23.01.2015 Views

L'ITALIA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI PECHINO

L'ITALIA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI PECHINO

L'ITALIA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI PECHINO

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

NO.4<br />

IL LIBRO <strong>DEL</strong> MESE 本 月 推 荐 佳 作<br />

“Vi racconto il suono della mia vita”<br />

Autobiografia di Riccardo Muti<br />

In un libro ci piace sempre cercare il suono della<br />

voce di chi lo ha scritto. In questa nuova, prima,<br />

unica forse, inattesa, sempre ricusata e negata,<br />

autobiografia di Riccardo Muti, il suono c`è.<br />

Sempre. Da inizio a fine. Ed è questo timbro che<br />

affiora, fatto di accento, velocità, pause, precisioni,<br />

dettagli, pignolerie, furie improvvise, battute<br />

infinite, memoria sconvolgente per un`enciclopedia<br />

di dettagli e di nomi, a rendere nell`insieme il libro<br />

bellissimo. Divertente da subito, per la fantasia del<br />

racconto: fa da quinta, e scorre come una dettagliata<br />

sceneggiatura sull`Italia che abbiamo attraversato,<br />

dal dopoguerra a oggi. Ma profondo e da segnare e<br />

studiare per la quantità di indicazioni sulla musica:<br />

spiegata, analizzata. Da musicista, dall`interno.<br />

Con una chiarezza di intuizioni e una profondità di<br />

riflessione che emoziona. Chi cerchi pettegolezzi,<br />

qui non ne trova. E nemmeno ripicche. Ad esempio,<br />

sulla storia centrale della sua vita, le dimissioni dalla<br />

Scala, sei anni fa, Muti tace: il capitolo «Alla Scala»<br />

sta messo ben al centro del libro (e non è un caso),<br />

ed è ricco, serio, appassionato. Ma in otto righe<br />

finali chiude la storia: «Non voglio pensarci e voglio<br />

ricordare solo il periodo meraviglioso e, come<br />

riconobbero tutti, particolarmente vivo in cui la mia<br />

vita si saldò con quella del teatro». Punto.<br />

A questo punto però, da lettori, viene da chiedersi<br />

come mai nessuno sia finora riuscito a chiedere<br />

perdono per quello strappo. In nome della persona.<br />

Della musica. Della storia della Scala. Altrove, da<br />

Vienna a Parigi a New York, lo strappo si sarebbe<br />

ricucito. Salisburgo, Firenze, persino Napoli, lo<br />

hanno fatto. Ma veniamo a qualche assaggio del<br />

libro, che è ilare e fitto di una miniera di battute.<br />

Però sa anche mordere, feroce. I morsi più affilati<br />

(e di nuovo non a caso) sono nel capitolo scaligero,<br />

e quello che più lascia il segno va ai critici.<br />

Prendiamocelo.<br />

Muti parla del Trovatore, con la famosa questione<br />

del «do» della «Pira». Oggi non farebbe scandalo<br />

(omesso), allora, nel Duemila, creò molto baccano.<br />

«Ricordo che il giorno dopo la prima del Trovatore<br />

alla Scala durante una trasmissione radiofonica<br />

fecero ascoltare una lunga serie di registrazioni della<br />

Pira, e il conduttore continuava tranquillamente a<br />

parlare del Do mentre era evidente che l`antologia<br />

comprendeva svariati Si e Si bemolli! Capita: spesso<br />

noi professionisti siamo costretti ad ascoltare le<br />

dissertazioni degli “esperti” e vi assicuro che ci<br />

vuole molta pazienza».<br />

La penna si alleggerisce sugli episodi legati<br />

all`infanzia, alla scuola in particolare. Dove esce<br />

scolpito il profilo dell`educazione severa legato al<br />

mondo della scuola. Muti ricorda tutto. Dal «lei»<br />

che veniva dato in classe («Lei è un ciuccio!, sentii<br />

gridare più di una volta») scaturisce una riflessione<br />

sul presente: «Ci davano del lei anche alla scuola<br />

media, per cui io, ancora oggi, faccio spesso fatica<br />

a dare del tu». Quando ritorna al vecchio liceo<br />

di Napoli, il Vittorio Emanuele, il classico per<br />

eccellenza in città, il portiere lo apostrofa: «Maestro,<br />

cumme state I` ve tengo ogne ghiuorno `nnanze a<br />

ll`uocchic!» e di fronte al suo stupore - perché da lì<br />

Muti mancava dal 1959 - il portiere indica la lapide<br />

all`ingresso, con l`elenco degli allievi illustri. Muti<br />

legge: «Morti tutti tranne il sottoscritto, figurando<br />

io all`ultimo numero della serie». Sempre invece su<br />

un altro episodio del periodo-Scala, quello famoso<br />

del bis concesso del «Va` pensiero», nel Nabucco<br />

del 7 dicembre 1986, prima stagione di direzione<br />

principale di Muti, è delizioso il racconto. Si parte<br />

col tono austero: Muti minutissimo ricorda tutti i<br />

dettagli di quel momento dell`opera - la richiesta<br />

di bis reiterata tre volte eccetera poi vira nel<br />

profondo: «Ridussi i miei gesti e quasi non diressi:<br />

non volevo esserci io, era Verdi, Nabucco, “Va`<br />

pensiero”, la Scala, l`orgoglio milanese, l`Italia».<br />

Poi però, come quando parla, quando dribbla la<br />

retorica col lampo del cinismo napoletano, stempera:<br />

«La mattina dopo i giornali discutevano l`evento<br />

e Craxi, mi pare di ricordare, si dichiarò contrario<br />

al bis». Mi pare di ricordare... Sappiamo quanto<br />

perdenti fossero le discussioni con Muti. Non su<br />

tutto. Ma sulla memoria sempre. E qui la memoria<br />

dell`autobiografia diventa anche una duplice<br />

occasione. Da un lato per far riaffiorare tutta una<br />

storia privata: le auto di famiglia, ad esempio, dal<br />

calesse alla Giardinetta per i viaggi a Napoli, in otto<br />

con l`autista, lui nel portabagagli sulla panchetta<br />

di legno. O sua, degli esordi nella scoperta della<br />

musica: sullo sfondo di una Molfetta tra seminari<br />

e contrabbassi a tre corde, indimenticabili. Ma<br />

dall`altro la memoria è anche il gesto per chiamare<br />

in un giardino fresco di eletti gli amici di una vita.<br />

Musicisti, stanno bene tutti lì insieme, da Rota a<br />

Gui (difesissimo!), da Richter a Serkin (coi calci al<br />

pedale nell`Imperatore), a Gilels con le sue note in<br />

forma di stelle. Per Kleiber, il sommo, c`è solo una<br />

foto presa in un momento di gioco: loro due nella<br />

Sala grande del Festival di Salisburgo, si firmano<br />

con i nomi scambiati. