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Scarica l'edizione di Novembre - Fondazione Biblioteca di via Senato

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novembre 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 15<br />

Da sinistra: Palermo, Cattedrale, particolare dell’abside centrale. Venezia, Cattedrale <strong>di</strong> S. Pietro in Castello: cattedra <strong>di</strong> S. Pietro<br />

piastrella, <strong>di</strong> volta in volta <strong>di</strong>versi in ogni campata, che<br />

corrono lungo tutte le pareti, a costituire una novità assoluta<br />

nel genere dei paramenti.<br />

<br />

Non so se Giotto, del resto attento proprio alle<br />

stoffe, anche perché possedeva un telaio e quin<strong>di</strong> lo si<br />

può supporre un esperto in materia, sia stato il protagonista<br />

principale <strong>di</strong> questo affascinante mutamento <strong>di</strong> gusto.<br />

È certo però che <strong>di</strong>etro l’immagine della “Madonna<br />

col Bambino”, <strong>di</strong> recente scoperta nella cappella <strong>di</strong> san<br />

Pasquale Baylon della chiesa romana <strong>di</strong> Aracoeli, e da me<br />

attribuita alla giovinezza <strong>di</strong> Giotto (6), tro<strong>via</strong>mo un tessuto<br />

col motivo a “piastrelle” assolutamente innovativo,<br />

rispetto alla tra<strong>di</strong>zione più antica. Un parato del tutto<br />

analogo ricopre le pareti delle due stanze con i due episo<strong>di</strong><br />

delle Storie <strong>di</strong> Isacco nella Basilica superiore <strong>di</strong> Assisi.<br />

Gli stessi motivi si trovano anche talvolta nelle vesti e nei<br />

manti: nella Cappella degli Scrovegni nell’Ascensione e<br />

nella Pentecoste san Bartolomeo porta un elegante manto<br />

bianco con il consueto motivo a “piastrelle”.<br />

Giotto dunque a partire dall’ultimo decennio del<br />

Duecento se non prima inventa forse, o almeno usa molto<br />

frequentemente questo nuovo motivo decorativo, negli<br />

affreschi, come fondale, <strong>di</strong>etro la figura della Vergine<br />

a coprire il trono, e <strong>di</strong>etro la figura del Cristo Crocifisso.<br />

Bellissima la stoffa a colori vivaci che copre il trono<br />

della Madonna col Bambino, proveniente dalla chiesa fiorentina<br />

<strong>di</strong> san Giorgio alla Costa (ultimo decennio del<br />

Duecento). Un tessuto a motivi geometrici si stende <strong>di</strong>etro<br />

la Croce lignea del Crocifisso <strong>di</strong> santa Maria Novella, e<br />

poco più tar<strong>di</strong> in quello del Tempio Malatestiano a Rimini.<br />

Il secondo elemento <strong>di</strong>ffusissimo negli stessi ambiti,<br />

sono le iscrizioni cosiddette “pseudocufiche”, perché nella<br />

maggior parte dei casi imitano, ov<strong>via</strong>mente senza comprenderle,<br />

le epigrafi scritte con alfabeto islamico (7).

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