Ottobre - La Piazza Castel Madama
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Anno 2 - Numero 9 - <strong>Ottobre</strong> 2005<br />
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros<br />
GLI SBANDIERATORI<br />
TROVANO L’AMERICA<br />
Dallas, Palazzo di Giustizia<br />
Dallas, Fair Park
Folklore<br />
3<br />
UN’ESPERIENZA UNICA<br />
di Ivo Scardala<br />
Ottima accoglienza per gli sbandieratori di<br />
<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> a Dallas.<br />
Dal 29 settembre al 13 ottobre il gruppo è<br />
stato ospite della World Music Events, una<br />
organizzazione internazionale di spettacoli<br />
folkloristici.<br />
Le esibizioni sono avvenute in un grande Parco<br />
della città, “Fair Park”, insieme a trampolieri<br />
tedeschi, unici europei oltre agli sbandieratori,<br />
e ad altri gruppi americani.<br />
Gli sbandieratori di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> alla loro<br />
partenza sono stati sostituiti da quelli di<br />
Faenza.<br />
Ha accompagnato gli sbandieratori l’Assessore<br />
alla Cultura Piselli Luigi.
4 Folklore<br />
“<strong>La</strong> <strong>Piazza</strong>”<br />
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros<br />
Vicolo Giustini, n. 10<br />
00024 <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> (Roma) - tel. 0774/449849<br />
Anno 2, n. 9 - <strong>Ottobre</strong> 2005<br />
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04<br />
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta<br />
Capo Redazione: Carla Santolamazza<br />
Redazione: Enrico Cascini, Federico Chicca,<br />
Fausta Faccenna, Alberto Grelli, Ivano Moreschini,<br />
Paolo Muzi<br />
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero<br />
Veronica Moro, Gualtiero Todini, Aurora Fratini,<br />
Ivo Scardala, Marco Cicogna, Luigi Augusto Monaco,<br />
Mario Di Nardo, Pino Salinetti, Marcello Pucella,<br />
Gianluca Simonelli, Alessandra Pucella<br />
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355<br />
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis<br />
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />
Chiuso in redazione il 22/10/2005 - Tiratura 1.300 copie<br />
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com<br />
E-mail: lapiazzaonline@virgilio.it<br />
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ<br />
DALLE ORE 18 ALLE 20<br />
SOMMARIO<br />
• Un’esperienza unica pag. 3<br />
• Oltre ogni aspettativa » 5<br />
• Al voto con nuove regole » 6<br />
• Una clinica al posto del mattatoio » 7<br />
• Gli ultimi fuochi del centro-destra » 8<br />
• Ma tu de che razza sì » 10<br />
• Il Paese in breve » 12<br />
• Comunità Montana » 16<br />
• A Don Marco » 19<br />
• Aquedotto “Anio Vetus” » 20<br />
• Vicovaro » 22<br />
• Mandela » 25<br />
• Sambuci » 26<br />
• Tivoli » 27<br />
• Vaccinazione antinfluenzale » 29<br />
• Tradizioni popolari » 30<br />
• Cultura » 32<br />
• Il castello Orsini-Cesi » 34<br />
• Sport » 37<br />
• Musica » 38<br />
Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
Politica<br />
5<br />
OLTRE OGNI ASPETTATIVA<br />
di Ivano Chicca<br />
I Partiti del Centro-Sinistra ringraziano vivamente tutti gli elettori<br />
che hanno contribuito al successo delle Primarie<br />
A <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> come nel resto del Paese si<br />
è registrata una straordinaria partecipazione alle<br />
elezioni primarie dell’Unione.<br />
Questo evento giunge in un particolare<br />
momento della vita politica: fra qualche mese<br />
andremo alle elezioni politiche e comunali.<br />
I castellani hanno reagito con fermezza agli<br />
attacchi che vengono dalla politica nazionale che<br />
vede la messa in scena, da parte del Centro-<br />
Destra, di una riforma elettorale volta a conservare<br />
il maggior numero possibile di “posti in<br />
Parlamento” dato che loro stessi pensano di essere<br />
perdenti. Così pure hanno reagito alla finanziaria<br />
di Tremonti che continua a sostenere di non aver<br />
messo le mani in tasca agli Italiani; è vero, infatti,<br />
con i tagli agli Enti Locali, saranno i Sindaci o<br />
i Presidenti di Regione e Provincia a doverlo fare<br />
per il Governo.<br />
Le stesse motivazioni ritroviamo nelle situazioni<br />
locali, con un’Amministrazione che non<br />
riesce più a garantire neppure l’ordinaria gestione,<br />
che non ha una programmazione politica ma solo<br />
una somma di favori da soddisfare, che gestisce il<br />
potere con arroganza e spregiudicatezza, che continua<br />
a promettere mari e monti, senza aver mantenuto<br />
le promesse fatte nelle precedenti tornate<br />
elettorali.<br />
Gli elettori del Centro-Sinistra hanno<br />
dimostrato di essere più maturi ed attaccati alla<br />
democrazia di quanto non creda il Centro-Destra<br />
e fa male chi li irride dicendo che queste elezioni<br />
non hanno alcuna importanza. Un buon politico<br />
dovrebbe sempre ascoltare i cittadini.<br />
Il messaggio più significativo che viene da<br />
queste elezioni è l’ennesima conferma che l’elettorato<br />
chiede unità ai partiti della coalizione,<br />
rilanciando nei fatti l’Ulivo che ha già visto<br />
insieme D.S., Margherita, S.D.I. e Repubblicani<br />
Europei.<br />
Una riflessione va inoltre fatta relativamente<br />
ai così detti “rappresentanti della società civile”:<br />
gli elettori hanno mostrato di non aver una gran<br />
fiducia nei confronti di chi risponde solo a se stesso.<br />
Del resto qui ne abbiamo già avuto un esempio<br />
che non pare si possa considerare positivo.
6 Politica<br />
AL VOTO CON NUOVE REGOLE<br />
di Ivano Moreschini<br />
Berlusconi cambia in corsa la legge elettorale. Vediamo come<br />
Diavolo di un Berlusca.<br />
Alla fine della legislatura, con sondaggi infausti<br />
per i risultati delle elezioni, tira fuori dal cappello<br />
un progetto di riforma della legge elettorale che<br />
dovrebbe in prospettiva mitigare gli effetti della<br />
sconfitta, e che nel frattempo ha già ridotto le tensioni<br />
interne alla maggioranza.<br />
<strong>La</strong> scomparsa dei collegi uninominali, che con la<br />
legge ancora in vigore assegnavano il 75% dei 630<br />
seggi della Camera, dovrebbe infatti attenuare la<br />
sconfitta del centro-destra: se nello scontro diretto<br />
tra candidati della Casa della libertà e dell’Unione<br />
di centro-sinistra bastava un solo voto di scarto<br />
per diventare deputato, e quindi anche se si prendeva<br />
il 39% dei voti e l’altro prendeva il 39,1%, il<br />
seggio andava solo al vincitore, con il proporzionale<br />
la distribuzione dei seggi è più ponderata, e<br />
valorizza di più i voti espressi dagli elettori.<br />
Questo era vero anche prima, ma Berlusconi non<br />
ci aveva fatto caso, tutto preso dalla sua straripan-<br />
te maggioranza che, stando ai sondaggi, non gli<br />
ha comunque garantito una sicura vittoria alle<br />
prossime elezioni. Una cosa è promettere sogni,<br />
un’altra governare.<br />
Ma al di là delle necessità contingenti, cosa accadrà<br />
dopo che il rito elettorale sarà compiuto<br />
Quali saranno gli effetti “di sistema” di questa<br />
riforma<br />
È probabile che anche la prossima legislatura sarà<br />
alle prese con fibrillazioni varie, in una infinita<br />
transizione verso non si sa cosa. Infatti il ritorno<br />
del proporzionale potrebbe favorire passaggi da<br />
uno schieramento all’altro, che noi a <strong>Castel</strong><br />
<strong>Madama</strong> conosciamo bene, a svantaggio della<br />
governabilità.<br />
Sarà meglio Sarà peggio Certo è che il maggioritario<br />
non ha attecchito molto, vista la facilità con<br />
la quale si sta cambiando sistema in Parlamento.<br />
C’è da chiedersi: ma è davvero mai nata questa<br />
fantomatica seconda Repubblica<br />
Ecco i punti chiave della nuova legge elettorale<br />
Sistema proporzionale di maggioranza. Con la nuova legge vengono<br />
aboliti i collegi uninominali, con cui venivano eletti i 3/4 del<br />
Parlamento, e viene introdotto il sistema proporzionale con premio<br />
di maggioranza, che garantisce il raggiungimento di 340 deputati.<br />
All’opposizione restano 277 seggi. I candidati saranno presentati in<br />
liste di partito, sulla base delle circoscrizioni. Non ci saranno le<br />
preferenze. Presentando le liste i partiti dovranno allegare il programma<br />
ed indicare il “capo unico della coalizione”, cioè il candidato<br />
alla Presidenza del Consiglio.<br />
Premio di maggioranza. È assegnato alla coalizione che ottiene<br />
più voti, fino ad arrivare a 340 seggi su 630, se la coalizione non è<br />
arrivata a quella soglia<br />
Tre soglie di sbarramento. Tre le soglie di sbarramento per la<br />
Camera: 10% per le coalizioni, 4% per i partiti non coalizzati e 2%<br />
per i partiti coalizzati. I voti dei partiti che non raggiungono il 2%<br />
vengono conteggiati, ma per il riparto dei seggi vengono contati<br />
solo quelli presi dal miglior perdente al di sotto del 2%.<br />
Premio di coalizione regionale. Per garantire il problema della<br />
rappresentatività regionale del Senato viene introdotto il premio di<br />
coalizione regionale, un premio di maggioranza che si calcola su<br />
base regionale. <strong>La</strong> coalizione che ha più voti in ogni singola regione<br />
avrà almeno il 55% dei seggi. In questo modo il premio di maggioranza<br />
può andare in una regione alla Cdl e in un’altra regione<br />
all’Unione.<br />
Le quote rosa. Nella nuova legge elettorale non c’è spazio per<br />
una maggiore rappresentanza femminile. È stato bocciato, infatti,<br />
(il governo è stato battuto su questo punto) la norma che prevedeva<br />
l’obbligo di candidare una donna ogni tre uomini e che<br />
introduceva delle sanzioni per i partiti che non rispettavano tale<br />
rapporto.<br />
Non deve fare raccolta di firme chi ha un gruppo in<br />
Parlamento. I partiti o i gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare<br />
in entrambe le Camere dall’inizio della legislatura e i<br />
gruppi che abbiano almeno un seggio nel Parlamento europeo<br />
non dovranno raccogliere le firme per la presentazione delle liste<br />
elettorali.
Amministrazione<br />
7<br />
UNA CLINICA AL POSTO DEL MATTATOIO<br />
di Ivano Moreschini<br />
Nell’area dell’ex mattatoio comunale sorgerà una clinica privata.<br />
Questo emerge dalle decisioni assunte dalla maggioranza in carica<br />
Nel 2004 il Consiglio Comunale<br />
di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> approva<br />
un piano di recupero di aree<br />
dismesse tra le quali quelle del<br />
Mattatoio.<br />
Con la deliberazione di Consiglio<br />
Comunale n. 12 del 2 febbraio<br />
2005, viene avviata la procedura<br />
per un cambio di<br />
destinazione d’uso di qust’area<br />
di proprietà comunale, che si<br />
trova sulla strada che porta alla<br />
stazione ferroviaria.<br />
Nella delibera veniva prevista la<br />
pubblicazione di un bando con<br />
il quale comunicare a chiunque<br />
ne avesse interesse la disponibilità<br />
del Comune a valutare proposte<br />
di diversa utilizzazione<br />
dell’immobile mediante locazione<br />
dello stesso o formazione<br />
di società miste pubblico-privato;<br />
ovvero a valutare proposte di<br />
demolizione dello stesso e concessione<br />
dell’area in diritto di<br />
superficie, per la realizzazione<br />
di nuovi immobili necessari allo<br />
svolgimento di attività economiche<br />
per la erogazione di pubblici<br />
servizi.<br />
Con la deliberazione di Giunta<br />
Comunale n.32 del 15 marzo<br />
2005 veniva approvato l’avviso<br />
pubblico per l’utilizzo dell’ex<br />
mattatoio comunale, con le<br />
indicazioni che erano state prescritte<br />
dal Consiglio. Le offerte<br />
dovevano pervenire entro il 15<br />
aprile 2005.<br />
<strong>La</strong> successiva deliberazione di<br />
giunta Comunale n.106 del 5<br />
luglio 2005 prende atto dell’unica<br />
offerta pervenuta da parte<br />
della Italian Hospital Group spa,<br />
con sede in Via Tiburtina, n.<br />
L’ex mattatoio da discarica a Clinica<br />
188, a Guidonia. L’impresa<br />
chiede la concessione in diritto<br />
di superficie del terreno di proprietà<br />
comunale sul quale insistono<br />
i corpi di fabbrica dell’ex<br />
mattatoio, offrendo un canone di<br />
12.000,00 euro l’anno per 30<br />
anni. L’ipotesi progettuale dell’impresa,<br />
dichiarata nell’offerta,<br />
è quella di demolire tutti i<br />
corpi di fabbrica esistenti e realizzare<br />
una pari volumetria, con<br />
un’unica costruzione, del tipo<br />
“villa bifamiliare”, nella quale<br />
poter ospitare residenze sanitarie<br />
riabilitative di tipo sociale<br />
e/o terapeutico. <strong>La</strong> società nell’offerta<br />
si impegna inoltre a<br />
presentare nei termini che verranno<br />
prescritti dall’Amministrazione<br />
comunale idoneo progetto<br />
esecutivo delle opere che<br />
si intendono eseguire, ed a stipulare<br />
apposita convenzione con il<br />
Comune per disciplinare i rapporti<br />
tra le parti. Circa un mese<br />
dopo, con la deliberazione di<br />
Giunta Comunale n.118 del 2<br />
agosto 2005, il Comune approva<br />
in via definitiva la proposta<br />
della società, e concede il diritto<br />
di superficie su un’area di mq<br />
3.350, distinta in catasto al<br />
foglio 5, particella 162: cioè l’area<br />
dell’attuale mattatoio. A<br />
sostegno della decisione vi è un<br />
parere di congruità dell’Arch.<br />
Angelo de Paolis, che dopo un<br />
carteggio con l’impresa volto a<br />
migliorare l’offerta economica<br />
per il canone del diritto di superficie<br />
da Euro 12.000,00 annui ad<br />
Euro 13.000,00 annui, accettata<br />
dall’impresa, conclude affermando<br />
che l’offerta è congrua.<br />
<strong>La</strong> volumetria realizzabile è<br />
pari, secondo le indicazioni dell’impresa,<br />
a 3.000-3500 metri<br />
cubi. Il terreno sarebbe concesso<br />
per un periodo di anni 34.
