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Scarica l'edizione di Novembre - Fondazione Biblioteca di via Senato

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38<br />

la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – novembre 2010<br />

PAGINE CHE PARLANO DI LIBRI<br />

Dove e come Garamond creò i “garamond”,<br />

i <strong>via</strong>ggi <strong>di</strong> Rosetti e la poesia della Mistral<br />

<strong>di</strong> matteo noja e matteo tosi<br />

UN VIAGGIO DI FORMAZIONE<br />

ALLA FONTE DELLA “FONT”<br />

Nuove tecnologie incalzano,<br />

il panorama del libro si popola <strong>di</strong><br />

apparecchi che lo sostituiscono<br />

e che lo relegano all’antiquariato. Oggetti<br />

elettronici che riproducono il colore della<br />

carta e sui quali, i tecnici <strong>di</strong>cono, si prova<br />

lo stesso piacere nello sfogliare le pagine,<br />

virtualmente è ovvio; aggeggi che<br />

collegandosi alla rete permettono<br />

<strong>di</strong> scaricare storie infinite, enciclope<strong>di</strong>e,<br />

vocabolari, opere <strong>di</strong> riferimento…<br />

Si assiste alla fine del libro O forse<br />

il libro è sempre stato in pericolo<br />

sin dal suo comparire nella storia E qual<br />

è stato l’orizzonte d’attesa nel quale<br />

si affacciò il libro a caratteri mobili<br />

Un romanzo affascinante, anche se<br />

con qualche pecca, scritto a volte in una<br />

lingua troppo colloquiale, ci porta<br />

nell’estate del 1513 quando due francesi,<br />

dopo un lungo <strong>via</strong>ggio a pie<strong>di</strong> attraverso<br />

l’Europa, raggiungono la città dove si va<br />

formando una vera e propria industria<br />

e<strong>di</strong>toriale. I francesi sono Antoine<br />

Augerau, anziano tipografo, e Claude<br />

Garamond, giovane <strong>di</strong> belle speranze,<br />

si <strong>di</strong>rebbe: vogliono vedere quei pro<strong>di</strong>gi<br />

della nuova arte tipografica che sono<br />

i libri stampati dal primo “e<strong>di</strong>tore”<br />

moderno in assoluto, Aldo Manuzio.<br />

Arrivano in una Venezia notturna,<br />

addormentata, e scoprono con sorpresa,<br />

all’insegna dell’Ancora e del Delfino, una<br />

stamperia in piena attività nonostante<br />

l’ora. Per qualche tempo collaborano con<br />

Aldo a comporre, correggere, stampare,<br />

ma loro che erano giunti da tanto<br />

lontano per ammirare i caratteri – quelli<br />

che oggi, usando anche in tipografia il<br />

computer, chiamiamo “font”, con termine<br />

anglosassone – che Aldo aveva <strong>di</strong>segnato<br />

per rendere più leggibili i testi della<br />

nuova lingua volgare e dei classici<br />

del mondo greco e latino, hanno sete <strong>di</strong><br />

conoscere e imparare.<br />

Sete che li conduce da Francesco<br />

Griffo che pazientemente insegnerà loro<br />

ad apprezzare i bei caratteri che egli<br />

va delineando per Aldo, e soprattutto<br />

spiegherà al giovane Claude come<br />

<strong>di</strong>segnare le “grazie” necessarie per<br />

forgiare un carattere maggiormente<br />

leggibile degli ormai poco comprensibili<br />

caratteri gotici, e gli farà riconoscere i<br />

pregi dei caratteri <strong>di</strong>segnati da altri<br />

maestri, come Nicolas Janson. Questo<br />

incontro sarà la svolta della vita per<br />

Claude Garamond, che da quel momento<br />

<strong>di</strong>venterà uno dei più gran<strong>di</strong> ideatori<br />

<strong>di</strong> caratteri del Cinquecento e soprattutto<br />

lascerà a noi in ere<strong>di</strong>tà un carattere<br />

che ancora oggi si usa largamente nella<br />

composizione dei testi, sia in piombo,<br />

sia in <strong>di</strong>gitale. Quel carattere Garamond<br />

che risplende in molte varianti, tra cui il<br />

Simoncini, carattere pre<strong>di</strong>letto da uno dei<br />

gran<strong>di</strong> e<strong>di</strong>tori del secolo scorso, Giulio<br />

Einau<strong>di</strong>, che pur utilizzando tipografie<br />

industriali non era insensibile al fascino<br />

dei bei libri e curava personalmente la<br />

scelta del carattere, appunto, della carta e<br />

della legatura: nel 1958 lo vide <strong>di</strong>segnare<br />

nella fonderia <strong>di</strong> Francesco Simoncini<br />

a Bologna e se ne innamorò: da allora<br />

tutti i suoi libri sono composti con quel<br />

particolare Garamond; la carta dei suoi<br />

volumi, sempre bianchi e brillanti, la<br />

importava <strong>di</strong>rettamente dalla Russia.<br />

Ma torniamo al romanzo <strong>di</strong> Anna<br />

Cuneo. Il racconto che Garamond<br />

fa in prima persona si snoda attraverso<br />

le vicissitu<strong>di</strong>ni dei personaggi a lui vicini,<br />

dal confronto con nuove religioni come<br />

il protestantesimo, da quello con gli<br />

studenti della Sorbona che <strong>di</strong> anno<br />

in anno premevano maggiormente<br />

per avere nuovi testi sempre più curati<br />

per poter stu<strong>di</strong>are, anche in barba alle<br />

<strong>di</strong>sposizioni ecclesiastiche e contro le<br />

istituzioni che controllavano le università.<br />

Dopo il tirocinio veneziano, durato<br />

qualche anno, i due amici intraprendono<br />

il <strong>via</strong>ggio <strong>di</strong> ritorno e sul loro cammino<br />

incontrano personaggi come il monaco<br />

François Rabelais, molto prima che<br />

<strong>di</strong>ventasse scrittore chiamandosi<br />

“Alcofribas Nasier”, e con lui spartiscono<br />

qualche avventura quasi picaresca.<br />

Ma saranno le notizie su Martin<br />

Lutero e sul suo nuovo modo <strong>di</strong> intendere<br />

la religione che sconvolgeranno le loro

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