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giugno 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 17 Nella pagina accanto: ritratto inciso raffigurante Filippo II, figlio di Carlo V, contenuto in Cremona fedelissima citta del 1585. A destra: ritratto inciso raffigurante Carlo V del Sacro Romano Impero, contenuto in Cremona fedelissima citta del 1585 vostra mano, così ben disegnata, che e’ si vede ben che veramente la patisce; e se io trovassi che me la pintassi così viva in una tela di tre braccia, io contenterei esso sì bene, come io ne resterei contentissimo”. 6 Sempre dietro supplica del vescovo di Arezzo, Vasari realizzava alla fine il quadro a olio, oggi noto, appunto, come la “Pazienza Minerbetti”, conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, 7 descritto con precisione dal pittore sia nelle Ricordanze sia nell’autobiografia del 1568: “Una femmina ritta, di mezza età, ne tutta vestita, ne tutta spogliata, accio tenga fra la Ricchezza et la Povertà il mezzo, sia incatenata per il piè manco, per offender meno la parte più nobile, sendo in libertà sua il potere con le mani sciolte scatenarsi e partirsi a posta sua. Haviamo messo la catena à quel sasso; et lei cortese, con le braccia mostra segno di non voler partire, fin chel’ tempo non consuma con le gocciolo dell’acqua la pietra, dove ella è incatenata: la quale à goccia à goccia escie dalla eclissidera, oriuolo antico, che serviva à gl’oratori mentre oravano. Così ristrettasi nelle spalle, mirando fisamente quanto gli bisognava spettare che si consumi la durezza del sasso, tollera et spetta con quella speranza che amaramente soffron colore che stanno a disagio per finire il loro disegno con patientia. Il motto mi pare che stia molto bene et a proposito nel sasso: ‘Diuturna tollerantia’: Che volendo la Signoria Vostra servirsene per impresa, facci fare l’eclissidera sola che buchi la pietra, s’è per figura o rovescio di medaglia o altre fantasie, come la stà”. 8 Minerbetti fu soprattutto anche molto vicino al sovrano toscano Cosimo I de’ Medici, per il quale eseguì numerose incariche diplomatiche: “Nel 1550 svolse la sua prima missione, inviato a Mantova con istruzione del 13 marzo per fare le condoglianze per la morte del duca Francesco III […] Nel 1551 fu al servizio di don Luigi di Toledo, fratello della duchessa di Firenze Eleonora. Nel 1552 fu inviato a Napoli per congratularsi con Pedro di Toledo, suocero di Cosimo, delle sue seconde nozze con Vittoria Spinelli”. 9 Nel 1557 lo sappiamo in Inghilterra e nei Paesi Bassi (dove in quel periodo risiedeva Filippo II, figlio dell’imperatore Carlo V) per rappresentare i Medici come ambasciatore. 10 Quando Carlo V muore nel 1558 (avendo già affidato, fin dal 1556, al fratello Ferdinando i domini austriaci e al figlio Filippo II i Paesi Bassi, i regni di Aragona, la Sicilia, la Castiglia e le colonie americane), Minerbetti venne incaricato da Cosimo I de’ Medici di rappresentare il sovrano allo splendido funerale allestito da Filippo II, che si tenne a Bruxelles nel dicembre dello stesso anno per commemorare la scomparsa dell’imperatore del Sacro Romano Impero. Gli ambasciatori presenti alla cerimonia spedirono vivide descrizioni dello spettacolo. Il nostro Minerbetti non si limitò a descrivere l’evento per una corrispondenza diplomatica, ma rese pubblica la sua relazione nella placchetta L’esequie di Carlo Quinto stampata da Torrentino. Il volume è particolarmente ricco di informazioni su

<strong>giugno</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano<br />

17<br />

Nella pagina accanto: ritratto inciso raffigurante Filippo<br />

II, figlio <strong>di</strong> Carlo V, contenuto in Cremona fedelissima citta<br />

del 1585. A destra: ritratto inciso raffigurante Carlo V del<br />

Sacro Romano Impero, contenuto in Cremona fedelissima<br />

citta del 1585<br />

vostra mano, così ben <strong>di</strong>segnata, che e’ si vede ben che<br />

veramente la patisce; e se io trovassi che me la pintassi<br />

così viva in una tela <strong>di</strong> tre braccia, io contenterei esso sì<br />

