Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato
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<strong>giugno</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 71<br />
messa più volte in scena, nel 1543,<br />
probabilmente, a Parma; nello stesso<br />
1543 fu pubblicata per la prima<br />
volta (Venezia, in casa de’ figliuoli<br />
d’Aldo) e altre e<strong>di</strong>zioni seguirono<br />
nel corso del XVI secolo. All’interno<br />
del panorama del teatro tragico italiano<br />
del Cinquecento, l’Orbecche<br />
rappresenta il superamento dei tentativi<br />
<strong>di</strong> elaborare una nuova trage<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> stampo classicista intrapresi in<br />
passato da G. G. Trissino, con la Sofonisba,<br />
e dai tragici fiorentini, in nome<br />
<strong>di</strong> una istanza <strong>di</strong> rappresentazione<br />
più <strong>di</strong>retta della realtà delle passioni<br />
umane. A questo fine, il G., oltre<br />
a rappresentare quello che è stato<br />
definito l’“orrido”, mettendo in scena,<br />
come nell’Orbecche, perfino il<br />
suici<strong>di</strong>o della protagonista, si giovò,<br />
per questa come per le trage<strong>di</strong>e successive,<br />
<strong>di</strong> alcune innovazioni strutturali,<br />
tra le quali la non pe<strong>di</strong>ssequa<br />
osservanza delle regole aristoteliche<br />
e la <strong>di</strong>visione in cinque atti, ognuno<br />
con il suo prologo. Il successo dell’Orbecche<br />
indusse il G. a comporre<br />
nuove trage<strong>di</strong>e: in poco tempo, tra la<br />
fine del 1541 e il 1543, scrisse e vennero<br />
messe in scena la Didone, la<br />
Cleopatrae l’Altile, con le quali si precisano<br />
i caratteri della nuova trage<strong>di</strong>a<br />
che egli voleva realizzare” (DBI<br />
56, p. 443). (A.P.P.)<br />
Manenti Monzino, Emanuela.<br />
All’insegna della sirena: storia ed<br />
evoluzione <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> liutai milanesi<br />
dal 1750 ai nostri giorni. Milano,<br />
A. Monzino & Figli, 2007.<br />
Il volume ripercorre, attraverso<br />
immagini e testo, duecentocinquant’anni<br />
<strong>di</strong> storia della famosa<br />
fabbrica <strong>di</strong> strumenti musicali e corde<br />
armoniche <strong>di</strong> Milano. (G.C.)<br />
Marigliani, Clemente; Biguzzi,<br />
Giancarlo.<br />
La collezione sacra della bottega <strong>di</strong><br />
Antonio Lafréry (Christi Dei Optimi).<br />
Anzio, E<strong>di</strong>zioni tipografia Marina,<br />
2010.<br />
Raccolta <strong>di</strong> 116 riproduzioni <strong>di</strong><br />
stampe appartenenti alla collezione<br />
sacra della bottega <strong>di</strong> Antoine Lafréry<br />
(1512-1577). L’artista francese<br />
impiantò la sua attività a Roma presso<br />
Piazza Navona e organizzò la sue<br />
stampe per soggetto <strong>di</strong>videndole in<br />
tre gruppi: lo Speculum Romanae Magnificentiae,<br />
le tavole <strong>di</strong> geografia sulla<br />
maggior parte del mondo e la raccolta<br />
a tema sacro Christi Dei Optimi<br />
Maximi Virginisque Matris Dei et<br />
complurium sanctorum. Molte delle<br />
stampe della raccolta appartengono<br />
a quest’ultimo gruppo <strong>di</strong> immagini<br />
che furono realizzate per esau<strong>di</strong>re le<br />
richieste dei devoti e dei pellegrini<br />
che giungevano a Roma soprattutto<br />
negli anni giubilari. Le 116 immagini<br />
sono <strong>di</strong>stribuite cronologicamente<br />
lungo l’arco <strong>di</strong> 25 anni, dal 1557 al<br />
1582, ovvero durante e subito dopo il<br />
Concilio <strong>di</strong> Trento (1545-1563), e,<br />
proprio in ossequio ai decreti conciliari<br />
che ammonivano la lasci<strong>via</strong> nelle<br />
immagini ecclesiastiche, molte delle<br />
nu<strong>di</strong>tà delle stampe furono censurate<br />
con interventi a inchiostro, presumibilmente<br />
realizzati da un solo autore.<br />
Questa raccolta rappresenta un<br />
contributo importante per lo stu<strong>di</strong>o<br />
dell’arte incisoria degli ultimi decenni<br />
del Cinquecento annoverando<br />
stampe eseguite dagli incisori più rinomati<br />
<strong>di</strong> quel periodo. L’elenco non<br />
è completo ma offre una buona documentazione<br />
circa i soggetti sacri<br />
incisi nel periodo post tridentino, oltre<br />
a suggerire quale fosse la produzione<br />
sacra <strong>di</strong> Lafréry. (V.C.)<br />
Marini, Egle (1901-1983).<br />
Tout près de Marino. Dix eauxfortes<br />
originales de Marino Marini.<br />
Parigi, Société Internationale d’Art<br />
XXe Siècle, 1971.<br />
Il testo <strong>di</strong> Egle Marini, sorella<br />
<strong>di</strong> Marino, si accompagna, in quest’album<br />
a tiratura limitata a 153<br />
esemplari, a 10 acqueforti dell’artista.<br />
Una <strong>di</strong> esse è interamente a colori<br />
su fondo rosa; sette hanno interventi<br />
<strong>di</strong> acquatinta a colori. Stampate<br />
su carta vélin d’Arches <strong>di</strong> grande<br />
formato (570x393 mm), risalgono al<br />
periodo migliore dell’opera grafica<br />
dell’artista: vi compaiono figure maschili<br />
e femminili, cavalli, cavalieri,<br />
giocolieri e acrobati.<br />
Firma in lapis <strong>di</strong> Marini alla limitazione.<br />
Esemplare n. 82.<br />
Guastalla p. 255. San Lazzaro<br />
n. 63. (A.C.)<br />
Martorana, Carmelo.<br />
Notizie storiche dei Saraceni siciliani<br />
ridotte in quattro libri da Carmelo<br />
Martorana. Palermo, Pedone e Muratori,<br />
1832-1833.<br />
Volume che raccoglie i soli due<br />
libri pubblicati dei quattro annunciati<br />
nel titolo. L’Autore, storico,<br />
nacque a Palermo alla fine del Settecento<br />
e morì intorno al 1870. Compì<br />
stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> giurisprudenza e <strong>di</strong>venne, a<br />
giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Mira, integerrimo magistrato.<br />
Tra i suoi scritti, oltre alla<br />
presente e<strong>di</strong>zione, si citano <strong>di</strong>verse<br />
opere <strong>di</strong> carattere economico; lo si<br />
ricorda in particolare per la Lettera<br />
sugli Annali <strong>di</strong> Agostino Inveges in rapporto<br />
alla storia saracenicadel 1853 e la<br />
Risposta a Nicolò Buscemi sopra i documenti<br />
della Storia ecclesiastica <strong>di</strong> Sicilia<br />
nell’epoca saracenica, uscita a puntate<br />
nel “Giornale <strong>di</strong> scienze lettere ed<br />
arti per la Sicilia”. Copia appartenuta<br />
a Girolamo <strong>di</strong> Marzo-Ferro.<br />
Mira II, p. 45: “Si pubblicaro-