0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato
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<strong>marzo</strong> 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 33<br />
serviti, o le servono.<br />
O mi serviranno. Certo. Beh, poi<br />
ov<strong>via</strong>mente c’è anche una componente<br />
‘irrazionale’ nello scegliere e collezionare<br />
i libri: vedo qualcosa che mi incuriosisce,<br />
e lo compro. Ma, ripeto, in generale<br />
quelli che tengo sono tutti libri che leggo<br />
o che vorrei leggere. E che uso. Li sfoglio,<br />
ci faccio pieghe, li segno… Sono libri<br />
miei, non sono un feticcio. E non<br />
attribuisco loro un valore monetario, ma<br />
affettivo. Per altro, non compro mai libri<br />
che costano caro. Mai più <strong>di</strong> cento euro<br />
per un volume. Fino a pochi anni<br />
fa compravo anche sulle bancarelle<br />
a duemila lire a libro…<br />
Dove fa acquisti Libreria,<br />
mercatini, antiquari, internet<br />
Dove capita. Non ho un libraio<br />
<strong>di</strong> fiducia. Alcuni antiquari mi mandano<br />
il loro catalogo, e lì or<strong>di</strong>no parecchio.<br />
Poi ci sono le librerie, naturalmente:<br />
entro in tutte, in qualsiasi città mi trovi.<br />
Via internet invece non faccio acquisti,<br />
magari stampo qualche catalogo<br />
da spulciare.<br />
ero studente al ginnasio. E non ho più<br />
smesso. Da allora con i libri ho fatto<br />
<strong>di</strong> tutto nella vita: li ho letti, comprati,<br />
collezionati, scritti, recensiti, stampati,<br />
venduti. Anche se per me alla fine<br />
rimangono prima <strong>di</strong> tutto strumenti<br />
<strong>di</strong> lavoro.<br />
Il libro più bello del Novecento<br />
italiano<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista letterario<br />
non c’è un libro all’altezza dei gran<strong>di</strong><br />
titoli dei secoli precedenti. Cespugli<br />
rispetto ai baobab. La vegetazione<br />
novecentesca è me<strong>di</strong>terranea, non c’è<br />
nulla che svetti. Tanti autori importanti,<br />
ma nessuno fondamentale. Se proprio<br />
devo sceglierne uno, <strong>di</strong>co Primo Levi, che<br />
meglio <strong>di</strong> tutti è riuscito a condensare<br />
nella sua opera la tragicità del secolo.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista e<strong>di</strong>toriale, invece,<br />
più che un singolo libro sceglierei una<br />
collana, ad esempio l’Universale<br />
Sonzogno o la vecchia Bur: opere<br />
straor<strong>di</strong>narie che danno l’idea <strong>di</strong> come<br />
a un certo punto nel Novecento il libro<br />
<strong>di</strong>venta uno strumento accessibile<br />
a tutti: il tascabile economico è<br />
un fenomeno che rivoluziona il rapporto<br />
tra lettore e libro, tra lettore e cultura.<br />
Il libro a cui ha dato la caccia<br />
con più ostinazione<br />
Da questo punto <strong>di</strong> vista<br />
rappresento un pessimo esempio: sono<br />
sempre stato per la quantità invece<br />
che per la qualità. Mai fatto follie<br />
per un “pezzo” unico. Detto questo,<br />
mi piacerebbe avere la prima e<strong>di</strong>zione<br />
delle Confessioni <strong>di</strong> un Ottuagenario<br />
pubblicate da Le Monnier in 1500 copie<br />
nel 1867 a cura <strong>di</strong> Erminia Fuà Fusinato.<br />
Un libro fondamentale per la nostra<br />
storia. E incidentalmente anche<br />
abbastanza raro.<br />
E una prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “Porto<br />
sepolto”<br />
Di certo non ci spendo <strong>di</strong>ecimila<br />
euro. Mi accontento dell’anastatica.<br />
Quando ha iniziato<br />
a collezionare libri<br />
Più <strong>di</strong> cinquant’anni fa, quando