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Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato

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<strong>giugno</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 61<br />

Frontespizio, testo <strong>di</strong> Alda Merini e illustrazione <strong>di</strong> Antonietta Viganoni in Una poesia, Osnago, Pulcinoelefante, 2001<br />

«la bellezza deve essere un bene collettivo».<br />

Nonostante ciò, accade <strong>di</strong><br />

trovare alcuni libricini, che passando<br />

<strong>di</strong> mano in mano, sono venduti ad un<br />

prezzo <strong>di</strong> oltre 100 euro. È possibile<br />

perché le tirature sono limitate, generalmente<br />

tra le 25 e le 33 copie, fattore<br />

che rende più preziose le pubblicazioni,<br />

e perché metà restano <strong>di</strong><br />

proprietà dell’e<strong>di</strong>tore, metà vengono<br />

lasciate all’autore.<br />

Per Casiraghy la con<strong>di</strong>tio sine<br />

qua nondel suo lavoro è la libertà, agli<br />

autori e agli illustratori è totalmente<br />

lecito esprimersi come preferiscono,<br />

chi entra nella sua casa può usare ciò<br />

che preferisce perché ricorda l’e<strong>di</strong>tore:<br />

«non bisogna essere gelosi delle<br />

proprie cose, ma essere generosi e<br />

metterle a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> chi le vuole<br />

usare» (fatta eccezione per l’Audax,<br />

ma solo perché è un macchinario<br />

delicato e bisogna saperlo maneggiare).<br />

Tra gli esempi più bizzarri<br />

in campo <strong>di</strong> sperimentazione artistica<br />

basti ricordare le Crocifritture mistiche<br />

<strong>di</strong> Jacob De Chirico, un artista<br />

nor<strong>di</strong>co che realizzò dei crocefissi<br />

impanati accompagnandoli a un<br />

pensiero <strong>di</strong> Gianmarco Chiavari.<br />

Spiega Casiraghy: «nel mio<br />

lavoro c’è sempre la giocosità, ma<br />

legata alla professionalità <strong>di</strong> fondo,<br />

altrimenti <strong>di</strong>venta naïf. È come improvvisare<br />

jazz, bisogna aver stu<strong>di</strong>ato<br />

bene uno strumento per saperlo<br />

suonare improvvisando». Il<br />

riferimento alla musica non è casuale<br />

perché l’e<strong>di</strong>tore dopo l’esperienza<br />

alla Same fu anche violinista<br />

e liutaio oltre che scenografo, pittore<br />

e sculture.<br />

Poliedrico nelle attività svolte,<br />

ma anche nel rapportarsi con la gente,<br />

Casiraghy riconosce che incontrando<br />

molte persone <strong>di</strong>verse, bisogna<br />

avere la capacità <strong>di</strong> trasformarsi,<br />

come un camaleonte, e adattarsi<br />

ogni volta al proprio interlocutore,<br />

in particolare «gli scrittori famosi<br />

non sono mai dei bravi ragazzi, ma<br />

bisogna sapersi adattare a tutti e soprattutto<br />

farlo con gioia».<br />

Con questo atteggiamento l’e<strong>di</strong>tore<br />

ha vissuto molti incontri importanti,<br />

tra tutti va ricordato quello<br />

con la poetessa Alda Merini, amica<br />

inseparabile, che oggi ricorda con<br />

nostalgia: «Era grande come Mozart.<br />

Una donna strepitosa con tante<br />

sfaccettature, era unica, nessuno le<br />

somiglia». La scrittrice, che definiva<br />

la casa <strong>di</strong> Osnago «il grande manicomio<br />

privato <strong>di</strong> Alberto» compose per<br />

l’amico e<strong>di</strong>tore il Manifesto del pulcinirismo:<br />

«il <strong>di</strong>segno per Casiraghy è<br />

un mito / e la linea la logica della sua<br />

<strong>di</strong>struzione. / Il colore è il vero ambiente<br />

per Alberto, / vale a <strong>di</strong>re che il<br />

trauma della luce / opera in lui fantasiosi<br />

ricor<strong>di</strong>. / Scrive come un bambino,<br />

/ portandosi <strong>di</strong>etro pesi che a<br />

volte / sembrano pesanti, ma tutti all’insegna<br />

/ <strong>di</strong> un’allegria sconsiderata<br />

che fa il cuore / <strong>di</strong> tutti i gran<strong>di</strong><br />

artisti. / …e come <strong>di</strong>ce la sua insegna:<br />

è un pulcino che ha salvato le<br />

parole <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> elefanti. / Alda<br />

Merini 13 maggio 1999» e realizzò<br />

anche Breve storia del Pulcinoelefante<br />

che contiene questa poesia: «Notte<br />

tempo / il vecchio portò suo figlio /<br />

sul monte dell’elefante, / ma lo salvò<br />

il pulcino / perché dovevano nascere

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