N.1 Settembre 2010 - Servizio di hosting - Università degli Studi ...

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QUADERNI DEL MUSEO 28 Paleoecologia solare per effettuare la fotosintesi, spiega perché le scogliere coralline siano limitate in profondità nella zona di penetrazione della luce. Le condizioni ottimali per lo sviluppo dei coralli che costituiscono le scogliere dipendono dunque dalla profondità (fino a 25 m), dalla salinità (34-36 per mille di NaCl), dalla temperatura (23°-28°C), anche se si tollerano ampie variazioni di intervallo per ognuno di questi parametri. Condizioni ottimali come quelle descritte si trovano generalmente nei mari tropicali e per questo la distribuzione latitudinale delle scogliere coralline attuali va da 23°N a 23°S, mentre isolate scogliere si possono trovare entro una fascia più ampia, da 35°N a 32°S. Le barriere coralline sono divise in varie zone (figg. 3 e 4): partendo dalla parte interna possiamo individuare: – retroscogliera, con acque relativamente tranquille, a volte vere lagune, nelle quali si possono sviluppare delle piccole scogliere di laguna (patch reef); – piana di scogliera, zona poco profonda, quasi affiorante durante la bassa marea; – cresta della scogliera, che determina il frangersi delle onde, area di grande energia idrodinamica, dove possono sopravvivere solamente organismi incrostanti; – fronte della scogliera, che si estende dalla zona dei frangenti ad una profondidi circa 30-50 m (mediamente) ed è popolata dalla maggioranza dei coralli e delle alghe rosse: i coralli presentano morfologie che vanno da incrostanti, a massicci, a ramificati, a stratiformi, man mano che aumenta la profondità e diminuisce l’idrodinami-smo e la penetrazione della luce; – avanscogliera, dove si accumulano i detriti di scogliera e si sviluppano piccoli biostromi ad alghe rosse (4) . Le scogliere nel tempo L’ambiente di scogliera non è esclusivo della nostra epoca. Nella lunga storia della Terra scogliere di vario tipo hanno caratterizzato l’ambiente marino poco profondo. La loro presenza è testimoniata da numerosissimi affioramenti di rocce carbonatiche (5) che includono i resti fossili degli organismi costruttori, a volte con spessori di centinaia di metri. Oltre a queste scogliere fossili, che vengono chiamate bioerme, nelle successioni carbonatiche si trovano accumuli di materiale organico più sviluppati in orizzontale che in verticale, chiamati biostromi, che indicano la presenza di “praterie” occupate da organismi con scheletro duro. Le scogliere fossili sono caratterizzate da alcuni stadi evolutivi: – stadio pionieristico o di stabilizzazione, rappresentato da una serie di bassifondi composti da detriti di vari organismi; – stadio della colonizzazione, caratterizzato dalla colonizzazione dell’area da parte di poche specie; – stadio della diversificazione, caratterizzato dal gran numero di specie presenti; – stadio della dominazione, caratterizzato dalla presenza di poche specie. Prima della comparsa di erbivori marini multicellulari, all’inizio del Cambriano, le stromatoliti (6) sono state le uniche costruttrici di scogliere. Le più antiche scogliere a stromatoliti sono state rinvenute in Australia occidentale e hanno un’età compresa fra i 3,5 e i 3,0 miliardi di anni.

Paleoecologia SETTEMBRE 2010 - N. 1 29 Figura 3 - Profilo di una scogliera (da Raffi e Serpagli, 1993) Figura 4 - Blocco-diagramma che illustra l’ambiente di scogliera (da Raffi e Serpagli, 1993) Durante tutto l’Archeano e il Proterozoico le stromatoliti hanno costruito strutture sempre più complesse. I primi metazoi (7) a costruire scogliere sono state le archeociate (8) , durante il Cambriano inferiore. Questi organismi (grandi fino a 25 cm in altezza, più intrappolatori che costruttori) hanno dato origine a scogliere di piccole dimensioni, spesse 2 o 3 metri e dal diametro di circa 10-30 m. Queste strutture potevano svilupparsi su substrati mobili e in acque turbolente e alla loro costruzione partecipavano anche varie alghe incrostanti. La loro distribuzione latitudinale era abbastanza ampia: da 30°N a 60°S. Le archeociate declinarono fortemente alla fine del Cambriano inferiore (scompariranno del tutto alla fine del Cambriano). Durante il Cambriano medio e superiore e l’Ordoviciano inferiore le uniche scogliere presenti erano le piccole strutture costruite da stromatoliti. A partire dall’Ordoviciano medio hanno fatto la loro comparsa scogliere di grandi dimensioni, costituite da coralli colo-

