0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato

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56 la Biblioteca di via Senato Milano – marzo 2010 11 13 12 ciati e con i volti tragicamente stravolti (FIG. 9). Ho scritto che la maggior parte dei volumi della “Grande Collana” Fògola sono illustrati con acqueforti, acquetinte e litografie, ma non mancano testi corredati da tavole realizzate con metodi inusuali: Il Principe di Machiavelli (1972); The Tragicall Historie of Hamlet, Prince of Denmark (2002); I viaggi di Gulliver (1973); La via del rifugio. I colloqui di Guido Gozzano (2005); il meraviglioso Pinocchio pubblicato nel 2000. All’interno del Machiavelli si trovano ampi fogli ripiegati in quattro sui cui fluttuano personaggi a cavallo, cardinali, soldati con elmi e scudi (FIG. 10); si direbbero quasi i fogli di un blocco di schizzi dove l’artista, Claude Weisbuch, ha tracciato con mano rapida e sciolta splendidi bozzetti preparatori. La sola tecnica che consente di riprodurre simile fluididi movimenti è la puntasecca: ed è e infatti questo l’unico volume della Collana illustrato con tale metodo. L’Hamlet realizzato da Eugenio Guglielminetti contiene invece ricche elaborazioni artistiche a doppia pagina realizzate con una tecnica mista che unisce il collage (i volti dei personaggi sono fotografie) a zone di pennellate convulse (FIG. 11). Mario Avati è stato uno dei maggiori interpreti a livello internazionale della maniera nera. Le sue vellutate, deliziose piccole immagini surreali adornano I viaggi di Gulliver (FIG. 12). Non si comprende bene come siano capitati qui una coppia di gufi seduti su una spilla da balia, un omino che corre con un’enorme baguette, una donnina a cavallo di una lumaca e una balena che nuota in enorme tazzina. Eppure questo è senza dubbio, dal mio punto di vista, uno dei libri più belli della Collana. Come pure La via del rifugio. I colloqui di Guido Gozzano, per il quale Ugo Nespolo ha creato otto coloratissime calcografie (FIG. 13). Quando ho domandato a Mimmo Fògola cosa esattamente si

marzo 2010 – la Biblioteca di via Senato Milano 57 15 16 intendesse in questo caso con il termine “calcografia” (che è una definizione generica per le incisioni su rame), mi ha risposto che Nespolo aveva in realtà impiegato una tecnica tutta sua, della quale non voleva però rivelare il segreto, e quindi era contento che il colophon riportasse un termine generico. Sarà forse perché adoro Musante e i suoi omini sgargianti che si stagliano sullo sfondo di cieli notturni cosparsi di stelle e mezzelune, ma il suo Pinocchio realizzato per la “Grande Collana” Fògola è proprio una meraviglia (FIG. 14). Stampate su carta riso Vang a 35 colori, le sue dieci serigrafie sono applicate alla pagina in modo che, sollevandole, si vedano sotto le corrispettive illustrazioni in nero al tratto. Non a caso questo libro è stato oggetto, assieme ad altri volumi della “Grande Collana”, di una mostra allestita alla Biblioteca di via Senato nella primavera del 2002. Anche i due più recenti volumi della Collana sono splendidi. Il primo, I fioretti di San Francesco (2008) contiene otto acquetinte a colori con inserti in foglia d’oro realizzate da Paul Pennisi. Tavole che ritraggono gli antichi complessi di casupole e chiesette romaniche abbarbicati sulle colline umbre, ma in modo sorprendentemente moderno (FIG. 15). Il volume più recente, Il compagno dagli occhi senza cigli di D’Annunzio (2009) contiene invece sei acqueforti di Xavier de Maistre, che già aveva illustrato il Voyage autour de ma chambre scritto dall’omonimo antenato e pubblicato da Fògola nel 1997. In queste tavole la finezza del tratto raggiunge livelli eccelsi, come dimostra l’immagine che ritrae la villa Capponcina (FIG. 16), che è il luogo dove D’Annunzio scrisse questo e molti altri libri. Durante la mia conversazione con Mimmo Fògola sono emersi dettagli che ritengo opportuno riportare. La carta sulla quale vengono ora stampati i volumi della “Grande Collana” è da qualche anno fornita dalla Cartiera di Sicilia di Aci Bonaccorsi, mentre Antonio Liboà non solo ha sostituito Antonio Brandoni per la cura della parte grafica della collezione, ma provvede anche alla stampa di testo e immagini presso la Calcografia “Al Pozzo” di Ivan Terreno di Dogliani Castello. Le legature editoriali sono generalmente in cartonato bodoniano con astuccio. Il testo di ogni nuovo libro viene di solito scelto da Bàrberi Squarotti e da Portinari, dopodichè si procede alla ricerca dell’artista più adatto alla sua illustrazione. A quanto pare, Mario Fògola era inizialmente determinato ad affidare il corredo grafico di ciascun libro a un artista proveniente dallo stesso paese dell’autore del testo. E infatti per i primi volumi della Collana si seguì questa regola. Il prossimo volume in preparazione è Tifone di Conrad illustrato da Ezio Gribaudo. Saranno acqueforti dal tratto fino Saranno serigrafie dai colori sgargianti Avremo immagini di navi a vapore, tempeste tropicali e operai cinesi Aspettiamo ansiosi.

