />

Il Ferrari Store di Venezia sarà<br />

un punto di riferimento per<br />

tutti gli appassionati: al suo<br />

interno sono esposti linee di<br />

abbigliamento, pelletteria,<br />

accessori di alta gamma,<br />

modelli in scala e giocattoli.<br />

Luglio<br />

20<br />

Ferrari Panamerican 20,000<br />

Dopo il grande successo del<br />

"Ferrari 15,000 Red Miles",<br />

l'intero giro della Cina<br />

compiuto da due 612 Scaglietti<br />

guidate da giornalisti<br />

internazionali, anche<br />

quest'anno la Ferrari annuncia<br />

un'altra difficile sfida:<br />

il Panamerican 20,000.<br />

Il 24 Agosto prossimo infatti,<br />

due Ferrari 599 GTB Fiorano, le<br />

12 cilindri appena presentate ai<br />

media mondiali, partiranno dal<br />

Brasile e, dopo aver<br />

attraversato 16 stati e percorso<br />

20.000 miglia (pari a oltre<br />

32.000 km), arriveranno a New<br />

599 Tour<br />

York il 17 Novembre. Alla guida<br />

delle due berlinette nell'arco di<br />

15 tappe e 84 giorni di viaggio,<br />

si alterneranno circa 50<br />

giornalisti in rappresentanza<br />

delle più importanti testate di<br />

tutto il mondo.<br />

Questo tipo di spedizione<br />

costituisce, di fatto, un<br />

severissimo test per le vetture<br />

sia per la tipologia di strade<br />

che per l'affidabilità.<br />

La Ferrari non è nuova a<br />

queste avventure: nel 1997, in<br />

occasione del cinquantenario,<br />

una F355 compì il giro del<br />

mondo attraverso i cinque<br />

continenti, guidata, a turni<br />

successivi, da 147 diversi<br />

giornalisti, appartenenti ad<br />

ogni paese attraversato.<br />

Il "World Tour", questo il nome<br />

del viaggio, voleva comunicare<br />

non solo la vitalità dell'azienda,<br />

ma l'affidabilità di un modello<br />

strategico per lo sviluppo di<br />

Ferrari, quale fu la F355.<br />

L'impresa segnò uno<br />

straordinario successo, con la<br />

vettura che giunse al traguardo<br />

di New York, da dove era<br />

partita il 18 Marzo, dopo 75<br />

giorni di guida su strada.<br />

L'ultimo, è stato, nel 2005, il<br />

"Ferrari 15,000 Red Miles",<br />

un'impresa che nessun<br />

costruttore automobilistico<br />

aveva mai compiuto prima:<br />

24.000 km percorsi attraverso<br />

tutta la Cina con due 612<br />

Scaglietti strettamente di serie.<br />

51 giornalisti cinesi ed<br />

internazionali alternati alla<br />

guida, con partenza da Pechino<br />

e arrivo a Shanghai dopo 45<br />

giorni di viaggio, 37 città<br />

attraversate, 5231 metri di<br />

altitudine raggiunti sui passi<br />

del Tibet, sono solo alcuni dei<br />

dati più significativi.<br />

10 appuntamenti, tra maggio e luglio (a settembre seguirà l’evento delle Marche), per presentare<br />

la 599 GTB Fiorano sono stati il biglietto da visita della nuova berlinetta Ferrari. Teatro degli eventi, le<br />

concessionarie italiane del Cavallino, ognuna delle quali ha scelto modi diversi per proporsi,<br />

interpretando spirito, cultura e tradizioni del territorio. A Torino, ad esempio, Forza ha voluto seguire<br />

l’onda lunga delle Olimpiadi invernali con una serata al Palavela, centro nevralgico, supportata dai<br />

fantasisti dei Kataklò già ammirati alla serata inaugurale dei Giochi. Questo il calendario degli<br />

appuntamenti del 599 Tour:15/5 Milano (Rossocorsa), 5/6 Roma(Samocar), 7/6 Salerno (Samocar), 8/6<br />

Napoli (Samocar), 14/6 Torino (Forza), 21/6 Verona (Ineco), 23/6 Perugia (CDP), 29/6 Bologna (Motor),<br />

5/7 Parma (Motor), 6/7 Modena (Motor).<br />

Ferrari events 3


4 Storie<br />

Storie I La Squadra Corse del F.C.I<br />

Per passione.<br />

Una dozzina d’anni fa, il consiglio del<br />

Ferrari Club Italia appena costituito<br />

decise di dare vita ad un team.<br />

Nel racconto del suo Presidente<br />

di allora, l’avventura delle corse:<br />

dalle “storiche”alle GT,<br />

al palcoscenico di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong><br />

Testo<br />

Sergio Cassano<br />

Foto<br />

Archivio Ferrari Club Italia<br />

è un punto in una strada di Londra, un<br />

attraversamento pedonale, che è diventato un’icona<br />

C’ nel costume degli anni ’70: è Abbey Road. E tutte le<br />

volte che i Beatles lo attraversavano era perché, all’apice<br />

dell’ispirazione, si recavano ad incidere memorabili<br />

canzoni. L’immagine di quel breve transito del quartetto di<br />

Liverpool ha fatto il giro del mondo, complice anche la<br />

copertina di uno dei loro album più famosi. E cosa c’entra<br />

tutto questo con la Ferrari? Per quanto ci riguarda c’è un<br />

altro, significativo frammento di asfalto zebrato che,<br />

quando attraversato, rappresentava per i ferraristi un<br />

momento emozionante: il passaggio pedonale di via<br />

Abetone Inferiore, all’altezza del numero civico 4, in<br />

comune di <strong>Maranello</strong>.<br />

Superare quei pochi metri di strada significava poche ma<br />

importanti cose.<br />

Voleva dire che dalla Ferrari (intesa come fabbrica) ci si<br />

spostava o al Reparto Corse o al ristorante Cavallino o si<br />

era ricevuti dal commendatore Enzo.<br />

Ed era proprio ad un appuntamento di quest’ultimo<br />

tipo che si recava, il 15 marzo del 1987, un manipolo<br />

di “esaltati per il Mito”. Andavano dal Grande<br />

Vecchio a presentare le proprie credenziali: il Ferrari<br />

Club Italia si era appena costituito e l’incontro con<br />

il Capo avrebbe sancito ufficialmente la nascita del<br />

sodalizio dei possessori delle “rosse”;<br />

Ferrari non esitò un istante e diede la sua<br />

benedizione all’evento, con una frase rimasta<br />

celebre: “Voi siete i sacerdoti di quella religione dei


E per vincere<br />

motori alla quale io ho creduto<br />

per una vita intera”. Roba da far<br />

accapponare la pelle anche al<br />

più agnostico sostenitore<br />

dell’inutilità dell’automobile!<br />

Una sorta di apostolato, dunque;<br />

una missione da diffondere che<br />

fu subito accolta con<br />

entusiasmo da quei ferraristi un<br />

po’ speciali.<br />

Va bene per i raduni (fu subito<br />

organizzato l’evento per il<br />

quarantennale della Casa), va<br />

bene l’attività promozionale, ma<br />

– ci si chiedeva- qual è stato il<br />

vero sangue che fa pulsare il<br />

cuore della Ferrari? Ma che<br />

diamine, le corse!<br />

E proprio lì si concentrò il<br />

pensiero dei proseliti del<br />

Cavallino.<br />

I tempi erano propizi per<br />

buttarsi in un progetto “a tutta<br />

pista” pur con un team di<br />

semplici appassionati.<br />

In quegli anni, infatti, era<br />

esploso il boom delle vetture<br />

d’epoca: le 250 GTO, le 250 e 500<br />

Testarossa, le “Tour de France” e<br />

così via, vedevano il loro valore<br />

lievitare in modo forsennato<br />

quasi ogni giorno. Quella febbre<br />

si era allargata alle vetture GT a<br />

tiratura limitata, ribattezzate<br />

“instant classic” per la loro<br />

capacità di diventare subito<br />

protagoniste di quel filone<br />

aureo. E qui torna in ballo quel<br />

lembo di asfalto di via<br />

In alto, da sinistra a destra, in<br />

senso orario: le auto del team nel<br />

paddock di Zandvoort, nel 1988;<br />

Corrado Cupellini in azione sulla<br />

sua Dino 156 F2;<br />

la presentazione della Squadra<br />

Corse a Fiorano, il 20 marzo 1989;<br />

Cupellini superstar, intervistato<br />

dopo una vittoria.<br />

Storie 5


All’inizio la Squadra Corse del Ferrari Club fu soprattutto<br />

1990. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

il team al completo al Paul Ricard;<br />

Gianni Vitali su 250 GT, pluri-campione<br />

italiano Autostoriche, categoria GTS;<br />

foto di gruppo alla presentazione della<br />

stagione, a Fiorano. <strong>Da</strong> sinistra,<br />

Pier Guido Castelli, Cesare Fiorio,<br />

Paolo Lado e Sergio Cassano;<br />

la P2 di <strong>Da</strong>vid Piper in testa a Zolder.<br />

dell’Abetone Inferiore al numero<br />

4: ad una supercar per<br />

eccellenza come la Ferrari F40,<br />

una volta consegnata al cliente,<br />

bastava attraversare la strada<br />

davanti alla fabbrica per vedere<br />

salire il proprio valore dai circa<br />

350 milioni di lire che costava al<br />

miliardo e mezzo che<br />

collezionisti di tutto il mondo<br />

erano pronti a sborsare per<br />

entrare in possesso di quel<br />

pezzo pregiato. Insomma, l’aria<br />

6 Storie<br />

era più che frizzante ed anche la<br />

Ferrari ci credeva. Tanto per<br />

incominciare, e per stroncare la<br />

folle corsa degli speculatori,<br />

aumentò la tiratura della sua<br />

auto di maggior pregio. Poi<br />

diede il via libera alla creazione<br />

della Squadra Corse del Ferrari<br />

Club Italia.<br />

Ci mise anche qualche soldino<br />

(complice l’entusiasmo del<br />

Direttore Generale d’allora,<br />

l’ingegner Razelli) e fece<br />

rimpolpare il budget dai suoi<br />

partner istituzionali, Pininfarina<br />

e Magneti Marelli in testa. Offrì<br />

un appoggio tecnico e girò al<br />

Club un suo collaboratore<br />

dell’Ufficio Marketing,<br />

l’impagabile e vukcanico Pietro<br />

De Franchi.<br />

Insomma, agli inizi del 1988 la<br />

Squadra Corse del Ferrari Club<br />

Italia era cosa fatta, benché<br />

avesse perso per strada la sua<br />

punta di diamante, Fabrizio<br />

Violati. Il divorzio dal grande<br />

interprete della 250 GTO, che<br />

guidava spesso indossando il suo<br />

cappello con la piuma come un<br />

vero alpino, fu repentino e<br />

inevitabile per, diciamo così,<br />

incompatibilità di carattere. Il<br />

risultato fu che il romano, oggi<br />

gran patron della collezione<br />

<strong>Maranello</strong> Rosso di San Marino,<br />

sarebbe diventato uno strenuo<br />

rivale delle vetture del Club.<br />

Il varo del team fu rapido:


autostoriche, con due titoli europei conquistati in tre anni.<br />

bisognava allestire tutto,<br />

partendo da zero.<br />

Fu affittato un van “2+2” (inteso<br />

come 2 posti in cabina per gli<br />

autisti-meccanici e 2 nel cassone<br />

per le vetture) e fu verniciato di<br />

rosso. I bolidi schierati erano<br />

due monoposto: la Dino 156 F2<br />

del 1959 condotta da Corrado<br />

Cupellini, vecchia volpe delle<br />

gare d’epoca dal pelo pallido, e<br />

la 166 F2 del 1951 di Tazio<br />

Taraschi, muso lungo di Teramo<br />

impegnato con l’auto con cui<br />

suo padre Berardo corse negli<br />

anni ’50.<br />

Si doveva fare apprendistato, per<br />

cui si puntò sul Campionato<br />

Europeo F.I.A. autostoriche che,<br />

a pensarci bene, poca cosa non<br />

era per un debutto.<br />

Tutta una serie di vittorie ed<br />

ottimi piazzamenti a Brands<br />

Hatch, Zandvoort, Monza,<br />

Montlhéry, Zolder,<br />

Neuerburgring e Most,<br />

consacrarono il “Cupe” e la sua<br />

Dino Campioni Europei assoluti.<br />

Come non bastrasse, Rosario<br />

“Rory” Parasiliti, un personaggio<br />

che ritroveremo presto, andò ad<br />

affermarsi con i colori del Club<br />

alla Targa Florio, guidando una<br />

250 GT berlinetta sulle curve<br />

delle Madonie.<br />

Insomma, debutto più che<br />

positivo, quasi trionfale, e voglia<br />

di rilanciare per l’anno<br />

successivo.<br />

1990. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

Paolo Lado a Monza sulla 275 LM;<br />

Sergio Vezzali, già meccanico della Ferrari<br />

F1, al Grand Prix de l’Age d’Or a Montlhèry;<br />

Franco Meiners impegnato sul Salzburgring<br />

alla guida della 275 P.<br />

Storie 7


Ed infatti nel marzo 1989, a<br />

Fiorano, alla presenza della<br />

dirigenza Ferrari e di un nutrito<br />

gruppo di giornalisti, la Squadra<br />

Corse del Club rivelava le sue<br />

intenzioni. Il nuovo sponsor<br />

Mark Collection, una griffe della<br />

moda, consentì il salto di<br />

qualità. Fu acquistata una vera<br />

bisarca all-inclusive rossa<br />

contornata dalla tenda<br />

hospitality dell’Aperol e il parco<br />

macchine era da togliere il fiato:<br />

8 Storie<br />

La F40 del team, con i suoi 400 cavalli selvaggi, vince<br />

1992. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

la Squadra Corse a Vallelunga con i due<br />

piloti Popoff, a destra, e Parasiliti, a<br />

sinistra;<br />

la F40 di Popoff ai box di Vallelunga;<br />

Spatafora, sulla F40 gialla e rossa, in testa<br />

al gruppo delle Supercar GT a Misano.<br />

365 P2 e 275 LM, entrambe del<br />

1964, oltre la 250 GT berlinetta<br />

del 1960. Anche i piloti non<br />

erano da meno. Al riconfermato<br />

Cupellini si aggiunsero <strong>Da</strong>vid<br />

Piper, mancato contadino<br />

dell’Hertfordshire e guida<br />

ufficiale della Ferrari negli anni<br />

’60, Rory Parasiliti, proveniente<br />

dall Formula 3 e noto per la sua<br />

irruenza, e Paolo Lado, già pilota<br />

del Cavallino nelle gare in salita<br />

degli anni ’70. Alla squadra si<br />

aggiunsero dei veri meccanici<br />

professionisti diretti da Renato<br />

Carrera con l’assistenza, in<br />

qualità di P.R., di Franco<br />

Meiners. Il teatro d’azione fu,<br />

ancora una volta, il Campionato<br />

Europeo autostoriche che, grazie<br />

alla partecipazione di bolidi<br />

straordinari (anche dal punto di<br />

vista del valore esagerato) e dalla<br />

presenza di ben due team<br />

fortissimi di Ferrari – quello del<br />

Club e l’altro del velenosissimo<br />

Violati- divenne un vero torneo<br />

spettacolare di competizione,<br />

uno dei migliori anche per<br />

l’interesse dei media ed il calo<br />

delle gare GT. Il paddock del<br />

Club tra l’altro fungeva anche,<br />

in Europa, da punto d’appoggio<br />

logistico e tecnico per vari<br />

concorrenti del Cavallino, in<br />

perfetta sintonia con quanto<br />

previsto dallo statuto. Fu un<br />

abbozzo di quanto la Ferrari sta<br />

facendo ora in modo grande,


la prima edizione del Gran Criterium Supercar GT.<br />

anzi grandissimo, per il proprio<br />

Challenge storico. Nell’Europeo<br />

la spuntò Violati, di pochi punti<br />

sul nostro Piper e con una P2<br />

gemella (o quasi…), Parasiliti fece<br />

grandi numeri con la sua<br />

berlinetta (non solo per i<br />

ripetuti successi ma anche per i<br />

pirotecnici incidenti) e Gianni<br />

Vitali, altro pilota del Club, si<br />

impose nel campionato italiano<br />

autostoriche categoria GTS con<br />

la sua 250 GT Pininfarina.<br />

E venne il 1990, l’anno del<br />

riscatto e della rivincita.<br />

Per la presentazione della<br />

squadra fu scelto il giorno, l’11<br />

aprile, in cui l’Aeronautica<br />

Militare donava alla Ferrari<br />

l’aereo F104S che ancora oggi,<br />

dipinto di rosso, fa bella mostra<br />

di sé in pista a Fiorano. La<br />

sensazione era di un ambiente<br />

molto professionale quando, di<br />

fronte ad oltre 200 invitati e a<br />

tutta la dirigenza Ferrari (Ges<br />

compresa), sfilarono i piloti e le<br />

macchine del Club pronte ad<br />

affrontare una nuova stagione di<br />

gare.<br />

<strong>Le</strong> vetture: 365 P2 del 1964, 365<br />

P del 1965, due 250 berlinetta<br />

del 1960, 275 LM del 1965 e<br />

l’immancabile 250 GT<br />

Pininfarina di Vitali.<br />

I piloti: oltre a Gianni Vitali, che<br />

rivincerà l’”Italiano”, si<br />

ritrovavano <strong>Da</strong>vid Piper, Corrado<br />

Cupellini, Paolo Lado, il riciclato<br />

1993. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

la presentazione della squadra a Fiorano.<br />

<strong>Da</strong> sinistra, Piero Ferrari con i piloti<br />

Sartori, Spatafora e Popoff;<br />

Guido Spatafora a Monza precede<br />

il gruppo di Supercar GT;<br />

la Squadra Corse al Motor Show di Bologna.<br />

Storie 9


L’Europeo Endurance GT con due 348 GTC/LM affidate<br />

1994. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, il team per la “24 Ore”;<br />