bene, come io ne resterei contentissimo”. 6 Sempre <strong>di</strong>etro<br />

supplica del vescovo <strong>di</strong> Arezzo, Vasari realizzava alla<br />

fine il quadro a olio, oggi noto, appunto, come la<br />

“Pazienza Minerbetti”, conservato nella Galleria Palatina<br />

<strong>di</strong> Palazzo Pitti a Firenze, 7 descritto con precisione<br />

dal pittore sia nelle Ricordanze sia nell’autobiografia<br />

del 1568: “Una femmina ritta, <strong>di</strong> mezza età, ne tutta<br />

vestita, ne tutta spogliata, accio tenga fra la Ricchezza<br />

et la Povertà il mezzo, sia incatenata per il piè manco,<br />

per offender meno la parte più nobile, sendo in libertà<br />

sua il potere con le mani sciolte scatenarsi e partirsi a<br />

posta sua. Ha<strong>via</strong>mo messo la catena à quel sasso; et lei<br />

cortese, con le braccia mostra segno <strong>di</strong> non voler partire,<br />

fin chel’ tempo non consuma con le gocciolo dell’acqua<br />

la pietra, dove ella è incatenata: la quale à goccia<br />

à goccia escie dalla eclissidera, oriuolo antico, che<br />

serviva à gl’oratori mentre oravano. Così ristrettasi<br />

nelle spalle, mirando fisamente quanto gli bisognava<br />

spettare che si consumi la durezza del sasso, tollera et<br />

spetta con quella speranza che amaramente soffron colore<br />

che stanno a <strong>di</strong>sagio per finire il loro <strong>di</strong>segno con<br />

patientia. Il motto mi pare che stia molto bene et a proposito<br />

nel sasso: ‘Diuturna tollerantia’: Che volendo la<br />

Signoria Vostra servirsene per impresa, facci fare l’eclissidera<br />

sola che buchi la pietra, s’è per figura o rovescio<br />

<strong>di</strong> medaglia o altre fantasie, come la stà”. 8<br />

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Minerbetti fu soprattutto anche molto vicino al<br />

sovrano toscano Cosimo I de’ Me<strong>di</strong>ci, per il quale eseguì<br />

numerose incariche <strong>di</strong>plomatiche: “Nel 1550 svolse<br />

la sua prima missione, in<strong>via</strong>to a Mantova con istruzione<br />

del 13 marzo per fare le condoglianze per la morte<br />

del duca Francesco III […] Nel 1551 fu al servizio <strong>di</strong><br />

don Luigi <strong>di</strong> Toledo, fratello della duchessa <strong>di</strong> Firenze<br />

Eleonora. Nel 1552 fu in<strong>via</strong>to a Napoli per congratularsi<br />

con Pedro <strong>di</strong> Toledo, suocero <strong>di</strong> Cosimo, delle sue<br />

seconde nozze con Vittoria Spinelli”. 9 Nel 1557 lo sappiamo<br />

in Inghilterra e nei Paesi Bassi (dove in quel periodo<br />

risiedeva Filippo II, figlio dell’imperatore Carlo<br />

V) per rappresentare i Me<strong>di</strong>ci come ambasciatore. 10<br />

Quando Carlo V muore nel 1558 (avendo già affidato,<br />

fin dal 1556, al fratello Fer<strong>di</strong>nando i domini austriaci<br />

e al figlio Filippo II i Paesi Bassi, i regni <strong>di</strong> Aragona,<br />

la Sicilia, la Castiglia e le colonie americane),<br />

Minerbetti venne incaricato da Cosimo I de’ Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

rappresentare il sovrano allo splen<strong>di</strong>do funerale allestito<br />

da Filippo II, che si tenne a Bruxelles nel <strong>di</strong>cembre<br />

dello stesso anno per commemorare la scomparsa<br />

dell’imperatore del Sacro Romano Impero. Gli ambasciatori<br />

presenti alla cerimonia spe<strong>di</strong>rono vivide descrizioni<br />

dello spettacolo. Il nostro Minerbetti non si<br />

limitò a descrivere l’evento per una corrispondenza <strong>di</strong>plomatica,<br />

ma rese pubblica la sua relazione nella placchetta<br />

L’esequie <strong>di</strong> Carlo Quinto stampata da Torrentino.<br />

Il volume è particolarmente ricco <strong>di</strong> informazioni su

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