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0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato

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44 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – <strong>marzo</strong> 2010<br />

Tiziano Vecellio (1477-1576). Cristo incoronato <strong>di</strong> spine, nell’e<strong>di</strong>zione intitolato Le<br />

Couronnement d’épines. Olio su tela, 303x180 cm. Parigi, Musée du Louvre.<br />

nuto <strong>di</strong>stinzione nella repubblica<br />

delle lettere (così come nelle belle<br />

arti) potevano <strong>di</strong>rsi Francesi, in qualunque<br />

Paese fossero nati. Il Wescher<br />

rivela che dall’armistizio con il<br />

duca <strong>di</strong> Modena Ercole III d’Este la<br />

Francia ottenne, oltre a un risarcimento<br />

<strong>di</strong> due milioni <strong>di</strong> lire, venti <strong>di</strong>pinti<br />

provenienti dalla galleria ducale<br />

e da altre collezioni, a scelta dei<br />

commissari francesi.<br />

Le opere importanti rimaste<br />

erano soprattutto quelle del Guercino,<br />

che vennero <strong>di</strong> conseguenza<br />

confiscate. Un centinaio tra i capolavori<br />

più importanti della raccolta<br />

estense erano infatti già stati venduti<br />

nel 1745 al re Augusto il Forte <strong>di</strong> Sassonia.<br />

Nei rapporti costanti che Napoleone<br />

faceva al Direttorio emerge<br />

anche il riferimento a un vero colpo<br />

grosso della campagna <strong>di</strong> requisizioni<br />

francesi, ovvero il capolavoro <strong>di</strong><br />

Raffaello, Sainte Cécile che, come rivela<br />

la Notice posseduta dalla <strong>Biblioteca</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>, fu prelevato dalla<br />

chiesa <strong>di</strong> San Giovanni in Monte a<br />

Bologna, dalla cappella della famiglia<br />

dei Bentivoglio. Raffaello aveva<br />

<strong>di</strong>pinto originariamente il quadro<br />

per il car<strong>di</strong>nale Lorenzo Pucci e dopo<br />

averlo terminato lo inviò a Bologna<br />

all’amico pittore Francesco<br />

Francia e oggi Sainte Cécile, o Santa<br />

Cecilia, si trova nuovamente a Bologna<br />

nella Pinacoteca nazionale.<br />

Con la caduta <strong>di</strong> Napoleone e il<br />

ritorno <strong>di</strong> Luigi XVIII una buona<br />

parte delle confische fu gradualmente<br />

restituita, ma spesso le opere non<br />

tornarono nelle chiese che le avevano<br />

custo<strong>di</strong>te in passato, bensì nelle<br />

pinacoteche e gallerie d’arte delle<br />

città d’origine. Questo fu il destino<br />

che toccò a buona parte dei quadri<br />

contenuti nel catalogo qui descritto<br />

e non ci si può dunque sottrarre allo<br />

stimolante tentativo della ricerca e<br />

riscoperta <strong>di</strong> tali quadri in quelle che<br />

sono le loro attuali <strong>di</strong>more.<br />

Una volta che i <strong>di</strong>pinti giunsero<br />

a invadere il Musée Central des<br />

Arts, infatti, i conservatori del museo<br />

si resero ben presto conto che nei pur<br />

immensi spazi della galleria <strong>di</strong> quello<br />

che oggi è a noi noto come Louvre,<br />

non vi era sufficiente spazio per contenere<br />

tutti i quadri che vi si andavano<br />

accumulando. Molti <strong>di</strong> essi furono<br />

perciò in<strong>via</strong>ti a Versailles e molti<br />

altri nei musei delle provincie costituitisi<br />

per volontà <strong>di</strong> Napoleone, che<br />

nel 1800 decretò la nascita <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci<br />

musées nacionaux, <strong>di</strong> cui uno a Bruxelles,<br />

che dovevano fungere da gallerie<br />

satellite.<br />

Per ov<strong>via</strong>re alla confusione derivata<br />

dall’accumulo dei quadri confiscati<br />

nacque anche la consuetu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> esporre gli ultimi arrivi alle pareti<br />

del Salon Carré, e una <strong>di</strong> queste<br />

esposizioni è proprio quella presentata<br />

dal catalogo ospitato sugli scaf-

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