un dettaglio di una delle auto impegnate nella<br />

corsa francese; nei box, durante la notte;<br />

la 348 GTC/LM dell’equipaggio spagnolo;<br />

una 348 alla “4 0re” di Spa-Francorchamps.<br />

Franco Meiners (una<br />

rivelazione), Rory Parasiliti, il<br />

belga Michel Oprey e, per alcune<br />

gare, una vecchia conoscenza<br />

degli appassionati di<br />

automobilismo sportivo, Richard<br />

Attwood. L’esaltante<br />

affermazione di Piper nel<br />

Campionato fu l’apoteosi della<br />

Squadra Corse che, a quel<br />

punto, aveva esaurito la sua<br />

missione, il suo compito nelle<br />

Autostoriche.<br />

10 Storie<br />

Era ormai necessario scrivere un<br />

nuovo capitolo nella storia del<br />

team, un capitolo del quale si<br />

potevano intravvedere le prime<br />

righe, con quella F40 che<br />

scalpitava in mano a clienti e<br />

piloti ormai smaniosi di portarla<br />

in pista.<br />

Per strategia aziendale, la<br />

Ferrari fu inizialmente contraria<br />

alla discesa in campo della sua<br />

GT di maggior prestigio.<br />

Inizialmente…<br />

Il 1991 fu una stagione di<br />

transizione ma, nel 1992, Sergio<br />

Peroni, promotore romano di<br />

gare automobilistiche, ebbe<br />

l’intuizione giusta: le “storiche”<br />

dovevano tornare nei musei e<br />

cedere il loro posto in pista alle<br />

“supercar”.<br />

La formula delle competizioni<br />

era indovinata e altamente<br />

spettacolare: due manche sprint,<br />

tiratissime, con somma finale<br />

dei tempi a proclamare il<br />

vincitore.<br />

Porsche e, successivamente,<br />

Jaguar erano disposte a<br />

raccogliere la sfida. E la Ferrari?<br />

La Squadra Corse del F.C.I. era lì,<br />

pronta: si trattava solo di<br />

cambiare auto e meccanici e il<br />

risultato non sarebbe mutato.<br />

Questa era l’idea giusta che, con<br />

la F40, risultò vincente. <strong>Da</strong><br />

subito.<br />

Franco Meiners divenne<br />

direttore sportivo e l’asistenza


a tre piloti professionisti e a un principe. È il 1994.<br />

tecnica affidata al padovano<br />

Adriano Nicodemi, esperto in<br />

Jaguar (!). Il pilota? Rosario<br />

“Rory” Parasiliti da Catania, “le<br />

petit pilote”, come lo<br />

chiamavano sui circuiti francesi<br />

(e non solo), dove dava<br />

spettacolo schizzando in testa al<br />

gruppo e finendo spesso a ruote<br />

all’aria per la troppa foga. Con la<br />

F40 Rory si integrò<br />

Perfettamente andando a<br />

vincere l’ouverture di Monza, il<br />

15 marzo 1992, prima prova del<br />

neonato Gran Criterium<br />

Supercar GT. Dietro di lui, altre<br />

due berlinette del Cavallino,<br />

condotte da Luca Sartori ed<br />

Enrico Casimirri; un’altra,<br />

guidata da Stefano Bucci, si<br />

ritirò per la solita turbina<br />

saltata, unico e vero tallone<br />

d’Achille del potente V8 di<br />

<strong>Maranello</strong>.<br />

Anche se il Campionato fu<br />

un’autentica marcia trionfale<br />

per il piccolo catanese del<br />

Ferrari Club Italia, non fu così<br />

facile come potrebbe sembrare.<br />

Il lotto dei partenti, infatti, si<br />

arricchì presto di nuovi<br />

protagonisti, molti dei quali al<br />

volante della F40, una “belva<br />

selvaggia” che sembrava non<br />

attendere altro che poter uscire<br />

dalla gabbia per sbranare gli<br />

avversari. Già nella gara di<br />

Vallelunga del 29 marzo, ad<br />

esempio, il Club, oltre a poter<br />

1994. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

cambio di pilota alla “6 Ore” di Vallelunga;<br />

il catering di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, magistralmente<br />

gestito dal cuoco “zio” Severino, al centro;<br />

la partenza della “24 Ore” sul circuito<br />

du <strong>Mans</strong>.<br />

Storie 11


contare su una new entry, Pierre<br />

Alexandre Popoff, il toscano<br />

dalla “erre” alla francese, offriva<br />

ospitalità ed appoggio tecnico<br />

sia a “John Wayne”, pseudonimo<br />

da corsa dell’avvocato romano<br />

Marasco con la sua nuova 348<br />

TS gialla, sia al debuttante<br />

Beneventano, su 208 Turbo.<br />

Già in giugno, a conferma del<br />

successo del Gran Criterium,<br />

all’appuntamento di Misano si<br />

potevano contare ben sette F40<br />

12 Storie<br />

(con Guido Spatafora che si era<br />

posto sotto l’ala del team), due<br />

348, una 208 turbo oltre a due<br />

Lotus Esprit ed al solito nugulo<br />

di Porsche Carrera RS.<br />

Il successo finale giunse con una<br />

gara d’anticipo, il 20 giugno al<br />

Mugello, durante l’annuale festa<br />

dei ferraristi e in occasione delle<br />

celebrazioni per il trentennale<br />

della 250 GTO. Quasi un segno<br />

del destino, un passaggio delle<br />

consegne tra la regina<br />

incontrastata delle gare degli<br />

anni ’60 e la nuova berlinetta<br />

turbo di <strong>Maranello</strong>; un vero<br />

trionfo che riportava l’alloro<br />

italiano delle GT in casa Ferrari<br />

dopo anni di attesa. Ad aver<br />

portato la F40 a dominare il<br />

Gran Criterium, Rory Parasiliti,<br />

bravo anche per aver mantenuto<br />

“sana” la propria macchina,<br />

fatta salva la solita morìa di<br />

turbine.<br />

Con il 1993 arrivarono anche<br />

tempi duri per la squadra del<br />

Club. Non per carenza di<br />

preparazione o qualità di piloti e<br />

vetture ma per il fatto che il<br />

grande successo dell’annata<br />

precedente, unito alla<br />

“promozione” a Campionato<br />

italiano venuta dalla<br />

Federazione, invogliò team<br />

professionali (primo fra tutti, il<br />

Jolly Club di Roberto Angiolini) e<br />

squadre semi-ufficiali (come il<br />

team TWR di Tom Walkinshaw,


che portò in corsa le sinuose e<br />

fortissime Jaguar XJ220) ad<br />

iscriversi al “Supercar GT”,<br />

nuova denominazione della<br />

manifestazione della Peroni<br />

Promotion. Inoltre, e forse fu<br />

questa la leva più forte a<br />

spiegare tanto fermento, la<br />

Ferrari si decise a sbloccare la<br />

propria contrarietà con un<br />

intervento, sebbene indiretto,<br />

nelle gare a “ruote coperte”. Lo<br />

comunicò, curiosamente, con<br />

due telefonate, separate da<br />

pochi minuti e ricevute dal<br />

presidente del F.C.I.: prima il<br />

grande capo Luca di<br />

Montezemolo poi Piero Ferrari,<br />

informavano che la Casa,<br />

tramite l’ingegner Amedeo<br />

Felisa, aveva disposto sia di far<br />

omologare una versione racing<br />

della 348, alla cui preparazione<br />

stava lavorando il team di<br />

Giuliano Michelotto, sia di far<br />

approntare alcuni accorgimenti<br />

relativi alle turbine della F40.<br />

Alla fine fu Marco Brand ad<br />

aggiudicarsi il Campionato con<br />

la F40 del Jolly Club; ma alle sue<br />

spalle, dopo lotte serratissime<br />

con le Jaguar, non sfigurarono i<br />

piloti del Club: Guido Spatafora,<br />

il grintoso padovano Luca<br />

Sartori e l’algido Franco-toscano<br />

Pierre Popoff. La zampata del<br />

F.C.I. giunse ugualmente!<br />

A dicembre, fu la suggestiva e<br />

straordinaria cornice del Motor<br />

Una suggestiva immagine della 348<br />

GTC/LM di de Orleans-Saldana<br />

impegnata sul circuito belga di<br />

Spa-Francorchamps alla “4 Ore”.<br />

Storie 13


Show di Bologna ad ospitare<br />

l’ultima sfida dell’anno delle<br />

Supercar GT. <strong>Da</strong>vanti ad un<br />

pubblico enorme, nel primo<br />

raggruppamento si impose<br />

Domenico “Mimmo”<br />

Schiattarella, di provenienza<br />

Formula Indy Ligth americana,<br />

su F40, nel secondo Roland<br />

Asch, che era guida ufficiale<br />

Mercedes nel DTM, su 348 GT<br />

Competizione. Sotto le insegne<br />

del Ferrari Club Italia, entrambi<br />

14 Storie<br />

La F40 preparata da Michelotto sulle specifiche GT/E<br />

1995. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

a Jarama, per la prima prova del<br />

Campionato GT BPR;<br />

Mimmo Schiattarella in azione al Motor<br />

Show di Bologna;<br />

le F40 del team protagoniste sui manifesti<br />

della “1000 Chilometri” di Suzuka e della<br />

prova svedese di Anderstorp.<br />

i piloti diedero autentico<br />

spettacolo.<br />

Significativa la lettera che la<br />

squadra della Stella a tre punte<br />

inviò al F.C.I.: si diceva onorata<br />

che un suo pilota corresse per il<br />

team del Cavallino e, già che<br />

c’era, dava istruzioni sul<br />

training e la dieta del pilota,<br />

forse terrorizzata dai piatti di<br />

tortellini e bollito.<br />

Ma fu il 1994 a rappresentare<br />

forse il punto più alto della<br />

storia della Squadra Corse del<br />

Ferrari Club Italia, l’apoteosi, la<br />

realizzazione di un sogno.<br />

Fu il 10 aprile, in una<br />

conferenza presso il circuito<br />

spagnolo di Jarama, che il Club<br />

rivelò i suoi piani.<br />

Il principale era il debutto nel<br />

Campionato Europeo Endurance<br />

GT gestito dalla BPR (dal nome<br />

dei soci Barth, Peter, Rattel), con<br />

due 348 GTC/LM ufficiali di<br />

Giuliano Michelotto: una iscritta<br />

direttamente per i piloti Oscar<br />

Larrauri (argentino, ex-F1, segni<br />

particolari: velocissimo) e Fabio<br />

Mancini (toscano, campione<br />

italiano Prototipi 2000, grande<br />

“passista”); l’altra, in<br />

coabitazione con il Ferrari Club<br />

Espana, per gli iberici Tomas<br />

Saldana (campione spagnolo GT<br />

su Porsche) e il principe Alfonso<br />

d’Orleans Borbone,<br />

simpaticissimo cugino del re<br />

Juan Carlos.


per un’ultima stagione giocata sui circuiti mondiali.<br />

La squadra così formata poteva<br />

contare, nelle gare di durata<br />

particolarmente impegnative, su<br />

circa cinquanta addetti tra<br />

dirigenti, tecnici, meccanici e<br />

carrozzieri.<br />

Fu una stagione esaltante,<br />

condotta con grande<br />

professionalità e cura, dove si<br />

lottava sempre per le prime<br />

posizioni con le preparatissime<br />

Porsche e le veloci e potenti<br />

Venturi 600 LM.<br />

L’acuto giunse a <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, un<br />

nome, un circuito da far venire i<br />

brividi.<br />

Per la prima volta un Club di<br />

appassionati, perché questo<br />

eravamo, affrontava quella che i<br />

francesi chiamano, in modo<br />

tronfio e secco, “la course”,<br />

come se tutte le altre gare<br />

fossero robetta.<br />

Trecentomila spettatori, oltre<br />

sessanta iscritti e, fra essi, il<br />

piccolo e tenace Ferrari Club<br />

Italia. Ci si sentiva come Asterix<br />

in mezzo alle legioni romane,<br />

come la squadra di calcio di<br />

provincia che si trova a<br />

disputare la finale della<br />

Champion’s <strong>Le</strong>ague, o qualcosa<br />

di simile.<br />

Ma sul petto si portava il<br />

Cavallino di Ferrari ed allora si<br />

doveva fare bella figura.<br />

Ci si preparò meticolosamente.<br />

La squadra si allargò e, sul<br />

circuito della Sarthe, il paddock<br />

1995. <strong>Da</strong> sinistra a destra, in senso orario:<br />

gemellaggio tra Ferrari Club sulle F40 a Suzuka;<br />

nel paddock di <strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>, scambio di opinioni tra<br />

Jean Todt e Gary Ayles, pilota del FCI, sotto lo<br />

sguardo attento di, da sinistra, il cuoco Severino,<br />

il presidente del Club Sergio Cassano, l’autista<br />

Fausto Galimberti;<br />

intervento notturno alla “24 Ore”<br />

Storie 15


del Club, anche grazie al<br />

catering gestito 24 ore su 24 dal<br />

mitico cuoco “zio” Severino,<br />

divenne un punto di riferimento<br />

per tutti i partecipanti, con in<br />

testa un non ancora notissimo<br />

Eddie Irvine.<br />

Come non bastasse, fu<br />

ingaggiato anche un medico, lo<br />

straordinario dottor Ugo<br />

Monsellato, che curò decine di<br />

persone fra le quali anche il<br />

vincitore Baldi, oscurando il pur<br />

efficiente servizio ufficiale del<br />

16 Storie<br />

circuito, tanto che la direzione<br />

della “24 Ore” si sentì in dovere<br />

di complimentarsi per<br />

l’eccezionale organizzazione del<br />

team.<br />

Per arrivare alla gara, la 348 di<br />

Larrauri-Mancini-Gouhier, quella<br />

di punta insomma, si fermò<br />

dopo solo 50 minuti per la<br />

banale fusione di un piccolo<br />

raccordo del carburante,<br />

incidente sul quale è meglio<br />

stendere un velo pietoso. L’auto<br />

gemella di Saldana-De Orleans<br />

Borbone-Villarino giunse<br />

undicesima assoluta,<br />

beneficiando della sostituzione<br />

di quel maledetto tubicino.<br />

Dopo dieci anni, comunque, una<br />

Ferrari tagliava il traguardo di<br />

<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong>;;;e tutto per pura<br />

passione!<br />

Dopo questo exploit passarono<br />

quasi in secondo piano altri<br />

risultati esaltanti, come il<br />

secondo posto assoluto della<br />

solita 348 condotta<br />

dall’equipaggio tutto italiano<br />

Schiattarella-Monti-Mancini alla<br />

“6 Ore” di Vallelunga, o ancora<br />

la vittoria assoluta al Motor<br />

Show di Bologna, sempre di<br />

Schiattarella ma al volante della<br />

F40.<br />

Il 1995 rappresentò il canto del<br />

cigno della Squadra Corse del<br />

Ferrari Club Italia che da<br />

avamposto di “guastatori” si<br />

trasformò in un team, come<br />

dire, di professionisti. Venne<br />

forse a mancare quell’anima<br />

passionale che è la vera linfa di


un Club. Prese in mano il<br />

pallino Luciano Della Noce, con i<br />

propri uomini e – soprattutto –<br />

le proprie vetture, le F40<br />

preparate da Michelotto in base<br />

alle specifiche GT/E. Il Club<br />

divenne una sorta di<br />

fiancheggiatore per una squadra<br />

dalle ambizioni elevatissime, che<br />

si presentò sui circuiti europei,<br />

<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong> compreso, ma anche a<br />

Suzuka, come una grande<br />

armata.<br />

<strong>Le</strong> possibilità c’erano tutte -<br />

dalle vetture, preparatissime, ai<br />

piloti giusti, con i due equipaggi<br />

Della Noce-Olofsson e Monti-<br />

Mancini-Ayles – ma i risultati<br />

furono inferiori alle attese.<br />

Fu così che terminò la bella<br />

storia di un team di<br />

appassionati che, divertendosi<br />

ed impegnandosi a fondo, aveva<br />

voluto dare corpo a un’idea che<br />

sembrava più un sogno e che si<br />

è tradotto in traguardi<br />

importanti, quasi<br />

inimmaginabili.<br />

La Ferrari, per fortuna, ora<br />

primeggia in tutte le categorie,<br />

promuovendo i Challenge e<br />

partecipando con successo alle<br />

più importanti competizioni,<br />

europee e non.<br />

E’ ritornata a interpretare un<br />

ruolo che ha sempre fatto parte<br />

della sua gloriosa storia e che un<br />

manipolo di “esaltati per il<br />

Mito” decise di rinverdire,<br />

uscendo dall’ufficio di Enzo<br />

Ferrari in una luminosa mattina<br />

del marzo 1987.<br />

La F40 dellla Squadra Corse del<br />

Ferrari Club Italia tallonata da<br />

un’identica vettura alla “24 Ore” di<br />

<strong>Le</strong> <strong>Mans</strong> del 1995, l’ultima edizione<br />

della gara francese corsa dal team.<br />

Storie 17


Gli amici del Club I Banca Aletti<br />

Negli Stati<br />

Uniti, paese in<br />

cui sono nati e<br />

hanno il loro<br />

massimo<br />

sviluppo, manca<br />

una precisa<br />

definizione<br />

giuridica del<br />

termine hedge<br />

fund che ne<br />

circoscriva<br />

l'ambito e dia<br />

un'immediata<br />

percezione del<br />

suo significato.<br />

L<br />

a definizione che ci sembra<br />

più appropriata è la<br />

seguente:<br />

«Un hedge fund è uno<br />

strumento di investimento che<br />

fornisce differenti caratteristiche<br />

di rischio/rendimento rispetto<br />

agli investimenti tradizionali in<br />

azioni ed obbligazioni».<br />

Per comprenderne appieno il<br />

significato occorre considerare<br />

in primo luogo che essi<br />

utilizzano delle strategie di<br />

investimento, o stili di gestione,<br />

definite alternative e che non<br />

devono sottostare a particolari<br />

limiti normativi per conseguire<br />

la loro missione: conservare il<br />

capitale ed ottenere un<br />

rendimento positivo con una<br />

bassa volatilità ed<br />

indipendentemente<br />

dall'andamento dei mercati.<br />

<strong>Le</strong> differenze con i fondi comuni<br />

sono molteplici.<br />

- La performance dei fondi<br />

comuni è valutata rispetto ad<br />

un indice di riferimento<br />

(benchmark) e quindi è una<br />

performance relativa. Invece gli<br />

hedge fund cercano di<br />

18 Gli amici del Club<br />

Hedge Fund:<br />

cosa sono<br />

e come operano


foto di Carlo Valsecchi<br />

garantire un ritorno assoluto in<br />

ogni situazione e circostanza,<br />

anche quando gli indici di<br />

mercato sono in discesa: quindi<br />

gli hedge fund non hanno<br />

benchmark, bensì strategie di<br />

investimento differenti.<br />

- I fondi comuni non possono<br />

proteggere i portafogli dai<br />

mercati in declino, ma solo<br />

limitare le perdite vendendo o<br />

rimanendo liquidi. Al<br />

contrario, in caso di mercati in<br />

declino, gli hedge fund possono<br />

utilizzare diverse strategie di<br />

copertura e generare ritorni<br />

positivi. La vendita allo<br />

scoperto apre ai gestori di<br />

hedge fund un universo nuovo<br />

di possibilità di investimento.<br />

Non si è più interessati<br />

all'andamento generale del<br />

mercato, ma all'andamento<br />

relativo di titoli.<br />

- Il rendimento futuro dei fondi<br />

comuni dipende dalla direzione<br />

dei mercati in cui sono<br />

investiti, mentre il rendimento<br />

futuro degli hedge fund tende<br />

ad essere fortemente<br />

indipendente dalla direzione<br />

dei mercati finanziari.<br />

Tendenze recenti del<br />

mercato degli hedge<br />

fund<br />

Negli ultimi anni l'industria<br />

degli hedge fund è cresciuta in<br />

modo straordinario in termini di<br />

patrimonio gestito e di numero<br />

di fondi offerti, ha cambiato<br />

forma in termini di<br />

composizione per le strategie di<br />

Bergamo V.le Papa Giovanni XXIII, 1 – 24100 Bergamo 035 3883027<br />

Bologna Via dell’Indipendenza, 41 – 40121 Bologna 051 2961383<br />

Brescia Via Gramsci, 12/A – 25123 Brescia 030 2817011<br />

Firenze Piazza de' frescobaldi, 4<br />

Genova Via V Dicembre, 3 – 16121 Genova 010 5469801<br />

Milano Via Giulini, 3 – 20100 Milano<br />

Modena Via dei Servi, 5 – 41100 Modena 059 588308<br />

Napoli Via San Carlo, 26 – 80133 Napoli 081 7905301<br />

Novara Via Negroni, 12 – 28100 Novara 0321 396701<br />

Padova Via Ponte Molino, 4<br />

Parma P.le Cervi, 5 – 43100 Parma 0521 237456<br />

Reggio Emilia Via Roma, 6 – 42100 Reggio Emilia 0522 589969<br />

Roma Via Ludovisi, 46 – 00187 Roma 06 420711<br />

Torino P.zza S. Carlo, 196 – 10121 Torino 011 5768301<br />

Udine Via del Carbone, 1<br />

Venezia (Mestre) Via Verdi (ang. Via Rosa) – 30171 Venezia Mestre 041 5060980<br />

