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Scarica l'edizione di Novembre - Fondazione Biblioteca di via Senato

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novembre 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 17<br />

Pagina a fianco: Milano, Castello Sforzesco, Museo Civico: coppa invetriata con decorazione policroma, in relazione con<br />

prodotti ifrigeni e siciliani; coppa protomaiolica, Sicilia; due pissi<strong>di</strong> d’avorio, arte islamica <strong>di</strong> Sicilia, XII sec.<br />

Sopra da sinistra: Palermo, Galleria Nazionale della Sicilia, grande anfora con grande iscrizione in caratteri cufici<br />

(Malaga, XIV sec.); dalla stessa Galleria, giara con decorazione stampata in rilievo e serie <strong>di</strong> archetti polilobati con fasce<br />

d’iscrizioni cufiche e palmette (Andalusia, XIV sec.)<br />

Si tratta delle bordure dei manti e delle vesti che,<br />

proprio a partire da <strong>di</strong>pinti quali la Madonna <strong>di</strong> san Giorgio<br />

alla Costa, sostituiscono il tra<strong>di</strong>zionale zig zag bizantino<br />

con motivi che assomigliano alle letterine dell’alfabeto<br />

islamico.<br />

La decorazione a fasce con versetti coranici era<br />

consueta negli oggetti islamici, e caratterizzava in particolare<br />

le bordure e gli interni delle stoffe, con felicissimi<br />

effetti decorativi. L’alfabeto ov<strong>via</strong>mente non veniva letto<br />

e compreso, ma il fascino <strong>di</strong> quegli eleganti motivetti influenzò<br />

profondamente i pittori e anche gli scultori degli<br />

anni a cavallo tra Due e Trecento. Giotto ne adorna il<br />

manto della Madonna <strong>di</strong> san Giorgio alla Costa, così come<br />

arricchisce del motivo a piastrelle le stole degli angeli.<br />

Ma l’uso delle letterine pseudo-cufiche si <strong>di</strong>ffonde anche<br />

nelle incorniciature: ancora nella stessa tavola, ove<br />

vengono proposti vari finissimi motivi, come dei ricami,<br />

il fondo oro della tavola termina con una sorta <strong>di</strong> cornice<br />

interna punzonata con eleganti letterine.<br />

Ancora più singolare è l’uso, molto frequente, delle<br />

stesse letterine nelle aureole. E qui è ancora Giotto a ornare<br />

le aureole della Madonna della tavola <strong>di</strong> san Giorgio<br />

con le letterine imitate dall’alfabeto islamico. Analoghe<br />

soluzioni adornano nella Croce <strong>di</strong> Santa Maria Novella le<br />

aureole della Madonna e <strong>di</strong> san Giovanni dei tabelloni,<br />

mentre la cornice lignea si arricchisce <strong>di</strong> sottili nastri che<br />

intrecciano gli sfon<strong>di</strong> scuri con scritture dorate. E infine<br />

ancora Giotto a Padova inserisce cinque dei <strong>di</strong>eci ton<strong>di</strong><br />

della volta della cappella degli Scrovegni con una banda<br />

che presenta gli stessi motivi.<br />

Mentre però le bordure e le altre ornamentazioni<br />

delle vesti scompaiono a partire dagli anni trenta del<br />

Trecento, sopraffatte dal nuovo gusto gotico alla francese,<br />

l’uso delle aureole con lettere pseudo-cufiche, talvol-

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