25.01.2015 Views

Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato

Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato

Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>giugno</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 7<br />

Frontespizio dell’e<strong>di</strong>zione L’an deux mille quatre cent<br />

quarante. Rêve s’il en fût jamais; suivi de L’homme de fer,<br />

songe (Parigi, Lepetit, an X [i.e. 1801-1802])<br />

lumi del Nouveau Paris, seguito del Tableau de Paris. Nel<br />

frattempo, benché ammiri il genio <strong>di</strong> Napoleone, non apprezza<br />

l’instaurazione dell’Impero. Più volte si scontra<br />

verbalmente con il ministro della polizia che lo ammonisce<br />

a tenere a freno la sua penna mordace. All’ennesima<br />

minaccia del carcere pare che Mercier abbia ironicamente<br />

risposto: «non vivo che per vedere come finirà questa<br />

triste vicenda». E in effetti, prima <strong>di</strong> spirare, riesce ad assistere<br />

alla caduta del piccolo Corso, al rientro dei Borbone<br />

e al inse<strong>di</strong>amento sul trono <strong>di</strong> Luigi XVIII, il fratello<br />

del re martire.<br />

<br />

Il mondo letterario <strong>di</strong> Mercier è tipicamente settecentesco,<br />

imbevuto <strong>di</strong> illuminismo. Mercier, scrittore<br />

borghese fin nell’animo, accorda la propria preferenza<br />

alla prosa, relegando la poesia a forma letteraria<br />

oramai desueta, solo patrimonio della classe nobiliare.<br />

E’ con la prosa che lo scrittore raggiunge il grande pubblico,<br />

è grazie al romanzo che può comunicare idee,<br />

raccogliere e ‘mettere in scena’ le istanze della borghesia,<br />

ed è grazie al mercato librario che lo scrittore può<br />

raggiungere la piena autonomia economica, svincolandosi<br />

da perniciosi rapporti <strong>di</strong> mecenatismo.<br />

Ma la libertà, legata a una penna mordace e a un<br />

carattere puntuto, si paga cara. Si sconta con il carcere,<br />

o con la fuga. Non è un caso se è proprio a Neuchatel<br />

che vede la luce la ristampa de L’Homme sauvage. In<br />

Svizzera era fuggito, vent’anni prima, colpito dalle ‘angherie’<br />

della società parigina, anche l’amato Jean-Jacques<br />

Rousseau. In Svizzera, Mercier (probabilmente<br />

rispecchiandosi in Rousseau) trova un clima <strong>di</strong> maggiore<br />

apertura. Qui inizia a riflettere, come già prima aveva<br />

fatto Rousseau, sulla natura dell’uomo. Annosa questione:<br />

portato inevitabilmente a compiere il male, o<br />

spinto naturalmente al bene La risposta dello scrittore<br />

parigino ricalca quella del filosofo ginevrino: è il progresso,<br />

ciò che si chiama “civilizzazione”, a corrompere<br />

l’in<strong>di</strong>viduo, instillandogli falsi valori e vani traguar<strong>di</strong> in<br />

nome dei quali si esercitano sopraffazione e violenza.<br />

L’utopia che Mercier narra nel suo L’Homme sauvage<br />

non è esente da richiami arca<strong>di</strong>ci. Da quella visione,<br />

i<strong>di</strong>llica e pastorale, che nel primo Settecento si era <strong>di</strong>ffusa<br />

in tutte le corti europee. E al quale, in seguito, si erano aggiunti<br />

altre riflessioni, innescate dalle esplorazioni geografiche<br />

delle lontane isole dell’oceano Pacifico. Di quei<br />

luoghi esotici si narrava il clima favorevole, la pace continua<br />

che regnava fra quelle popolazioni e la serenità degli<br />

uomini, che nulla desideravano perché la natura provvedeva<br />

al loro sostentamento. Il mito del buon selvaggio,<br />

ovvero dell’uomo primor<strong>di</strong>ale, felice perché incorrotto<br />

dal progresso, appariva all’uomo settecentesco così desiderabile<br />

proprio perché lontano nello spazio, posto in una<br />

<strong>di</strong>mensione altra, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un mare tanto infinito quanto<br />

quello che <strong>di</strong>videva il Continente dall’isola <strong>di</strong> Utopia.<br />

Beato quell’uomo che «vive sotto le leggi semplici<br />

della natura, seguendo i propri istinti e le proprie<br />

idee, ascoltando la voce del proprio cuore, perché l’uomo<br />

è nato buono». 1 In una sorta <strong>di</strong> sovrapposizione <strong>di</strong><br />

immagini, Mercier, Rousseau e il “buon selvaggio” <strong>di</strong>-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!