Verona Via Zambelli, 26 – 37121 Verona 045 8042980<br />

Verona Corso Porta Nuova, 133 - 37121 Verona 045 8015434<br />

Vicenza Contrà Canove, 9 – 36100 Vicenza 0444 526039<br />

Mantova Prossima apertura<br />

investimento e continua a vivere<br />

profondi cambiamenti.<br />

<strong>Le</strong> strategie di arbitraggio<br />

stanno esaurendo la loro<br />

capacità di generare<br />

performance per il<br />

sovraffollamento di operatori e<br />

sta diminuendo la loro<br />

appetibilità. Mentre le strategie<br />

merger arbitrage o convertible<br />

bond arbitrage stanno soffrendo<br />

per il sovraffollamento di<br />

operatori, che determina il<br />

rapido esaurimento delle<br />

opportunità di mercato, è<br />

altrettanto vero che l'industria<br />

degli hedge fund si sta<br />

velocemente spostando verso<br />

nuove strategie: PIPEs,<br />

erogazione di prestiti, long/short<br />

credit, energy trading, eventi<br />

naturali, long/short equity<br />

settoriali e finanza strutturata.<br />

Allo stesso tempo c'è una<br />

revisione di strategie esistenti da<br />

lungo tempo, come ad esempio<br />

l'immobiliare e l'investimento in<br />

materie prime. Inoltre, ci sono<br />

molte opportunità di<br />

investimento su investimenti<br />

molto poco liquidi, con un<br />

orizzonte temporale tra i 2 ed i<br />

5 anni, oltre i quali si sconfina<br />

nel private equity o nel real<br />

estate. Gli hedge fund di<br />

maggiore successo sono quelli<br />

altamente adattativi.<br />

Aletti Gestielle<br />

Alternative SGR<br />

Nel Gennaio 2002, tra le prime<br />

società in Italia, Aletti Gestielle<br />

Alternative SGR ha cominciato il<br />

collocamento dei suoi fondi di<br />

fondi hedge aventi profili di<br />

rischio/rendimento differenziati<br />

in funzione della clientela<br />

obiettivo.<br />

I fondi di fondi hedge di Aletti<br />

Gestielle Alternative si<br />

caratterizzano per avere:<br />

• un numero massimo di 200<br />

sottoscrittori per fondo,<br />

• un investimento minimo di<br />

500.000 euro,<br />

• un regime fiscale identico a<br />

quello dei fondi ordinari che<br />

prevede attualmente una<br />

tassazione del 12,5% alla fonte<br />

per le persone fisiche e per le<br />

persone giuridiche un credito<br />

d'imposta ai fini dell'IRPEG<br />

pari al 15% sulle plusvalenze<br />

• una quota calcolata<br />

mensilmente<br />

Gli obiettivi che Aletti Gestielle<br />

Alternative intende perseguire<br />

nella gestione dei suoi fondi<br />

sono:<br />

• conservazione del capitale e<br />

protezione nelle fasi di<br />

ribasso,<br />

• rendimento assoluto, cioè<br />

indipendente dall'andamento<br />

dei mercati azionari ed<br />

obbligazionari e<br />

• bassa correlazione sia con i<br />

mercati azionari sia con i<br />

mercati obbligazionari<br />

Tutti i fondi gestiti sono<br />

denominati in euro ed il rischio<br />

di cambio è interamente<br />

coperto.<br />

Gli amici del Club 19


Ferrari Challenge I Vallelunga Mugello Monza<br />

20 Ferrari Challenge<br />

Tutto


ancora da decidere<br />

<strong>Le</strong> ultime tre prove del<br />

Challenge di Vallelunga, Mugello<br />

e Monza hanno riaperto i giochi<br />

di una stagione imprevedibile e<br />

piena di colpi di scena.<br />

In attesa dell’epilogo autunnale,<br />

team e piloti affilano le loro armi<br />

a quattro ruote<br />

Testo<br />

Marco Vitali<br />

Foto<br />

©Ferrari spa/ph. Roberto Viva<br />

state tempo di vacanze,<br />

anche per il Ferrari EChallenge<br />

giunto, con la<br />

tappa di Monza, alla sua quinta<br />

gara stagionale. Dopo cinque<br />

appuntamenti è ancora tutto in<br />

gioco con distacchi che appaiono<br />

colmabili nell’arco di una prova. È<br />

così nel Trofeo Pirelli, dove Andrea<br />

Belluzzi - nonostante abbia colto<br />

cinque vittorie, sprecandone<br />

un’altra quasi certa a Vallelunga -<br />

appare quale favorito nel rush<br />

finale d’autunno anche se dovrà<br />

comunque guardarsi dal ritorno di<br />

Postiglione e Cirò, amici e rivali<br />

alleati nella caccia al notaio<br />

sanmarinese. Identica la situazione<br />

nella Coppa Shell, dove alle vittorie<br />

in serie conquistate da Francescon<br />

nelle prime prove rispondono<br />

Sauto e Prinoth, quasi sempre sul<br />

podio anche quando non vincono,<br />

e lo scatenato Mantovani visto da<br />

Vallelunga in poi. <strong>Le</strong>ggermente<br />

diversa la situazione tra le 360,<br />

dove Bontempelli, grande favorito<br />

alla vigilia della stagione, dopo la<br />

prova di Monza parebbe aver preso<br />

il volo in classifica se non fosse per<br />

Mucelli che, sempre concreto e<br />

puntuale con la vettura di Ineco,<br />

non vuole riporre le proprie<br />

speranze fino a che non sarà la<br />

matematica a dirlo.<br />

Ferrari Challenge 21


Sopra, Belluzzi vincente sul podio di<br />

Vallelunga e mentre scende dalla sua<br />

430 e, sotto, in pole sullo schieramento.<br />

A destra, dall’alto: la 360 di Piva-<br />

Segatori, i controlli prima della corsa,<br />

Nina Jerancic in azione<br />

22 Ferrari Challenge<br />

Vallelunga – 28 maggio<br />

La prima notizia che emerge nel<br />

fine settimana romano è relativa<br />

al cambio di sede delle Finali<br />

Mondiali. Non più Vallelunga,<br />

come annunciato all’inizio della<br />

stagione, ma Monza. Una scelta<br />

quasi obbligata, visto che ai<br />

lavori di ammodernamento del<br />

tracciato con l’inserimento di un<br />

nuovo tratto che ne porta la<br />

lunghezza a quattro chilometri,<br />

non si sono accompagnati ad<br />

oggi interventi importanti per<br />

l’ampliamento del paddock,<br />

condizione fondamentale in<br />

occasione di un avvenimento<br />

rilevante come il grande<br />

happening Ferrari. La due giorni<br />

capitolina regala al Challenge un<br />

nuovo protagonista capace di<br />

conquistare una vittoria ed un<br />

secondo posto e di inserirsi con<br />

caparbietà nella lotta per il<br />

vertice della classifica: Giuseppe<br />

Cirò. Sandro Malucelli - che ha<br />

sempre avuto un fiuto<br />

particolare per scoprire giovani<br />

talenti nel Challenge, come il<br />

figlio Matteo e Michele<br />

Maceratesi, entrambi campioni<br />

nelle ultime stagioni - punta<br />

forte su Cirò, che dimostra di<br />

poter lottare alla pari con<br />

Postiglione, Belluzzi, Santaniello<br />

e Montani, ad oggi i migliori<br />

specialisti del Trofeo Pirelli. Chi<br />

esce da Vallelunga con un<br />

bottino inferiore alle attese è<br />

certamente Belluzzi che, dopo<br />

aver dominato gara 1, nella<br />

seconda frazione, al restart dopo<br />

l’uscita di Papini, ha pagato a<br />

caro prezzo un momento di<br />

disattenzione chiudendo nella<br />

ghiaia della curva Roma una gara<br />

che lo avrebbe potuto lanciare


<strong>Da</strong>ll’alto, in senso antiorario; il gruppo<br />

subito dopo la partenza di gara 2; il<br />

giovane Philippe Baron, ventenne figlio<br />

d’arte; il podio della seconda frazione;<br />

Livio in escursione sul cordolo; un<br />

operatore televisivo.<br />

definitivamente ai vertici della<br />

classifica. Chi ricorderà a lungo il<br />

week-end capitolino è Massimo<br />

Mantovani, il quale giunto alla<br />

sua ottava stagione nel Challenge<br />

si è preso la grande soddisfazione<br />

non solo di dominare la seconda<br />

frazione tra i concorrenti della<br />

Coppa Shell, ma di chiudere<br />

terzo assoluto, appena dietro a<br />

Cirò ed al secondo classificato<br />

Postiglione. Tra le 360, la lotta<br />

per il primato vede sempre<br />

Bontempelli quale protagonista,<br />

mentre Gulinelli - per una volta<br />

al via senza Reichegger - riesce a<br />

contenere la velocità dell’alfiere<br />

di Rossocorsa aggiudicandosi la<br />

vittoria. Passo falso per Mucelli a<br />

causa di problemi elettronici<br />

sulla propria 360, mentre un<br />

Massazza sempre regolare esce<br />

da Vallelunga con due terzi posti.


Sopra, Giraudi con la 430 del team Motor.<br />

Sotto, Fabio Santaniello, sul podio del<br />

Mugello, festeggia il ritorno alla vittoria<br />

con Cirò e Caso. A destra, per fortuna<br />

non sono solo meccanici e piloti a calcare<br />

la corsia dei box...<br />

24 Ferrari Challenge<br />

Con la prova toscana, il Challenge ha<br />

inaugurato le corse “miste”, con 360 e<br />

430 insieme in pista, pur mantenendo<br />

classifiche separate.


Sotto: sembra che stia sussurrando<br />

parole dolci alla macchina di papà il<br />

biondo figlio di Reichegger, magari<br />

per convincerla a correre più delle<br />

altre. Ci riesce solo in parte visto che,<br />

in coppia con Gulinelli, arriverà terzo<br />

in gara2.<br />

A destra: sotto, con la 612 Scaglietti<br />

anche la “safety car” è all’altezza del<br />

prestigio del Challenge; sopra, lavori<br />

in corso ai box: si controlla la<br />

pressione degli pneumatici.<br />

In alto, la 360 di Stefana, come la<br />

sponsorizzazione sottolinea.<br />

Mugello - 18 giugno<br />

Al Mugello, il Challenge tricolore<br />

vive un’altra importante novità.<br />

<strong>Da</strong> questo appuntamento, infatti,<br />

360 e 430 non gareggiano più<br />

separate ma insieme, in una<br />

unica gara, pur continuando ad<br />

essere classificate secondo la<br />

categoria di appartenenza, con la<br />

serie 430 divisa in Coppa Shell e<br />

Trofeo Pirelli. E’ un ulteriore<br />

motivo di spettacolo per la serie<br />

tricolore sempre e comunque<br />

estremamente vivace e dai toni<br />

agonistici forti, esaltati sia da<br />

protagonisti dai volti nuovi sia<br />

dai “soliti noti”. In Toscana, torna<br />

alla ribalta del Challenge Fabio<br />

Santaniello, capace di mettersi<br />

tutti alle spalle con la 430 della<br />

<strong>Maranello</strong> (team con il quale<br />

sfiorò il titolo italiano nel 2003),<br />

dopo una stagione vissuta da<br />

protagonista nel Campionato<br />

Italiano GT 2005 con la Ferrari<br />

575. Con Santaniello, a salire sul<br />

podio di gara 1 nel Trofeo Pirelli<br />

sono Cirò e Caso, mentre<br />

Belluzzi, nei guai con l’assetto<br />

della sua vettura, è solo quarto.<br />

Nella Coppa Shell prosegue il<br />

momento d’oro di Mantovani,<br />

nuovamente vincitore davanti a<br />

Insigne ed ai fratelli Coggiola,<br />

terzi con la vettura di Forza<br />

Service. Bontempelli incamera la<br />

quarta vittoria stagionale con la<br />

360 davanti a Mucelli ed a<br />

Massazza, che sembra essersi<br />

abbonato al terzo gradino del<br />

podio. La seconda frazione vede il<br />

prepotente ritorno di Belluzzi al<br />

successo dopo un grande duello<br />

con il giovane Philippe Baron,<br />

vera sorpresa del week end sul<br />

tracciato toscano. Ottima anche<br />

la prova di Montani e Livio con la<br />

vettura di Rossocorsa, capaci di<br />

conquistare il secondo posto<br />

nelle ultime tornate di gara.<br />

Nella Coppa Shell, Insigne<br />

completa la grande giornata della<br />

<strong>Maranello</strong> regalando al team<br />

condotto da Giorgio Cipolli la<br />

seconda vittoria dopo quella<br />

conquistata da Fabio Santaniello<br />

in mattinata, mentre sul podio<br />

festeggiano Sauto/Prinoth ed il<br />

solito Mantovani. Chi non sorride<br />

al termine di gara 2 è<br />

Bontempelli, sempre velocissimo<br />

con la sua 360 ma frenato da un<br />

“drive-trhough” (per un contatto<br />

con i fratelli Coggiola al volante<br />

di una 430) e da un penaltly (per<br />

essere rientrato ai box per la<br />

sosta regolamentare fuori tempo<br />

massimo). Ad approfittare della<br />

gara poco fortunata del pilota di<br />

Rossocorsa è Mucelli che, solo in<br />

volata, riesce ad avere ragione di<br />

Massazza - sempre a suo agio sul<br />

tracciato toscano- e di<br />

Reichegger, terzo in coppia con<br />

Gulinelli.<br />

Ferrari Challenge 25


Monza – 9 luglio<br />

Nove luglio duemilasei. Una<br />

data importante, che trasmette<br />

emozione. E’ il giorno della<br />

finale dei campionati del mondo<br />

di calcio (…e sappiamo tutti<br />

come è andata a finire). A Monza<br />

va in onda un fine settimana<br />

ricco di gare grazie al doppio<br />

appuntamento con le serie<br />

italiana ed europea del Ferrari<br />

Challenge ed alle gare del<br />

Campionato Italiano GT. Sembra<br />

un’anticipazione delle Finali<br />

Mondiali, con un paddock<br />

gremito di appassionati attratti<br />

dalle quasi cento Ferrari pronte<br />

a scendere un pista. E’ ancora<br />

Andrea Belluzzi, con la vettura<br />

della Motor, a dettare legge nel<br />

Trofeo Pirelli. La sua cavalcata<br />

non trova ostacoli e solo<br />

Postiglione con la 430 di Stile F<br />

riesce a non farsi distanziare<br />

troppo dal leader del Trofeo, con<br />

Cirò che chiude al terzo posto.<br />

Grande la prova di<br />

Ferroni/Cappelletti, vincitori<br />

nella Coppa Shell con la vettura<br />

di Rossocorsa/Pellin e giunti<br />

sotto la bandiera a scacchi al<br />

quinto posto assoluto davanti a<br />

numerosi protagonisti del<br />

Trofeo Pirelli. Tra le 360,<br />

Bontempelli e Massazza con le<br />

vetture di Rossocorsa regalano<br />

uno splendido uno-due a Gigi<br />

Gai, proprio nel giorno in cui il<br />

figlio di quest’ultimo, Stefano, fa<br />

il proprio debutto nel Ferrari<br />

Challenge con una 360 del team<br />

di famiglia. Se la prima frazione<br />

non regala grossi colpi di scena,<br />

26 Ferrari Challenge<br />

le emozioni nella seconda gara<br />

si accendono già al semaforo<br />

verde. Scatta in testa Montani<br />

con la gialla 430 di Rossocorsa,<br />

ma già alla staccata della<br />

variante Ascari si registra il<br />

primo colpo di scena: Belluzzi<br />

tenta di scavalcare subito<br />

Giraudi, ma la sua entrata un<br />

po’ allegra manda in testa-coda<br />

il pilota di Malucelli. Montani<br />

già al secondo giro rallenta<br />

visibilmente l’andatura a causa<br />

di una panne elettronica e si<br />

ritira, mentre Postiglione tenta<br />

Monza. Qui a destra, con la 430 di<br />

Rossocorsa, ottimo quinto posto di<br />

Cappelletti-Ferranti. <strong>Da</strong> sopra, in senso<br />

orario: la slovena Nina Jerancic;<br />

Massimo Mantovani mantiene la quinta<br />

piazza nella Coppa Shell 430;<br />

Postiglione, secondo in gara1 e primo in<br />

gara2; per il leader del Trofeo Pirelli<br />

Belluzzi, un’altra vittoria sul circuito<br />

brianzolo; sul podio di gara2, Mucelli,<br />

Massazza e Bontempelli brindano a<br />

modo loro; la classica bagarre che anima<br />

il passaggio delle auto alla prima<br />

variante.


