0264_BvS n.3 marzo_ok - Fondazione Biblioteca di via Senato
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marzo 2010 – la Biblioteca di via Senato Milano 15 dei maggiori protagonisti della finanza italiana per quasi mezzo secolo, insomma, ma del quale non si ricorda una sola intervista o una sola apparizione pubblica di qualche rilievo. Il libro, che racconta anche risvolti oscuri della sua esperienza resistenziale in Val d’Ossola, lo descrive come un temuto e vorace uomo di potere, un “burattinaio” che trama nell’ombra per ottenere la presidenza dell’ENI e neutralizzare l’azione fortemente indipendente di Mattei per ricondurre l’Italia nell’orbita atlantica, con una politica gradita alle multinazionali angloamericane del petrolio. Non solo. Steimetz/Ragozzino avanza l’ipotesi che Cefis abbia avuto un ruolo nella tragica fine di Enrico Mattei, morto il 27 ottobre 1962 precipitando con il suo aereo nelle campagne di Bascapè, vicino Pavia (e del quale da lì a non molto Cefis prenderà il posto alla presidenza dell’ENI). Incidente sul quale si sono scritti centinai di articoli, decine di libri e aperte numerose inchieste. Senza mai fare completa chiarezza sui fatti. Il secondo volume riapparso alla Mostra del Libro antico è, forse, ancora più misterioso. Una sorta di mito bibliografico che non si è mai visto sul mercato. Si intitola L’uragano Cefis, e fu scritto alla metà degli anni Settanta da Fabrizio De Masi (con introduzione di un fantomatico Pier Crescenti) e fu bloccato prima dell’uscita nelle librerie. Dalla copia in mostra a Milano (che proviene dalla stessa fonte che aveva promesso il dattiloscritto inedito di Pasolini “Lampi sull’Eni”) è stato cancellato il nome dell’editore, anche se porta sulla costa la sigla “Egr”. Il resto, sia al piede della copertina sia all’interno è sbianchettato: rimangono dunque ignoti l’editore e l’anno preciso della pubblicazione. La quarta di copertina recita: «Questa è la storia mediocre di un uomo mediocre. Un personaggio, il tutto un bric-à-brac d’avventura e coraggio, d’iniziativa e profitto, di ambiguità e malafede. Un’indagine spietata al Sistema Cefis…». Un altro velenoso e inquietante racconto della vita e della carriera di un uomo misterioso… Due libri “desaparecidos” che, fornendo a Pier Paolo Pasolini il retroterra documentale per spiegare la feroce lotta tra capitalismo petrolifero di Stato e privato nel nostro Paese, aggiungono altri misteri a uno dei romanzi più enigmatici della nostra letteratura e insieme a una delle pagine più buie della storia d’Italia.
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<strong>marzo</strong> 2010 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 15<br />
dei maggiori protagonisti della finanza italiana per quasi<br />
mezzo secolo, insomma, ma del quale non si ricorda una<br />
sola intervista o una sola apparizione pubblica <strong>di</strong> qualche<br />
rilievo.<br />
Il libro, che racconta anche risvolti oscuri della sua<br />
esperienza resistenziale in Val d’Ossola, lo descrive come<br />
un temuto e vorace uomo <strong>di</strong> potere, un “burattinaio” che<br />
trama nell’ombra per ottenere la presidenza dell’ENI e<br />
neutralizzare l’azione fortemente in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> Mattei<br />
per ricondurre l’Italia nell’orbita atlantica, con una politica<br />
gra<strong>di</strong>ta alle multinazionali angloamericane del petrolio.<br />
Non solo. Steimetz/Ragozzino avanza l’ipotesi<br />
che Cefis abbia avuto un ruolo nella tragica fine <strong>di</strong> Enrico<br />
Mattei, morto il 27 ottobre 1962 precipitando con il suo<br />
aereo nelle campagne <strong>di</strong> Bascapè, vicino Pa<strong>via</strong> (e del quale<br />
da lì a non molto Cefis prenderà il posto alla presidenza<br />
dell’ENI). Incidente sul quale si sono scritti centinai <strong>di</strong><br />
articoli, decine <strong>di</strong> libri e aperte numerose inchieste. Senza<br />
mai fare completa chiarezza sui fatti.<br />
Il secondo volume riapparso alla Mostra del Libro<br />
antico è, forse, ancora più misterioso. Una sorta <strong>di</strong> mito<br />
bibliografico che non si è mai visto sul mercato. Si intitola<br />
L’uragano Cefis, e fu scritto alla metà degli anni Settanta da<br />
Fabrizio De Masi (con introduzione <strong>di</strong> un fantomatico<br />
Pier Crescenti) e fu bloccato prima dell’uscita nelle librerie.<br />
Dalla copia in mostra a Milano (che proviene dalla<br />
stessa fonte che aveva promesso il dattiloscritto ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />
Pasolini “Lampi sull’Eni”) è stato cancellato il nome dell’e<strong>di</strong>tore,<br />
anche se porta sulla costa la sigla “Egr”. Il resto,<br />
sia al piede della copertina sia all’interno è sbianchettato:<br />
rimangono dunque ignoti l’e<strong>di</strong>tore e l’anno preciso della<br />
pubblicazione.<br />
La quarta <strong>di</strong> copertina recita: «Questa è la storia<br />
me<strong>di</strong>ocre <strong>di</strong> un uomo me<strong>di</strong>ocre. Un personaggio, il tutto<br />
un bric-à-brac d’avventura e coraggio, d’iniziativa e profitto,<br />
<strong>di</strong> ambiguità e malafede. Un’indagine spietata al Sistema<br />
Cefis…». Un altro velenoso e inquietante racconto<br />
della vita e della carriera <strong>di</strong> un uomo misterioso…<br />
<br />
Due libri “desaparecidos” che, fornendo a Pier<br />
Paolo Pasolini il retroterra documentale per spiegare la<br />
feroce lotta tra capitalismo petrolifero <strong>di</strong> Stato e privato<br />
nel nostro Paese, aggiungono altri misteri a uno dei romanzi<br />
più enigmatici della nostra letteratura e insieme a<br />
una delle pagine più buie della storia d’Italia.