QUADERNI<br />

DEL MUSEO<br />

28<br />

Paleoecologia<br />

solare per effettuare la fotosintesi, spiega<br />

perché le scogliere coralline siano limitate<br />

in profon<strong>di</strong>tà nella zona <strong>di</strong> penetrazione<br />

della luce. Le con<strong>di</strong>zioni ottimali<br />

per lo sviluppo dei coralli che costituiscono<br />

le scogliere <strong>di</strong>pendono dunque<br />

dalla profon<strong>di</strong>tà (fino a 25 m), dalla salinità<br />

(34-36 per mille <strong>di</strong> NaCl), dalla temperatura<br />

(23°-28°C), anche se si tollerano<br />

ampie variazioni <strong>di</strong> intervallo per ognuno<br />

<strong>di</strong> questi parametri. Con<strong>di</strong>zioni ottimali<br />

come quelle descritte si trovano generalmente<br />

nei mari tropicali e per questo<br />

la <strong>di</strong>stribuzione latitu<strong>di</strong>nale delle<br />

scogliere coralline attuali va da 23°N a<br />

23°S, mentre isolate scogliere si possono<br />

trovare entro una fascia più ampia, da<br />

35°N a 32°S.<br />

Le barriere coralline sono <strong>di</strong>vise in varie<br />

zone (figg. 3 e 4): partendo dalla parte<br />

interna possiamo in<strong>di</strong>viduare:<br />

– retroscogliera, con acque relativamente<br />

tranquille, a volte vere lagune, nelle<br />

quali si possono sviluppare delle piccole<br />

scogliere <strong>di</strong> laguna (patch reef);<br />

– piana <strong>di</strong> scogliera, zona poco profonda,<br />

quasi affiorante durante la bassa marea;<br />

– cresta della scogliera, che determina il<br />

frangersi delle onde, area <strong>di</strong> grande<br />

energia idro<strong>di</strong>namica, dove possono<br />

sopravvivere solamente organismi incrostanti;<br />

– fronte della scogliera, che si estende dalla<br />

zona dei frangenti ad una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

circa 30-50 m (me<strong>di</strong>amente) ed è popolata<br />

dalla maggioranza dei coralli e delle<br />

alghe rosse: i coralli presentano morfologie<br />

che vanno da incrostanti, a massicci,<br />

a ramificati, a stratiformi, man<br />

mano che aumenta la profon<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong>minuisce<br />

l’idro<strong>di</strong>nami-smo e la penetrazione<br />

della luce;<br />

– avanscogliera, dove si accumulano i detriti<br />

<strong>di</strong> scogliera e si sviluppano piccoli<br />

biostromi ad alghe rosse (4) .<br />

Le scogliere nel tempo<br />

L’ambiente <strong>di</strong> scogliera non è esclusivo<br />

della nostra epoca. Nella lunga storia<br />

della Terra scogliere <strong>di</strong> vario tipo hanno<br />

caratterizzato l’ambiente marino poco<br />

profondo. La loro presenza è testimoniata<br />

da numerosissimi affioramenti <strong>di</strong> rocce<br />

carbonatiche (5) che includono i resti<br />

fossili <strong>degli</strong> organismi costruttori, a volte<br />

con spessori <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> metri. Oltre<br />

a queste scogliere fossili, che vengono<br />

chiamate bioerme, nelle successioni<br />

carbonatiche si trovano accumuli <strong>di</strong> materiale<br />

organico più sviluppati in orizzontale<br />

che in verticale, chiamati biostromi,<br />

che in<strong>di</strong>cano la presenza <strong>di</strong> “praterie”<br />

occupate da organismi con scheletro<br />

duro. Le scogliere fossili sono caratterizzate<br />

da alcuni sta<strong>di</strong> evolutivi:<br />

– sta<strong>di</strong>o pionieristico o <strong>di</strong> stabilizzazione, rappresentato<br />

da una serie <strong>di</strong> bassifon<strong>di</strong><br />

composti da detriti <strong>di</strong> vari organismi;<br />

– sta<strong>di</strong>o della colonizzazione, caratterizzato<br />

dalla colonizzazione dell’area da parte<br />

<strong>di</strong> poche specie;<br />

– sta<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>versificazione, caratterizzato<br />

dal gran numero <strong>di</strong> specie presenti;<br />

– sta<strong>di</strong>o della dominazione, caratterizzato<br />

dalla presenza <strong>di</strong> poche specie.<br />

Prima della comparsa <strong>di</strong> erbivori marini<br />

multicellulari, all’inizio del Cambriano,<br />

le stromatoliti (6) sono state le uniche costruttrici<br />

<strong>di</strong> scogliere. Le più antiche scogliere<br />

a stromatoliti sono state rinvenute<br />

in Australia occidentale e hanno un’età<br />

compresa fra i 3,5 e i 3,0 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni.

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