di liberarsi dalla marcatura di<br />

Cirò. Con Belluzzi costretto allo<br />

“stop & go”, in testa i giochi<br />

sono presto fatti con Postiglione<br />

che torna sul gradino più alto<br />

del podio davanti a Cirò e<br />

Santaniello, mentre nella Coppa<br />

Shell è Giorgio Sernagiotto, al<br />

rientro con la 430 della Motor,<br />

a cogliere un meritato successo<br />

davanti a Sauto/Prinoth e a<br />

Vanni Campari. Bontempelli,<br />

con la 360, si concede il bis<br />

proprio sul tracciato di casa,<br />

dilatando il margine in<br />

classifica generale sul secondo,<br />

Mucelli, che a Monza non va<br />

oltre due terzi posti, mentre<br />

Massazza chiude la giornata<br />

monzese nuovamente sul<br />

secondo gradino del podio.<br />

<strong>Le</strong> Classifiche Ferrari Challenge dopo Monza<br />

Trofeo Pirelli – F430<br />

Belluzzi Andrea 159<br />

Cirò Giuseppe 133<br />

Postiglione Vito 126<br />

Livio Stefano 99<br />

Montani Sandro 99<br />

Coppa Shell – F430<br />

Prinoth Erich 143<br />

Sauto Francesco 143<br />

Francescon Cristian 127<br />

Mantovani Massimo 124<br />

Cappelletti Giovanni 83<br />

Ferroni Emilio 83<br />

Trofeo Pirelli – F360<br />

Bontempelli Lorenzo 177<br />

Mucelli Sandro 139<br />

Massazza Giorgio 112<br />

Jerancic Nina 88<br />

Gulinelli Giovanni 72<br />

Coppa Concessionarie<br />

Rossocorsa 447<br />

Motor 331<br />

Ineco 330<br />

Stile F 256<br />

<strong>Maranello</strong> 185<br />

Ferrari Challenge 27


Piaceri esclusivi I F1 Paddock Club<br />

Vado al massimo<br />

28 Piaceri esclusivi<br />

Testo<br />

Thomas J. Forsyte<br />

Foto<br />

© Ferrari spa<br />

P<br />

er vivere un Gran Premio<br />

da protagonista non è<br />

necessario arrivare in<br />

circuito con l’elicottero,<br />

indossare tuta e casco,<br />

partecipare - nell’ordine - a<br />

briefing, prove libere, qualifiche<br />

e gara. <strong>Da</strong>ll’inizio degli anni ‘90<br />

esiste l’F1 Paddock Club,<br />

un’iniziativa nata dalla Allsport<br />

management del decano Pat<br />

McNelly, una delle società che<br />

ruotano intorno<br />

all’organizzazione creata da<br />

Bernie Ecclestone per gestire il<br />

circus della F1. Paddock Club è<br />

una specie di “villaggio”<br />

esclusivo, di solito posizionato<br />

nella stessa struttura dei box,<br />

come a Monza, o nelle<br />

immediate vicinanze, come a<br />

Spa Francorchamp, dove i team<br />

della Formula 1 dispongono di<br />

un’area che gestiscono<br />

direttamente, ad esempio a<br />

favore degli sponsor o, come<br />

succede per la Ferrari, anche dei<br />

clienti. La promessa è di vivere<br />

un intero fine settimana a<br />

stretto contatto con la squadra,<br />

dividendo le emozioni e le gioie<br />

con i piloti, i tecnici, i manager.


Una stretta di mano a Schumacher prima della gara? Due chiacchiere<br />

con Todt sulle strategie del GP? Tutto normale, al F1 Paddock Club<br />

Cibi ed incontri esclusivi nell’area del<br />

Ferrari F1 Club all’interno del Paddock<br />

Club. In alto e a sinistra, al centro, due<br />

ospiti si intrattengono con Jean Todt e<br />

Michael Schumacher. Qui sopra, il cuoco<br />

offre una raffinata cucina internazionale.<br />

Piaceri esclusivi 29


30 Piaceri esclusivi<br />

Una promessa che il Ferrari F1<br />

Club, che gestisce l’area<br />

hospitality del Cavallino,<br />

mantiene su tutti i circuiti del<br />

Mondiale: “Ospitiamo<br />

mediamente 200 clienti ad ogni<br />

Gran Premio – dice Carla<br />

Santandrea, responsabile del<br />

Ferrari F1 Club – con affluenze<br />

anche maggiori a seconda delle<br />

gare. A Monza, ad esempio,<br />

aspettiamo 450 persone ma il<br />

record assoluto resta ancora, ad<br />

oggi, il primo GP della Cina del<br />

2004, quando la nostra area<br />

accolse 600 tra clienti, ospiti e<br />

personalità”. Acquistando il<br />

pacchetto completo, il cliente<br />

(“soprattutto americano e<br />

tedesco, oltre che giapponese,<br />

per il GP di casa”) ha l’accesso al<br />

Club per i tre giorni<br />

dell’happening sportivo, dal<br />

venerdì, giorno delle prove<br />

libere, alla domenica di gara.<br />

Preso in consegna all’ingresso<br />

dell’autodromo, partono una<br />

serie di iniziative che<br />

consentono all’ospite di vivere<br />

da vicino un’esperienza<br />

indimenticabile a base di<br />

incontri con i protagonisti, visite<br />

ai box e una posizione<br />

privilegiata da cui godersi la<br />

gara: “La Ferrari ha un<br />

programma piuttosto vario da<br />

proporre agli ospiti, incentrato<br />

sul contatto diretto con i piloti -<br />

solitamente Massa il sabato,<br />

dopo le prove, e Schumacher,<br />

con Todt, la domenica - e il team<br />

manager, il venerdì. Per vedere<br />

da vicino le monoposto e il<br />

lavoro dei tecnici, sono<br />

Qualche domanda a Felipe Massa da<br />

Nigel Wollheim, dell’ufficio stampa<br />

Ferrari F1. I temi d’interesse più<br />

frequenti sono quelli relativi alla guida<br />

mentre alle curiosità meccaniche<br />

rispondono i tecnici del team,che di<br />

solito intervengono il venerdì (a sinistra).


organizzate visite al box Ferrari<br />

e, a livello più generale, due ‘pit<br />

walk about’, specie di<br />

passeggiate sulla pit-lane<br />

passando davanti alle postazioni<br />

di tutti i team impegnati nel<br />

Gran Premio” spiega<br />

Santandrea. L’incontro con i<br />

piloti è sicuramente il momento<br />

più emozionante, quello dove si<br />

può vedere ed ascoltare<br />

direttamente un commento<br />

sulle prove, sulle caratteristiche<br />

della pista ed anche entrare in<br />

dettagli più personali, come<br />

quelli relativi alla propria<br />

esperienza nel team, alla<br />

preparazione fisica, alla dieta. A<br />

condurre questa specie di<br />

chiacchierata è un responsabile<br />

dell’ufficio stampa Ferrari o, a<br />

volte, un giornalista della TV o<br />

della carta stampata. All’interno<br />

dell’area, l’ospite è coccolato per<br />

tutto il giorno, con il breakfast<br />

con cui viene accolto al suo<br />

arrivo mattutino, la colazione<br />

innaffiata di champagne e un<br />

accurato servizio bar, aperto<br />

ininterrottamente. Fuori dallo<br />

spazio Ferrari - arredato con<br />

pannelli rossi, dello stesso colore<br />

delle famose sedie rivestite in<br />

pelle -c’è una zona comune a<br />

tutti i team, la così detta<br />

“garden area”, dove Allsport<br />

propone una pasticceria<br />

organizzata da Demel, famoso<br />

artigiano dolciario austriaco, che<br />

offre delicatessen freschissime,<br />

prodotte sul momento.<br />

Completano l’area, spesso<br />

vivacizzata da band di musica<br />

Piaceri esclusivi 31


Il Paddock Club si avvale di un catering<br />

austriaco di altissima qualità. Oltre ad<br />

una pasticceria organizzata da Demel, un<br />

open bar ed altri servizi contribuiscono a<br />

rendere più piacevoli agli ospiti le<br />

giornate dei Gran Premi.<br />

32 Piaceri esclusivi<br />

jazz, anche una serie di servizi<br />

VIP offerti, di volta in volta, dal<br />

massaggiatore, dal parrucchiere,<br />

dal truccatore. “Il cliente del<br />

Paddock Club non ha modo di<br />

annoiarsi – dice Carla<br />

Santandrea -: durante il giorno<br />

organizziamo anche simpatici<br />

giochi a premi con i quali<br />

distribuiamo altri regali, oltre<br />

alle felpe, maglie e cappellini<br />

che gli ospiti ricevono nei tre<br />

giorni in circuito”. Per<br />

acquistare il pacchetto del weekend,<br />

ci si può rivolgere al<br />

concessionario Ferrari (all’estero<br />

all’importatore) o, in caso di<br />

necessità, fare riferimento al


Ferrari Owners’ Site,<br />

all’indirizzo<br />

www.owners.ferrari.com. Per<br />

accaparrarsi i tre biglietti che<br />

danno l’accesso al Club in<br />

ognuno dei giorni del Gran<br />

Premio, non c’è un limite di<br />

tempo se non quello legato alla<br />

disponibilità di posti (per la gara<br />

di Monza, ad esempio, erano già<br />

esauriti alla fine di giugno…). E,<br />

se non c’è modo di spedirli al<br />

recapito del cliente dell’ultimo<br />

minuto, non c’è problema:<br />

vengono resi disponibili<br />

direttamente alla reception<br />

dell’albergo. Un vero servizio da<br />

VIP, a 360 gradi!<br />

Piaceri esclusivi 33


Motori I B come Boxer3 litri<br />

Quando il 12 cilindri<br />

Una origine aeronautica e<br />

precedenti illustri per uno dei<br />

più straordinari motori<br />

progettati e costruiti a <strong>Maranello</strong><br />

34 Motori<br />

Testo<br />

Paolo Marasca<br />

Foto<br />

Piemme Communication


era piatto<br />

La 312 B di Jackie Ickx a Brands Hatch,<br />

in testa al Gran Premio di Gran Bretagna<br />

del 1970. La corsa del pilota belga<br />

durerà però solo sei giri, bloccata da un<br />

problema al differenziale.<br />

Motori 35


La Ferrari 312 PB di Arturo Merzario<br />

in azione a Spa-Francorchamps<br />

durante una “1000<br />

Chilometri”disputata, come molte<br />

delle corse sul circuito belga, sotto<br />

una pioggia battente.<br />

36 Motori<br />

8 MONDIALI IN 11 ANNI<br />

Il V-12 di 180° e 3 litri Ferrari ha corso per 11 anni, dal<br />

1970 al 1980, su due famiglie di monoposto F1 e una di<br />

Sport-Prototipo. La prime monoposto 312 B hanno<br />

debuttato nel 1970 e corso fino al 1974, evolvendosi in 312<br />

B2 e 312 B3. Nessun titolo mondiale in questi cinque anni,<br />

ma la vittoria in 10 GP su 62. La seconda famiglia di<br />

monoposto, la 312 T, aveva il cambio montato<br />

trasversalmente (la T della sigla). Debuttò nel 1975 e corse<br />

fino al 1980, con quattro evoluzioni: la T2 del ‘76, la T3 del<br />

‘78, la T4 del ‘79 e la T5 dell’80. Sette i titoli mondiali<br />

conquistati, di cui tre Piloti (Lauda nel ‘75 e ‘77; Scheckter<br />

nel ‘79) e quattro Costruttori (‘75, ‘76, ‘77 e ’79) con 27 GP<br />

vinti su 91 disputati. <strong>Le</strong> Sport-Prototipo equipaggiate con<br />

una versione speciale del 3 litri boxer, meno esasperata e<br />

potente, sono state la 312 PB del 1971 e le due successive<br />

versioni del ‘72 e ’73. Nel loro palmarès, un titolo mondiale<br />

conquistato nel 1972 e 12 successi su 27 gare.<br />

N<br />

ella storia sportiva della<br />

Ferrari, i successi sono<br />

stati legati a famiglie di<br />

motori plurifrazionati che<br />

hanno caratterizzato addirittura<br />

interi periodi, spesso<br />

identificando, nell’immaginario<br />

collettivo, i valori stessi del<br />

Cavallino rampante. Un esempio<br />

su tutti è il “12 cilindri” Ferrari,<br />

diventato un simbolo che<br />

trasmette messaggi emozionali<br />

(il rombo, la potenza) più che<br />

tecnici (la cilindrata e le<br />

specifiche). Prima dell’avvento<br />

dell’attuale V-8 di 2,4 litri di 90°<br />

che equipaggia le 248/F1 di<br />

Michael Schumacher e di Felipe<br />

Massa, le monoposto di Formula<br />

1 di <strong>Maranello</strong> montavano il<br />

poderoso V-10 di 3 litri, la cui<br />

architettura è oscillata dai 75°<br />

iniziali del 1996 ai 100°<br />

introdotti nel 2001. Un motore<br />

che, nei suoi 10 anni di vita<br />

sportiva, ha consentito alla<br />

Ferrari di vincere 11 titoli<br />

mondiali, di cui 6 per costruttori<br />

e 5 per conduttori. Ma c’è stato<br />

un altro propulsore di 3 litri di<br />

<strong>Maranello</strong> che ha caratterizzato,<br />

negli anni Settanta, un altro<br />

intero decennio di corse<br />

automobilistiche. Un motore che<br />

ha fatto la storia della Formula 1<br />

come il V-10 plurititolato di<br />

Schumacher, vincendo Gran<br />

Premi e mondiali con tre<br />

differenti tipi di vetture da corsa<br />

- due monoposto di Formula 1 e<br />

una Sport-Prototipo - per poi<br />

trovare, come tutti i motori di<br />

successo del Cavallino, una<br />

seconda vita sulle berlinette<br />

Gran Turismo di serie. Un<br />

motore con una storia tecnica<br />

curiosa e singolare, con una<br />

strana matrice di origine<br />

aeronautica.<br />

E’ il 1969 e il V-12 di 3 litri di<br />

60° della 312/F1 e della 312/P è<br />

al culmine della sua evoluzione<br />

tecnica e, dopo quattro anni di


vita sportiva, i segni del tempo<br />

incidono sul suo sviluppo,<br />

nonostante l’adozione di una<br />

nuova testata a 4 valvole per<br />

cilindro che ne porta la potenza<br />

da 390 CV a 10000 giri/min (la<br />

versione a 3 valvole del 1966)<br />

fino ai 436 CV a 11000<br />

giri/mindel 1969. I Gran Premi e<br />

le corse di durata stanno<br />

cambiando rapidamente e<br />

<strong>Maranello</strong> ha assoluto bisogno<br />

di una nuova arma vincente, che<br />

consenta ai suoi bolidi rossi di<br />

battersi ad armi pari con il Ford-<br />

Cosworth DFV, il V-8 di 3 litri di<br />

90° progettato da Mike Costin e<br />

da Keith Duckworth, i padri<br />

della moderna Formula 1.<br />

<strong>Da</strong>l suo studio di <strong>Maranello</strong>,<br />

Enzo Ferrari tuona contro<br />

l’efficientissimo motore inglese,<br />

colpevole, secondo lui, di avere<br />

trasforrmato i Gran Premi in un<br />

campionato monomarca, dove<br />

tutti i costruttori (ma il Drake li<br />

definisce con sufficienza<br />

“assemblatori” e “garagisti”)<br />

realizzano monoposto con uno<br />

standard costruttivo quasi di<br />

serie: un telaio monoscocca, il V-<br />

8 Ford Cosworth DFV e un<br />

cambio di velocità Hewland a 5<br />

rapporti. Enzo Ferrari vuole<br />

ritornare a vincere e decide, una<br />

volta di più, di fare di testa sua,<br />

anche perché l’esperimento di<br />

dedicarsi solamente alle<br />

monoposto di formula, tentato<br />

nel 1968 su suggerimento dei<br />

tecnici più fidati del Reparto<br />

Corse, non ha dato i risultati di<br />

predominio che i suoi ingegneri<br />

gli avevano assicurato. Via<br />

libera, dunque, a una nuova<br />

monoposto di Formula 1 e a una<br />

nuova grande vettura per le<br />

corse di durata, una Sport di 5<br />

litri, la 512/S. Se per la Sport la<br />

scelta del motore è tradizionale,<br />

un V-12 di 60°, quella del<br />

propulsore per la Formula 1 è<br />

del tutto insolita. Viene<br />

abbandonata l’architettura a V<br />

stretta di 60°, che per anni ha<br />

caratterizzato le vetture da Gran<br />

Premio e le biposto da durata di<br />

<strong>Maranello</strong>, oltre che le Gran<br />

Turismo di serie. Il nuovo 3 litri,<br />

oltre ad avere una V molto larga<br />

(180°), è un superquadro (78,5 x<br />

51,5 mm di alesaggio e corsa),<br />

molto compatto (solamente 4<br />

cuscinetti di banco) e leggero<br />

(145 chili). Due bancate di 6<br />

cilindri contrapposte, 2 alberi a<br />

camme in testa, con comando a<br />

catena e distribuzione ancora<br />

plurivalvole (4 per cilindro).<br />

Ispirato concettualmente al V-12<br />

di 1,5 litri della 512/F1 che aveva<br />

corso in Formula 1 dal 1964 al<br />

1965, il propulsore ha però più<br />

punti di contatto col V-12 di 2<br />

litri di 180°, realizzato per la<br />

212/E del Campionato Europeo<br />

della Montagna del 1969, che<br />

non con il capostipite della<br />

famiglia, che aveva 7 supporti di<br />

banco.<br />

Il motore piatto non è però una<br />

novità tecnica assoluta nella<br />

storia della corse. Proprio nel<br />

1969, anno di costruzione della<br />

312/B di Formula 1 (la sigla della<br />

prima monoposto Ferrari<br />

azionata dal V-12 di 3-litri di<br />

180°, la cui serie andrà dal 1970<br />

al 1974, mentre la seconda<br />

famiglia, contraddistinta dalla<br />

lettera T che indica il cambio<br />

La 312 B2 in azione pilotata da Jackie<br />

Ickx. Appendice aerodinamica vistosa,<br />

i “baffi” anteriori carenati avevano il<br />

compito di aumentare la velocità<br />

massima sui circuiti molto veloci.<br />

DA 460 A 515 CV<br />

Nei suoi 11 anni di vita sportiva, il V-12 di 3 litri di 180° ha avuto una continua evoluzione<br />

tecnica, che l’ha portato dai 460 CV a 12000 giri/min della 312 B del 1970 ai 515 CV a 12300<br />

giri/min della 312 T5 del 1980. Ferme restando le sue caratteristiche tecniche principali, di<br />

cui abbiamo già parlato nell’articolo, l’evoluzione più importante ha riguardato il rapporto<br />

di compressione (passato da 11,8:1 del primo anno a 11,5:1 della 312 B2 del 1971 e poi<br />

rimasto invariato). L’alimentazione era a iniezione indiretta Lucas, l’accensione singola<br />

