0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato
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la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>marzo</strong> 2010<br />
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nuovamente ribattezzata “Dantesca”<br />
Galleria d’Arte. Questo è il luogo<br />
dove tuttora, dopo quasi 50 anni,<br />
Mimmo e Nanni Fògola, nipoti del<br />
fondatore Mario, in occasione della<br />
presentazione <strong>di</strong> ogni nuovo volume<br />
della “Grande Collana”, espongono<br />
gli originali dell’artista che ha illustrato<br />
il libro.<br />
<br />
Il secondo, decisivo, passo verso<br />
la creazione della “Grande Collana”<br />
fu l’idea <strong>di</strong> Mario <strong>di</strong> accompagnare<br />
ogni mostra con la pubblicazione<br />
<strong>di</strong> una cartella <strong>di</strong> tavole realizzate<br />
dall’artista presentato. Di qui alla<br />
nascita <strong>di</strong> “Fògola E<strong>di</strong>tore in Torino”<br />
la strada fu breve. Brandoni, che<br />
era entrato pure lui, come tipografo,<br />
nell’azienda Fògola, e Mario iniziarono<br />
a <strong>di</strong>scutere appassionatamente<br />
della possibilità <strong>di</strong> stampare opere<br />
classiche della letteratura internazionale<br />
in e<strong>di</strong>zione limitata e illustrate<br />
non da banali riproduzioni, ma con<br />
tavole originali (acqueforti, litografie,<br />
ecc.) numerate e firmate in calce<br />
dagli artisti. Esse dovevano essere<br />
inoltre impresse su carta pregiata,<br />
con caratteri unici, e dotate <strong>di</strong> «una<br />
rilegatura insolita, “povera”, per non<br />
offendere la pura bellezza delle pagine»,<br />
scrive Brandoni. Che aggiunge<br />
«i margini essendo previsti intonsi si<br />
pensò a un segnalibro-tagliacarte in<br />
sottile betulla finlandese». All’eccellenza<br />
estetica doveva naturalmente<br />
corrispondere un’assoluta precisione<br />
filologica nella riproduzione dei testi.<br />
L’idea era insomma quella <strong>di</strong><br />
creare libri straor<strong>di</strong>nari, curati in<br />
ogni minimo dettaglio, da proporre a<br />
una raffinata cerchia <strong>di</strong> appassionati<br />
bibliofili.<br />
La scelta della cartiera cadde<br />
sulla celeberrima Manifattura Magnani<br />
<strong>di</strong> Pescia, che per Fògola realizzò<br />
un tipo <strong>di</strong> carta “a tino” interamente<br />
lavorata a mano e con il marchio<br />
e<strong>di</strong>toriale in filigrana. «Ma quale<br />
– si domanda Brandoni – se non la<br />
“chiave <strong>di</strong> violino” cara al neo-e<strong>di</strong>tore<br />
e che, oltre tutto, così ben si prestava<br />
per evidenziare la “f” del nome»<br />
Per i caratteri, Fògola si rivolse<br />
alla fonderia olandese “Lettergieterij<br />
Amsterdam”, che gli cedette in<br />
esclusiva, togliendola dalla produzione,<br />
la serie “De Roos”. Il problema<br />
della cura filologica dei testi fu risolto<br />
altrettanto brillantemente affidando<br />
la <strong>di</strong>rezione della collana ai<br />
due illustri professori che ne sono<br />
ancora oggi alla guida – Giorgio Bàrberi<br />
Squarotti e Folco Portinari – e<br />
assegnando la redazione <strong>di</strong> ogni singolo<br />
volume a un curatore «scelto fra<br />
i nomi più noti e autorevoli della cultura<br />
italiana».<br />
<br />
Alla fine del novembre 1965 i<br />
primi due volumi della “Grande<br />
Collana”, la Vita Nuova-Rime <strong>di</strong><br />
Dante e Les Paysans <strong>di</strong> Balzac, erano<br />
pronti. La critica definì la loro uscita<br />
«il più importante avvenimento letterario<br />
ed artistico del 1965».<br />
Come ogni successivo volume<br />
della Collana, l’e<strong>di</strong>zione era limitata<br />
a un numero <strong>di</strong> esemplari numerati<br />
in macchina in cifre arabe e privi <strong>di</strong><br />
tavole, cui si affiancavano 75 preziose<br />
copie numerate da I a LXXV, de<strong>di</strong>cate<br />
ad personam ai sottoscrittori, e<br />
corredate dal segnalibro in betulla e<br />
da un numero variabile <strong>di</strong> tavole impresse<br />
al recto della seconda carta <strong>di</strong><br />
un foglio <strong>di</strong> grammatura maggiore<br />
rispetto alle pagine <strong>di</strong> testo. È questa<br />
caratteristica unica delle “Grande<br />
Collana” Fògola. Il fatto cioè che le<br />
tavole non siano stampate al recto <strong>di</strong>