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XX Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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<strong>XX</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<br />

pazienti con Carcinoma Renale in fase localmente avanzato<br />

e metastatico.<br />

PANEL - CITOLOGIA E MARKER URINARI:<br />

DALLA TEORIA ALLA PRATICA<br />

18.30-19.30 Au<strong>di</strong>torium<br />

TECNICHE ANCILLARI IN CITOLOGIA URINARIA<br />

C. Buriani, M. Pedriali 1 , M.D. Beccati, I. Nenci 1<br />

Diagnostica Citopatologica, 1 Anatomia, Istologia e Citologia Patologica,<br />

Azienda Ospedaliera-Universitaria S. Anna, Ferrara<br />

Il campo biome<strong>di</strong>co <strong>di</strong> ricerca e sviluppo <strong>di</strong> nuovi test <strong>per</strong><br />

migliorare l’accuratezza <strong>di</strong>agnostica delle neoplasie vescicali<br />

è un settore oggi molto attivo. Si ricerca il biomarker ideale,<br />

le cui caratteristiche dovrebbero essere: facilità <strong>di</strong> esecuzione,<br />

bassa variabilità intra- ed inter-laboratorio ed alto livello<br />

<strong>di</strong> accuratezza <strong>di</strong>agnostica.<br />

In commercio esistono numerosi nuovi markers, alcuni ancora<br />

in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, altri già approvati <strong>per</strong> l’uso nella pratica<br />

clinica. Tali test possono essere sud<strong>di</strong>visi in due fondamentali<br />

categorie:<br />

1. test ad interpretazione rapida, che sono <strong>di</strong> semplice esecuzione<br />

tecnica e che vengono effettuati e valutati dall’o<strong>per</strong>atore<br />

sanitario al momento della visita del paziente,<br />

con produzione <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> urina;<br />

2. test <strong>di</strong> laboratorio, che richiedono l’invio in laboratori<br />

specializzati e l’impiego <strong>di</strong> tecnologie più o meno complesse.<br />

Si rilevano, tramite test immunologici, antigeni correlati con il<br />

carcinoma uroteliale oppure, tramite saggi genetici, anomalie<br />

cromosomiche associate al carcinoma uroteliale.<br />

Accuratezza <strong>di</strong>agnostica ed affidabilità sono le caratteristiche<br />

fondamentali <strong>per</strong> determinare l’utilità <strong>di</strong> un test nella<br />

pratica clinica.<br />

La citologia urinaria rappresenta tuttora lo standard <strong>di</strong> riferimento<br />

in quanto meto<strong>di</strong>ca non invasiva, economica ed altamente<br />

specifica.<br />

I nuovi test <strong>di</strong>agnostici su<strong>per</strong>ano in sensibilità, ma non in specificità,<br />

la citologia urinaria. Con<strong>di</strong>zioni associate, come ad<br />

esempio la presenza <strong>di</strong> infezione urinaria, pregresso trattamento<br />

con BCG o ematuria possono rendere inaffidabili le informazioni<br />

fornite dai test, in particolare quelli che rilevano<br />

antigeni nell’urina. La citologia urinaria, inoltre, è in grado <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenziare i carcinomi uroteliali <strong>di</strong> alto grado da quelli <strong>di</strong><br />

basso grado, obiettivo che i nuovi biomarkers non sono ancora<br />

riusciti a raggiungere.<br />

Attualmente, la sensibilità dei vari marcatori urinari non è<br />

sufficientemente alta da sostituire citologia e cistoscopia come<br />

standard <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> riferimento. Sebbene questi markers<br />

non siano pronti <strong>per</strong> sostituire citologia e cistoscopia<br />

nei protocolli <strong>di</strong> follow-up, essi possono comunque inserirsi<br />

come tecniche ancillari, dando la possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />

questi protocolli, ad esempio, aumentando gli intervalli tra<br />

le cistoscopie.<br />

Negli ultimi anni la “citopatologia molecolare”, che consente<br />

una simultanea valutazione morfologica e genetica dei<br />

campioni citologici, si è imposta quale comprovato strumento<br />

utilizzabile in campo <strong>di</strong>agnostico, prognostico e nella<br />

valutazione <strong>di</strong> target terapeutici.<br />

La tecnica Multitargeted-FISH (Fluorescent In Situ Hybri<strong>di</strong>zation)<br />

spicca come tecnica ancillare in <strong>di</strong>agnostica oncologica<br />

in quanto <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> identificare anomalie cromosomiche<br />

multiple nel nucleo <strong>di</strong> una singola cellula e vanta elevata sensibilità<br />

e specificità, sommate a semplicità e rapi<strong>di</strong>tà nell’allestimento<br />

dei preparati. I campioni citologici rappresentano il<br />

substrato ideale <strong>per</strong> questa meto<strong>di</strong>ca essendo costituiti da nuclei<br />