(Dinoplex) e il raffreddamento ad acqua. Frizione multidisco e<br />

cambio a 5 rapporti, in blocco col differenziale. Con l’avvento<br />

della 312 T, il cambio trasversale (davanti all’assale posteriore) è<br />

in blocco con il motore. Il telaio era monoscocca, lo schema delle<br />

sospensioni - pressoché invariato nel tempo – prevedeva 4 ruote<br />

indipendenti; quadrilateri deformabili, molle/ammortizzatori<br />

entrobordo all’avantreno; quadrilateri deformabili, puntoni,<br />

molle elicoidali, ammortizzatori telescopici al retrotreno. Freni a<br />

disco e sterzo a cremagliera. Il boxer per le corse di durata delle<br />

312 PB sviluppava 450 CV a 11000 giri/min; il rapporto di compressione<br />

aveva un valore di 11,5:1.<br />

Motori 37


trasversale, andrà dal 1975 al<br />

1980), la Porsche fa debuttare<br />

nelle corse di durata la 917, una<br />

potente Sport da 520 Cv,<br />

azionata da un V-12 di 4,5 litri<br />

di 180°. Più indietro nel tempo,<br />

la Cisitalia aveva realizzato nel<br />

1947 una vettura da Gran<br />

premio, la 360, equipaggiata da<br />

un V-12 di 1,5 litri di 180°<br />

ideato dalla Porsche, che aveva<br />

ceduto il progetto. E, prima<br />

ancora, nel 1939, l’Alfa Romeo<br />

aveva utilizzato un’architettura<br />

plurifrazionata di 180° sulla<br />

512, una monoposto da Gran<br />

Premio. A <strong>Maranello</strong> il V-12<br />

piatto di 3 litri comincia a essere<br />

chiamato “boxer”, soprattutto<br />

da Enzo Ferrari, a cui piace quel<br />

nome inglese che significa<br />

“pugilatore”, a indicare il<br />

movimento, diretto e<br />

38 Motori<br />

orizzontale, dei guantoni da<br />

boxe indossati da chi pratica la<br />

noble art. Ma il nuovo<br />

propulsore della Ferrari non è<br />

una vera unità boxer, ma un<br />

motore a cilindri contrapposti.<br />

Infatti nei veri motori boxer<br />

ogni cilindro ha due pistoni che<br />

scorrono in direzioni opposte,<br />

uno contro l’altro e dall’interno<br />

verso l’esterno, con un<br />

movimento simile a quello di<br />

due pugili che si tirano colpi. Al<br />

contrario, nei motori a cilindri<br />

contrapposti di 180° i pistoni,<br />

anche se sono posizionati su lati<br />

opposti rispetto all’albero<br />

motore, si muovono in maniera<br />

sincronizzata e non uno contro<br />

l’altro. Quanto alle origini<br />

aeronautiche del motore, la<br />

Ferrari aveva avuto - dopo la<br />

metà degli anni Sessanta, alla<br />

fine della guerra con la Ford<br />

nelle corse di durata, quando la<br />

sua fama era al culmine negli<br />

Stati Uniti - una particolare<br />

richiesta da parte di una grande<br />

compagnia aerea americana.<br />

L’azienda, che stava studiando<br />

un nuovo tipo di aereo, aveva<br />

proposto a <strong>Maranello</strong> di<br />

progettare un motore di<br />

spessore ridotto, in grado di<br />

essere alloggiato nelle ali del<br />

velivolo. La Ferrari studiò un<br />

propulsore che prendeva lo<br />

spunto dal V-12 piatto della<br />

512/F1 del 1964, ma poi non se<br />

ne fece più nulla.Complesso e<br />

difficile, il tema dell’architettura<br />

di 180° viene affrontato e svolto<br />

da <strong>Maranello</strong> in maniera<br />

fortemente innovativa, con<br />

soluzioni tecniche<br />

d’avanguardia. Nella Formula 1<br />

degli anni Settanta<br />

l’aerodinamica non ha più<br />

un’importanza secondaria come<br />

nella prima metà del decennio<br />

precedente, quando le<br />

monoposto erano praticamente<br />

tutte uguali, con una carrozzeria<br />

a forma di sigaro che era poco<br />

più di un contenitore metallico<br />

per gli organi vitali delle vetture.<br />

I 3 litri di cilindrata impongono<br />

un’aerodinamica di dimensioni<br />

maggiori, determinata anche<br />

dalle nuove generazioni di<br />

pneumatici a fianchi larghi, il<br />

cui studio è essenziale per la<br />

ricerca delle prestazioni. Il V-12<br />

di 180° della Ferrari è un<br />

motore progettato per<br />

concentrare il più in basso<br />

possibile il maggior numero di<br />

masse non sospese, in modo da<br />

ridurre al massimo il momento


<strong>Da</strong> destra, in senso orario:<br />

Jackie Ickx al Gran Premio di Monaco del<br />

1972 sulla 312 B2. Nonostante la pioggia,<br />

tradizionale alleata del belga, la corsa è<br />

sfortunata;<br />

i meccanici Ferrari lavorano alla 312 B di<br />

Ickx, durante le prove del G.P.<br />

monegasco del 1970;<br />

1970, la 312 B di Clay Regazzoni vince a<br />

Monza il gran Premio d’Italia;<br />

Ickx vola verso il suo primo successo<br />

sulla pista austriaca di Zeltweg nel G.P.<br />

del ‘70. Il belga si ripeterà anche in<br />

Canada e in Messico, con un finale di<br />

stagione travolgente. Ma il titolo<br />

mondiale andrà a Rindt, ad honorem,<br />

dopo la scomparsa del campione<br />

austriaco avvenuta a Monza;<br />

la 312 PB numero 85 di Jackie Ickx sulla<br />

pista americana di Watkins Glen, in<br />

occasione della “6 Ore”;<br />

ancora Ickx con la 312/PB al Karussel,<br />

una delle curve più impegnative del<br />

vecchio Nürburgring, durante la “1000<br />

Chilometri” tedesca del 1972.<br />

Il belga vincerà in coppia con Brian<br />

Redman, bissando il successo della<br />

“1000 Chilometri” di Monza.<br />

Motori 39


Qui sopra, la 512 TR, seconda evoluzione della Testarossa. In alto, la 512 BB<br />

23 ANNI IN PRODUZIONE<br />

La prima Ferrari stradale a montare il motore V-12 a 180°<br />

di 4,4 litri è la 365 GT4 BB (Berlinetta Boxer), presentata al<br />

Salone di Ginevra del 1973 e capace di 380 CV a 7200<br />

giri/min. Tre anni dopo, al Salone di Parigi del 1976,<br />

debutta la 512 BB, con la cilindrata portata a 5 litri.<br />

Nel 1981 l’adozione dell’iniezione meccanica dà vita<br />

alla 512i BB. La svolta al Salone di Parigi del 1984, con la<br />

Testarossa, il cui 5 litri a quattro valvole per cilindro,<br />

nonostante tutte le restrizioni legislative comprese quelle<br />

USA, sviluppa ben 390 CV a 6300 giri/min. Nel 1992 segue<br />

una prima evoluzione con la 512 TR. Dieci anni più tardi,<br />

sempre a Parigi, Ferrari presenta l’ultimo modello<br />

stradale azionato da un motore boxer da 5 litri, la F 512 M,<br />

440 CV a 8750 giri/min.<br />

40 Motori<br />

polare di inerzia e di fornire allo<br />

stesso tempo la migliore<br />

penetrazione aerodinamica.<br />

Pensata come un insieme di 3<br />

parti, ognuna composta da 4<br />

cilindri, la nuova unità di<br />

<strong>Maranello</strong> riduce di molto i<br />

fenomeni di risonanza che si<br />

formano all’interno del blocco<br />

dei cilindri, come conseguenza<br />

delle onde di pressione in<br />

tensione innescate dal<br />

movimento dei pistoni.<br />

L’architettura piatta consente di<br />

realizzare un motore leggero,<br />

che pesa 11 chili di meno del V-8<br />

Ford Cosworth DFV (i cui 156 kg<br />

erano considerati all’epoca un<br />

limite difficilmente superabile) e<br />

addirittura 36 di meno<br />

dell’ultimo V-12 Ferrari di 60°. Il<br />

contenimento del peso è reso<br />

possibile dall’introduzione di<br />

materiali speciali. (acciai bianchi<br />

in lega leggera, alluminio,<br />

titanio), usati soprattutto negli<br />

alberi a camme, nel blocco dei<br />

cilindri e nelle teste. Il centro di<br />

gravità è più basso, il numero<br />

dei componenti è minore e<br />

quindi anche le perdite di<br />

potenza diminuiscono. La V<br />

larga consente regimi di<br />

rotazione considerevolmente più<br />

alti di quelli dei 12 cilindri a V<br />

stretta, con un notevole<br />

aumento di potenza. Al banco<br />

prova il regime massimo di<br />

rotazione è talmente alto che<br />

l’albero a gomito non resiste alle<br />

sollecitazioni e si scheggia. Il<br />

problema viene risolto trovando<br />

una speciale lega a base di<br />

argento, terre rare e torio negli<br />

Stati Uniti, grazie alle<br />

conoscenze che la Fiat ha nel<br />

mondo dell’industria americana.<br />

Un aiuto importante, che<br />

scaturisce dal nuovo rapporto<br />

che, dal 21 giugno 1969, lega il<br />

Cavallino l’azienda torinese. Non<br />

più una semplice<br />

“collaborazione tecnica”, ma<br />

una vera e propria<br />

“compartecipazione paritaria”,<br />

con la quale la più grande<br />

industria automobilistica<br />

italiana entra nel capitale<br />

societario della Ferrari con una<br />

quota del 50 per cento. Ma c’è<br />

anche la Pirelli, che aiuta<br />

<strong>Maranello</strong> a rendere affidabile il<br />

nuovo 12 cilindri piatto. Il<br />

costruttore milanese di<br />

pneumatici realizza infatti, sulla<br />

base di un progetto dei tecnici<br />

del Reparto Corse della Ferrari,<br />

uno speciale giunto in gomma<br />

che, posizionato tra albero<br />

motore e volano, ha il compito<br />

di diminuire lo stress torsionale<br />

che si manifesta nell’albero, una<br />

delle cause principali di perdita<br />

di potenza. Quanto alla<br />

distribuzione, lo schema è<br />

rivoluzionario nella sua<br />

semplicità: ingranaggi grandi,<br />

montati su dispositivi a rulli, e<br />

valvole inclinate di 25°.<br />

L’angolazione delle valvole è<br />

funzionale alla camera di<br />

scoppio poliemiesferica, ancora<br />

più evoluta rispetto a quella<br />

introdotta per la prima volta su<br />

una Dino Sport-Prototipo di 2<br />

litri per una gara del<br />

Campionato Europeo della<br />

Montagna del 1966 e poi<br />

montata sulla 312/F1 a partire<br />

dal Gran Premio d’Italia dello<br />

stesso anno, nella versione a 3<br />

valvole per cilindro. Una camera<br />

di scoppio più piatta, con<br />

minore spazio per le valvole, che<br />

quindi devono essere angolate.<br />

La soluzione permette di ridurre<br />

gli ingombri laterali del motore<br />

e quindi anche la sezione<br />

frontale della monoposto, oltre a<br />

garantire elevati valori di<br />

potenza, subito vicini ai 450 CV<br />

a 12000 giri/min. Una serie di<br />

finezze costruttive, il cui scopo<br />

principale è quello di eliminare,<br />

una volta per tutte, le perdite di


potenza che il propulsore V-12<br />

di 60° accusava in curva, per via<br />

dell’effetto che le accelerazioni<br />

laterali del corpo vettura<br />

avevano sulla lubrificazione del<br />

motore. Questi i principali<br />

segreti tecnici di uno dei motori<br />

più straordinari e longevi della<br />

storia di <strong>Maranello</strong>, autore del<br />

ritorno alla vittoria nel<br />

mondiale di Formula 1 dopo un<br />

digiuno durato 11 anni e punto<br />

di forza di due famiglie di<br />

monoposto da Gran Premio e di<br />

una di vetture Sport-Prototipo,<br />

oltre che cuore pulsante delle<br />

più potenti Gran Turismo del<br />

Cavallino per oltre due decenni.<br />

La Ferrari 312 B di Mario Andretti<br />

al Gran Premio di Monaco del 1971.<br />

Motori 41


Concessionari I Rossocorsa<br />

Milano in festa<br />

Foto<br />

Marco Vitali e Eros Maggi<br />

Rossocorsa<br />

42 Concessionari<br />

P<br />

rendete una Ferrari, non una Ferrari<br />

qualsiasi, ammesso che per una<br />

Ferrari si possa usare l’appellativo<br />

“qualsiasi”. Prendete una luccicante 599<br />

Fiorano ed attorno ad essa costruite una<br />

scenografia post-moderna ricca di specchi e<br />

di luci ed accompagnatela a qualche vettura<br />

più datata, magari degli anni Sessanta e<br />

Settanta, richiamando il ricordo di quelle<br />

stagioni con testimonianze importanti di<br />

costume, come la moda vintage firmata da<br />

Mila Schön. Poi sistemate un altro


Grande spettacolo alla festa di inaugurazione della<br />

nuova sede milanese di Rossocorsa. Nella pagina<br />

accanto: in alto, lo staff della concessionaria al<br />

completo intorno alla 599, una 430 del Challenge, una<br />

delle vetture classiche della collezione privata di Schön.<br />

In questa pagina, dall’alto: una graziosa ospite, un<br />

momento della serata, l’esibizione degli acrobati.<br />

MILANO Via dei Missaglia<br />

Concessionari 43


Rossocorsa<br />

44 Concessionari<br />

<strong>Da</strong>ll’alto in basso:<br />

alla serata milanese<br />

non mancava la<br />

presenza femminile;<br />

il pit-stop degno<br />

della Formula 1<br />

ha interessato<br />

una vettura<br />

del Challenge;<br />

acrobazie su<br />

pneumatico;<br />

la sala dell’asta<br />

Sotheby’s gremita<br />

di pubblico.


