Scarica l'edizione di giugno - Fondazione Biblioteca di via Senato
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licò a Milano presso Pirotta La peste<br />
<strong>di</strong> Milano del 1630 libri cinque cavati<br />
dagli annali della città e scritti per or<strong>di</strong>ne<br />
dei LX Decurioni dal canonico della Scala<br />
Giuseppe Ripamonti istoriografo milanese,<br />
un esemplare della quale è<br />
conservato presso la BvS. 10 A proposito<br />
del lavoro Cusani scrisse: «È libro<br />
importantissimo per autenticità,<br />
si perché l’autore fu testimonio oculare<br />
<strong>di</strong> gran parte degli avvenimenti,<br />
come perché ebbe a sua <strong>di</strong>sposizione<br />
gli archivi pubblici pei documenti<br />
necessari. Il racconto è maestoso,<br />
energico, pittoresco; la lingua forbita,<br />
elegante, ché il Ripamonti cono<strong>giugno</strong><br />
2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano<br />
49<br />
Da sinistra: frontespizio figurato del volume Rerum Hispaniarum a Philippo II regnante, inciso in rame da Cesare<br />
Bassano su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Cristoforo Störer; frontespizio figurato del De peste, inciso in rame da Cesare Bassano su <strong>di</strong>segno<br />
<strong>di</strong> Ottavio Salvioni<br />
la mia opera, modesta e pervasa dalla<br />
morte, chiesi questo grande onore,<br />
che uscisse sotto l’alto patrocinio del<br />
Consiglio Generale e fosse a voi de<strong>di</strong>cata,<br />
come era del resto giusto e<br />
doveroso. Un’impresa nata presso <strong>di</strong><br />
voi – infatti – a voi sarebbe dovuta<br />
tornare, poiché davvero foste voi, in<br />
quel tristissimo tempo, i padri della<br />
patria e <strong>di</strong> questa città […]». 6 Il lavoro<br />
comparve strutturato in cinque libri,<br />
il terzo dei quali incentrato sulla<br />
figura <strong>di</strong> Federico Borromeo, protettore<br />
<strong>di</strong> Ripamonti e autore a sua<br />
volta <strong>di</strong> un breve opuscolo intitolato<br />
De pestilentia, redatto nell’agosto del<br />
1630, prima della completa estinzione<br />
del contagio. 7<br />
Alessandro Manzoni, che annoverò<br />
il De peste tra le fonti storiche<br />
da lui consultate per la stesura dei<br />
Promessi sposi, scrisse che la relazione<br />
<strong>di</strong> Ripamonti superava tutte le altre<br />
riguardanti lo stesso argomento<br />
«per la quantità e per la scelta de’ fatti,<br />
e ancor più per il modo d’osservarli»<br />
(cap. XXXI dei Promessi sposi). 8<br />
L’opera, redatta nella lingua<br />
che «sola rerum memoriam facere<br />
sempiternam potest» 9 , venne tradotta<br />
per la prima volta in italiano da<br />
Francesco Cusani, che nel 1841 pub-