56 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>marzo</strong> 2010<br />

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Ho scritto che la maggior parte<br />

dei volumi della “Grande Collana”<br />

Fògola sono illustrati con acqueforti,<br />

acquetinte e litografie, ma non<br />

mancano testi corredati da tavole<br />

realizzate con meto<strong>di</strong> inusuali: Il<br />

Principe <strong>di</strong> Machiavelli (1972); The<br />

Tragicall Historie of Hamlet, Prince of<br />

Denmark (2002); I <strong>via</strong>ggi <strong>di</strong> Gulliver<br />

(1973); La <strong>via</strong> del rifugio. I colloqui <strong>di</strong><br />

Guido Gozzano (2005); il meraviglioso<br />

Pinocchio pubblicato nel 2000.<br />

All’interno del Machiavelli si<br />

trovano ampi fogli ripiegati in quattro<br />

sui cui fluttuano personaggi a cavallo,<br />

car<strong>di</strong>nali, soldati con elmi e<br />

scu<strong>di</strong> (FIG. 10); si <strong>di</strong>rebbero quasi i<br />

fogli <strong>di</strong> un blocco <strong>di</strong> schizzi dove l’artista,<br />

Claude Weisbuch, ha tracciato<br />

con mano rapida e sciolta splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

bozzetti preparatori. La sola tecnica<br />

che consente <strong>di</strong> riprodurre simile<br />

flui<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> movimenti è la puntasecca:<br />

ed è e infatti questo l’unico volume<br />

della Collana illustrato con tale metodo.<br />

L’Hamlet realizzato da Eugenio<br />

Guglielminetti contiene invece ricche<br />

elaborazioni artistiche a doppia<br />

pagina realizzate con una tecnica mista<br />

che unisce il collage (i volti dei<br />

personaggi sono fotografie) a zone <strong>di</strong><br />

pennellate convulse (FIG. 11).<br />

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Mario Avati è stato uno dei<br />

maggiori interpreti a livello internazionale<br />

della maniera nera. Le sue<br />

vellutate, deliziose piccole immagini<br />

surreali adornano I <strong>via</strong>ggi <strong>di</strong> Gulliver<br />

(FIG. 12). Non si comprende bene<br />

come siano capitati qui una coppia <strong>di</strong><br />

gufi seduti su una spilla da balia, un<br />

omino che corre con un’enorme baguette,<br />

una donnina a cavallo <strong>di</strong> una<br />

lumaca e una balena che nuota in<br />

enorme tazzina. Eppure questo è<br />

senza dubbio, dal mio punto <strong>di</strong> vista,<br />

uno dei libri più belli della Collana.<br />

Come pure La <strong>via</strong> del rifugio. I colloqui<br />

<strong>di</strong> Guido Gozzano, per il quale Ugo<br />

Nespolo ha creato otto coloratissime<br />

calcografie (FIG. 13).<br />

Quando ho domandato a<br />

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