esemplare di 599 al centro una vetrina,<br />

magari proprio al fianco di un pianoforte<br />

laccato in rosso, le cui note fanno da<br />

sottofondo ai commenti ammirati di chi<br />

osserva la nuova Ferrari. Fate poi arrivare<br />

una maquette (sempre della 599, vera<br />

regina dell’evento), che sembra una vettura<br />

e che una vettura non è ma è invece un<br />

esempio di stile, e costruite per lei una<br />

specie di piedistallo dove possa essere<br />

ammirata dagli ospiti della serata che avete<br />

organizzato, magari mentre sorseggiano un<br />

drink e chiacchierano amabilmente con<br />

altri amici. E proprio di una serata si è<br />

trattato o, meglio, di un evento, importante<br />

come l’inaugurazione della nuova base<br />

milanese di Rossocorsa, concessionaria<br />

Ferrari per la Lombardia. Dopo dieci lunghi<br />

anni di permanenza nella storica sede di<br />

Cormano, Rossocorsa ha dovuto cedere alle<br />

esigenze imposte dal continuo sviluppo<br />

dell’attività, dai crescenti impegni sportivi,<br />

dalla necessità di offrire spazi ed assistenza<br />

adeguati alla qualità e prestigio del<br />

prodotto Ferrari. Nella nuova sede di via dei<br />

Missaglia, design e tecnologie innovative si<br />

fondono insieme al glamour della storia del<br />

Cavallino in un area industriale occupata,<br />

ancora qualche decennio fa, da una grande<br />

cartiera. Passato e presente hanno fatto da<br />

cornice ad un evento esclusivo arricchito da<br />

momenti di spettacolo e di<br />

intrattenimento. Come la straordinaria<br />

esibizione di un gruppo di acrobati che,<br />

sospesi a mezz’aria, si impegnavano in<br />

evoluzioni di danza, anche utilizzando la<br />

presenza scenica di elementi legati al<br />

mondo dell’automobile (come pneumatici<br />

traformati in una curiose altalene) se non<br />

le vetture stesse. Ai colori, ai ritmi ed alla<br />

musica si sono accompagnati i sapori di<br />

gastronomie raffinate e la degustazione dei<br />

vini provenienti dalle cantine Colle Manora.<br />

Con la Ferrari protagonista, non poteva<br />

certamente mancare un momento legato<br />

più strettamente all’agonismo ed al mondo<br />

delle gare con l’esibizione dei ragazzi del<br />

Team Rossocorsa impegnati in un “pit-stop”<br />

con tanto di cambio gomme ad una delle<br />

430 protagoniste del Challenge. Ricco di<br />

personaggi noti il parterre. Mentre tra le<br />

autorità cittadine si notava, sorridente ed<br />

ammirato davanti alle vetture del Cavallino,<br />

un appassionato di motori come l’ex<br />

sindaco di Milano Gabriele Albertini, ed il<br />

questore della città Paolo Scarpis, era<br />

apprezzato anche dai “cugini“ milanisti<br />

Massimo Moratti, patron dell’Inter,<br />

ammiccante con chi chiedeva lumi sul<br />

futuro della squadra nerazzurra. Grande<br />

simpatia anche per l’olimpionico e medaglia<br />

d’oro ai Giochi di Atene Igor Cassina e per il<br />

volto femminile delle dirette Rai della F1,<br />

Federica Balestrieri. Non potevano mancare<br />

poi i vertici della Ferrari con Amedeo Felisa,<br />

Andrea Bozzoli, Antonio Ghini, mentre,<br />

sempre in tema di personaggi noti, Ezio<br />

Greggio ha saputo animare in modo<br />

divertente uno dei tanti momenti<br />

importanti della serata, l’Asta di Sotheby’s.<br />

In collaborazione con la celeberrima casa<br />

d’aste - protagonista nell’estate del 2005<br />

della prima asta di vetture Ferrari svolta a<br />

Fiorano -, Rossocorsa ha voluto organizzare<br />

una vendita benefica nel corso della quale<br />

sono stati battuti oggetti originali legati<br />

ovviamente al mondo Ferrari e a Rossocorsa:<br />

tra questi, la tuta da gara di Michael<br />

Schumacher autografata dal campione<br />

tedesco, immagini storiche di Enzo Ferrari<br />

firmate dal figlio Piero, alcuni esemplari<br />

delle prime insegne pubblicitarie della<br />

concessionaria milanese oltre a tanti<br />

particolari meccanici di vetture di serie e da<br />

MILANO Via dei Missaglia<br />

Diversi personaggi illustri sono stati ospiti dei tre<br />

titolari della Concessionaria<br />

(Gai, Schön e Mocarelli, qui sotto).<br />

A partire, dall’alto a sinistra, in senso orario:<br />

Federica Balestrieri, che segue da studio i GP di F1<br />

per la Rai; Amedeo Felisa e Andrea Bozzoli,<br />

rispettivamente vice direttore generale e direttore<br />

commerciale di Ferrari; l’olimpionico Igor Cassina;<br />

il patron dell’Inter Massimo Moratti; Ezio Greggio<br />

con Antonio Ghini, direttore della comunicazione<br />

Ferrari; Mila Schön, affermata stilista, qui ritratta<br />

con il figlio Giorgio.<br />

competizione. Entusiasmo e passione per la<br />

Ferrari nel corso dell’asta si sono<br />

trasformate in generosità autentica e la<br />

quasi totalità dei lotti è stata assegnata<br />

garantendo importanti proventi a favore<br />

degli Amici del Centro Dino Ferrari, la<br />

storica Associazione istituita dallo stesso<br />

Enzo Ferrari per la lotta alla distrofia<br />

muscolare.<br />

Concessionari 45


Rossocorsa<br />

46 Concessionari<br />

Tra auto classiche e tecnologia<br />

del futuro<br />

Per la sua nuova sede Rossocorsa ha scelto<br />

grandi spazi e finiture moderne. In via dei<br />

Missaglia, nella zona sud-ovest del<br />

capoluogo lombardo, ogni reparto della<br />

concessionaria gode di aree dedicate per un<br />

totale di quasi 7000 metri quadrati. Lo<br />

showroom, vero biglietto da visita di ogni<br />

dealer, appare estremamente luminosa ed<br />

arredata secondo lo stile sobrio che<br />

accomuna tutte le concessionarie Ferrari nel<br />

mondo. Ad arricchire ulteriormente i locali<br />

provvedono però i particolari di vetture da<br />

competizione del Cavallino, sistemati in<br />

modo da sembrare tanti capolavori nel<br />

contesto di una galleria d’arte<br />

contemporanea. Così fanno bella mostra il<br />

muso della vettura pilotata da Berger nel<br />

1994, la scocca della monoposto guidata da<br />

Alain Prost, prese d’aria delle F1 più recenti<br />

oltre ad un motore 12 cilindri, testimone di<br />

una passione che ha origini lontane.<br />

Decisamente interessante la struttura<br />

riservata all’accettazione delle vetture,<br />

sovrastata da un soppalco vetrato,<br />

principalmente dedicato ad ospitare una<br />

preziosa collezione di vetture Ferrari<br />

classiche, una sorta di museo, ma con<br />

un’area riservata alle vetture dei clienti<br />

destinate alla sosta per lungo periodo.<br />

Decisamente imponente l’officina realizzata<br />

per l’assistenza tecnica di vetture moderne e<br />

storiche, con più di dieci ponti sollevatori e<br />

un’area dedicata alle lavorazioni su motori e<br />

cambi. Interessante e ben organizzato anche<br />

il Reparto Corse, l’area dove vengono<br />

assistite e preparate le vetture che<br />

difendono i plurivittoriosi colori della<br />

concessionaria lombarda nel Ferrari<br />

Challenge.


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Personaggi I Michelangelo Forgia<br />

Primi si diventa<br />

Ha la tessera n°1 del Ferrari Club Italia e una grande passione<br />

L’<br />

appuntamento è sul Passo<br />

del Falzarego, a metà<br />

strada tra Corvara, dove<br />

sta lui, e Cortina, dove sto io,<br />

entrambi in montagna per una<br />

breve vacanza. La giornata ha<br />

una luce speciale, quella che<br />

segue un acquazzone dolomitico,<br />

e il sole illumina in modo<br />

esagerato una macchina che,<br />

percorrendo l’ultima curva prima<br />

del Passo, non si può fare a meno<br />

di notare, anche se è<br />

parcheggiata a 400 metri. “Ma<br />

come – attacco - ci incontriamo<br />

per parlare della sua tessera del<br />

Ferrari Club Italia, la numero 1, e<br />

48 Personaggi<br />

lei si presenta con una<br />

Maserati?”. Michelangelo Forgia,<br />

da Villafranca Piemonte, classe<br />

1919, si difende con un sorriso<br />

amabile ed ironico. La sua<br />

coupé gialla non passa<br />

inosservata, anche in virtù di<br />

quelle due fasce nere parallele<br />

che la attraversano<br />

longitudinalmente, dal muso<br />

alla coda: “Un vezzo, la voglia di<br />

dare una grinta tutta sportiva<br />

ad un’auto che sa essere anche<br />

elegante”: Belle parole, ma la<br />

Ferrari? “Ho una 550 <strong>Maranello</strong><br />

che ho lasciato in garage.<br />

L’operazione che ho subìto<br />

qualche mese fa all’anca mi<br />

costringe ad usare auto più<br />

‘normali’”. “Magari non<br />

nell’aspetto”, mi viene spontaneo<br />

pensare. Certo che di fronte alla<br />

vitalità e lucidità di questo<br />

garbato ottantasettenne si<br />

rimane spiazzati: parla con<br />

naturalezza del problema<br />

ortopedico che l’ha colto a<br />

Tenerife, della decisione di<br />

ricorrere al chirurgo dopo due<br />

anni di rinvii, dei programmi di<br />

recupero, ma anche del suo<br />

lavoro, passato e presente. Forgia<br />

ha iniziato ad occuparsi di vino<br />

fin da giovanissimo:<br />

“Inizialmente creavo spumanti:<br />

selezionavo vitigni, li miscelavo,<br />

ne organizzavo la produzione<br />

secondo il metodo Charmant,<br />

che prevede una rapida<br />

fermentazione in fusti d’acciaio.<br />

Un lavoro affascinante che mi ha<br />

portato a lungo in giro per il<br />

mondo, in Argentina, Cile,<br />

Giappone. Oggi presto la mia<br />

consulenza a titolo<br />

assolutamente gratuito agli<br />

amici”. Una vita avventurosa,<br />

scandita dai tempi delle<br />

Testo e foto<br />

Alessandro Giudice<br />

per le auto del Cavallino. Anche se poi, qualche sorpresa la riserva...<br />

vendemmie e da quelli del<br />

commercio, con qualche fiore<br />

all’occhiello, come lo spumante<br />

Maximilian I, molto noto dagli<br />

inizi degli anni ottanta. E le<br />

auto? “Quella è una passione<br />

antica, come me – scherza -.<br />

Ricordo una delle mie prime<br />

gare, il Rally del Sestriere del<br />

1952. Correvo in coppia con un<br />

amico con la sua Alfa Romeo<br />

2500 coupé. In una delle prove<br />

sull’autodromo di Monza ci<br />

fermammo sul tracciato e ci<br />

prestò soccorso Olivier<br />

Gendebien: arrivammo primi di<br />

classe”. Di automobili, Forgia ne<br />

ha possedute una quantità: dalla<br />

Maserati 3500 GT (280 mila<br />

chilometri in pochi anni) a tutte<br />

le Lancia, compresa l’ultima<br />

Deltona a 4 ruote motrici<br />

(un’auto magnifica e<br />

insuperabile), dalle BMW 2.8 e<br />

3.0 coupé alle 911. Della<br />

macchina tedesca ricorda che la<br />

sua fu una delle primissime<br />

prodotte e la prima consegnata a<br />

Bolzano, dove iniziò a risiedere<br />

da sposato: “Era bianca e<br />

bellissima, ma aveva qualcosa


che non andava. Riuscii a farla<br />

provare ad un ingegnere della<br />

Porsche al Salone di Torino. Dopo<br />

aver appurato un<br />

incomprensibile problema, la<br />

concessionaria me la sostituì con<br />

una verde oliva. Il muso era però<br />

troppo leggero e chiesi di<br />

zavorrarlo con una barra da 20<br />

kg inserita nel paraurti. Tre mesi<br />

dopo fu la stessa Casa di<br />

Stoccarda a fare questa modifica<br />

sulla sua auto più famosa”.<br />

Viaggiava molto, Michelangelo<br />

Forgia, e quando si sposò con<br />

Miriam, bolzanina, decise di<br />

trasferirsi in Trentino. Della<br />

dinamica e sportivissima moglie,<br />

Ottantasette anni portati con grinta per Michelangelo Forgia. Privato della sua 550<br />

<strong>Maranello</strong> per ragioni d’assetto (“troppo rigido per me, convalescente da<br />

un’operazione all’anca”), si presenta al nostro incontro con una Maserati coupé gialla.<br />

Sotto, con una delle sue prime Ferrari, la Mondial 8.<br />

scomparsa 18 anni fa,<br />

Michelangelo serba un ricordo<br />

vivo e commovente, che perpetua<br />

ogni anno con un memorial<br />

nazionale di tennis a lei dedicato<br />

e riservato agli atleti più giovani,<br />

dai 10 ai 14 anni. La sua<br />

avventura ferrarista inizia negli<br />

anni sessanta con una 250 GT,<br />

poi un lungo digiuno. Il<br />

riavvicinamento al Cavallino è<br />

targato Mondial 8 e Mondial 3.2,<br />

quindi F355 e, più di recente, 550<br />

<strong>Maranello</strong>: “Un’auto eccezionale,<br />

divertentissima”. Cosa le piace di<br />

più delle Ferrari di oggi? “Il<br />

cambio F1, rapido e preciso.<br />

Inizialmente lo guardavo con<br />

sospetto, poi ho scoperto che è<br />

una chicca per palati fini,<br />

perfettamente adatto a me, che<br />

ho sempre cambiato senza<br />

frizione”. La sua tessera è la<br />

prima del nuovo corso dato dalla<br />

Ferrari al suo Club. È del 2003,<br />

l’anno della “ricostruzione”. Luca<br />

Matteoni, il presidente, ha voluto<br />

che fosse Forgia a fregiarsi<br />

dell’onore della prima<br />

associazione: “Nel Club mi trovo<br />

bene. Capisco i problemi<br />

organizzativi e le difficoltà, ma la<br />

strada intrapresa mi sembra<br />

buona e l’entusiasmo dei soci fa<br />

il resto”. Dopo due milioni di<br />

chilometri percorsi con tutti i<br />

mezzi, a partire dai camion<br />

militari con i quali ha preso la<br />

patente, la sua schiena protesta<br />

con sempre maggiore veemenza:<br />

“Ho voglia di rincominciare ad<br />

usare la <strong>Maranello</strong> anche se la<br />

guarigione è lunga perchè mi<br />

diverto di più a guidare che a<br />

fare rieducazione. Credo infatti<br />

che il piacere del rombo del 12<br />

cilindri Ferrari sia meglio di<br />

qualsiasi antidolorifico”. Quando<br />

si dice dei ragazzi terribili…<br />

Personaggi 49


Eventi I Ferrari <strong>Da</strong>y a Spa<br />

Il meglio<br />

del meglio<br />

Il tradizionale appuntamento sul circuito belga<br />

ha ospitato due manifestazioni di alto contenuto<br />

tecnologico e spettacolare: la prima tappa europea<br />

del “programma FXX” e l’esibizione<br />

di un gruppo particolarmente nutrito<br />

di monoposto di “F1 Clienti”<br />

50 Eventi<br />

Testo<br />

Marco Vitali<br />

Foto<br />

©Ferrari spa/ph.Roberto Viva<br />

ra i vari appuntamenti<br />

dell’intenso calendario di TFerrari<br />

Corse Clienti, ce n’è<br />

uno che regala ogni volta<br />

un’emozione nuova, diversa. È<br />

quello con Spa-Francorchamps,<br />

tracciato storicamente ai vertici<br />

dell’automobilismo mondiale e<br />

teatro, a partire dalla fine degli<br />

anni Ottanta, di “Ferrari <strong>Da</strong>y”<br />

sempre spettacolari e di grande<br />

affluenza, sia dal punto di vista<br />

del pubblico che delle auto<br />

presenti. Così il week-end al<br />

circuito delle Ardenne è<br />

divenuto ben presto di quelli da<br />

cerchiare sul calendario con un<br />

pennarello in rosso, insieme agli<br />

altri di Silverstone e Montecarlo:


luoghi, piste, situazioni<br />

imperdibili per chi ama lo sport<br />

dell’automobile e il Cavallino<br />

rampante. Nel 2006, Spa ha<br />

significato Ferrari Challenge<br />

Europa, con l’apoteosi di oltre<br />

sessanta vetture in pista raccolte<br />

nei due raggruppamenti Trofeo<br />

Pirelli e Coppa Shell, ma anche<br />

Ferrari Historic Challenge, con<br />

la muta di “voiture anciennes”<br />

pronte a sfidarsi, talvolta senza<br />

esclusione di colpi, lungo i quasi<br />

sette chilometri di quella che a<br />

ragione è considerata la pista<br />

più emozionante del mondo.<br />

Quest’anno, Spa-Francorchamps<br />

e il suo Ferrari <strong>Da</strong>y hanno anche<br />

rappresentato l’opportunità di<br />

vedere in pista il dipartimento<br />

“F1 Clienti” con una serie di<br />

monoposto che avrebbe fatto<br />

invidia allo schieramento di un<br />

Gran Premio, ma è stata<br />

soprattutto l’occasione, anzi il<br />

primo appuntamento europeo,<br />

del progetto FXX.<br />

FXX è una vettura che colpisce,<br />

catalizza l’attenzione, fa<br />

discutere, come succede per<br />

tutte quelle auto che<br />

rappresentano una svolta.<br />

La decina di Ferrari FXX che ha aderito<br />

alla prima uscita europea del<br />

programma ha suscitato grande<br />

impressione e curiosità nelle migliaia di<br />

spettatori presenti al “Ferrari <strong>Da</strong>y” delle<br />

Ardenne. Pochi i “numeri” dei piloti e<br />

molta attenzione da parte dello staff di<br />

“Corse Clienti” (qui a sinistra).<br />

Eventi 51


Briefing dettagliati, grande<br />

concentrazione e controllo dei dati<br />

scaricati dalla centralina alla fine di ogni<br />

sessione. Con procedure degne della<br />

Formula 1, FXX si conferma come il più<br />

avanzato e rivoluzionario programma di<br />

sviluppo di vetture sportive mai<br />

concepito da una Casa automobilistica.<br />

52 Eventi<br />

Attraverso questo prototipo<br />

costruito in una limitatissima<br />

serie di ventinove esemplari, la<br />

Ferrari ha creato un filo diretto<br />

con la clientela che, oltre a<br />

possedere la vettura, veste i<br />

panni di pilota e collaudatore<br />

nell’ambito di un preciso<br />

programma biennale varato per<br />

sviluppare il progetto. Il<br />

semaforo verde agli eventi FXX<br />

si è acceso ad Homestead, negli<br />

Stati Uniti. Sono poi seguite la<br />

tappa nipponica sul tracciato del<br />

Fuji ad inizio giugno, quella<br />

canadese sul circuito di Mont<br />

Tremblant e, finalmente in<br />

Europa, la più recente a Spa, alla<br />

fine dello scorso giugno. In<br />

Belgio, attorno alle otto FXX si è<br />

scatenata una grande curiosità.<br />

Per procedura, l’evento FXX<br />

viene gestito come se in pista ci<br />

fosse il team di F1, come<br />

testimonia anche la presenza<br />

dell’ingegner Petrotta, uno che i<br />

Gran Premi li ha vissuti<br />

personalmente e che ora mette<br />

la sua esperienza a servizio di<br />

un programma che non ha<br />

precedenti al mondo. Come<br />

dicevamo, il cliente indossa<br />

letteralmente i panni di pilota<br />

collaudatore, scendendo in pista<br />

con la propria vettura e<br />

raccogliendo - sia nel corso di<br />

sessioni di prove private che di<br />

eventi come quello belga - tutti i


dati necessari allo sviluppo di un<br />

vero prototipo. Chi si attendeva<br />

di assistere a particolari<br />

evoluzioni da parte dei piloti<br />

FXX, probabilmente è andato<br />

deluso. Nessuna staccata a ruote<br />

fumanti, nessuna ricerca di<br />

prestazioni al limite, anche se la<br />

telemetria ci racconta di velocità<br />

nell’ordine dei 270 kh/h<br />

sviluppate negli allunghi più<br />

favorevoli, ma solo ed<br />

unicamente una esibizione<br />

controllata e verificata metro<br />

per metro, istante per istante,<br />

scrupolosamente, con rigore<br />

matematico, per raccogliere<br />

tutte le informazioni possibili ad<br />

eventuali margini di<br />

miglioramento nello sviluppo<br />

della vettura e, quindi, della<br />

futura produzione Ferrari. Per<br />

gli appassionati di auto,<br />

assistere al lavoro di ricerca e di<br />

raccolta dati che avviene già<br />

all’interno del box non appena<br />

Eventi 53


54 Eventi<br />

Una sorta di Gran Premio dei Gran<br />

Premi. Questa era l’impressione che<br />

dava il vedere in pista,<br />

contemporaneamente, le più importanti<br />

e vincenti monoposto Ferrari degli ultimi<br />

decenni. Una kermesse che non ha<br />

risparmiato neppure box e pit-lane, dove<br />

si respirava l’aria frizzante delle grandi<br />

corse.<br />

la FXX si ferma è uno spettacolo<br />

dai contenuti tecnici<br />

assolutamente straordinari. Chi<br />

invece in pista non risparmia<br />

affatto le proprie vetture, sono i<br />

piloti della “F1 Clienti”. In Belgio<br />

lo schieramento di monoposto<br />

era veramente impressionante,<br />

per numero e palmares delle<br />

vetture scese in pista. <strong>Da</strong>lla 312<br />

B3 di Niki Lauda alla C4 spinta<br />

dal motore 1500 cc<br />

sovralimentato di Michele<br />

Alboreto, per giungere alla<br />

F2004, mondiale con<br />

Schumacher solo due stagioni<br />

fa, oltre ad altre otto monoposto<br />

iridate, a Spa si è disputato un<br />

vero Gran Premio delle stelle,<br />

tutte vestite di rosso. <strong>Le</strong> diciotto<br />

vettura presenti in Belgio, la<br />

dozzina che mediamente sono<br />

state protagoniste negli eventi<br />

precedenti di Hockenheim e<br />

Valencia, testimoniano<br />

dell’incredibile successo riscosso<br />

nell’ambito di questi particolari<br />

ferraristi. Una clientela che,<br />

evento dopo evento, mostra di<br />

aver raggiunto un elevatissimo<br />

feeling con le proprie<br />

monoposto tanto da osare un<br />

poco di più, sempre nel rispetto<br />

della sicurezza e del valore di


<strong>Da</strong>ll’alto, in senso orario: due delle<br />

monoposto più recenti scese in pista a<br />

Spa con “F1 Clienti”, la F1 2002 e F1<br />

2003; ancora la F2002 alla Source;<br />

nell’abitacolo, tutti gli strumenti possibili<br />

ma poco spazio per braccia e gambe; la<br />

F93A; la 643 di Alain Prost segue la B3<br />

74/75 di Lauda; la 156/85 di Alboreto<br />

all’Eau Rouge. Qui a lato, la F1 99 seguita<br />

dall’auto del campione italiano.<br />

queste regine della F1. Non<br />

mancano, come sempre in<br />

circoli ristretti, situazioni<br />

particolari. Come la sfida che va<br />

in onda ad ogni appuntamento<br />

in pista tra due amici irlandesi<br />

che si alternano al volante di<br />

una F2003 GA ex-Rubens<br />

Barrichello: non risparmiano<br />

quasi nulla alla monoposto ma,<br />

soprattutto, danno vita a<br />

momenti di grande ilarità se<br />

non di goliardia ai box, non<br />

appena uno dei due piloti<br />

commette qualche errore in<br />

pista. “F1 Clienti” è anche<br />

questo: allegria, spettacolo e<br />

tanta passione per il Cavallino.<br />

In attesa del prossimo<br />

appuntamento, al Nurburgring<br />

per la fine del mese di agosto,<br />

dove ci sarà in pista qualche<br />

altra monoposto degli anni<br />

Settanta in più.<br />

Eventi 55


I raduni del club I Livorno<br />

Miti a confronto<br />

Con la Ferrari che corre su uno<br />

storico tracciato, con l’Accademia<br />

Navale e il suo brigantino e con<br />

i vini pregiati delle cantine<br />

Antinori, a Livorno per un<br />

incontro dalle forti emozioni<br />

Testo<br />

Andreas Kerschbaumer<br />

Foto<br />

Foto Novi<br />

56 I raduni del club<br />

n po’ perché Livorno e la<br />

sua costa sono posti Uincantevoli,<br />

un po’ perché<br />

questo secondo raduno del<br />

Ferrari Club Italia coincideva<br />

con una prova del campionato<br />

di regolarità, alla fine nella città<br />

toscana sono arrivati 45<br />

equipaggi per partecipare ad un<br />

fine settimana, quello del 3-4<br />

giugno, all’insegna dello sport e<br />

del turismo di alta qualità.<br />

Il sabato è stato dedicato<br />

soprattutto alla gara (di cui<br />

diamo ampio resoconto nelle<br />

pagine gialle alla fine del<br />

giornale), che si è snodata sul<br />

tortuoso tracciato del “Circuito<br />

del Montenero”, una ventina di<br />

chilometri di strade normali<br />

che, negli anni ’20 e ’30, erano il<br />

teatro dell’omonima Coppa,<br />

valida anche, nelle edizioni del<br />

1932 e 1934, come Gran Premio<br />

d'Italia. Grazie alla<br />

collaborazione di un caro amico<br />

del Ferrari Club Italia, il prefetto<br />

Giancarlo Trevisone, e degli<br />

organi di polizia, la<br />

manifestazione ha potuto<br />

svolgersi nella più totale<br />

sicurezza e tranquillità.<br />

Al di là del significato storico<br />

della rievocazione, i luoghi


Livorno<br />

3/5 giugno<br />

I raduni del club 57


Livorno<br />

3/5 giugno<br />

58 I raduni del club<br />

toccati dal percorso erano di una<br />

bellezza straordinaria,<br />

considerando che, pur<br />

arrampicandosi per le alture<br />

intorno a Livorno in un tortuoso<br />

alternarsi di curve e rettilinei,<br />

non perdevano mai di vista il<br />

mare, con lo splendore dell’isola<br />

d’Elba e della Corsica a<br />

macchiare il mare di un<br />

turchese intenso. Come nel<br />

passato, dalla rotonda di<br />

Ardenza si arrivava al centro<br />

città per salire verso il colle di<br />

Montenero, al Castellaccio, per<br />

poi scendere sull'Aurelia, a<br />

Castel Sonnino, e tornare alla<br />

partenza lungo un itinerario<br />

costiero. 20 chilometri di strade<br />

che, come difficoltà e velocità,<br />

avvicinano il “Circuito del<br />

Montenero” allo splendido e<br />

terribile Nurburgring, e che<br />

furono teatro di epici duelli sul<br />

filo dei 300 km/h tra Maserati,<br />

Alfa Romeo e Mercedes pilotate<br />

dai loro assi Varzi, Caracciola,<br />

Rosemeyer e Nuvolari.<br />

E proprio al grande Tazio, che di<br />

Coppe ne vinse cinque, è<br />

dedicato un tornante del<br />

Castellaccio, la "curva Nuvolari",<br />

per il vezzo del mantovano di<br />

percorrerlo tutto di traverso,<br />

derapando sulle quattro ruote.<br />

Con queste premesse, è facile<br />

immaginare il piacere e<br />

l’emozione provata dai ferraristi<br />

nel misurarsi su strade così<br />

impegnative e cariche di storia<br />

sportiva. E’ stato poi il Circolo<br />

Ufficiali dell’Accademia Navale<br />

livornese, una delle più famose e<br />

rinomate scuole a livello<br />

internazionale, ad ospitare il<br />

pranzo dei radunisti in un tuffo<br />

nella grande tradizione della<br />

Marina Militare. Un incontro<br />

che, nel pomeriggio, si è<br />

concluso con la spettacolare<br />

“manovra di comando generale”,<br />

con gli allievi schierati sugli


alberi del brigantino interrato<br />

utilizzato per le esercitazioni a<br />

terra.<br />

L’itinerario della domenica ha<br />

invece interessato l’interno della<br />

Costa degli Etruschi, con tappe<br />

nelle località più conosciute.<br />

Come Bolgheri, consegnata alla<br />

memoria futura dai versi del<br />

Carducci e dalla superlativa<br />

produzione vinicola. Ospiti della<br />

vicina tenuta Guado al Tasso dei<br />

marchesi Antinori, i soci del<br />

Club hanno potuto degustare<br />

l’omonimo e pregiatissimo vino<br />

di alto lignaggio, di un rosso più<br />

scuro di quello Ferrari ma<br />

capace di offrire analoghe<br />

emozioni.<br />

I raduni del club 59


I raduni del club I Sardegna<br />

Testo<br />

Ilaria Maraviglia<br />

Foto<br />

Eros Maggi<br />

Non di solo sole...<br />

C<br />

ome nel più romantico dei<br />

film, il 24 giugno scorso<br />

13 Ferrari aspettavano al<br />

porto di Olbia altre 35 “rosse” in<br />

arrivo dall’Italia settentrionale.<br />

E, sul ponte della nave che<br />

trasportava il prezioso carico, i<br />

partecipanti al raduno sardo<br />

pregustavano il profumo della<br />

macchia mediterranea che,<br />

avvicinandosi alle coste<br />

dell’isola, diventava sempre più<br />

forte.<br />

Alle sette di un mattino<br />

luminoso, il gruppo di 48<br />

Ferrari, finalmente riunito, ha<br />

attraversato Olbia: nonostante<br />

l’ora, l’affetto e l’entusiasmo con<br />

cui la cittadina ha accolto le<br />

vetture di <strong>Maranello</strong><br />

popolazione si sono fatti subito<br />

palpabili. Dopo il bagno di folla,<br />

non poteva mancare quello…in<br />

60 I raduni del club<br />

...ma anche di sapori, colori, profumi<br />

si vive nella più affascinante isola del Tirreno.<br />

Tra nuraghi, mare e piste di kart


Sardegna<br />

24/26 giugno<br />

I raduni del club 61


Sardegna<br />

24/26 giugno<br />

62 I raduni del club<br />

mare, tanto atteso da tutti<br />

coloro che avevano passato la<br />

notte in navigazione. E quale<br />

posto migliore che non la cala di<br />

Porto Cervo per gustare le acque<br />

cristalline della Costa Smeralda?<br />

L’aperitivo in piazzetta (un<br />

classico della sera smeraldina)<br />

ed una cena con balli<br />

tradizionali (e un’esibizione<br />

fuori programma della<br />

simpatica Charlie, che ha ballato<br />

a piedi nudi sui tavoli…) in un<br />

agriturismo di Cannigione,<br />

chiudevano la giornata di<br />

venerdì.<br />

La parte nord della Sardegna è<br />

invece stata la protagonista del<br />

sabato, quando il corteo di<br />

vetture si spostava verso<br />

Arzachena per arrivare a Palau,<br />

attese da una barca che avrebbe<br />

portato i ferraristi ad esplorare i<br />

posti più esclusivi e le riserve<br />

naturali nell’arcipelago della<br />

Maddalena. E così si sono<br />

susseguite le visite a Spargi, a<br />

Santa Maria fino ad arrivare<br />

all’isola di Budelli, in una<br />

giornata scandita dall’allegria e<br />

dal relax. La tranquilla cena in<br />

hotel era solo la premessa ad<br />

una notte all’insegna dello<br />

sport, con una sfida di kart sulla<br />

“Pista dei Campioni” di Baia<br />

Sardinia. La competizione, si sa,<br />

anima i cuori dei ferraristi, che<br />

si sono dati battaglia fino


all’ultima curva cercando di<br />

trovare le traiettorie migliori e,<br />

soprattutto, puntando alla<br />

vittoria. Delle due categorie,<br />

maschile e femminile,<br />

quest’ultima ha avuto dieci<br />

protagoniste che, tolti gli abiti<br />

da sera e i tacchi alti, hanno<br />

dato spettacolo. Sulle tribune,<br />

mariti, fidanzati e fratelli<br />

assitevano alle evoluzioni, forse<br />

pensando che, se il volante delle<br />

Ferrari lo avessero impugnato le<br />

signore, forse i maschietti<br />

avrebbero avuto del filo da<br />

torcere. In effetti, nella manche<br />

finale, al terzo posto assoluto si<br />

classificava la velocissima sorella<br />

di Papa. Dopo la gara, una<br />

puntata al Sottovento, discoteca<br />

del jet set, dove, una volta<br />

parcheggiate le Ferrari, i soci<br />

hanno goduto in un clima di<br />

esclusività e riservatezza una<br />

lunga notte all’insegna della<br />

musica.<br />

La domenica, nonostante le ore<br />

piccole della notte precedente, i<br />

partecipanti hanno pranzato in<br />

un tipico ovile sardo gustando<br />

tutte le specialità, casearie e<br />

non, dell’Isola, prima di<br />

raggiungere il porto di Olbia per<br />

tornare in continente.<br />

I raduni del club 63


Ferrari Spumante,<br />

dal 1972 nel mondo delle corse automobilistiche<br />

Ferrari spumante è partner del Ferrari Club Italia<br />

Gilles Villeneuve


Clubeventi<br />

Raduni, manifestazioni, iniziative<br />

del Ferrari Club Italia<br />

con un occhio particolare rivolto<br />

al grande mondo degli appassionati<br />

del Cavallino<br />

Sommario<br />

66 Vita di Club<br />

Un successo senza precedenti<br />

per le iniziative in chiave<br />

sportiva del Ferrari Club Italia<br />

con numerose adesioni a tutte<br />

le prove del Campionato e del<br />

Trofeo sociale. Sia che si tratti<br />

di regolarità, con gli<br />

appuntamenti con la “Coppa del<br />

Montenero” di Livorno e con la<br />

mitica “Trento-Bondone”, che di<br />

abilità, con le prove sulla<br />

storica pista di Balocco.<br />

80 In Libreria<br />

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diversi tra loro per alimentare<br />

le molte sfaccettature della<br />

passione ferrarista. <strong>Da</strong>l volume<br />

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“più vecchia corsa del mondo”,<br />

la Targa Florio, al documento<br />

fotografico di mezzo secolo di<br />

Gran Premi fino alla rivista di<br />

modellismo dedicata quasi<br />

interamente alle “piccole”<br />

Ferrari<br />

Vita di Club 65


Vita diClub<br />

66 Vita di Club<br />

Campionato - regolarità<br />

Livorno 3/5 giugno<br />

Nella prova di Campionato di<br />

Livorno, corsa in occasione del<br />

raduno nella città toscana,<br />

nella categoria BH si assiste al<br />

ritorno alle gare dei due Fuso,<br />

padre e figlio, su 360 Modena<br />

che, detentori del titolo 2005,<br />

chiariscono subito le loro<br />

intenzioni: prima con i fatti,<br />

aggiudicandosi il primo posto,<br />

poi con le parole, visto che Fuso<br />

jr. si è detto sicuro di vincere il<br />

Campionato ancora una volta,<br />

pur partendo con una gara di<br />

scarto. Sul secondo gradino,<br />

piacevolmente stupito e<br />

soddisfatto, sale il romanissimo<br />

Teichner che, correndo assistito<br />

solo dal cronometro e da un<br />

complicato sistema di calcoli,<br />

con la sua F430 riusce a<br />

sbaragliare anche la<br />

concorrenza più quotata. Al<br />

terzo posto, il giovanissimo<br />

Mario Gnutti, che non contento<br />

dei premi vinti nella gara di<br />

Trofeo a Fiorano, vuole tentare<br />

la scalata anche nel<br />

Campionato. Il campano<br />

Adriano Monaco, favorito dai<br />

pronostici, si accontenta del<br />

quinto posto, preceduto dal<br />

principe Colonna che, con<br />

l’ausilio del figlio Ascanio,<br />

riesce ad ottenere ottimi<br />

piazzamenti rispetto alla<br />

passata edizione. Sempre nella<br />

categoria H non si possono<br />

dimenticare due nuovi entrati. A<br />

partire da Bognoni, con tutta la<br />

tifoseria livornese dalla sua<br />

parte, vuoi per la tinta della sua<br />

612 Scaglietti, amaranto come<br />

il colore della città, vuoi per il<br />

navigatore, un locale<br />

“reclutato” a mezzanotte del<br />

giorno prima, quando il<br />

ferrarista ha deciso di non voler<br />

correre da solo. E poi il figlio<br />

del delegato della regione<br />

con la partecipazione di


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Vita diClub 68<br />

Vira di Club<br />

campana Santoro, che dopo<br />

aver a lungo atteso l’età giusta<br />

per poter partecipare alle gare<br />

di regolarità con il padre,<br />

finalmente a Livorno ha potuto<br />

realizzare il suo sogno,<br />

debuttando e ottenendo un<br />

buon ottavo posto.<br />

Nella categoria BT, il successo<br />

se lo aggiudica il<br />

collaudatissimo equipaggio<br />

romagnolo Bongiovanni-Zocca,<br />

su 550 <strong>Maranello</strong>, seguito per<br />

pochissimi scarti di penalità da<br />

un’altra coppia affiatata,<br />

Verghini-Micolitti su 512 TR,<br />

che si prende la rivincita dopo<br />

l’amara delusione<br />

sammarinese. Grandissimo<br />

entusiasmo per il clan toscano,<br />

che vede salire sul terzo<br />

gradino del podio Ermini il<br />

quale, titubante sino all’ultimo<br />

sulla partecipazione alla gara e<br />

poi convinto da Simonetta<br />

Montefiori (apripista con la<br />

Challenge Stradale), si è<br />

portato a casa una coppa. Alla<br />

sfortunata partecipazione del<br />

lombardo Ivan Bartoli, navigato<br />

da Claudia Barbieri, che per<br />

problemi avuti sulla prima<br />

prova a causa della batteria del<br />

cronometro non è più riuscito a<br />

recuperare lo svantaggio, fa da<br />

contraltare l’ottima<br />

performance del piemontese<br />

Francesco Majocco, al quarto<br />

posto con Patrizia Zennato su<br />

Ferrari 360 Spider, dopo aver<br />

saltato la prima prova di<br />

Campionato.