8 Politica<br />
GLI ULTIMI FUOCHI DEL CENTRO-DESTRA<br />
di Pino Salinetti<br />
Il consiglio comincia con il riconoscimento di debiti fuori bilancio<br />
riguardanti contenziosi con i Padri Oblati e con gli eredi Testa risalenti agli anni ’70-’80.<br />
In entrambi i casi il Tribunale ha emesso una sentenza che condanna<br />
il Comune al pagamento di circa 100 mila euro ai primi e 200 mila ai secondi<br />
Il Consiglio comunale del 27 settembre scorso<br />
doveva essere rinviato perché gli atti relativi a tre<br />
delibere non erano stati messi a disposizione dei<br />
consiglieri nei tre giorni precedenti, come prevede<br />
il Regolamento, il quale aggiunge “Nessuna proposta<br />
può essere sottoposta a deliberazione definitiva<br />
del Consiglio se non è stata depositata entro i<br />
termini previsti (…)”.<br />
Il presidente del Consiglio e i consiglieri di maggioranza,<br />
pur riconoscendo che gli atti non erano<br />
a disposizione, hanno sospeso il consiglio per<br />
il pranzo (perché da qualche tempo i consigli<br />
si fanno la mattina, quando pochissimi cittadini<br />
possono assistere) e poi hanno votato le tre<br />
delibere.<br />
Dal canto loro i consiglieri di opposizione hanno<br />
denunciato alla magistratura l’ennesimo mancato<br />
rispetto delle leggi, dello Statuto e del regolamento<br />
comunale e l’azione omissiva di chi<br />
doveva garantire il loro rispetto. Inoltre hanno<br />
chiesto di verificare la validità delle deliberazioni<br />
assunte con una procedura così chiaramente<br />
illegittima.<br />
Questo episodio denota la prepotenza dell’amministrazione<br />
comunale, la superficialità con cui<br />
governa. E l’irresponsabilità. Perché deliberazioni<br />
su temi così delicati e controversi come<br />
l’edilizia e l’urbanistica, che coinvolgono interessi<br />
diretti dei cittadini, meriterebbero ben altra<br />
attenzione.<br />
Revoca della 167<br />
L’amministrazione ha deciso di eliminare le due<br />
zone 167 sopra il campo sportivo (C3) e sopra la<br />
fonte Ricci (C2) e di riassegnare loro la precedente<br />
destinazione urbanistica. In pratica queste due<br />
aree non saranno più espropriate per costruire case<br />
popolari pubbliche e case private in cooperativa a<br />
prezzi controllati (come nella 167 sotto via<br />
Roma), ma torneranno ad essere zone di edilizia<br />
privata. Una scelta che favorisce i proprietari dei<br />
terreni e danneggia i cittadini che non hanno i<br />
soldi (tanti) necessari per acquistare una casa.<br />
Una scelta che i consiglieri di opposizione non<br />
condividono. Ma non solo.<br />
L’amministrazione comunale toglie le zone 167<br />
nel C2 e nel C3 con una semplice delibera di consiglio<br />
senza permettere ai cittadini e alla regione<br />
di partecipare alla decisione, come invece prevede<br />
la legge.<br />
Siamo alle solite: Scardala, Monaco, Efficace &<br />
C. si fanno la legge per proprio conto. Tant’è vero<br />
che il consigliere di maggioranza Pietropaoli in<br />
commissione ha espresso una posizione contraria<br />
(le zone 167 si possono togliere ma facendo una<br />
variante di Piano), anche se poi in Consiglio ha<br />
votato come gli diceva Monaco e il nuovo responsabile<br />
dell’Ufficio tecnico comunale De Paolis (il<br />
terzo architetto esterno dopo Mitrotta e Cavallari,<br />
mentre l’ing. comunale è stato esautorato di quasi<br />
tutte le competenze).<br />
Morale della favola: si commette un abuso di<br />
potere per fare una scelta a favore di pochi e a<br />
danno di molti. Un esempio perfetto di come<br />
(s)governa questa amministrazione.<br />
Il fatto è che già nel dicembre 2001 l’amministrazione<br />
Scardala/Monaco aveva stralciato il<br />
75% della 167 sopra il campo sportivo con una<br />
semplice delibera; nel 2002 aveva fatto il Piano<br />
quadro senza tutta la 167 e successivamente<br />
aveva approvato due Piani di lottizzazione. Se<br />
qualcuno (la Regione la Procura) prima o poi<br />
ascolterà le nostre obiezioni e interverrà, queste<br />
lottizzazioni potrebbero essere messe in discussione,<br />
perché non conformi agli strumenti urbanistici<br />
vigenti e approvati sulla base di atti illegittimi.<br />
Che servizio allora avrà fatto l’amministrazione<br />
comunale ai proprietari delle terre Non è aggirando<br />
le leggi che si favorisce l’attività imprenditoriale.<br />
<strong>La</strong> legalità è fonte di vero sviluppo, non<br />
il contrario.
Politica<br />
9<br />
A2 di Pietro Romano<br />
L’altro punto discusso è l’ennesimo Piano quadro.<br />
Dopo quelli sulla zona industriale e sulle zone residenziali<br />
urbane, è arrivata l’ora di quello sulle A2<br />
agricolo-residenziali, zone di campagna dove è<br />
possibile costruire piccole abitazioni. Ce ne sono<br />
6-7 sparse in tutto il territorio per circa 200 ettari.<br />
Il Piano quadro approvato riguarda quasi 50 ettari<br />
di Pietro Romano (una vasta area tra la chiesa di<br />
Sant’Anna, monte Papese e le Cerqueta). I consiglieri<br />
di opposizione hanno sostenuto che prima di<br />
procedere all’adozione di uno strumento attuativo<br />
sulle zone A2, devono essere approvate regole<br />
chiare e uguali per tutti i cittadini. Altrimenti si<br />
operano delle discriminazioni. Discriminazioni già<br />
in atto dal punto di vista fiscale, visto che ci sono<br />
aree A2 che pagano un’ICI altissima e aree A2 che<br />
ne pagano una molto più bassa. Tale discriminazione<br />
diventerà ancora più forte con questo Piano<br />
quadro, perché si permetterà ad alcuni cittadini di<br />
edificare e ad altri no, pur pagando la stessa ICI.<br />
Va, inoltre, tenuto conto del fatto che la superficie<br />
delle zone A2, tra cui quella di Pietro Romano, è<br />
stata arbitrariamente ampliata del 5,25%; che le<br />
Norme Tecniche del PRG non prevedono l’uso del<br />
Piano quadro per edificare, tanto meno quando si<br />
tratta di una zona così ampia (50 ettari), non urbanizzata<br />
e di elevato pregio ambientale.<br />
Infine i nostri amministratori fanno finta di non<br />
sapere che la legge urbanistica stabilisce che il<br />
Comune può dividere una vasta area in tanti<br />
comparti fabbricabili più piccoli soltanto approvando<br />
un Piano particolareggiato. Procedendo<br />
con un Piano quadro si crea un vizio di legittimità<br />
iniziale all’iter di approvazione dei Piani di<br />
lottizzazione dei privati. Anche in questo caso,<br />
l’amministrazione comunale fa credere di aver<br />
trovato una scorciatoia, ma in realtà imbocca un<br />
vicolo cieco.<br />
Caserma dei carabinieri<br />
Il Consiglio comunale ha approvato il Progetto<br />
preliminare della nuova caserma dei carabinieri.<br />
Essa viene localizzata nella metà a monte del mercato<br />
verso il campetto delle suore e la vecchia via<br />
di Sant’Agostino.<br />
Per tre anni, dal 2001 al 2004 il centro-destra non<br />
ha mosso paglia sulla caserma, limitandosi a ribadire<br />
la sua collocazione nel terreno di proprietà<br />
comunale tra le scuole Sales, S. Anna e il parco<br />
Oudenaarde, in un’area individuata nel 1997 insieme<br />
Comune e arma dei carabinieri.<br />
Poi, nell’aprile del 2004 l’amministrazione comunale<br />
cambia repentinamente orientamento e prevede<br />
la realizzazione di una struttura sanitaria privata<br />
in quel terreno, e della caserma nell’edificio<br />
scolastico Sales ristrutturato. I piccoli alunni,<br />
secondo questa acuta pensata, si sarebbero dovuti<br />
trasferire all’edificio di via della Libertà.<br />
L’opposizione di cittadini, genitori e insegnanti fa<br />
desistere l’amministrazione comunale dall’attuare<br />
questo progetto, e il 2.2.2005 decide di localizzare<br />
la caserma nell’area del mercato.<br />
Essa si costruirà a condizione che il Ministero<br />
dell’Interno manifesti un interesse, ossia sia disponibile<br />
a pagare un affitto più alto.<br />
Però i nostri amministratori non inseriscono la<br />
costruzione della caserma nell’elenco annuale<br />
delle opere pubbliche, bensì nel programma del<br />
2006, prevedendo un costo di 750.000,00 euro<br />
provenienti da privati e non dal Comune.<br />
Nel Consiglio del 27 settembre, visto che è sempre<br />
più imminente la chiusura della vecchia caserma,<br />
il centro destra ha bisogno di far vedere che fa<br />
qualcosa e allora si inventa questa approvazione<br />
del progetto preliminare (che tra l’altro prevede un<br />
costo di costruzione di 1 milione e 400 mila euro),<br />
un atto non di competenza del Consiglio e che rappresenta<br />
il primo gradino (e quello più semplice)<br />
di un iter molto lungo e in salita.<br />
<strong>La</strong> verità è questa: dopo 4 anni e mezzo caratterizzati<br />
da confusione di propositi e inconcludenza<br />
pratica, il problema della costruzione della nuova<br />
caserma è ancora un punto interrogativo, perché<br />
troppi sono gli elementi di incertezza presenti.<br />
Sull’area. Il comune negli anni passati ha speso<br />
circa 200 milioni di vecchie lire per la realizzazione<br />
del mercato. Nel Piano particolareggiato approvato<br />
il 2.2.2005 l’area del plateatico è a “verde<br />
attrezzato”, mentre l’area tra il Sales, il S. Anna e<br />
il parco Oudenaarde è destinata specificatamente<br />
ad “attrezzature di interesse generale (caserma dei<br />
carabinieri)”. Costruire qui la clinica e lì la caserma<br />
significa fare due varianti urbanistiche. Oltre<br />
che sperperare i soldi serviti per il mercato e privilegiare<br />
una clinica privata rispetto alla caserma.<br />
Sui fondi. <strong>La</strong> caserma si farà con finanziamenti<br />
privati (come dice il programma triennale delle<br />
opere pubbliche) o comunali (come dice il progetto<br />
preliminare) In questo caso, come fa il<br />
Comune a sobbarcarsi questa spesa visto che è già<br />
ora in grosse difficoltà E se il ministero degli<br />
interni non alza l’affitto<br />
Sui tempi. Dopo 5 anni la montagna ha partorito il<br />
progetto preliminare. Di questo passo, quanti<br />
decenni ci vorranno per vedere finita e operativa la<br />
nuova caserma
10 Attualità<br />
MA TU DE CHE RAZZA SÌ<br />
di Paolo Muzi<br />
Secondo la storiografia uno sparuto gruppo di famiglie diede vita al borgo<br />
poi divenuto <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. Oggi naturalmente rimane ben poco<br />
di quel “nucleo storico” e ci siamo chiesti quali e quante siano le famiglie “Doc”<br />
Dopo esserci occupati, nel<br />
numero di maggio, delle dinamiche<br />
demografiche della<br />
popolazione castellana passiamo<br />
ora ad occuparci della composizione<br />
e dell’origine della<br />
popolazione attualmente residente.<br />
Per far questo ci siamo<br />
affidati, ancora una volta, alla<br />
insostituibile collaborazione del<br />
responsabile dell’ufficio anagrafe<br />
che ha condotto per noi<br />
un’opera di minuziosa contabilizzazione<br />
manuale: gli archivi<br />
informatici dell’ufficio anagrafe<br />
non sono infatti predisposti<br />
per fornire questo tipo di dati.<br />
<strong>La</strong> tabella riporta il numero di<br />
cittadini portatori di “cognomi<br />
tradizionali”, appartenenti cioè a<br />
quelle famiglie presenti nella<br />
comunità castellana sin da prima<br />
del secondo conflitto mondiale.<br />
I dati sono aggiornati ad agosto<br />
2005 e come termine di riferimento<br />
viene presa la situazione<br />
del dicembre 1994 (l’unica fino<br />
ad ora disponibile).<br />
<strong>Piazza</strong> Garibaldi nell’Ottocento<br />
Guardando ai dati risulta subito<br />
evidente come, rispetto al ’94,<br />
il numero di portatori di<br />
“cognomi tradizionali” sia sensibilmente<br />
diminuito: i segni<br />
meno prevalgono nettamente<br />
sui segni più, mentre solo in 5<br />
casi non si registra alcuna<br />
variazione.<br />
Per quanto riguarda la numerosità<br />
dei gruppi di cognome mentre<br />
solo nel 1994 i cognomi che<br />
registravano oltre cento componenti<br />
erano 12, nel corso del<br />
2005 sono scesi a 11; oggi questi<br />
ultimi contano 1934 unità e<br />
rappresentano oltre il 27% della<br />
popolazione residente.<br />
Entrando più nello specifico, il<br />
nome di famiglia di gran lunga<br />
più diffuso si conferma, con 248<br />
unità, quello dei “Chicca”, mentre<br />
in questa peculiare classifica<br />
scala 1 posizione il cognome<br />
“Santolamazza”, che passa dal<br />
5° al 4° posto; anche il gruppo<br />
di cognome “Salvatori” passa<br />
dal 12° al 10° posto.<br />
Se nel 1994 i portatori di<br />
cognomi tradizionali rappresentavano<br />
oltre il 58% della<br />
popolazione residente, oggi<br />
rappresentano poco più del<br />
51% del totale; ciò è dovuto<br />
alla combinazione di due fattori:<br />
il numero di residenti che<br />
è salito da 6691 a 7122 unità ed<br />
il numero di portatori di<br />
“cognomi tradizionali” che, al<br />
contrario, è sceso drasticamente,<br />
passando da 3899 a 3648<br />
unità. Sembra quindi di essere<br />
di fronte ad un fenomeno di<br />
“livellamento” per cui le differenze<br />
di consistenza numerica<br />
tra il totale delle famiglie<br />
autoctone ed “immigrate” tendono<br />
ad attenuarsi. Dai dati in<br />
nostro possesso (non riportati in<br />
tabella) emerge poi un dato ulteriore:<br />
nella maggior parte delle<br />
“famiglie tradizionali” le donne<br />
sopravanzano numericamente<br />
gli uomini e in alcuni casi le<br />
componenti femminili, che<br />
come è noto non trasmettono il<br />
cognome, sono due o tre volte<br />
superiori a quelle maschili.<br />
Questo porta a concludere che,<br />
per alcuni “gruppi di cognomi”<br />
meno diffusi e a forte prevalenza<br />
femminile, si corra (in futuro)<br />
il rischio di un estinzione.<br />
Teniamo a ribadire che le dinamiche<br />
osservate non vanno<br />
valutate in modo negativo: esse<br />
rientrano infatti nel normale<br />
ciclo di sviluppo che ogni<br />
comunità – non isolata – necessariamente<br />
attraversa.<br />
Semmai, quello che va annotato,<br />
è il ritmo con cui si sta
Attualità<br />
11<br />
modificando la composizione<br />
della comunità castellana: le<br />
“famiglie tradizionali” in meno<br />
di 11 anni hanno infatti registrato<br />
ben 251 unità in meno;<br />
tutto ciò significa che la crescita<br />
demografica del nostro paese<br />
è stata in gran parte determinata<br />
dalle famiglie trasferitesi a<br />
<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> nel secondo<br />
dopoguerra e (almeno negli<br />
ultimi anni) dagli immigrati<br />
stranieri.<br />
Sul piano politico-amministrativo,<br />
le dinamiche osservate,<br />
esigono una incentivazione<br />
delle politiche culturali, con<br />
l’attivazione di azioni dirette<br />
alla difesa delle tradizioni locali,<br />
alla promozione del dialetto<br />
e alla diffusione della storia<br />
della comunità castellana: solo<br />
così si potrà infatti assicurare la<br />
difesa della nostra memoria<br />
storica. Ricordiamo infine che<br />
le percentuali riportate non tengono<br />
conto degli irregolari presenti<br />
che, in quanto tali, sfuggono<br />
ad ogni rilevazione da<br />
parte dell’ufficio anagrafe.