in interfase intatti.<br />

Gli stu<strong>di</strong> genetici riguardanti il carcinoma uroteliale suggeriscono<br />

l’esistenza <strong>di</strong> due varianti fenotipiche, con marcate<br />

<strong>di</strong>fferenze nel grado <strong>di</strong> instabilità genetica e con comportamento<br />

biologico e prognosi completamente <strong>di</strong>versi. La variante<br />

“geneticamente stabile” include il papilloma, il PUN-<br />

LMP e il carcinoma uroteliale papillare basso grado (LG-<br />

PUC) non invasivo (pTa), mentre la variante “geneticamente<br />

instabile” comprende il carcinoma uroteliale alto grado<br />

(HG-PUC) non invasivo (incluso pTa G3 e Cis) ed il carcinoma<br />

invasivo (pT1-4). La delezione omozigote del locus<br />

9p21 rappresenta un alterazione genetica frequente e precoce<br />

nel carcinoma uroteliale, in particolare nelle lesioni papillari<br />

non invasive. La progressione comporta l’insorgenza <strong>di</strong><br />

instabilità genomica e aneuploi<strong>di</strong>a, che comunemente include<br />

polisomia dei cromosomi 3, 7, 9, 11 e 17.<br />

L’introduzione della Multitargeted-FISH ad affiancare la citologia<br />

urinaria ha lo scopo <strong>di</strong> aumentare la sensibilità risaputamente<br />

bassa <strong>di</strong> quest’ultima, in particolare <strong>per</strong> le neoplasie<br />

uroteliali basso grado. La meto<strong>di</strong>ca ha <strong>di</strong>mostrato utilità clinica<br />

nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma uroteliale, nel monitoraggio <strong>di</strong><br />

Pazienti in follow-up, nella verifica dell’efficacia delle terapie<br />

endovescicali e nella stratificazione del rischio, unitamente a<br />

parametri morfologici e clinici.<br />

Nel M.D. Diagnostica Citopatologica del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Diagnostica <strong>per</strong> Immagini e Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Laboratorio dell’Azienda<br />

Ospedaliera-Universitaria S.Anna <strong>di</strong> Ferrara la Multitargeted-FISH<br />

è stata introdotta come tecnica ancillare in citologia<br />

urinaria a partire dal giugno 2006.<br />

La FISH è eseguita in <strong>tutti</strong> i lavaggi vescicali e delle alte vie<br />

urinarie e, su richiesta del clinico, in se<strong>di</strong>menti urinari <strong>di</strong><br />

Pazienti in follow-up dopo resezione transuretrale <strong>di</strong> carcinoma<br />

uroteliale o che presentano quadro clinico sospetto. A<br />

partire dal gennaio 2008, la FISH è eseguita anche nei se<strong>di</strong>menti<br />

urinari con <strong>di</strong>agnosi citologica dubbia o sospetta (reflex-FISH).<br />

I se<strong>di</strong>menti urinari ed i lavaggi vescicali e delle alte vie urinarie<br />

vengono allestiti su strato sottile e <strong>per</strong> la FISH (UroVysionTM<br />

test) si utilizza il materiale residuo dopo allestimento<br />

del preparato <strong>di</strong> citologia convenzionale.<br />

Il cocktail <strong>di</strong> sonde UroVysionTM è costituito da: CEP3-<br />

SpectrumRed, CEP7-SpectrumGreen, CEP17-SpectrumAqua,<br />

LSI9p21-SpectrumGold.<br />

Una <strong>di</strong>agnosi citologica-molecolare integrata su campioni <strong>di</strong><br />

se<strong>di</strong>mento urinario è <strong>di</strong>sponibile in 409 Pazienti, <strong>per</strong> un totale<br />

<strong>di</strong> 521 casi. La Multitargeted-FISH risulta negativa nel 52%<br />

dei casi, positiva nel 35% e non sod<strong>di</strong>sfacente <strong>per</strong> la valutazione<br />

nel 13%. La scarsa cellularità uroteliale presente nel materiale<br />

residuo dopo allestimento del campione citologico rappresenta<br />

la principale causa <strong>di</strong> inadeguatezza dei preparati<br />

FISH, seguita dall’eccesso <strong>di</strong> flogosi e dall’eccessiva citolisi/autolisi,<br />

ad attestare che l’adeguatezza del test <strong>di</strong>pende dalla<br />

qualità del campione citologico e non da problematiche <strong>di</strong> allestimento.<br />

Dati <strong>di</strong> follow-up sono <strong>di</strong>sponibili in 392 casi:<br />

274 casi con outcome negativo, 95 casi con neoplasie vescica-<br />

52<br />

Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2010; 82, 2, Supplemento 1

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