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Vita diClub<br />

70 Vita di Club<br />

Campionato - regolarità<br />

Trento-Bondone - Ferrari spumante Trophy 1/2 luglio<br />

Grande kermesse di pubblico<br />

per la terza prova del<br />

Campionato del Ferrari Club<br />

Italia dell’1/2 luglio, disputata<br />

sul percorso della storica e<br />

famosa cronoscalata<br />

Trento–Bondone.<br />

Il fine settimana inizia il sabato<br />

presso le cantine Ferrari<br />

Spumanti di Trento, per tutto<br />

l’arco della manifestazione<br />

magnifica base logistica dei<br />

soci del Club prima di<br />

interessare direttamente il<br />

percorso.<br />

Lo scenario che si propone ai<br />

partecipanti è spettacolare ed<br />

emozionante, con un numero<br />

incredibile di persone ad<br />

applaudire il corteo delle 25<br />

Ferrari che fanno la<br />

ricognizione di 17 km di curve e<br />

controcurve, un percorso<br />

tortuoso e sinuoso che si<br />

sviluppa nel più tipico scenario<br />

trentino, nell’alternanza del<br />

verde intenso dei boschi e del<br />

grigio accecante della roccia<br />

dolomitica. E la sera, cena di<br />

gala a Villa Margon, una<br />

residenza cinquecentesca tra le<br />

più belle d’Italia, di proprietà<br />

della famiglia Lunelli, titolare<br />

della Ferrari Spumante, che a<br />

questa villa ha voluto intitolare<br />

un suo pregiato vino bianco.<br />

La domenica, è la gara del<br />

Ferrari Club Italia ad<br />

inaugurare la prestigiosa<br />

Cronoscalata alla quale sono<br />

iscritti 300 piloti . Per quanto<br />

riguarda la prova dei ferraristi ,<br />

essa si articola su 5 prove<br />

cronometrate.<br />

Nella categoria BT si assiste al<br />

riscatto dell’equipaggio Bartoli-<br />

Barbieri che, dopo la delusione<br />

di Livorno che li ha relegati<br />

nelle posizioni di coda, vincono<br />

davanti ai loro più diretti<br />

concorrenti Luca Bongiovanni e<br />

Andrea Zocca, secondi. Sul<br />

terzo gradino del podio sale<br />

invece l’altro Zocca, il simpatico<br />

bolognese Adriano, navigato<br />

dalla intraprendente moglie Iris<br />

Gardenghi. Il romano Gino<br />

Verghini non riesce a salire


Vita diClub<br />

oltre la quarta posizione a<br />

causa di un malfunzionamento<br />

del tachimetro, mentre il<br />

torinese Majocco, quinto,<br />

disputa una buona gara anche<br />

se ancora frastornato dal<br />

tamponamento che la sua<br />

bella 360 spider ha subìto il<br />

giorno prima. Difficoltà per Ugo<br />

Norbedo, lasciato solo dal suo<br />

consueto navigatore Madriz, e<br />

per Genny Di Tommaso, che si<br />

diverte molto lungo il percorso<br />

senza ottenere ancora i risultati<br />

sperati.<br />

Nella categoria BH, dove<br />

gareggia con il cronometro<br />

manuale, ritorna in auge il<br />

medico campano Adriano<br />

Monaco che, a conferma della<br />

grande perizia, si aggiudica il<br />

primo posto con uno scarto<br />

irrisorio anche rispetto a<br />

Bartoli, che ha vinto l’altra<br />

classifica utilizzando però il<br />

cronometraggio satellitare.<br />

Secondi e terzi si classificano,<br />

rispettivamente, Giunta e<br />

Giuliano: se i primi hanno<br />

iniziato solo questo anno a<br />

correre il Campionato e grazie<br />

al loro impegno sono riusciti ad<br />

ottenere un grande risultato,<br />

Federico ed Enrico Giuliano si<br />

riconfermano competitivi anche<br />

dopo un lungo periodo di<br />

assenza. Ottimo anche il quarto<br />

posto ottenuto da Gianluigi<br />

Scarpari che, in coppia con Alda<br />

Tonon, era al debutto assoluto<br />

in una prova del Campionato.<br />

Resta in attesa di un risultato<br />

migliore Pierluigi Santoro,<br />

navigato dal suo caro amico<br />

Giuseppe Di Cinto, settimi: il<br />

delegato campano sembra<br />

pronto a tirar fuori le unghie<br />

per un finale di Campionato<br />

all’altezza delle aspettative.<br />

<strong>Le</strong> premiazioni si svolgono,<br />

ovviamente, alle cantine Ferrari<br />

dove Camilla Lunelli oltre ai<br />

premi ha consegnato ai vincitori<br />

bottiglie con una simpatica<br />

etichetta personalizzata.


Vita diClub<br />

74 Vita di Club<br />

Trofeo - abilità<br />

Balocco 16 luglio<br />

Se alla seconda prova del<br />

Trofeo Ferrari Club Italia del 16<br />

luglio sono alla partenza un<br />

numero consistente di vetture,<br />

43, una ragione c’è ed è da<br />

ricercare nella location scelta<br />

per questo spettacolare<br />

appuntamento. La pista di<br />

Balocco, infatti, oltre ad essere<br />

un luogo cult per chi di auto se<br />

ne intende (è la storica sede di<br />

collaudo Alfa Romeo ed ora, più<br />

estensivamente, del Gruppo<br />

Fiat), offre ben 65 km di<br />

percorsi tra i più vari - dal<br />

velocissimo al misto veloce,<br />

dallo stretto al tortuoso - con<br />

fondi ed asfalti diversi. Una<br />

specie di Paese dei Balocco -<br />

scusate, Balocchi - per tutti gli<br />

appassionati della guida. 43<br />

piloti, dunque, ed un centinaio<br />

di persone che li hanno seguiti<br />

in questa vasta area di asfalto,<br />

boschi e prati per dare vita ad<br />

un confronto molto combattuto,<br />

giocato su due manche di due<br />

giri l’una disputate su<br />

altrettanti percorsi con<br />

caratteristiche differenti, il<br />

“mistino” e la pista “Alfa”. La<br />

somma dei tempi (e delle<br />

penalità, ad esempio per salto<br />

di percorso o abbattimento di<br />

birilli) delle due prove ha dato<br />

luogo alla classifica finale. Il<br />

pranzo a conclusione della<br />

prova “Top Driver” non ha certo<br />

quietato l’agonismo, che si è<br />

riversato prima sul GP di F1<br />

seguito in diretta poi su una<br />

lunga serie di giri liberi sul<br />

circuito interno “Langhe”.<br />

Ma non bisogna dimenticare<br />

una piacevole iniziativa.<br />

Stupendo tutti, questa volta il<br />

Ferrari Club Italia ha voltuto<br />

mettere alla prova anche le<br />

signore presenti, nelle gare di<br />

abilità di solito semplici<br />

accompagnatrici dei piloti,<br />

facendo loro disputare un trofeo<br />

“Off Road” con alcune Panda<br />

4X4 messe a disposizione da<br />

Fiat Auto.<br />

La prova, effettuata su un


Vita diClub<br />

percorso in fuoristrada,<br />

consisteva nell’affrontare varie<br />

difficoltà (guadi, passaggi in<br />

contropendenza, etc) che, in<br />

base all’abilità dimostrata nel<br />

superarle, assegnavano un<br />

punteggio. Tra le 20<br />

partecipanti, la classifica finale<br />

ha eletto vincitrice “Pupa” Ratti,<br />

la moglie di Rava, che in tutte le<br />

prove ha ottenuto voti davvero<br />

alti. Visto il successo<br />

dell’iniziativa, si prevede<br />

un’altra prova per le signore il 9<br />

settembre, in Franciacorta,<br />

dove la gara del Trofeo sarà<br />

affiancata da una sfida “Kart<br />

Lady”. <strong>Le</strong> signore sono pregate<br />

di allenarsi…<br />

Ma vediamo nel dettaglio come<br />

è andata nelle diverse classi in<br />

cui era suddiviso il lotto dei<br />

partenti della prova del Trofeo<br />

FCI.<br />

A1 – Unico rappresentante in<br />

questa prima classe, Angelo<br />

Branchi si classifica al 36°<br />

posto nella classifica generale<br />

con la 308 GTS.<br />

B1- Tolto il volante all’amico<br />

Zanderighi, Bonatti primeggia<br />

nella sua classe con la Ferrari<br />

328 GTS. Una bella rivincita che<br />

gli vale il 21° posto assoluto..<br />

Il romano De Falco, vincitore<br />

della gara di Fiorano,<br />

probabilmente provato dal<br />

lungo viaggio di trasferimento<br />

questa volta scende al secondo<br />

posto. Non possiamo non<br />

parlare dell’ottima prestazione<br />

risultato di Genny Di Tommaso<br />

che, giunto dalla Campania, ha<br />

avuto la meglio sul conterraneo<br />

Santoro, che ha lamentato una<br />

scarsa competitività della sua<br />

GTB Turbo rispetto alle<br />

caratteristiche del percorso.<br />

B2 - Vittoria di classe del neo<br />

papà Gnodi sulla mitica<br />

Testarossa.<br />

C1 - Nella combattutissima C1,<br />

vince Ambrosi su 360 Modena,<br />

prestazione che gli vale anche il<br />

terzo posto assoluto. Niente<br />

male considerando che, come<br />

rivali, aveva il temuto<br />

D’Appollonio, vincitore di<br />

Fiorano ed veterano di questa<br />

tipologia di gare, e qui terzo di<br />

classe e settimo assoluto. Al<br />

secondo posto di classe sale<br />

Scarpari che, dopo il bottino<br />

fatto anche nella gara di<br />

Campionato, ha deciso di tirare<br />

fuori gli artigli e dire la propria<br />

anche nel Trofeo.<br />

C2 - Nella classe dei 12 cilindri<br />

anteriori la vittoria va al nuovo<br />

delegato regionale siciliano<br />

Colombrita (6° assoluto) che,<br />

per niente impaurito dalle<br />

distanze, continua a farsi<br />

seguire da un nutrito gruppo di<br />

amici. Ha preceduto,<br />

nell’ordine, Amendolagine e<br />

Nacamuli.<br />

La classe è stata anche<br />

arricchita dalla presenza di due<br />

concorrenti stranieri: la signora<br />

Amani, che ha imbarcato<br />

“Marcello”, come Ludmilla<br />

chiama la sua fiammante 575M<br />

<strong>Maranello</strong>, dagli States (come<br />

puoi vedere nella foto a pagina<br />

74) per trascorrere un fine<br />

settimana diverso (ultima<br />

posizione ma un ricordo<br />

indelebile di un’esperienza


I custodi del Mito I Keepers of the Myth I <strong>Le</strong>s Gardiens du Mythe I Ein Fein verwahrter Mythos


Vita diClub<br />

78 Vita di Club<br />

“italian style”), e l’inglese<br />

Brooks, che appena ritirata la<br />

vettura dalla concessionaria<br />

Rossocorsa, ha potuto<br />

partecipare con entusiasmo<br />

(19° assoluto) prima di seguire<br />

l’iniziativa di Mercato Italia al<br />

Nurburing e poi, ancora, in<br />

Franciacorta. Non possiamo<br />

certo dire che sia straniero, ma<br />

sicuramente di chilometri ne ha<br />

fatti tanti il salernitano Adriano<br />

Monaco che, reduce da un’<br />

esaltante vittoria a Trento, con<br />

la sua Scaglietti si classifica<br />

solo settimo di classe e 22°<br />

assoluto.<br />

D1 – incontrastato Mario Gnutti<br />

che, con la sua F430, continua a<br />

primeggiare e a far parlare di<br />

sé anche nella classifica<br />

generale, con un bel secondo<br />

posto assoluto. Ha comunque<br />

trovato pane per i suoi denti in<br />

Paolo Cattaneo su F430 che,<br />

giunto dalla Svizzera, si<br />

aggiudica il secondo posto,<br />

mentre il terzo va al lucchese<br />

Gelli, che si è preso finalmente<br />

una bella rivincita dopo<br />

Fiorano. In questa classe, da<br />

notare le prestazioni<br />

dell’appassionato Ramacci (11°<br />

assoluto) e del lombardo Rava,<br />

che si è accontentato della<br />

quinta posizione di classe. Non<br />

spicca il volo un altro lombardo<br />

d’eccezione, Bartoli, leader nel<br />

Campionato che probabilmente<br />

deve ancora prendere<br />

confidenza con le doti<br />

velocistiche della sua gialla<br />

F430.<br />

E – Non ci sono parole, per<br />

descrivere il volto conosciuto<br />

agli amici del Club di Mario<br />

Bigo su Challenge Stradale<br />

quando non solo ha scoperto di<br />

Trofeo Ferrari Club Italia<br />

Balocco 16 luglio Classifica Assoluta<br />

Pos Num Pilota Vettura Gruppo/Classe Tempo<br />

1 3 BIGO M. CHALLENGE STR. E 8'24.39<br />

2 4 GNUTTI M. F430 F1 D1 8'44.48<br />

3 36 AMBROSI E. 360 MODENA F1 C1 8'57.90<br />

4 1 LEVERATTO G. CHALLENGE STR E 9'01.32<br />

5 28 SCARPARI G. 360 MODENA F1 C1 9'07.54<br />

6 18 COLOMBRITA R. 575M MARANELLO F1 C2 9'07.62<br />

7 42 D'APOLLONIO S. 355 GTS C1 9'10.83<br />

8 11 CATTANEO P. F430 F1 D1 9'11.48<br />

9 7 GELLI L. F430 F1 D1 9'12.00<br />

10 37 CASTIGLIONI G. 360 MODENA C1 9'14.53<br />

11 5 RAMACCI F. F430 F1 D1 9'20.57<br />

12 29 PRESTI S. 360 MODENA C1 9'21.04<br />

13 6 RAVA G. F430 F1 D1 9'21.31<br />

14 22 AMENDOLAGINE 550 MARANELLO C2 9'24.03<br />

15 25 NACAMULI U. 575M MARANELLO C2 9'24.30<br />

16 27 LAMERA P.E. 550 MARANELLO C2 9'30.51<br />

17 12 DI CHIO P. F430 F1 D1 9'31.05<br />

18 34 GIBLIINO V. F 355 C1 9'31.86<br />

19 16 BROOKS H. 550 MARANELLO C2 9'42.00<br />

20 24 MELATO A. 575M MARANELLO C2 9'42.63<br />

21 47 BONATTI E. 328 GTS B1 9'43.34<br />

22 19 MONACO A. 612 SCAGLIETTI F1 C2 9'45.32<br />

23 2 TURTORO F. CHALLENGE STR E 9'46.03<br />

24 8 BARTOLI I. F430 F1 D1 9'46.32<br />

25 14 JELO M. F430 F1 D1 9'49.58<br />

26 43 DE FALCO F. 348 SPIDER B1 9'50.60<br />

27 32 MOSCONI A. 360 SPIDER C1 9'52.69<br />

28 23 GIUSTINI C. 550 MARANELLO C2 10'01.52<br />

29 15 CIALFI C. F430 SPIDER D1 10'08.20<br />

30 33 ZOCCA A. 355 GTS C1 10'10.20<br />

31 39 RAIA' M. 360 MODENA F1 C1 10'14.23<br />

32 38 CIPOLLONE M. 360 MODENA F1 C1 10'14.84<br />

33 41 GNODI I. TESTAROSSA B2 10'17.47<br />

34 35 BATTAGLIA G. 360 MODENA C1 10'42.48<br />

35 45 DI TOMMASO G. 348 TB B1 10'43.63<br />

36 49 BRANCHI A. 308 GTS A1 10'45.85<br />

37 9 DELFANTI P. F430 F1 D1 10'47.73<br />

38 44 SANTORO P. GTB TURBO B1 10'48.29<br />

39 48 AMANI L. 575M MARANELLO F1 C2 10'55.89<br />

aver vinto la classe ma anche<br />

l’”assoluta”. In effetti il<br />

piemontese, che questa volta<br />

giocava in casa, ha veramente<br />

disputato un gara brillante<br />

sbaragliando tutti i concorrenti.<br />

Al secondo posto, si è difeso<br />

benissimo <strong>Le</strong>veratto senior, in<br />

assenza del giovane figlio<br />

Matteo, piede pesante e<br />

promessa dell’automobilismo<br />

sportivo. Al terzo posto di<br />

classe Turtoro.<br />

Nelle foto la premiazione da parte di<br />

Claudio Cristina dei due assoluti:<br />

“Pupa” Ratti e Mario Bigo.


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-anzi l’epopea- di una famiglia<br />

e di un’isola attraverso un<br />

evento di proporzioni mondiali.<br />

Nei primi anni del secolo, dopo<br />

interminabili viaggi, arrivava in<br />

sicilia la “crème” dell’alta<br />

società internazionale attirata<br />

dalla personalità e dal<br />

carisma di Vincenzo<br />

Florio. Con dovizia di<br />

particolari e un notevole<br />

contributo iconografico, il<br />

volume ripercorre, anno<br />

per anno, tutte le tappe<br />

di quella che, ancora<br />

oggi, è considerata una<br />

delle più belle,<br />

così una parte dedicata ai<br />

“titani”, i pionieri<br />

dell’automobilismo sportivo; un<br />

altra dedicato alle “frecce<br />

d’argento”, le Mercedes<br />

“pigliatutto” degli anni ‘30;<br />

un’altra che si commenta da sè<br />

nel titolo “Forza Alfa Romeo!”.<br />

Dedicato alla Fiera<br />

Internazionale del giocattolo di<br />

Norimberga, il numero 14 di<br />

questo particolare semestrale è<br />

una raccolta ragionata di molti<br />

dei più rari e appetibili modelli<br />

Ferrari, principalmente<br />

entusiasmanti, impegnative<br />

corse su strada. Compendia il<br />

volume una serie di appendici<br />

dedicate alle classifiche di tutte<br />

le edizioni, ai repertori analitici,<br />

alle fonti fotografiche ed alla<br />

bibliografia.<br />

Il volume approda quindi ai<br />

nostri giorni a partire dall’”era<br />

del turbo” al “vedo rosso”<br />

dell’inarrivabile ascesa del<br />

binomio Ferrari-Schumacher.<br />

Con una predominanza di foto<br />

in bianco e nero su quelle a<br />

colori, il testo è formato da<br />

grandi ed esaurienti didascalie.<br />

in scala 1:43. Miniauto &<br />

Collectors diventa così un<br />

promemoria irrinunciabile per<br />

chi vuole coltivare la sua<br />

passione per le auto del<br />

Cavallino rampante anche<br />

attraverso piccoli modelli da<br />

collezione.<br />

Se alle Ferrari<br />

GT -e quindi<br />

“stradali”- è<br />

dedicata<br />

un’ampia<br />

sezione iniziale,<br />

non mancano<br />

riferimenti<br />

ferraristi anche<br />

nel resto della<br />

pubblicazione,<br />

con le novità, le riedizioni e le<br />

diverse versioni dei modelli più<br />

interessanti.


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