12<br />
IL PAESE IN BREVE<br />
CONGRESSO<br />
DEI D.S.<br />
DI CASTEL MADAMA<br />
Sabato 15 ottobre si è chiuso<br />
il congresso straordinario dei<br />
D.S. di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.<br />
Dopo tre giorni di vivaci dibattiti è stato votato<br />
all’unanimità il documento politico con il<br />
quale i D.S. vogliono dare un loro contributo alla<br />
definizione della strategia politica e del programma<br />
con il quale presentarsi alle prossime elezioni<br />
amministrative.<br />
Il Congresso ha altresì confermato il direttivo<br />
uscente con un voto pressoché plebiscitario,<br />
ribadendo in tal modo la fiducia ai propri organi<br />
dirigenti.<br />
Ne fanno parte:<br />
Chicca Ivano, Chicca Federico,<br />
Fabiani Domenico, Fabiani Roberto,<br />
Fagioli Domenico, Grazia Enrico,<br />
Grelli Alberto, Moreschini Ivano,<br />
Moreschini Marco, Muzi Paolo,<br />
Paolacci Amerina, Pompili Ramona,<br />
Tanfetti Gianfranco e Cascini Mauro<br />
in qualità di Presidente dei Garanti,<br />
di cui fanno parte, anch’essi riconfermati,<br />
Rocchi Michelluigi e Giovanni Cesarini.<br />
<strong>La</strong> prima riunione del Direttivo, tenutasi il 19<br />
ottobre, ha riconfermato alla segreteria del partito<br />
Ivano Chicca. Su proposta dello stesso segretario<br />
è stato inoltre istituito un Ufficio Politico di<br />
cui fanno parte lo stesso segretario, Fabiani<br />
Roberto e Grazia Enrico. Ai sensi dello statuto,<br />
l’Ufficio Politico ha lo specifico compito di<br />
coordinare e seguire gli incontri con gli alleati del<br />
Centro-Sinistra in vista delle prossime elezioni<br />
comunali.<br />
Lo slogan, che riassume la proposta politica<br />
che viene dal congresso, è l’affermazione della<br />
legalità come metodo di lavoro, favorire lo sviluppo<br />
economico delle realtà produttive presenti<br />
nel territorio, indispensabile per una più ampia<br />
offerta di lavoro e per sostenere le fasce più<br />
deboli, e, soprattutto, dare ai cittadini risposte<br />
certe in tempi congrui; questi devono diventare<br />
gli obiettivi prioritari dell’azione della futura<br />
amministrazione.<br />
I nostri migliori auguri di buon lavoro ai D.S.<br />
e alla coalizione di Centro-Sinistra.<br />
ESORDIO SFORTUNATO<br />
MA SIAMO SOLO ALLA PRIMA PARTITA<br />
Esordio sfortunato per la F.C. Pro-<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />
contro la Gregoriana a San Gregorio da Sassola.<br />
I ragazzi del mister Nonni sono stati battuti per<br />
1-0. <strong>La</strong> partita è stata molto spigolosa, a tratti<br />
nervosa, e anche se i padroni di casa non erano<br />
certamente superiori agli ospiti, hanno potuto<br />
sfruttare alcune sbavature della difesa e poca<br />
lucidità dimostrata in attacco. Insomma una<br />
squadra che deve ancora crescere, ma siamo solo<br />
alla prima di campionato e il tasso tecnico dei<br />
singoli giocatori è molto buono. Quindi ci sono<br />
tutte le premesse per fare meglio. Una nota molto<br />
positiva è stata la numerosa partecipazione dei<br />
nostri compaesani che hanno sostenuto la squadra<br />
per tutti i novanta minuti.<br />
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI<br />
Comune: 0774-45001<br />
Carabinieri: 0774-447002<br />
Vigili Urbani: 0774-447305<br />
Ospedale Tivoli: 0774-335086<br />
Farmacia: 0774-447001<br />
Vigili del Fuoco: 115<br />
Servizio Guardia Medica: 118<br />
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938<br />
Protezione Civile: 0774-4500243<br />
Biblioteca Comunale: 0774-4500209<br />
RM/G Tivoli - Prenotazioni 800986868<br />
Per pagamento Ticket<br />
UNITÀ SANITARIA LOCALE RM/G<br />
SERVIZIO TESORERIA CCP N. 52577616
Il Paese in breve<br />
13<br />
Parcheggio Gomma-Gomma<br />
UN NODO DI SCAMBIO PER I PENDOLARI DELLA ZONA<br />
L’assessore Monaco:<br />
«Il fine è decongestionare l’autostrada e avere più servizi pubblici per la Capitale»<br />
CASTEL MADAMA – Buone notizie per i pendolari della Valle del Giovenzano. <strong>La</strong> Giunta di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> è<br />
pronta ad avviare i lavori per la costruzione di un parcheggio a ridosso del casello autostradale in località “Acqua<br />
Santa”, che prevede la realizzazione di circa duecento posti auto e un nodo di scambio per le corse via autostrada<br />
del CO.TRA.L. L’intervento, che rientra nel più vasto programma di riqualificazione urbana avviato dall’amministrazione<br />
Scardala, permetterà di creare – insieme ai nuovi posti di sosta per i cittadini di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> che quotidianamente<br />
raggiungono la Capitale – un ulteriore nodo di scambio, a servizio dell’utenza di tutto il territorio. «Il<br />
nodo di scambio è indispensabile sia per alleggerire il traffico privato sull’A24 – chiarisce l’assessore all’urbanistica<br />
Luigi Augusto Monaco – sia per migliorare gli spostamenti dei pendolari del comprensorio. <strong>La</strong> realizzazione di<br />
un nodo di scambio a raso nella zona industriale contribuirebbe, infatti, a decongestionare il traffico in autostrada<br />
oltre che servire un bacino di utenza stimato intorno alle 30 mila persone». ll CO.TRA.L. ha già espresso un parere<br />
favorevole alla realizzazione di un Terminal nel comune castellano, al fine di decongestionare quello di Tivoli e<br />
ridisegnare la rete dei servizi sfruttando maggiormente l’alternativa via autostrada per raggiungere la Capitale. I<br />
lavori del nuovo parcheggio ammontano a 783 mila euro, dei quali 705 a carico della Provincia di Roma e gli altri<br />
78 mila euro a carico del comune. Ma quali sono i tempi di realizzazione «Tutti i lavori dovranno necessariamente<br />
essere conclusi entro il 31 marzo. Ora non ci resta che sperare nella sensibilità del Presidente della Regione <strong>La</strong>zio<br />
per avviare e concludere i lavori» ribadisce l’assessore.<br />
Come tutti i <strong>Castel</strong>lani<br />
sanno, si stanno svolgendo<br />
in questi giorni i lavori<br />
di rifacimento della<br />
Via di S. Sebastiano.<br />
<strong>La</strong> viabilità del paese<br />
ne ha ovviamente risentito<br />
molto. I lavori consistono<br />
nella sistemazione<br />
della rete idrica e fognante<br />
e nel rifacimento<br />
della pavimentazione, che<br />
presentava molti tratti<br />
sconnessi.<br />
GRUPPO DONATORI DI SANGUE<br />
DI CASTEL MADAMA<br />
Domenica 23 <strong>Ottobre</strong> 2005 in collaborazione con l’Ospedale<br />
Pediatrico Bambino Gesù di Roma, si è svolta la<br />
Venticinquesima donazione, sono state raccolte 103 sacche<br />
di sangue, ed è stato raggiunto il sospirato traguardo delle<br />
100 unità, anzi oltre. Il Gruppo ringrazia tutti i donatori per<br />
la loro costanza. Per Mercoledì 26 <strong>Ottobre</strong> è stata organizzata<br />
gratuitamente una visita al Santo Padre Benedetto XVI<br />
e alla Tomba di Giovanni Paolo II, si ringrazia il Comune<br />
che ha messo a disposizione il pullman.
14 Il Paese in breve<br />
<strong>La</strong> Pace … ... a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong><br />
di Piera Ruggeri<br />
È stato inaugurato sabato 1° ottobre l’Ufficio per la Pace del Comune di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>. Affollata la<br />
Sala Baronale da politici, gente comune e studenti.<br />
Dopo il saluto del Sindaco che ha ripercorso la storia del progetto “I Comuni per la pace” promosso dal<br />
Ce.Co.Pax della Provincia di Roma in collaborazione con il Master in “Educazione alla pace” della facoltà<br />
di lettere e filosofia dell’Università degli Studi Roma Tre, in rappresentanza della Presidenza della<br />
Provincia di Roma è intervenuta Giuseppina Maturani, capogruppo dei Democratici di Sinistra a palazzo<br />
Valentini, che ha, tra l’altro, sottolineato come l’idea del Ce.Co.Pax sia stata fortemente voluta proprio dal<br />
Presidente della Provincia Gasbarra.<br />
È seguito l’intervento del prof. Breccia, direttore del Ce.Co.Pax, che ha riaffermato la dimensione individuale<br />
ed al tempo stesso globale del vivere la pace.<br />
Ha quindi preso la parola il prof. Jonas Shamuana Mabenga, rettore dell’Accademia internazionale delle<br />
Scienze della Pace che ha saputo immediatamente attivare canali comunicativi e di simpatia spontanea con<br />
i presenti che ha coinvolto e resi partecipi su un<br />
tema, quello della pace, che difficilmente può rimanere<br />
chiuso in cerimonie e spazi ufficiali. Nel suo<br />
discorso Mabenga, consulente per le aree africane<br />
delle Missioni di Peace Keeping dell’O.N.U., ha<br />
posto l’accento sui problemi dello sviluppo intendendo<br />
la pace quale elemento indispensabile per<br />
garantire un sistema sociale ispirato alla giustizia.<br />
Tutta la manifestazione è stata intercalata da<br />
interventi di livello da parte del maestro Luciano<br />
Bellini che ha eseguito al pianoforte brani musicali<br />
di vari autori tra i quali De André, i Beatles, De<br />
Gregori e Bizet.<br />
L’intervento del prof. Jonas Shamuana Mabenga<br />
DELEN DELEN….DELEN DELEN….<br />
È la fastidiosa cantilena che oramai dall’inizio del<br />
mese di giugno tutti i residenti in via S. Agostino,<br />
via Vignola e dintorni sono costretti a sorbirsi notte<br />
e giorno, senza tregua, al passaggio di ogni auto<br />
sulla griglia di raccolta delle acque piovane all’altezza<br />
di via S. Agostino 31.<br />
A luglio, dopo varie segnalazioni, vi è stata un’apparizione<br />
fugace di un paio di operai comunali che,<br />
come si può ancor oggi constatare, hanno lasciato<br />
le cose esattamente come le hanno trovate.<br />
Bisogna dire che quella è proprio una zona sfortunata,<br />
non vi abitano né sindaco, né assessori, né<br />
consiglieri, né uno dei tanti responsabili comunali<br />
che, infastiditi dai rumori, potessero intervenire<br />
autorevolmente e risolvere il problema; invece<br />
sono passati ben cinque mesi senza che fosse<br />
preso rimedio. Purtroppo le segnalazioni dei cittadini<br />
comuni restano inascoltate sia dagli Uffici<br />
preposti e ancor più dall’Amministrazione.<br />
Intanto possiamo solo continuare a goderci la<br />
musica!<br />
Delen delen…Delen delen.
