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Scarica l'edizione di Novembre - Fondazione Biblioteca di via Senato

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novembre 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 13<br />

questi sarà importante l’uso che se ne fece a<br />

Pa<strong>via</strong> (3), che del resto era un importantissimo<br />

centro ove si incrociavano le vie<br />

commerciali da e verso il nord Europa,<br />

da e verso l’Oriente (3).<br />

<br />

Gran<strong>di</strong>ssima importanza, inoltre,<br />

ebbero i numerosi oggetti, anche<br />

<strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, che arrivavano<br />

in Italia, ed erano una sorta <strong>di</strong> modelli<br />

per le opere d’arte italiane. Il cospicuo numero<br />

<strong>di</strong> tali oggetti, ancora oggi conservati nei<br />

musei, ma anche nelle sacrestie delle chiese e nei Tesori<br />

delle Cattedrali, fa pensare che ci fosse nel tardo me<strong>di</strong>oevo<br />

un fiorente commercio <strong>di</strong> tali opere: si tratta <strong>di</strong> avori,<br />

<strong>di</strong> bronzi, <strong>di</strong> vetri, <strong>di</strong> cristalli <strong>di</strong> rocca, e soprattutto <strong>di</strong><br />

stoffe (4). Oggetti <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria raffinatezza, dove il<br />

principale elemento decorativo era dato dalla grafìa in<br />

caratteri “cufici” o “naski”: l’apparenza era quella <strong>di</strong> un<br />

elegante nastro che si snodava attorno all’oggetto, in<br />

particolare sull’orlo dell’oggetto stesso.<br />

Tra tutti gli oggetti i più numerosi<br />

dovettero essere le stoffe <strong>di</strong> seta, spesso<br />

con ornamentazioni semplici, decorate<br />

<strong>di</strong> bordure con iscrizioni in alfabeto<br />

islamico, che dovevano produrre<br />

un fascino particolare, così da<br />

essere imitate nei laboratori italiani.<br />

Possiamo incontrare bellissimi<br />

vasi <strong>di</strong> vetro, <strong>di</strong> produzione alessandrina<br />

o siriaca, decorati con fregi aniconici<br />

con le lettere cufiche, che riportavano qualche<br />

versetto del Corano: si tratta per esempio <strong>di</strong><br />

lampade per moschee. Continuano gli oggetti metallici,<br />

ma soprattutto sembra poter ipotizzare un gran numero<br />

<strong>di</strong> stoffe, le quali poi hanno dato origine a stoffe, tessute in<br />

Italia, ma che copiavano i motivi islamici.<br />

A partire dal secondo Duecento, questi raffinati<br />

oggetti non vennero solo copiati ma <strong>di</strong>ventano anche per<br />

i gran<strong>di</strong>ssimi artisti, scultori e pittori, dei modelli dai<br />

quali trarre ispirazione. È una sorta <strong>di</strong> “moda” che si <strong>di</strong>fcertamente<br />

nel cristianesimo, potentemente<br />

rafforzato dalla tra<strong>di</strong>zione della razionalità<br />

greca e romana, ma è stato attraversato<br />

e stimolato dalle correnti <strong>di</strong> pensiero<br />

del Vicino Oriente, ebraico e arabo. Per<br />

capire la nostra identità, non si può fare a<br />

meno <strong>di</strong> nessuna <strong>di</strong> queste voci. Di alcune <strong>di</strong><br />

queste voci, meno percepite nel passato per<br />

motivi ideologici, politici e religiosi, solo ora<br />

l’Europa comincia a prendere coscienza; tra<br />

queste, sicuramente, quella dell’Islam. In<br />

un’epoca come quella attuale, nella quale si<br />

assiste a una contrapposizione sempre più<br />

drammatica tra il mondo occidentale e<br />

quello islamico, è bene ricordare come il<br />

periodo in cui visse Dante fu un periodo<br />

fecondo della nostra storia, anche perché i<br />

rapporti fra il mondo cristiano e il mondo<br />

musulmano si fecero molto più stretti, in<br />

tutta l’area me<strong>di</strong>terranea, a <strong>di</strong>spetto delle<br />

feroci guerre <strong>di</strong> religione che lo<br />

contrad<strong>di</strong>stinsero.<br />

Scopo della mostra è evidenziare<br />

come la cultura islamica fosse <strong>di</strong>ffusa<br />

in tutta l’Europa me<strong>di</strong>evale e come ciò<br />

sia, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente,<br />

volutamente o no, testimoniato nella<br />

Divina Comme<strong>di</strong>a.<br />

Nel Duecento, due uomini<br />

incarnarono sopra tutti questo evento<br />

<strong>di</strong> contaminazione culturale: Federico II<br />

<strong>di</strong> Sve<strong>via</strong>, lo “Stupor Mun<strong>di</strong>”, che in Sicilia<br />

costruì attorno a sé una corte <strong>di</strong> grande<br />

livello intellettuale sul modello <strong>di</strong> quelle<br />

arabe, favorendo, tra l’altro, la nascita<br />

della poesia italiana; e Alfonso X, il saggio re<br />

<strong>di</strong> Castiglia e León, che istituì una scuola<br />

<strong>di</strong> traduzione a Toledo, e la cui corte fu<br />

la <strong>via</strong> maestra, il principale centro<br />

<strong>di</strong> assimilazione, traduzione e ritrasmissione<br />

della filosofia e della scienza dei Mori<br />

e ne favorì la <strong>di</strong>ffusione in tutta Europa.<br />

Ma è proprio Dante che trasfuse<br />

ogni conoscenza a lui contemporanea<br />

nella Divina Comme<strong>di</strong>a, compilando,<br />

in un supremo testo, una sorta<br />

<strong>di</strong> enciclope<strong>di</strong>a del tempo.<br />

La mostra vuole quin<strong>di</strong> offrire<br />

un punto <strong>di</strong> vista particolare ma<br />

privilegiato che ha come punto focale la<br />

Comme<strong>di</strong>a e che, seguendo la sua<br />

prospettiva, suggerisca i temi e le<br />

circostanze della vicinanza tra le due<br />

culture.<br />

Il percorso espositivo, lungi<br />

dal volersi presentare esaustivo della<br />

sterminata materia che riguarda la Divina<br />

Comme<strong>di</strong>a, ne illustra la natura<br />

e la struttura cercando <strong>di</strong> richiamare<br />

alla mente quei personaggi e quelle teorie<br />

che Dante ha ricordato nei suoi versi<br />

e che testimoniano quanto detto sopra.<br />

Molti dei personaggi citati<br />

<strong>di</strong>rettamente da Dante nel Poema sono<br />

legati al mondo musulmano: il sultano<br />

Salah ad’Din [Sala<strong>di</strong>no], Avicenna, Averroè,<br />

Brunetto Latini, Pietro Ispano, tra gli altri;<br />

oltre a quelli non citati <strong>di</strong>rettamente, ma <strong>di</strong><br />

cui il Poeta aveva ben presente l’importanza,<br />

se non altro attraverso gli insegnamenti<br />

del “maestro” Brunetto Latini, e <strong>di</strong> cui<br />

mostra <strong>di</strong> conoscere le opere e il pensiero.

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