0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato
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<strong>marzo</strong> 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 53<br />
2<br />
5<br />
7<br />
un’unica carta inserita tra le pagine<br />
<strong>di</strong> testo, ma impresse all’interno <strong>di</strong><br />
un foglio ripiegato due o, in certi casi<br />
(a esempio ne Il Principe <strong>di</strong> Machiavelli<br />
del 1972), ripiegato più volte,<br />
quasi si trattasse <strong>di</strong> un libro nel libro.<br />
Dante fu illustrato da Ernesto<br />
Treccani, Balzac da Léopold Sauvage.<br />
In entrambi i casi ci si trova <strong>di</strong>nnanzi<br />
a raffinate acqueforti – tenui<br />
evocazioni <strong>di</strong> volti e corpi femminili<br />
per la Vita Nuova; rappresentazioni<br />
più concrete, anche se pur sempre<br />
bi<strong>di</strong>mensionali, <strong>di</strong> vita conta<strong>di</strong>na ne<br />
Les Paysans.<br />
Un terzo dei volumi della<br />
“Grande Collana” contiene acqueforti.<br />
Mimmo Fògola mi ha spiegato,<br />
durante una piacevolissima conversazione<br />
telefonica, che i più conservatori<br />
tra i sottoscrittori della<br />
Collana pre<strong>di</strong>ligono proprio questo<br />
metodo <strong>di</strong> riproduzione. Le acqueforti<br />
<strong>di</strong> alcuni dei volumi della Collana<br />
sono davvero straor<strong>di</strong>narie, ed è<br />
anche interessante analizzare come<br />
<strong>di</strong>versi artisti abbiano saputo ottenere<br />
con questa tecnica risultati del tutto<br />
in<strong>di</strong>viduali.<br />
<br />
Il Volpone <strong>di</strong> Ben Jonson (1970)<br />
illustrato da Mario Calandri contiene<br />
acqueforti che ritraggono personaggi<br />
in costume eseguiti con segno<br />
finissimo; nelle tavole vi sono zone <strong>di</strong><br />
tratteggi fitti e nervosi, talvolta quasi<br />
rabbiosi, che contrastano gradevolmente<br />
con l’inserzione <strong>di</strong> piccoli rosoni<br />
decorativi e patterns floreali<br />
(FIG. 1). Le acqueforti <strong>di</strong> Vittorio<br />
Tavernari per le Ultime lettere <strong>di</strong> Jacopo<br />
Ortis <strong>di</strong> Foscolo (1974) hanno invece<br />
tratto più sciolto, che descrive<br />
paesaggi desolati e alberi spogli, prelu<strong>di</strong>o<br />
all’ultima tavola, nella quale il<br />
giovane Jacopo giace <strong>di</strong>steso su un<br />
letto, mortalmente ferito, con le<br />
gambe appena accennate, come già<br />
<strong>di</strong>ssolte nel nulla (FIG. 2).<br />
Nunzio Gulino e Dolores Sella,<br />
illustratori, rispettivamente, dei<br />
Canti <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> (1977) e delle Poesie<br />
<strong>di</strong> Emily Dickinson (1986), hanno<br />
elaborato uno stile grafico per certi<br />
versi simile: in entrambi i casi le acqueforti<br />
sono riprodotte su un tenue<br />
fondo color crema e raffigurano paesaggi<br />
campestri costruiti da finissimi<br />
reticolati <strong>di</strong> linee. La dolcezza dei