Il Paese in breve<br />
15<br />
informazione<br />
contro<br />
contro<br />
informazione<br />
PARLAMENTO PULITO!<br />
Basta! Parlamento pulito.<br />
Chi è stato condannato in via definitiva non deve più<br />
sedere in Parlamento. Un parlamentare non può rappresentare<br />
i cittadini se è stato condannato dalla Giustizia.<br />
E se la legge lo consente, va cambiata la legge. Le<br />
migliaia di sottoscrittori dell’appello lanciato da Beppe<br />
Grillo sul suo blog www.beppegrillo.it chiedono che i<br />
condannati in via definitiva non possano più rappresentare<br />
i cittadini in Parlamento, a partire da quello europeo.<br />
È profondamente immorale che sia loro consentito<br />
di rappresentarci.<br />
Questo è l’elenco dei nomi dei rappresentanti italiani in<br />
Parlamento, nazionale o europeo, che hanno ricevuto una condanna in via definitiva:<br />
Berruti Massimo Maria (deputato FI); Biondi Alfredo (deputato FI); Bonsignore Vito (eurodeputato UDC); Bossi<br />
Umberto (eurodeputato Lega Nord); Cantoni Giampiero (senatore FI); Carra Enzo (deputato Margherita); Cirino<br />
Pomicino Paolo (eurodeputato Udeur); Dell’Utri Marcello (senatore FI); Del Pennino Antonio (senatore FI); De<br />
Michelis Gianni (deputato NuovoPsi); De Rigo Walter (senatore FI); Frigerio Gianstefano (deputato FI); Galvagno<br />
Giorgio (deputato FI); Jannuzzi Lino (senatore FI); <strong>La</strong> Malfa Giorgio (deputato PRI); Maroni Roberto (deputato<br />
Lega Nord); Rollandin Augusto (senatore Union Valdotain-DS); Sgarbi Vittorio (deputato FI, passato al centrosinistra);<br />
Sodano Calogero (senatore UDC); Sterpa Egidio (deputato FI); Tomassini Antonio (senatore FI); Visco<br />
Vincenzo (deputato DS) e Vito Alfredo (deputato FI).<br />
Per leggere le imputazioni di tutti i parlamentari vai sul sito di Beppe Grillo www.beppegrillo.it.<br />
Beppe Grillo ha deciso di raccogliere l’invito di molta gente e di pubblicare con il vostro aiuto una pagina su<br />
una testata internazionale con l’appello “Parlamento Pulito”.<br />
Chiunque voglia partecipare potrà fare un versamento sul conto corrente appositamente creato (per info sulle<br />
coordinate del conto corrente vai sul sito di Beppe Grillo o contatta un membro della redazione)<br />
L’iniziativa Parlamento Pulito ha raccolto ad oggi 49.000 euro. Il comico genovese ha proposto la pubblicazione<br />
dell’iniziativa a due grandi testate internazionali che hanno rifiutato per ragioni “editoriali” dopo una “attenta<br />
valutazione” per la quale ci è voluto molto del loro tempo.<br />
informazione<br />
contro<br />
contro<br />
informazione<br />
UN’OCCASIONE SPRECATA<br />
Sabato 24 settembre, presso il Parco Oudenarde, si è tenuto un concerto eseguito dalla Banda dei<br />
Carabinieri. Hanno potuto apprezzare l’esibizione solo pochissime persone. <strong>La</strong> manifestazione, infatti, non<br />
è stata pubblicizzata come meritava. Inserita nel programma per i festeggiamenti di San Michele, senza che<br />
le fosse stata data alcuna rilevanza, su<br />
manifesti apparsi solo il giorno prima<br />
dell’evento, è passata quasi del tutto<br />
inosservata. Una volta tanto che nel<br />
paese si è tenuta una iniziativa di qualità,<br />
quale assicurano sempre i complessi<br />
bandistici dei Carabinieri, non sarebbe<br />
stato tanto avventato da parte dell’Amministrazione<br />
spendere 70,00 euro per<br />
stampare 100 manifesti da affiggere<br />
almeno una settimana prima sia nel<br />
paese che nel circondario.<br />
Speriamo che questo spiacevole episodio<br />
non pregiudichi future presenze dei<br />
Carabinieri a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>.
16 Comunità Montana<br />
IX COMUNITÀ MONTANA<br />
a cura di Fausta Faccenna<br />
L’OLIVICOLTURA NELL’AREA SABINA E PRENESTINA<br />
Gli interventi della IX Comunità Montana a sostegno del settore<br />
Lo scorso 30 settembre si è chiuso il Bando emanato<br />
dalla IX Comunità Montana relativo alla presentazione<br />
delle domande per ottenere i contributi<br />
per l’impianto, il reimpianto e il rinfittimento di<br />
oliveti.<br />
L’intervento pluriennale, volto al sostegno dell’olivicoltura<br />
locale, ha come finalità il supporto di<br />
un’economia agricola estremamente significativa<br />
per il territorio e, nel contempo, è volto ad evitare<br />
che nelle aree marginali la coltura dell’olivo venga<br />
progressivamente abbandonata, con i conseguenti<br />
rischi di degrado ambientale che questo comporta.<br />
L’assegnazione di piante di olivo, negli anni oltre<br />
200.000 piante, ha contribuito alla modernizzazione<br />
dell’agricoltura del comprensorio comunitario<br />
che, seppur realizzata nel rispetto della tradizione<br />
olivicola locale, è risultata indispensabile per<br />
determinare quel necessario incremento di reddito<br />
che permette agli agricoltori di proseguire nella<br />
coltivazione degli oliveti.<br />
Riguardo alle cultivar di olivo che sono state fornite<br />
negli anni agli agricoltori, si tratta di varietà<br />
presenti da moltissimi anni nel territorio e che<br />
rientrano nei disciplinari del DOP Sabino e del<br />
DOP dell’area tiburtina, quest’ultimo ormai giunto<br />
al definitivo riconoscimento.<br />
Nell’ambito delle azioni intraprese nel corso degli<br />
anni da parte della IX Comunità Montana, volte a<br />
valorizzare l’olivicoltura locale, nei mesi di ottobre<br />
2004 e gennaio 2005 sono stati organizzati due<br />
corsi per “Assaggiatori di olio di oliva”, gestiti dall’IRFI<br />
(Istituto Romano per la Formazione Imprenditoriale),<br />
azienda specializzata della Camera<br />
di Commercio di Roma.<br />
Precedentemente, nell’ambito della stessa politica<br />
agricola di settore, sono stati finanziati interventi<br />
per la diffusione di nuove forme di allevamento, in<br />
collaborazione con il CNR di Perugia, e sono stati<br />
erogati contributi alle cooperative per la realizzazione<br />
di frantoi, per l’acquisto di attrezzature e per<br />
la sistemazione dei locali.<br />
Inoltre, intensa è stata l’azione promozionale a<br />
favore dell’olio DOP della Sabina: in quest’ambito,<br />
è stato realizzato nel Comune di Nerola uno<br />
sportello del DOP, una Mostra Permanente dell’olio<br />
DOP ed iniziative per la realizzazione della<br />
Strada dell’Olio della Sabina.<br />
Più recentemente, la IX Comunità Montana ha<br />
partecipato al Comitato promotore dell’olio DOP<br />
Terre Tiburtine ed ha organizzato manifestazioni<br />
promozionali dell’olio in collaborazione con<br />
l’Azienda Romana Mercati della CCIA di Roma.<br />
I risultati conseguiti in questi anni sono andati ad<br />
incidere in una realtà economica che conta 10.530<br />
ettari di uliveti, con una produzione di 240.000<br />
quintali di olive e la produzione di 43.500 quintali<br />
di olio.<br />
L’occupazione del settore vanta un totale di 9.500<br />
aziende, per un totale di occupati di 1.125 addetti.<br />
IX COMUNITÀ MONTANA<br />
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli<br />
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915<br />
www.comunitamontanativoli.org
Comunità Montana<br />
17<br />
ITINERARI SUI MONTI PRENESTINI<br />
ITINERARIO 2<br />
DA SAN VITO ROMANO A FONTE VOLLICA<br />
L’itinerario si sviluppa in un bosco di castagno di<br />
origine antropica nel quale emergono pregevoli<br />
essenze vegetali spontanee, presenti grazie alla<br />
diversa esposizione o alle condizioni microclimatiche<br />
prevalenti e rendono il luogo un’orto botanico<br />
naturale.<br />
L’imbocco del sentiero è sulla strada provinciale San<br />
Vito Romano-Bellegra, a circa 500 m dal bivio in<br />
direzione di Bellegra, in prossimità di una cancellata<br />
con recinzione dipinta in verde. Una tabella di<br />
segnalazione indica l’inizio del sentiero. Si entra in<br />
un ceduo di castagno piuttosto rado e, seguendo la<br />
segnaletica, si giunge ad una staccionata da aggirare<br />
in discesa; si scende su un tracciato ben evidente<br />
mantenendo sulla destra un bellissimo affioramento<br />
roccioso di colore rossastro appartenente alla formazione<br />
geologica di Frosinone. Il sentiero prosegue in<br />
un ambiente molto vario in cui il bosco è spesso<br />
intercalato da radure di arbusti più bassi che consentono<br />
di godere dei caratteristici panorami Prenestini.<br />
Segue una modesta pendenza fino ad incrociare la<br />
strada sterrata Vallerano-Cerapelle da percorrere<br />
verso sinistra; dopo circa 200 m, in prossimità di un<br />
ampio tornante, si imbocca un evidente sentiero che<br />
conduce in breve alle strutture di captazione di Fonte<br />
Vollica. Anche se la sorgente non è visibile, l’ambiente<br />
è molto suggestivo e può essere interessante<br />
risalire uno dei diversi corsi d’acqua che confluiscono<br />
nella valletta.<br />
Una particolare attenzione merita l’ultimo tratto del<br />
sentiero in prossimità di Fonte Vollica: l’abbondanza<br />
d’acqua permette la formazione di numerosi<br />
muschi, epatiche e felci, mentre fra le specie arboree<br />
più importanti si rinvengono in quest’area il salice<br />
bianco, il pioppo nero, il sambuco.<br />
<strong>La</strong> strada sterrata sulla via del ritorno offre inoltre<br />
numerose e piacevoli opportunità di prolungare la<br />
visita senza problemi di orientamento.<br />
Il ritorno si può svolgere seguendo l’itinerario dell’andata<br />
senza alcuna difficoltà aggiuntiva, tranne<br />
nel tratto finale in salita, che può risultare leggermente<br />
faticoso.<br />
Tempo di percorrenza: 50 minuti circa fino a Fonte<br />
Vollica.
Attualità<br />
19<br />
A DON MARCO<br />
di Mario Di Nardo<br />
Caro don,<br />
dopo sei anni di presenza e<br />
di ottimo lavoro qui a <strong>Castel</strong><br />
<strong>Madama</strong>, sei stato chiamato<br />
al seminario di Anagni, dove tu<br />
hai vissuto per ben dodici anni,<br />
per ricoprire l’importante carica<br />
di vice-Rettore.<br />
Il primo sentimento con cui<br />
accolgo questa notizia è quello<br />
dello sgomento; poi, pian piano,<br />
sono passato a una più<br />
ragionevole rassegnazione, rispettando,<br />
ma egoisticamente<br />
non condividendola, la scelta<br />
intrapresa.<br />
Servirebbero pagine e pagine<br />
per riepilogare la tua opera fra<br />
di noi. Ma credo che, conoscendoti,<br />
non desideri molto le<br />
parole, anche se sincere, di<br />
elogio e riconoscimento; mi<br />
risponderesti molto semplicemente:<br />
«ho fatto solo il mio<br />
dovere di prete». <strong>La</strong>sciami però,<br />
con poche righe, ringraziarti<br />
di cuore per la dedizione e<br />
l’amore con cui hai svolto il tuo<br />
ministero fra di noi: sei stato<br />
padre, fratello ma soprattutto<br />
amico; immagino che tutto<br />
questo ti sia costato e non<br />
poco, anche se non lo hai mai<br />
dato a vedere. In questi anni<br />
hai trasmesso con gioia la tua<br />
amicizia con Gesù e la tua<br />
vocazione di essere al servizio<br />
dell’intera comunità castellana.<br />
Le esperienze che abbiamo<br />
vissuto sono state molteplici:<br />
le gite fuori porta, gli incontri,<br />
l’oratorio, il teatro, il gruppo<br />
famiglia, il coro, ecc. Le tue<br />
intuizioni sono state altrettanto<br />
importanti ed hanno contribuito<br />
a rendere ancora più<br />
felici i bambini e i ragazzi del<br />
nostro paese. Nella nostra<br />
comunità lasci un segno di una<br />
grande passione per Cristo, ma<br />
come lui, anche quello di una<br />
tenera umanità. Sono certo<br />
che ognuno di noi può dire di<br />
averti sentito veramente vicino<br />
almeno una volta in questi<br />
anni e questo è un dono inestimabile<br />
che rimarrà indelebile<br />
in ciascuno di noi. Certo che<br />
tutto questo anche tu lo terrai<br />
nel cuore e lo porterai con te<br />
nella tua nuova esperienza<br />
dove andrai a formare i don<br />
Marco del domani.<br />
<strong>La</strong> mia gratitudine e la mia<br />
amicizia ti accompagneranno<br />
sempre, voglio perciò augurarti<br />
buon cammino e in bocca al<br />
lupo don!!!!<br />
Ciao fratello
20 Archeologia<br />
ACQUEDOTTO “ANIO VETUS”<br />
di Marcello Pucella<br />
“Anio Vetus” →<br />
Quanti di noi avranno perso la<br />
pazienza, aspettando di passare<br />
con la macchina sotto i fornici<br />
degli acquedotti superstiti degli<br />
Arci<br />
Specialmente in quello più<br />
basso, sotto cui, a livello della<br />
strada Empolitana è presente<br />
un tratto di speco (condotto)<br />
ben conservato, ostruito parzialmente<br />
dai detriti.<br />
Stiamo parlando dell’Acquedotto<br />
“Anio Vetus”.<br />
Fu il secondo, degli undici<br />
più importanti, realizzati nell’antica<br />
Roma e il primo dei<br />
quattro che interessavano il<br />
nostro territorio.<br />
Per avere una vaga idea di<br />
come fosse la zona 2.300 anni<br />
fa, occorrerebbe fare un immaginario<br />
volo d’angelo tra le colline<br />
di Tivoli (Tibur), Vicovaro<br />
(Vicus Variae) e <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>,<br />
che allora non esisteva. Era<br />
un paesaggio di tipo paganico-vicano,<br />
composto cioè da<br />
semplici case rustiche autonome<br />
e isolate (pagi), raggruppatesi<br />
in seguito in piccoli<br />
villaggi (vicus), che traevano<br />
sostentamento solo dai prodotti<br />
della terra, caccia e pastorizia.<br />
Tale territorio fu conquistato<br />
da Roma in età repubblicana,<br />
in piena fase espansionistica a<br />
scapito degli Equi e dei <strong>La</strong>tini<br />
(IV sec. a.C.).<br />
L’acquedotto fu costruito in tre<br />
anni circa (272-269 a.C.) da<br />
due magistrati preposti espressamente<br />
dal Senato, Manio<br />
Curio Dentato e Fulvio Flacco,<br />
ma l’intera impresa rimase tutta<br />
nelle mani del secondo, essendo<br />
il primo morto poco dopo la<br />
sua nomina. Esso fu finanziato<br />
coi proventi della famosa e sofferta<br />
vittoria contro Pirro, Re<br />
dell’Epiro (ancora oggi usata<br />
come eufemismo).<br />
L’Anio Vetus venne chiamato<br />
così solo tre secoli dopo, quando<br />
costruirono l’Anio Novus,<br />
per distinguerli entrambi. Esso<br />
prelevava l’acqua direttamente<br />
dal fiume Aniene, nei pressi di<br />
Vicovaro e precisamente sopra<br />
S. Cosimato, dove una diga<br />
artificiale formava l’incile, che<br />
capta l’acqua per poi imbrigliarla<br />
nello speco.<br />
Con maestria, senza pari per l’epoca,<br />
il condotto scendeva<br />
verso Roma in modo sinuoso,<br />
avendo cura di mantenere una<br />
pendenza minima e costante,<br />
quanto bastava per far defluire<br />
l’acqua lentamente decantandola<br />
dai detriti e impurità. Esso era<br />
lungo circa 43 miglia romane,<br />
pari a 63 km ÷, quasi tutto sotterraneo<br />
(ipogeo), apparendo in<br />
superficie solo con ponti e arcate.<br />
L’Anio Vetus costeggiava a<br />
debita distanza la riva sinistra<br />
del fiume, interessando il nostro<br />
territorio sulla direttiva delle<br />
località Morone, Monte Papese,<br />
Colle Monitola fino agli Arci,<br />
dove scavalcava, con un ponte,<br />
ora crollato, il fosso omonimo<br />
girando ad angolo retto verso<br />
Tivoli, che è quello che noi<br />
vediamo e rasentiamo con la<br />
macchina. I due archi sotto cui<br />
passiamo non esistevano ancora<br />
e verranno costruiti molto<br />
tempo dopo. Essi sostenevano<br />
altri due acquedotti, il più basso<br />
il Marcio (140 a.C.).<br />
Il condotto, in modo serpeggiante,<br />
aggirava Tivoli, cedendogli<br />
anche una modesta quantità<br />
di acqua, poi scendeva<br />
vicino Gallicano, nella campagna<br />
romana, affiancando la
Archeologia<br />
21<br />
via Prenestina e la via<br />
<strong>La</strong>tina, dove in zona<br />
Capannelle si trovava<br />
la piscina limaria,<br />
grande vasca di raccolta<br />
per decantare<br />
ulteriormente i residui<br />
di terriccio presenti.<br />
Proseguiva il percorso<br />
lungo la via Tuscolana<br />
per entrare in<br />
città costeggiando le<br />
mura serviane in zona<br />
Esquilino (precisamente<br />
in Via Carlo<br />
Alberto, vicino <strong>Piazza</strong><br />
Vittorio, poco lontano<br />
dalla stazione<br />
Termini). Qui finiva il<br />
percorso in un “<strong>Castel</strong>lum<br />
Aquae” grande<br />
serbatoio monumentale<br />
(ora distrutto), per la ripartizione<br />
dell’acqua nei vari quartieri,<br />
posizionato nel punto più<br />
alto della città.<br />
Da lì iniziava la meticolosa<br />
distribuzione per caduta, tramite<br />
condotti secondari in piombo<br />
o terracotta (fistule).<br />
Purtroppo l’acqua, prelevata<br />
direttamente dal fiume Aniene,<br />
come già citato, non poteva<br />
considerarsi potabile, quindi<br />
veniva essenzialmente servita<br />
per uso irriguo.<br />
<strong>La</strong> portata dell’acquedotto era<br />
notevole, iniziava con circa 2<br />
m 3 /sec. ma solo la metà arrivava<br />
a Roma, causa le numerose<br />
sottrazioni abusive e legali<br />
lungo il percorso.<br />
Per la manutenzione veniva<br />
realizzata, adiacente il manufatto,<br />
una via di servizio (via<br />
vacua) che poteva essere utilizzata<br />
solo dagli addetti ai lavori,<br />
sia per la costruzione che la<br />
manutenzione.<br />
A intervalli regolari di circa<br />
70 m., (anche meno), c’erano<br />
dei fori per scendere nel condotto<br />
(putei), serviti sia per<br />
l’asporto di terra durante lo<br />
scavo che per le ispezioni<br />
periodiche con relative riparazioni.<br />
Lo speco era realizzato con<br />
blocchi di tufo squadrato (opus<br />
qudratum) e impermeabilizzato<br />
internamente con intonaco<br />
di malta e scaglie di coccio<br />
← “Anio Vetus”<br />
pesto, (opus signinum), mentre<br />
la parte superiore veniva coperta<br />
con lastroni collocati a<br />
forma di capanna (cappuccina).<br />
Come si può vedere il breve<br />
tratto dell’Arci.<br />
L’Anio Vetus (e l’acqua marcia<br />
(312 a.C.)), furono importanti<br />
perché servirono d’archetipo ai<br />
successivi acquedotti vanto<br />
della civiltà romana, tanto da<br />
far dire a Sesto Giulio Frontino,<br />
studioso e amministratore<br />
delle acque sotto l’imperatore<br />
Nerva (97 d.C.), che essi restano<br />
il più mirabile dei lavori,<br />
mettendo in secondo ordine sia<br />
le immense piramidi che i<br />
magnifici Templi Greci, ritenuti<br />
grandiosi quanto inutili.
