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0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato

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52<br />

la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>marzo</strong> 2010<br />

1<br />

4<br />

8<br />

nuovamente ribattezzata “Dantesca”<br />

Galleria d’Arte. Questo è il luogo<br />

dove tuttora, dopo quasi 50 anni,<br />

Mimmo e Nanni Fògola, nipoti del<br />

fondatore Mario, in occasione della<br />

presentazione <strong>di</strong> ogni nuovo volume<br />

della “Grande Collana”, espongono<br />

gli originali dell’artista che ha illustrato<br />

il libro.<br />

<br />

Il secondo, decisivo, passo verso<br />

la creazione della “Grande Collana”<br />

fu l’idea <strong>di</strong> Mario <strong>di</strong> accompagnare<br />

ogni mostra con la pubblicazione<br />

<strong>di</strong> una cartella <strong>di</strong> tavole realizzate<br />

dall’artista presentato. Di qui alla<br />

nascita <strong>di</strong> “Fògola E<strong>di</strong>tore in Torino”<br />

la strada fu breve. Brandoni, che<br />

era entrato pure lui, come tipografo,<br />

nell’azienda Fògola, e Mario iniziarono<br />

a <strong>di</strong>scutere appassionatamente<br />

della possibilità <strong>di</strong> stampare opere<br />

classiche della letteratura internazionale<br />

in e<strong>di</strong>zione limitata e illustrate<br />

non da banali riproduzioni, ma con<br />

tavole originali (acqueforti, litografie,<br />

ecc.) numerate e firmate in calce<br />

dagli artisti. Esse dovevano essere<br />

inoltre impresse su carta pregiata,<br />

con caratteri unici, e dotate <strong>di</strong> «una<br />

rilegatura insolita, “povera”, per non<br />

offendere la pura bellezza delle pagine»,<br />

scrive Brandoni. Che aggiunge<br />

«i margini essendo previsti intonsi si<br />

pensò a un segnalibro-tagliacarte in<br />

sottile betulla finlandese». All’eccellenza<br />

estetica doveva naturalmente<br />

corrispondere un’assoluta precisione<br />

filologica nella riproduzione dei testi.<br />

L’idea era insomma quella <strong>di</strong><br />

creare libri straor<strong>di</strong>nari, curati in<br />

ogni minimo dettaglio, da proporre a<br />

una raffinata cerchia <strong>di</strong> appassionati<br />

bibliofili.<br />

La scelta della cartiera cadde<br />

sulla celeberrima Manifattura Magnani<br />

<strong>di</strong> Pescia, che per Fògola realizzò<br />

un tipo <strong>di</strong> carta “a tino” interamente<br />

lavorata a mano e con il marchio<br />

e<strong>di</strong>toriale in filigrana. «Ma quale<br />

– si domanda Brandoni – se non la<br />

“chiave <strong>di</strong> violino” cara al neo-e<strong>di</strong>tore<br />

e che, oltre tutto, così ben si prestava<br />

per evidenziare la “f” del nome»<br />

Per i caratteri, Fògola si rivolse<br />

alla fonderia olandese “Lettergieterij<br />

Amsterdam”, che gli cedette in<br />

esclusiva, togliendola dalla produzione,<br />

la serie “De Roos”. Il problema<br />

della cura filologica dei testi fu risolto<br />

altrettanto brillantemente affidando<br />

la <strong>di</strong>rezione della collana ai<br />

due illustri professori che ne sono<br />

ancora oggi alla guida – Giorgio Bàrberi<br />

Squarotti e Folco Portinari – e<br />

assegnando la redazione <strong>di</strong> ogni singolo<br />

volume a un curatore «scelto fra<br />

i nomi più noti e autorevoli della cultura<br />

italiana».<br />

<br />

Alla fine del novembre 1965 i<br />

primi due volumi della “Grande<br />

Collana”, la Vita Nuova-Rime <strong>di</strong><br />

Dante e Les Paysans <strong>di</strong> Balzac, erano<br />

pronti. La critica definì la loro uscita<br />

«il più importante avvenimento letterario<br />

ed artistico del 1965».<br />

Come ogni successivo volume<br />

della Collana, l’e<strong>di</strong>zione era limitata<br />

a un numero <strong>di</strong> esemplari numerati<br />

in macchina in cifre arabe e privi <strong>di</strong><br />

tavole, cui si affiancavano 75 preziose<br />

copie numerate da I a LXXV, de<strong>di</strong>cate<br />

ad personam ai sottoscrittori, e<br />

corredate dal segnalibro in betulla e<br />

da un numero variabile <strong>di</strong> tavole impresse<br />

al recto della seconda carta <strong>di</strong><br />

un foglio <strong>di</strong> grammatura maggiore<br />

rispetto alle pagine <strong>di</strong> testo. È questa<br />

caratteristica unica delle “Grande<br />

Collana” Fògola. Il fatto cioè che le<br />

tavole non siano stampate al recto <strong>di</strong>

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