Scarica l'edizione di Novembre - Fondazione Biblioteca di via Senato
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novembre 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 23<br />
Il nuovo Archivio conservato in BvS<br />
<br />
L’INEDITO SCHEDARIO<br />
DI GIUSEPPE MARTINI<br />
Qualche nota sull’opera del noto bibliofilo e libraio antiquario<br />
ANNETTE POPEL POZZO<br />
Il nome <strong>di</strong> Giuseppe Martini (Lucca 1870-Lugano<br />
1944) è inevitabilmente legato al mondo del libro<br />
antico e <strong>di</strong> pregio. Nelle più celebri biblioteche del<br />
mondo sono censiti manoscritti e incunaboli con la sua<br />
provenienza. Tracce dei libri passati per le sue mani si<br />
ritrovano – sia in forma <strong>di</strong> note manoscritte a lapis, ad<br />
esempio, “Coll. Compl.” per in<strong>di</strong>care “collezionato<br />
completo” sia in forma <strong>di</strong> ex libris (foto 1, 2 e 3) – nei repertori,<br />
nei cataloghi dei librai antiquari e nelle schede<br />
delle case d’asta.<br />
Nonostante la sua presenza sia significativa, sappiamo<br />
relativamente poco sul libraio antiquario e collezionista,<br />
contemporaneo <strong>di</strong> Leo S. Olschki (1861-<br />
1940), <strong>di</strong> Ulrico Hoepli (1847-1935), <strong>di</strong> Tammaro De<br />
Marinis (1878-1969) e del <strong>di</strong>rettore della Libreria Antiquaria<br />
Hoepli in quel periodo, Mario Armanni (1878-<br />
1956), e che assieme a loro figura tra i più celebri librai<br />
antiquari italiani della prima metà del secolo ventesimo:<br />
«Il a décrit environ 500 manuscrits et à peu près<br />
2.000 livres imprimés» (<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Martini Mario Armanni<br />
nell’introduzione alla Bibliothèque bibliographique,<br />
Vente aux enchères à Genève, salle Kun<strong>di</strong>g, 1946, p. 5).<br />
<br />
Lucchese d’origine e figlio dell’architetto e professore<br />
Domenico Martini, Giuseppe Martini (foto 4)<br />
operò dapprima a Lucca tra il 1898 e il 1910, periodo<br />
Secondo tipo <strong>di</strong> ex libris allegorico con motto<br />
“Ioseph Martini Luc.”, probabilmente su <strong>di</strong>segno del<br />
padre Domenico Martini<br />
nel quale pubblicò otto cataloghi (oggi quasi tutti introvabili<br />
e con pochissimi esemplari censiti). Proprio<br />
nella sua città natale, presso l’Archivio Arcivescovile e<br />
la <strong>Biblioteca</strong> Capitolare viene custo<strong>di</strong>ta la Collezione<br />
Martini, acquisita dall’Archivio nel 1945 a seguito delle<br />
<strong>di</strong>sposizioni testamentarie del proprietario: contiene<br />
circa 500 pergamene, <strong>di</strong>vise tra <strong>di</strong>plomi imperiali e regi,<br />
alcuni provenienti dalle cancellerie longobarde e carolinge,<br />
documenti pontifici e atti privati, compresi tra<br />
l’anno 726 e il 1793, manoscritti, una raccolta d’archivio<br />
e varie e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> interesse lucchese.<br />
All’inizio del secolo ventesimo Martini si sposta<br />
negli Stati Uniti, a New York. I suoi cataloghi 9-18 vengono<br />
pubblicati proprio lì, tra il 1912 e il 1922. Contatti<br />
importanti con il mondo bibliofilo americano esistevano<br />
sicuramente già prima, visto che nel 1904 la più<br />
nobile associazione bibliofila americana, il Grolier<br />
Club <strong>di</strong> New York (fondata nel 1884), pubblica il Catalogue<br />
of an exhibition of original and early e<strong>di</strong>tions of Italian<br />
books selected from a collection designed to illustrate the development<br />
of Italian literature, specificando che «for the<br />
material used as the basis of this catalogue the club is indebted<br />
to Mr. Joseph Martini».<br />
Negli anni compresi tra la Prima e la Seconda<br />
Guerra Mon<strong>di</strong>ale, Martini torna in Europa, stabilendosi<br />
a Lugano, dove tra il 1929 e il 1942 pubblica gli ultimi<br />
cataloghi 19-30. Un’essenziale delineazione della<br />
vita <strong>di</strong> Martini è stata presentata pochi anni or sono da<br />
Francesco Radaeli nel contributo “Sulla figura <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Martini” che fa da introduzione al catalogo<br />
Aspetti <strong>di</strong> cultura veneziana del Cinquecento (Bredford Libri<br />
Rari, 2000, 292 schede).