22 Vicovaro<br />
PREMIO ARTE<br />
“MARCANTONIO SABELLICO”<br />
ECCO LE NUOVE INIZIATIVE<br />
di Roberto Bontempi<br />
Continuano a ritmo sempre più<br />
incalzante le iniziative della<br />
sesta edizione del Premio Arte<br />
Marcantonio Sabellico che il<br />
comune di Vicovaro organizza<br />
con il contributo della Regione<br />
<strong>La</strong>zio.<br />
In questi ultimi giorni del Premio<br />
saranno infatti ben nove<br />
gli avvenimenti che coinvolgeranno<br />
la cittadinanza in un tributo<br />
a questo antico e illustre<br />
concittadino.<br />
Si comincia mercoledì 19 ottobre<br />
con un concerto di musica<br />
corale che, nella chiesa di San<br />
Pietro, vedrà protagoniste le<br />
Corali di Santa Caecilia di Vicovaro<br />
e della chiesa di San Paolo<br />
di Zagabria (Croazia).<br />
Si prosegue sabato 22 prima<br />
con una visita tra la storia e l’ar-<br />
te di Vicovaro guidata dal Professor<br />
Alberto Crielesi, poi con<br />
un incontro pomeridiano in<br />
Biblioteca, curato da Alessandra<br />
Zibellini e dalla sua associazione<br />
culturale “<strong>La</strong> bottega<br />
dei Varii”, che riguarderà la<br />
musica e il teatro del Rinascimento<br />
e le poesie del Sabellico.<br />
Il pomeriggio del giorno successivo<br />
Gianni Boattini e Margherita<br />
Dante presenteranno,<br />
sempre nella Biblioteca comunale<br />
di via delle Scuole, “Marcantonio<br />
Sbellico, il nostro<br />
concittadino” la biografia illustrata<br />
della vita e le opere di<br />
Marcantonio Sabellico pensata<br />
su misura per gli alunni della<br />
scuola elementare; a seguire,<br />
nella chiesa di San Pietro si<br />
terrà un concerto di musica
Vicovaro<br />
23<br />
medievale a cura del <strong>La</strong>boratorio<br />
medievale del Centro di pratica<br />
musicale di Roma che<br />
vedrà la partecipazione di Alessandra<br />
Zibellini per la lettura<br />
dei brani cantati.<br />
Giovedì 27 ottobre, alle 17:30, i<br />
ragazzi del <strong>La</strong>boratorio della<br />
Biblioteca presenteranno il<br />
primo numero del loro giornalino<br />
“Gli amici di Marcantonio”;<br />
il primo pomeriggio del 28,<br />
invece, sarà il teatro protagonista<br />
con la “Bottega dei Varii”<br />
che porterà lo spettacolo teatrale<br />
Tingeltangel nell’aula-teatro<br />
della scuola media di Vicovaro.<br />
Questa edizione del Premio<br />
Arte si concluderà sabato 29,<br />
prima, alle 17, nell’Aula consiliare<br />
con la premiazione dei vincitori<br />
del concorso di poesia,<br />
pittura e fotografia, poi, a seguire,<br />
nella chiesa di San Pietro<br />
dove andrà in scena un concerto<br />
di musica strumentale a cura<br />
dell’Associazione mandolinistica<br />
romana che calerà il sipario<br />
su questi due intensi mesi di arte<br />
e cultura vicovarese.<br />
Comunicato Stampa<br />
I Corsi 2005/2006 per l’istruzione e la formazione in età adulta a Vicovaro<br />
Come rispondere alle formidabili sfide della globalità<br />
e della complessità nella vita quotidiana,<br />
sociale, politica, nazionale e mondiale Con l’istruzione<br />
e l’educazione.<br />
È questo l’obiettivo che già da alcuni anni si pone<br />
il Centro per l’educazione degli adulti, 24° Centro<br />
Territoriale Permanente di Subiaco, attraverso<br />
un’attività ormai consolidata nel territorio della<br />
Valle dell’Aniene.<br />
Anche quest’anno il 24° C.T.P propone un’offerta<br />
formativa a Vicovaro ricca, articolata e, soprattutto,<br />
da non perdere…!<br />
Adulti e giovani, che abbiano compiuto il 15°<br />
anno di età, senza titolo di studio potranno frequentare,<br />
gratuitamente, il tradizionale corso per<br />
il conseguimento, in un solo anno, della licenza<br />
media. Ai cittadini stranieri, invece, viene offerta<br />
un’ottima occasione di integrazione e inserimento<br />
nel tessuto sociale attraverso i corsi di lingua e<br />
cultura italiana, al termine dei quali è possibile<br />
partecipare agli esami per la certificazione di livello<br />
CELI dell’Università per Stranieri di Perugia.<br />
Per tutti coloro che vogliano accettare la sfida<br />
della globalizzazione c’è la possibilità di iscriversi<br />
ai corsi di livello di lingua Inglese, Francese,<br />
Tedesco e Spagnolo.<br />
Sono attivabili inoltre, se il numero degli iscritti<br />
lo consente, i corsi per Servizi domiciliari di<br />
Assistenza alle persone, di Assistente educativo<br />
culturale (AEC), di letteratura italiana, storia,<br />
archeologia, civiltà latina e greca, pittura su vetro,<br />
ceramica e decoupage, di educazione civica ed<br />
alla legalità, corsi per la gestione della contabilità<br />
della piccola impresa, di educazione ambientale,<br />
di composizione floreale ed altri proposti direttamente<br />
dall’utenza. I corsi si svolgeranno in orario<br />
pomeridiano-serale presso l’Istituto Comprensivo<br />
di Vicovaro.<br />
Per informazioni e iscrizioni si può contattare:<br />
segreteria dell’Istituto Comprensivo di Vicovaro<br />
Via Mazzini 1 (Tel. 0774/498010)<br />
o la segreteria<br />
della Scuola Media “A. Angelucci” di Subiaco -<br />
24° CTP (Tel. e fax 0774/84377)<br />
Candidato Voti %<br />
FAUSTO BERTINOTTI 54 21,01<br />
ANTONIO DI PIETRO 5 1,94<br />
IVAN SCALFAROTTO 2 0,77<br />
SIMONA PANZINO 3 1,16<br />
ALFONSO PECORARO SCANIO 15 5,88<br />
ROMANO PRODI 163 63,42<br />
CLEMENTE MASTELLA 13 5,05<br />
NULLE 2 0,77<br />
TOTALE VOTANTI 257<br />
TOTALE ELETTORI VICOVARO (circa) 3200<br />
I risultati delle primarie<br />
dell'Unione a Vicovaro<br />
sono più o meno in linea<br />
con il dato nazionale.<br />
Ha votato un po' più<br />
dell'8% degli aventi diritto<br />
(elettori di Vicovaro).
24 Vicovaro<br />
LE NOVITÀ<br />
DEL CONSIGLIO COMUNALE<br />
Il 7 ottobre scorso si è tenuto il Consiglio Comunale<br />
a Vicovaro.<br />
L’appuntamento era legato soprattutto ad una scadenza<br />
relativa al bilancio, poiché la legge sugli<br />
enti locali obbliga i Comuni a verificare la salvaguardia<br />
degli equilibri di bilancio a fine settembre.<br />
È stata questa l’occasione per apportare alcune<br />
variazioni al bilancio comunale, tra le quali spiccavano<br />
l’iscrizione in bilancio di alcuni contributi<br />
legati ad opere pubbliche. In particolare, la<br />
Provincia di Roma ha comunicato in via definitiva<br />
lo stanziamento di Euro 600.000, 00 per il completamento<br />
del progetto di sistemazione dei campi<br />
sportivi, e la Regione <strong>La</strong>zio la concessione di un<br />
contributo di 220.000,00 Euro circa per la messa<br />
in sicurezza degli impinati delle scuole elementari.<br />
Entrambi i contributi prevedono una compartecipazione<br />
alla spesa da parte del Comune, che<br />
ammonterà a 60.000,00 Euro per gli impianti<br />
sportivi, ed a 22.000, 00 Euro per il lavoro alla<br />
Scuola elementare.<br />
Il Consiglio Comunale si è aperto con la discussione<br />
di due ordini del giorno, relativi alla riforma<br />
dell’Onu, ed alla battaglia contro la miseria e lo<br />
sfruttamento nel mondo. Gli ordini del giorno erano<br />
L’ingresso del Comune di Vicovaro<br />
proposti su iniziativa del Coordinamento enti locali<br />
per la pace, un’associazione di comuni sensibili a<br />
tali tematiche, alla quale Vicovaro aderisce.<br />
L’argomento però più significativo in discussione<br />
era relativo alla raccolta e smaltimento di rifiuti<br />
solidi urbani. Il Comune di Vicovaro gestisce tale<br />
importante servizio per adesso con un contratto<br />
d’appalto, che scadrà entro la fine dell’anno.<br />
L’Amministrazione in carica ha intenzione di aderire<br />
ad una grande azienda romana, l’Ama servizi<br />
srl, che ha varato una politica di crescita sul territorio<br />
della Provincia di Roma, ed in altre Province<br />
laziali. <strong>La</strong> Valle dell’Aniene vede in questo settore<br />
la presenza di una cooperativa locale, la<br />
Medaniene, e l’inserimento a Subiaco ed in alcuni<br />
altri comuni di un’altra società, Gaia. L’Ama<br />
servizi non è ancora presente sul territorio, ed il<br />
Consiglio Comunale è stato chiamato a pronunciarsi<br />
sulla proposta di entrare nel capitale della<br />
stessa società, con una quota minima di 7.000,00<br />
Euro, per poter poi affidare con un contratto di<br />
servizio la gestione della raccolta dei rifiuti a questa<br />
società. L’amministrazione pensa che una<br />
società di queste dimensioni possa garantire un<br />
servizio migliore, mentre l’opposizione ha messo<br />
l’accento sui costi dell’operazione. Il Consiglio<br />
comunque avrà modo di ritornare su questo, con<br />
l’approvazione del contratto di servizio, anche se<br />
è possibile che non sia il Comune a comprare la<br />
quota di capitale dell’Ama, ed a stipulare il relativo<br />
contratto di servizio, ma che lo faccia l’Unione<br />
della Valle Ustica per tutti i comuni che vi aderiscono,<br />
Vicovaro compreso.<br />
Un altro argomento trattato è stato quello relativo<br />
alla proposta di abolizione della Commissione<br />
edilizia. Il Comune sta infatti approvando un<br />
nuovo regolamento edilizio, aggiornato alle novità<br />
legislative statali e regionali, e così si è giunti a<br />
parlare della esigenza o meno di mantenere la<br />
Commissione edilizia, il cui ruolo ha risentito<br />
delle novità normative di questi anni. Per esempio,<br />
non possono più farne parte i politici, elemento<br />
che cambia il ruolo della commissione,<br />
insieme al rafforzamento del ruolo dell’ufficio<br />
tecnico. Pertanto il Consiglio ha votato l’abolizione<br />
di tale organo, abolizione che sarà operativa<br />
dopo l’approvazione da parte della Provincia di<br />
Roma del nuovo regolamento edilizio.
Mandela<br />
25<br />
E L’ANARCHICO BRESCI UCCISE IL RE<br />
a cura di Mario Lori<br />
N. 50 COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA<br />
L’anno 1900 addì 31 luglio a ore 20 in Mandela e nella<br />
consueta sala delle adunanze consigliari aperta al pubblico.<br />
Convocatosi il Consiglio Comunale nelle conformità<br />
volute dalla legge si è il medesimo ivi congregato.<br />
Fatto l’appello nominale risultano intervenuti i<br />
Sigg. Diofebi Cesare, Antonucci Domenico, Tomei<br />
Bartolomeo, Attili Alessandro, Cola Evangelista e<br />
Sartori Giulio. Quantunque il numero dei presenti non<br />
sia legale per esser valida la prima convocazione tuttavia,<br />
scusata l’assenza del Sindaco Sig. Lelli Augusto<br />
e dei consiglieri Sigg. Todini Carlo, Cariani Filippo e<br />
Sartori Filippo lontani dal paese, di Frisetti Giovanni<br />
malato, di Diofebi Valeriano per malattia di suo figlio,<br />
di Cognetti Luigi e di Macchioni Antonio per essere<br />
intenti ai lavori agricoli, l’assessore anziano Diofebi<br />
Cesare ha assunto la Presidenza, e dichiarata aperta la<br />
seduta, alla quale assiste l’infrascritto Segretario<br />
Comunale, con la più profonda commozione annunzia<br />
ai presenti che mano assassina la sera del 29 luglio<br />
volgente ha troncato la vita al nostro magnanimo Re<br />
Umberto I, Sovrano amatissimo, Capo venerato, affettuoso,<br />
dilettissimo della Grande famiglia Italiana.<br />
Questa tragica morte, che tanta sciagura ha improvvisamente<br />
cagionato alla nostra Patria ha destato un<br />
senso generale di dolore e nel contempo di raccapriccio<br />
e di orrore in tutto il mondo. Esprime per si barbaro<br />
misfatto tutto il suo cordoglio, tutta la sua indignazione<br />
per il miserabile vigliacco che volle spezzare<br />
così tragicamente la più nobile esistenza.<br />
I Consiglieri rispondono che non hanno parole per<br />
significare tutto il disgusto che ispira loro cotesto<br />
infame assassino, ed associandosi ai sentimenti del<br />
Presidente manifestano la loro piena costernazione<br />
esecrano l’assassino stesso. Dopo ciò il Presidente<br />
da lettura del telegramma del R. Prefetto, cui fu data<br />
pubblicazione, e quello della Rappresentanza Amministrativa<br />
che sono del seguente tenore: “Sindaco<br />
Mandela – con sommo dolore annuncio S.V. che ieri<br />
sera a Monza venne ucciso S.M. il Re; assassino per<br />
nome Bresci Angelo, di anni 40, da prato fu subito<br />
arrestato: voglia comunicare dolorosa notizia cotesta<br />
popolazione” Prefetto Colmayer – Prefetto Roma –.<br />
Sindaco Mandela: “Interprete sentimenti indignazione<br />
orrore intera popolazione esprime vossignoria espresso<br />
cordoglio immensa sciagura perdita nostro Amato<br />
Sovrano colpito mano assassina di figlio indegno<br />
nome Italiano. Pel Sindaco Diofebi.” – I Consiglieri<br />
approvano. Il Presidente aggiunge che al ferale annunzio<br />
fece subito issare a mezz’asta la bandiera abbrunata<br />
nella residenza municipale, e nelle scuole comunali,<br />
che vennero chiuse in segno di lutto fino a nuova<br />
disposizione, e salvo i provvedimenti del Consiglio<br />
che sarà convocato per sabato sera di agosto p. alle ore<br />
20. Dopo ciò il Presidente dichiara sospesa la seduta.<br />
Letto, confermato e sottoscritto.<br />
Il Consigliere Anziano Il Presidente Il Segretario Comunale<br />
A. ATTILI C. DIOFEBI A. PASSACANTILLI<br />
COMUNE DI MANDELA<br />
DAL LIBRO DELLE DELIBERAZIONI ORIGINALI DEL CONSIGLIO DAL 02.07.1900 AL 14.11.1901<br />
Presso Archivio Comunale
26 Sambuci<br />
IL FIORE DI LOTO<br />
di Aurora Fratini<br />
Un fiore per riflettere, un fiore per guarire. Impegno, Poesia, Simbolo a Sambuci<br />
Da diversi anni il laboratorio letterario “Antelitteram”<br />
dell’Associazione Culturale Terzo Millennio di<br />
Sambuci ha inaugurato una nuova forma di drammatizzazione<br />
per rinnovare la memoria di chi non è più,<br />
dal titolo “Il Fiore di Loto”.<br />
<strong>La</strong> rassegna poetica rappresentata, che si avvale di<br />
intermezzi musicali coreografati, verrà tenuta a<br />
<strong>Castel</strong>lo Theodoli (Sala delle Prospettive) domenica 13<br />
novembre alle ore 17,00 e verrà riproposta al teatro<br />
comunale di Arsoli il 19 novembre.<br />
L’iniziativa nasce allo scopo di onorare la memoria dell’assenza<br />
in maniera del tutto inedita, e offre un percorso<br />
poetico inerente ai temi di amore, morte e vita. Non a<br />
caso viene rappresentata sempre nel mese di novembre,<br />
tradizionalmente dedicato al culto dei morti e dei santi.<br />
“Il fiore di Loto” rappresenta un grande fiore simbolico<br />
che ci introduce nel misterioso mondo della<br />
riflessione sul delicato tema della vita, un fiore che<br />
fa crescere in noi la speranza che il male, intimo o<br />
fisico, venga debellato, un fiore che ci accosta alla<br />
poesia che è in noi, e a quella colta, fatta di versi,<br />
strutture metriche, immagini, parole, pensieri.<br />
Un fiore che si regge su uno stelo apparentemente<br />
fragile ma fortissimo: la poesia.<br />
Ricordiamo che è anche un fiore che ricopre un importante<br />
valore sociale.<br />
Si chiede infatti agli spettatori, se lo vogliono, di lasciare<br />
un’offerta durante lo spettacolo perché la somma raccolta<br />
(contata in presenza di un ufficiale del Comune)<br />
viene devoluta alla Ricerca Scientifica, e precisamente<br />
alla Associazione Italiana per la Mucopolisaccaridosi<br />
e Malattie affini (Onlus), rara e particolare patologia di<br />
cui è affetta una concittadina del paese.<br />
Immagini tratte dalla rappresentazione “Il fiore di Loto” dello<br />
scorso anno e il manifesto di quest’anno<br />
UN GIORNO A CORTE<br />
di Aurora Fratini<br />
Rievocazione storica al castello Theodoli di Sambuci<br />
Già da molti anni, è tradizione consolidata a Sambuci<br />
che, in concomitanza della Sagra della polenta, organizzata<br />
dalla Proloco, l’Associazione Culturale Terzo<br />
Millennio collabori con i soci della Proloco per rendere<br />
l’iniziativa ancora più attraente e suggestiva.<br />
Se da un lato la Proloco con la sua famosa polenta, ci<br />
ripropone non solo un piatto tradizionale e gustoso,<br />
ma anche uno scorcio della vita contadina di una<br />
volta, dall’altra l’A.C. Terzo Millennio rappresenta<br />
quella che un tempo era l’interfaccia sociale speculare<br />
di quella cultura e della condizione umile e servile<br />
del popolo, ovvero il mondo splendido e incantato<br />
della nobiltà.<br />
Con i suoi figuranti, e allestendo le stanze restaurate di<br />
<strong>Castel</strong>lo Theodoli con mobilio originale d’epoca,<br />
l’A.C. Terzo Millennio propone infatti gli sfarzi dell’aristocrazia,<br />
chiusa nel suo mondo rarefatto, distaccato,<br />
luccicante.<br />
<strong>La</strong> rievocazione storica si rifà alla seconda metà<br />
dell’Ottocento, periodo in cui il castello di Sambuci<br />
ha goduto di uno dei suoi momenti di massimo<br />
splendore.<br />
Il turista che viene a Sambuci per degustare la sua<br />
famosa polenta, cucinata dai soci della Proloco<br />
secondo la ricetta genuina tramandata dalla tradizione,<br />
può godere anche di una visita al <strong>Castel</strong>lo dove,<br />
in maniera del tutto inusuale, potrà immergersi nell’atmosfera<br />
di un vissuto particolarmente suggestivo,<br />
ricevere informazioni sulla storia e sul patrimonio<br />
artistico custodito nel castello e, magari, invitare le<br />
dame ad un giro di valzer.<br />
I costumi vengono realizzati con fedeltà su immagini e<br />
dipinti d’epoca forniti dalla Direzione Artistica<br />
dell’Associazione a sartorie specializzate, gli accessori e i<br />
complementi d’arredo sono pezzi d’antiquariato o parte di<br />
patrimonio privato gentilmente concesso per l’occasione.<br />
Per gli arredi si ringrazia il prezioso contributo offerto<br />
dall’Archivio Storico Artistico Centrale di POSTE<br />
ITALIANE e il Mobilificio Antiquario di Tivoli<br />
“Interno 6”, che hanno gentilmente messo a disposizione<br />
il loro autentico mobilio d’epoca ed opere<br />
d’arte di valore.<br />
Il castello resterà aperto dalle ore 10,00 alle ore 22,00<br />
di domenica 30 ottobre.
Tivoli<br />
27<br />
TIVOLI TRA POESIA E RECITAZIONE<br />
di Veronica Moro<br />
Per questo mese vi illustrerò delle interessanti<br />
iniziative che riguardano il Comune di Tivoli: si<br />
tratta di due importanti occasioni attraverso le<br />
quali valorizzare ed enfatizzare l’importanza della<br />
comunicazione.<br />
Infatti, vi parlerò di due idee che riguardano rispettivamente<br />
la recitazione e la poesia, due modi<br />
senz’altro molto diversi di esprimersi (soprattutto<br />
perché il primo coinvolge un gruppo che interagisce<br />
e si confronta, mentre il secondo è di stampo<br />
individuale) ma entrambe di alto valore umano e<br />
culturale.<br />
<strong>La</strong> prima iniziativa – dal nome “Storie Comuni” –<br />
è stata ideata dall’Associazione Storiando ed è stata<br />
promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali<br />
della provincia di Roma: lo scopo è quello di coinvolgere<br />
i ragazzi delle scuole medie e i relativi insegnanti<br />
di ben otto comuni della provincia, nella produzione<br />
di alcuni cortometraggi che saranno poi<br />
valutati e messi a confronto.<br />
Tivoli è stata la prima tappa (il 7 ottobre) del giro<br />
che sta compiendo questa associazione per incontrare<br />
i ragazzi e spiegare loro come può essere realizzato<br />
un cortometraggio.<br />
Durante questo<br />
incontro è stato<br />
proiettato un<br />
filmato molto<br />
breve dal quale<br />
i ragazzi e gli<br />
insegnanti,<br />
divisi in due<br />
gruppi distinti,<br />
dovranno<br />
prendere<br />
spunto per<br />
costruire la<br />
loro storia.<br />
I partecipanti<br />
avranno 30<br />
giorni di tempo<br />
per concludere<br />
i lavori che<br />
dovranno contenere<br />
degli<br />
elementi volti<br />
a valorizzare le<br />
risorse<br />
artistiche e/o naturali della zona, senza superare la<br />
durata di 5 minuti. Successivamente i corti saranno<br />
visionati e valutati da una commissione composta da<br />
personaggi del campo dello spettacolo che proclameranno<br />
un vincitore tale premiazione, secondo i tempi<br />
prestabiliti, dovrebbe avere luogo il 19 dicembre.<br />
Oltre a Tivoli gli altri Comuni coinvolti saranno i<br />
seguenti: Valmontone, Palestrina, Allumiere, Fiano,<br />
Monterotondo e Fiumicino.<br />
Per quanto riguarda la seconda iniziativa, si tratta<br />
della prima edizione del Premio Nazionale di<br />
Poesia “S. Vincenzo-Tivoli”, a cura dell’Associazione<br />
Culturale “S. Vincenzo in S. Andrea”, con<br />
il patrocinio del Comune di Tivoli.<br />
Per tutti coloro i quali fossero interessati a partecipare<br />
spiego, nelle seguenti righe, i caratteri del concorso<br />
e le norme alle quali bisogna attenersi per<br />
iscriversi: il concorso è suddiviso in due sezioni A e<br />
B, la prima è per poesie inedite (mai pubblicate) e la<br />
seconda per poesie già edite, ma mai premiate dal 1°<br />
al 3° posto. Si può partecipare con una o due poesie<br />
della lunghezza massima complessiva di 80 rime, in<br />
lingua italiana e a schema libero o in rima, per la<br />
sezione A e B<br />
o entrambe.<br />
Per iscriversi<br />
(o avere, senza<br />
impegno, il<br />
bando per esteso<br />
e la scheda di<br />
adesione) è<br />
sufficiente inviare,<br />
entro il<br />
15/11/2005,<br />
una e-mail<br />
al seguente<br />
indirizzo<br />
sanvincenzo@yahoo.it<br />
o telefonare<br />
al seguente<br />
numero<br />
0774/334324.<br />
<strong>La</strong> premiazione<br />
avverrà<br />
il 21/01/2006<br />
alle ore<br />
18,30 presso<br />
la chiesa di<br />
Sant’Andrea.
Salute<br />
29<br />
VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE<br />
di Matilde Loffredo<br />
Via alla campagna vaccinale — chi si deve vaccinare<br />
A partire dalla metà di ottobre<br />
inizia la campagna per la vaccinazione<br />
antinfluenzale. Anche<br />
quest’anno la ASL RMG offrirà<br />
la vaccinazione gratuitamente<br />
alle persone dai 65 anni in su e<br />
nei soggetti di qualunque età<br />
affetti da malattia cronica o<br />
situazioni patologiche che possono<br />
aumentare il rischio di<br />
complicanze.<br />
Chi vuole vaccinarsi deve rivolgersi<br />
al proprio medico curante<br />
o con la ricetta medica ai servizi<br />
vaccinali del territorio: Servizi<br />
Igiene Pubblica e Distretti.<br />
I tre ceppi dell’influenza 2005/06<br />
sono i due virus del gruppo A,<br />
California e Nuova Caledonia,<br />
più lo Shangai del ceppo B; il<br />
vaccino dovrebbe immunizzare<br />
in modo completo.<br />
Quest’anno l’immunizzazione<br />
ha acquistato un valore diverso<br />
in vista di un’eventuale influenza<br />
aviaria, pertanto è indispensabile<br />
la copertura per la vaccinazione<br />
antinfluenzale, che in<br />
caso di comparsa dell’influenza<br />
aviaria potrebbe facilitare i<br />
medici a fare diagnosi senza<br />
altri agenti virali in grado di<br />
confondere.<br />
Si ritiene opportuno incrementare<br />
l’offerta attiva del vaccino<br />
non solo agli anziani ma anche<br />
ai lavoratori degli allevamenti<br />
avicoli, ai macellatori e ai trasportatori<br />
di animali vivi, alle<br />
categorie utili, insegnanti,<br />
forze dell’ordine, protezione<br />
civile e tutti coloro che hanno<br />
contatti con il pubblico.<br />
Il periodo ottimale per l’avvio<br />
della campagna di vaccinazione<br />
antinfluenzale, data la nostra<br />
situazione climatica e l’andamento<br />
temporale mostrato dalle<br />
epidemie influenzali in Italia, è<br />
quello autunnale a partire dalla<br />
metà di <strong>Ottobre</strong> fino alla fine<br />
di novembre.<br />
<strong>La</strong> vaccinazione rimane comunque<br />
un efficace mezzo protettivo<br />
anche se effettuata in<br />
periodi successivi a quello ottimale,<br />
soprattutto laddove situazioni<br />
particolari la rendessero<br />
opportuna per alcuni soggetti<br />
(viaggi internazionali, comparsa<br />
di focolai di infezione aviaria<br />
in allevamenti).
30 Tradizioni popolari<br />
IL MATRIMONIO<br />
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini<br />
Dalla tesi sulle "Tradizioni Popolari a <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>” di Vittorio Todini<br />
(parte terza)<br />
Ma Lei, che, quando sogna, sogna (come Jiulia<br />
Roberts nel film “Pretty woman”) un imprenditore<br />
azzurro, cioè miliardario, anzi milionario trattandosi<br />
ormai di euro, chi potrà mai sposare, quale<br />
sarà il suo possibile marito<br />
Vittorio ci offre “una sequenza di vivaci strofette”<br />
con protagonisti i mariti “reali”, veri, in carne e<br />
ossa, un po’ lontani dalle levigate fattezze di un<br />
Richard Gere.<br />
Un muratore, n’ zappatera, un falegname, ‘n cazularu:<br />
eccoli i principi azzurri!<br />
E le strofette possono essere leggere, quasi poetiche:<br />
il muratore ti fa la casa bella con una finestrella<br />
dalla quale ti affacci tutti i giorni; o grevi:<br />
lo zappaterra “te fa magnà le toppe” e la sera ti<br />
manda a dormire con le botte; e il falegname “te j<br />
fa magnà i ricci”. Per finire con il calzolaio che te<br />
li mette “i scrocchietti” sotto agli stivaletti, per<br />
andarci a ballare ogni sera:<br />
Se te piji ‘n muratore, / te ‘lla fa la casa bella, /<br />
te cce fa la fenestrella: / tutte le dì te cce va affattà.<br />
Se te pij ‘n zappatera, / te ‘lle fa magnà le toppe<br />
/<br />
e la sera co ‘lle botte / te cce manna a colecà.<br />
Trattamenti speciali erano riservati alla coppia di<br />
vedovi. Scrive infatti Vittorio. Fino ad una ventina<br />
d’anni fa, quando gli sposi erano ambedue vedovi,<br />
erano costretti a subire le famose chiassate. Ad evitarle,<br />
i preparativi del matrimonio erano tenuti<br />
segreti; ma la cosa, o per imprudenza o per determinata<br />
volontà di qualcuno, trapelava sempre. Ne<br />
venivano informati i ragazzi del paese, i quali si<br />
precipitavano ad imparare le filastrocche da qualche<br />
improvvisatore. All’uscita dal municipio i spusitti<br />
si trovavano di fronte ad una frotta scomposta<br />
di ragazzi e giovanetti, armati di corni, bidoni e<br />
campanacci, che attaccavano un concerto indiavolato,<br />
accompagnando i malcapitati, i quali la maggior<br />
parte delle volte non trovavano di meglio che<br />
darsela a gambe e andarsi a rinchiudere dentro<br />
casa. Ma il baccano proseguiva: un suono di corno,<br />
declamazione in coro della strofetta e giù un rumore<br />
assordante e prolungato. Per ore e ore infuriava<br />
la serenata diabolica, fino a che la stanchezza non<br />
avesse consigliato di abbandonare l’assedio. Anche<br />
questa usanza ha un suo profondo significato: il<br />
matrimonio è una prerogativa, un privilegio, un<br />
atto proprio della gioventù; vedere degli anziani<br />
usurpare ciò che appartiene ai giovani suscita in<br />
costoro un moto di ribellione e di risentimento.<br />
Se te pij ‘n falegname, / te j fa magnà i ricci /<br />
e non tè quatrini spicci / e nemminu da spiccià.<br />
Se te pij ‘n cazularu, / te j fa i stuvaletti, /<br />
te cce mette i scrocchietti / e ‘nne dì po j a ballà.
Tradizioni popolari<br />
31<br />
Queste sono le poche filastrocche per i vedovi che ancora si ricordano:<br />
Se jetta ju bannu e ju contabbannu:<br />
Pitrucciu Fui ha fattu ‘n dannu:<br />
s’ha vinnuta la Pretara<br />
pe’ piàrese ‘na somara;<br />
la somara è signorina<br />
e se chiama sora Nina.<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Micchilina (d)e Zinnelletta<br />
ha fattu ‘n dannu;<br />
s’ha repjiatu Minicucciu:<br />
doppu ch’è bruttu, è puru zuzzu.<br />
E nujari malannacci<br />
sonemo corni e bidunacci<br />
(sonemo corni e campanacci).<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Minicucciu de Micchele Testa<br />
ha fattu ‘n dannu;<br />
pe’ remontà ‘n carozza<br />
s’ha vinnuta la casa a Nanna la zozza.<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Franciscu della Madonna ha fattu ‘n dannu;<br />
s’ha repijata Caporoscetta<br />
pe’ sfasciaje la cosetta;<br />
se Caporoscetta ‘n ze ‘lla pijea,<br />
la cosetta ‘n ce ‘lla sfascea.<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Checco ju muratore ha fattu ‘n dannu;<br />
s’era persa ‘na cavalla pe ‘lle prata,<br />
è itu issu e se ll’ha rezelata.<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Santu ‘e Cagnittu ha fattu ‘n dannu;<br />
s’ha repijata Sgommarella<br />
pe’ sfasciaje la pignatella.<br />
Se jetta ju bannu e ju contrabbannu:<br />
Franciscu ju barberu ha fattu ‘n dannu;<br />
s’ha repijata la Romanella<br />
pe’ fàrela deventà più bella.<br />
Fin qui Vittorio. Forse per i più giovani è utile<br />
qualche commento all’espressione “se jetta ju<br />
bannu”. Dovete dunque sapere (immaginatevi un<br />
camino, del fuoco, un’ampia cucina, un nonno e<br />
dei nipoti che silenziosi ascoltano) che un tempo<br />
non c’era l’avviso scritto su eleganti locandine,<br />
la posta e-mail, il telefono in casa; e, perciò, una<br />
figura importante era quella de ju banneru, che<br />
girava per il paese con una trombetta e gettava il<br />
bando, dopo aver richiamato – con la trombetta<br />
appunto – l’attenzione dei paesani. Tramite banneru<br />
si poteva apprendere che: è arivato ‘n<br />
camio pieno de scarciofoli; chi li volesse può<br />
andare a che Giggisassi; i prezzi sono bassi;<br />
oppure: è stata smarita ‘na catenella d’oro; chi<br />
l’avesse ritrovata, la riporta; avrà ‘na bona<br />
mancia.<br />
Già: erano proprio tempi di aurea ingenuità…
32 Cultura<br />
L’ANGELO, IL CASTELLO,<br />
IL DRAGO<br />
di Ivano Moreschini<br />
In occasione della festività del<br />
patrono di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, il<br />
Comune ha proposto una conferenza<br />
su San Michele dal titolo<br />
“L’Angelo, il <strong>Castel</strong>lo ed il<br />
Drago-il culto di San Michele<br />
Arcangelo”.<br />
<strong>La</strong> conferenza si è tenuta<br />
nella sala baronale del <strong>Castel</strong>lo<br />
Orsini, venerdì 23 settembre<br />
scorso, alla presenza del Sindaco<br />
Alfredo Scardala, e del Parroco<br />
Don Marco Ilari.<br />
Ha svolto le funzioni di coordinatore<br />
il professor Amedeo<br />
Ciotti, mentre le relazioni sono<br />
state proposte dal professor<br />
Francesco Ferruti, archeologo,<br />
membro della Società Tiburtino<br />
di Storia ed arte, dalla dottoressa<br />
Sabrina Zizzi, storica dell’arte,<br />
anche membra della società<br />
Tiburtino, e dalla responsabile<br />
dell’Archivio Storico di <strong>Castel</strong><br />
<strong>Madama</strong>, dottoressa Flavia De<br />
Bellis.<br />
Il professor Ferruti ha proposto<br />
alcune note storiche sul<br />
culto di San Michele Arcangelo,<br />
e da tale ricca relazione riportiamo<br />
qualche spunto. L’arcangelo<br />
patrono di <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> rappresenta<br />
un culto che viene<br />
dalla chiesa d’Oriente: infatti il<br />
santuario principale si trova nel<br />
Gargano, in Puglia. San Michele,<br />
con le sue attitudini guerriere,<br />
l’angelo che scaccia il demonio<br />
dal Paradiso, ha forse dei<br />
legami con il culto di Mitra, in<br />
Oriente, o anche con i tanti dei<br />
della guerra romani. <strong>La</strong> diffusione<br />
del culto è avvenuta nel<br />
corso del medioevo, forse anche<br />
per merito dei Longobardi, che<br />
sconfissero i Bizantini in una<br />
battaglia tenutasi vicino al Gargano,<br />
in un 8 maggio nel corso<br />
del 600 dopo Cristo. Forse proprio<br />
da qui deriva la data della<br />
celebrazione primaverile.<br />
Il Santuario del Gargano è<br />
anche una delle estremità di una<br />
via di pellegrinaggio del culto<br />
di San Michele, essendo l’altra<br />
la cittadina francese di Le Mont<br />
Saint Michel, in Normandia:<br />
una tappa intermedia si trova in<br />
Piemonte.<br />
Per quello che riguarda la<br />
nostra zona, forse anche prima<br />
dei Longobardi era iniziato il<br />
culto di San Michele: a Roma ci<br />
sono molti piccoli e grandi luoghi<br />
di culto in proposito.<br />
Il più famoso, anche se non<br />
sempre viene ricondotto al<br />
Santo, è <strong>Castel</strong> Sant’Angelo,<br />
che da mausoleo<br />
romano fu trasformato<br />
in epoca cristiana,<br />
ed ospita<br />
la famosa statua<br />
sulla sommità.<br />
Infatti, la particolarità<br />
del culto<br />
dell’arcangelo era<br />
anche quella di essere<br />
legato a luoghi<br />
di montagna, o<br />
comunque a punti<br />
più alti in una<br />
determinata zona:<br />
forse anche perché<br />
San Michele era<br />
particolarmente<br />
venerato da eremiti,<br />
per la sua qualità<br />
di angelo vincitore<br />
del demonio,<br />
e quindi delle tentazioni.<br />
S. Michele, pittura di Raffaello<br />
E gli eremiti di solito scioglievano<br />
luoghi impervi ed alti, per<br />
stare più vicini a Dio.<br />
Anche l’insediamento nell’attuale<br />
<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> è legato<br />
al culto di San Michele<br />
secondo Ferruti, come testimonia<br />
anche l’antico nome, Castrum<br />
Sancti Angeli, che significa<br />
il <strong>Castel</strong>lo del Santo Angelo.<br />
Peraltro non erano gli unici<br />
luoghi dedicati all’Arcangelo<br />
nella zona, come dimostra<br />
ancora oggi Sant’Angelo Romano,<br />
anch’esso posto su un’altura<br />
che domina la zona.<br />
Ad avviso di Ferruti fu proprio<br />
un Vescovo di Tivoli, intorno<br />
al 900 dopo Cristo, a fondare<br />
questo luogo di culto nel punto<br />
più alto della Valle Empolitana,<br />
mentre era ancora fiorente l’in-
Cultura<br />
33<br />
sediamento di Castrum Apollonii,<br />
del quale ci sono ancora i<br />
resti vicino all’Empolitana stessa.<br />
Ferruti quindi pensa che per<br />
parecchi anni i due insediamenti<br />
hanno coesistito, con una<br />
tendenza a svuotarsi di quello<br />
sull’Empolitana, ed una ad ampliarsi<br />
del nuovo, cresciuto<br />
intorno al culto del Santo.<br />
Del resto, in quel momento vi<br />
era un fenomeno di realizzazione<br />
di accastellamenti in tutta la<br />
zona, per difendersi meglio<br />
dalle razzie: un periodo di maggiore<br />
paura e decadenza economica,<br />
che portava ad arroccarsi.<br />
Molto ricca di informazioni<br />
anche la lettura di alcuni dipinti<br />
su San Michele proposta dalla<br />
dottoressa Zizzi: ne riportiamo<br />
qualcuno nelle immagini.<br />
<strong>La</strong> dottoressa si è soffermata<br />
in particolare su un dipinto di<br />
Guido Reni, pittore che ha vissuto<br />
nel periodo 1575-1642,<br />
conservato nella Chiesa di<br />
Santa Maria Immacolata della<br />
San Michele, pittura del Reni<br />
<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>: Chiesa di S. Lorenzo, pittura di Pietro <strong>La</strong>bruzzi<br />
Concezione, anche detta dei<br />
Cappuccini, in Via S.Vito nel<br />
rione Esquilino a Roma. Tale<br />
dipinto ha ispirato la copia conservata<br />
dietro l’altare maggiore<br />
nella Chiesa di San Michele di<br />
<strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong>, opera di M.<br />
Hardtmuth, pittore austriaco<br />
dell’ottocento.<br />
Accenni sono stati fatti anche<br />
ad un quadro su San Michele di<br />
Pietro <strong>La</strong>bruzzi, pittore romano<br />
operante a Roma dal 1776,<br />
oggetto di recente di una riscoperta<br />
negli studi di Storia dell’Arte.<br />
<strong>La</strong> tela, che ha urgente<br />
bisogno di restauro, era posta<br />
inizialmente sopra l’altare maggiore<br />
della Chiesa di San<br />
Michele, poi in un magazzino<br />
vicino al <strong>Castel</strong>lo ed ora è posta<br />
nella Chiesa di S.Lorenzo.<br />
Dell’intervento di Flavia De<br />
Bellis daremo conto nel prossimo<br />
numero.<br />
Dopo la conferenza, era prevista<br />
la presentazione di alcune<br />
opere restaurate da Lucrezia<br />
Corboz, presso la sede della<br />
Confraternita Maria Santissima<br />
del Suffragio.<br />
Il Sindaco ha infine annunciato<br />
l’intenzione di pubblicare gli<br />
atti del convegno.
34 <strong>Castel</strong>li<br />
IL CASTELLO ORSINI - CESI<br />
di Carla Santolamazza e Ivano Moreschini<br />
San Polo, paese della Valle dell’Aniene posizionato all’interno del Parco Regionale<br />
dei Monti Lucretili, tappa del nostro viaggio alla ricerca di castelli<br />
caratteristici da segnalare alla curiosità dei lettori<br />
Il castello, fondato nel secolo X, è appartenuto<br />
dapprima ai Templari dell’Ordine di Malta e successivamente,<br />
nel secolo XI, al monastero romano<br />
di San Paolo fuori le Mura. Nella metà del<br />
secolo XIV prima fu concesso in locazione e poi<br />
definitivamente venduto agli Orsini insieme a<br />
Turrita, Marcellina e Santa Maria in Monte<br />
Dominico (1429). Oggi il castello è costituito da<br />
un grosso corpo rettangolare con mastio centrale<br />
e quattro torri semicilindriche addossate agli<br />
angoli dell’edificio. Il basamento è costituito da<br />
un’ampia scarpata, il perimetro superiore, quasi<br />
completamente ristrutturato, consiste in una serie<br />
di mensole di marmo che sorreggono il camminamento<br />
di guardia. I rifacimenti e la trasformazione<br />
della Rocca medioevale in dimora signorile<br />
risalgono alla metà del quattrocento, ad opera<br />
degli Orsini. L’antica struttura fu completamente<br />
cancellata, tranne la torre mantenuta con la funzione<br />
di mastio. Le fortificazioni realizzate diedero<br />
al castello l’aspetto che conserva ancora oggi.<br />
Nel 1558 gli Orsini vendettero San Polo e tutti i<br />
beni annessi al cardinale Donato Cesi che a sua<br />
volta lo cedette al cardinale Federico Cesi che<br />
governò fino al 1565.<br />
Il castello Orsini di S. Polo<br />
Fu con Federico Cesi che avvenne la seconda<br />
sistemazione del castello e furono realizzate le<br />
decorazioni pittoriche degli ambienti. Nel 1678 la<br />
famiglia Cesi vendette San Polo ai Borghese che<br />
lasciarono il castello e tutti i possedimenti in affitto<br />
fino all’ottocento e fu in questo periodo che una<br />
parte del castello fu adibita a granaio, cosicché<br />
l’incuria e l’abbandono ne determinarono il decadimento.<br />
Nel 1944, dopo che i Borghese rientrarono<br />
in possesso del castello, lo stesso fu venduto<br />
all’asta giudiziaria del Tribunale di Roma e acquistato<br />
prima dall’avvocato Chiappino, poi nel<br />
1955 dall’architetto Brasini. Fu il Brasini a curare<br />
gli interventi di restauro su tutto l’edificio e sugli<br />
affreschi molto rovinati delle varie stanze. Gli<br />
affreschi, che ornano il salone detto dei Cardinali<br />
e le stanze del primo piano, risalgono alla seconda<br />
metà del XVI secolo e sono stati attribuiti alla<br />
scuola di Federico e Taddeo Zuccari. Eseguiti<br />
durante il dominio dei Cesi a San Polo raffigurano<br />
vedute paesistiche, difficili da interpretare per<br />
l’avanzato stato di deperimento dei dipinti, è evidente<br />
però lo stile manierista della scuola romana<br />
dei fratelli Zuccari. Presenti anche grottesche,<br />
soggetti mitologici, stemmi dei Cesi e soprattutto<br />
nelle stanze, dove prevale l’elemento<br />
decorativo, mascheroni,<br />
elementi floreali, cherubini.<br />
Nel primo salone detto dei<br />
Vescovi, nel secondo salone e<br />
nelle stanze del secondo piano<br />
gli affreschi, eseguiti sempre<br />
dai fratelli Zuccari, presentano<br />
paesaggi con chiari riferimenti<br />
a monumenti di Tivoli e Roma,<br />
stemmi araldici dei vescovi<br />
della famiglia Cesi, grottesche e<br />
rappresentazioni di divinità<br />
(Mercurio, Venere, Diana).<br />
Le decorazioni mostrano evidenti<br />
analogie compositive e<br />
stilistiche con quelle della Villa<br />
d’Este a Tivoli. È probabile che<br />
gli affreschi siano stati eseguiti
<strong>Castel</strong>li<br />
35<br />
Celestino III Orsini<br />
Niccolò III Orsini<br />
dalle stesse maestranze. In una delle stanze del<br />
secondo piano da evidenziare la rappresentazione<br />
di paesaggi in prospettiva con una complessa intelaiatura<br />
prospettica che comprende una serie di<br />
arcate con profonda strombatura e divise da<br />
colonne con capitelli corinzi poggiate su alte basi,<br />
sullo sfondo paesaggi urbani e rupestri. Sopra alle<br />
finte colonne un architrave, con mensole in prospettiva,<br />
sorregge una balaustra con grottesche e<br />
riquadri con figure mitologiche. Questa complessa<br />
decorazione, che presenta un’organizzazione<br />
illusionistica della parete ed elementi architettonici<br />
dipinti, immagini di dimensioni maggiori<br />
rispetto a quelle delle altre sale, un tema iconografico<br />
più elaborato: divinità pagane con riferimento<br />
a virtù morali, è probabile che sia opera di<br />
una personalità artistica più elevata e non di un<br />
semplice decoratore.<br />
GLI ORSINI (parte prima)<br />
<strong>La</strong> famiglia degli Orsini merita una presentazione ampia: sia perché è una delle famiglie più importanti di<br />
Roma e del <strong>La</strong>zio; sia perchè il <strong>Castel</strong>lo che dà il nome al nostro paese porta ancora la loro denominazione.<br />
Gli Orsini sono un antica famiglia romana, le cui origini risalgono al X secolo, quando esisteva in Roma un<br />
casato di rango nel quale ricorreva il nome di Orso, ma che nell’XI secolo si identifica con i Boboni. Questi<br />
ultimi emergono nel XII secolo, quando un loro membro, Giacinto Bobone, diventa papa nel 1191 con il<br />
nome di Celestino III (1106-1198). Era un semplice diacono, ma fu ordinato sacerdote prima di essere consacrato<br />
pontefice. Celestino III condusse con tranquillità il pontificato, al di fuori delle fazioni che ora nella<br />
città si infiammavano non contro il papa, ma per la conquista dei seggi nel Senato. Nel 1195 fu bandita la IV<br />
crociata, e Celestino la benedisse con una serie di proclami; morì tre anni dopo. Suo nipote Orso di Bobone<br />
va considerato il vero capostipite degli Orsini, che usano appunto il cognome “de filiis Ursi”; ottengono possedimenti<br />
nel <strong>La</strong>zio e a Roma, legando da allora le sorti del casato a quelle della Curia romana, unica fonte<br />
della ricchezza e potenza familiare. Proprio per questo gli Orsini diventano subito guelfi in contrapposizione<br />
ai Colonna, capi della parte ghibellina, dando vita a scontri e battaglie per vari secoli.<br />
Nel XIII secolo gli Orsini compiono il vero salto di qualità con Matteo Rosso (morto nel 1246) che fu senatore<br />
di Roma e in tale veste combatté i Colonna e s’impadronì del Mausoleo d’Augusto, divenuto roccaforte<br />
orsina. Ma è fondamentale l’ascesa al soglio pontificio di suo figlio Giovanni Gaetano (1210 circa-1280),<br />
nel 1277 con il nome di Niccolò III.<br />
Egli avocò a sé l’ufficio di senatore di Roma, stabilendone la delega<br />
annuale a uno o due senatori laici, e accrebbe le fortune della famiglia;<br />
favorì in modo aperto i parenti, ricolmandoli di cariche ed onori. È un<br />
fatto che da vero romano, egli amava la magnificenza ed il lusso e non<br />
esitò a procurarseli anche a spese della Chiesa e del mondo cristiano, tanto<br />
da meritarsi un posto tra i simoniaci nell’Inferno dantesco, ove il poeta gli<br />
fa dire (canto XIX, versi 70-72): “e veramente fui figliuol dell’orsa, /<br />
cupido sì per avanzar gli orsatti, / che su l’avere, e qui me misi in borsa”.<br />
Dal commento di Natalino Sapegno alla Divina Commedia, rispetto all’espressione<br />
“figliuol dell’orsa” veniamo a sapere che gli Orsini si trovano<br />
spesso indicati nei documenti del duecento come “de filiis Ursae”; e<br />
l’orsa era proverbialmente ritenuta animale ingordo e amantissimo della<br />
prole.<br />
Da questo smoderato amore di Niccolò III per il lusso trasse giovamento<br />
peraltro Roma stessa: spendendo cifre enormi di denaro, egli procedette<br />
ad un rinnovamento della basilica di S. Pietro, facendovi collocare i ritratti<br />
dei papi fino alla sua epoca. Curò inoltre l’ampliamento del Palazzo del<br />
Vaticano, iniziando la costruzione dei famosi giardini. Fu lui in pratica<br />
l’autentico fondatore della residenza vaticana.
Sport<br />
37<br />
PARTENZA SUPER<br />
di Gianluca Simonelli<br />
Ottimo inizio di campionato per<br />
il <strong>Castel</strong> <strong>Madama</strong> di mister<br />
Biondi, che dopo tre giornate si<br />
trova al comando a punteggio<br />
pieno del campionato di promozione<br />
Girone C.<br />
Nella prima giornata (2-10) la<br />
squadra rossoblu si è imposta<br />
con scioltezza per 4-1 sul Casilina<br />
con i gol di Stragapede,<br />
Ippoliti, Consorti e Luttazzi A.,<br />
la Domenica successiva (9-10)<br />
è arrivata la vittoria in trasferta<br />
1-0 sul Tor Sapienza, con un gol<br />
di Ippoliti, con la squadra rimasta<br />
in dieci dal 40° del primo<br />
tempo.<br />
Domenica 16-10 il <strong>Castel</strong><br />
<strong>Madama</strong> si è aggiudicato il big<br />
match contro il Roviano, una<br />
delle favorite, con un secco 2-0<br />
che porta la firma di Stragapede<br />
e Luttazzi A.<br />
Ai migliori calciatori riconfermati<br />
dello scorso anno, si sono<br />
aggiunte ottiene individualità, tra<br />
tutti l’ottimo portiere Palladino,<br />
l’attaccante Ippoliti e due graditi<br />
ritorni il sempre verde Cerini e il<br />
fantasioso Luttazzi Andrea.<br />
Senza dimenticare gli ottimi<br />
giovani che fanno parte della<br />
rosa come Saturni e Giuliani.<br />
Anche sul fronte societario ci<br />
sono delle novità, al presidente<br />
Mancini si è affiancato il signor<br />
Iannini, una persona seria con<br />
un entusiasmo contagioso, benvenuto.<br />
Per concludere vorrei fare un<br />
grosso in bocca al lupo ai<br />
ragazzi della F.C. Pro <strong>Castel</strong><br />
<strong>Madama</strong> che partecipa al Campionato<br />
di Terza Categoria, in<br />
particolare al mister l’amico<br />
Attilio Nonni.<br />
Auguri.
38 Musica<br />
L’ORIENTE FANTASTICO DI UN RUSSO<br />
di Marco Cicogna<br />
RIMSKY-KORSAKOV<br />
“Sheherazade”<br />
“<strong>La</strong> Grande Pasqua Russa”<br />
London Philarmonic Orchestra<br />
Dir. José Serebrier<br />
CD (HDCD) Reference Recording RR-8<br />
“Sheherazade” composta nel 1888, appartiene a<br />
quel decennio che ha visto la nascita di alcuni tra<br />
i più suggestivi lavori per grande orchestra sinfonica.<br />
Autori tradizionali come Tchaikowky (e gli<br />
altri esponenti della scuola russa) si trovano<br />
accanto ai “nuovi” grandi sinfonisti come Mahler<br />
ed il giovane Strauss, un periodo creativo straordinario.<br />
Rimsky-Korsakov fu un musicista istintivo,<br />
capace di sviluppare temi facili ed accattivanti<br />
organizzati in vaste partiture che avevano la loro<br />
forza nel carattere descrittivo dei temi e nella ricchissima<br />
orchestrazione.<br />
<strong>La</strong> sua grandezza sta nella articolata tavolozza<br />
strumentale, nell’impiego virtuosistico delle risorse<br />
tecniche degli esecutori mantenendo in ogni<br />
circostanza grande bellezza sonora. Non dimentichiamo<br />
che tra i suoi allievi ci fu lo stesso<br />
Strawinsky.<br />
<strong>La</strong> suite “Sheherazade” è la sua più ampia composizione<br />
orchestrale, quattro grandi “quadri sinfoni-<br />
ci” ispirati ai<br />
racconti delle<br />
“Mille e una<br />
Notti”.<br />
Temi orientaleggianti,<br />
immagini<br />
sonore<br />
che epiche o<br />
sognanti conducono<br />
l’ascoltatore<br />
attraverso<br />
un viaggio<br />
Orlova Rimsky Korsakov<br />
fantastico sorretto<br />
dal grande<br />
fluire orchestrale.<br />
È la stessa orchestra ad essere protagonista,<br />
ricchissima in ogni sezione, comprese le percussioni,<br />
impiegate anche in frangenti delicati con<br />
raffinatezza ed eleganza (da notare in questi casi<br />
l’elevata risoluzione ai bassi livelli fornita da questa<br />
incisione).<br />
José Serebrier coglie in pieno il lato grandioso e<br />
descrittivo di questa pagina, fornendo tuttavia<br />
pieno “significato musicale” anche alle frasi<br />
apparentemente meno importanti, arricchendo di<br />
significati una composizione che talvolta può<br />
apparire superficiale e d’effetto. Si avvale evidentemente<br />
di una lunga esperienza con le più importanti<br />
orchestre americane, ma la sua è una lettura<br />
(quasi una “rilettura”) la cui attendibilità dipende<br />
anche dal fatto di essere egli stesso compositore.<br />
L’orchestra è la London Philarmonic. I tecnici<br />
della RR sono andati ad incidere nella famosa<br />
sala del Watford Colosseum, ambiente che ha<br />
consentito di realizzare una registrazione ai massimi<br />
livelli.<br />
Timbrica naturale per ogni sezione orchestrale o<br />
strumento, equilibrio realistico delle diverse<br />
masse sonore, mancanza di artificiosità anche<br />
negli interventi più ardui dei violini o delle trombe.<br />
Grande dinamica ed impatto eccezionale della<br />
grancassa (lo stesso vale per la “Pasqua Russa”),<br />
per una riproduzione che assicura il coinvolgimento<br />
anche nei momenti più esaltanti. Immagine<br />
ampia e dilatata, piani sonori articolati con ottima<br />
percezione del senso di profondità. Parte di questo<br />
CD è stata non a caso inserita nella nostra<br />
“Guida all’ascolto della grande Orchestra”.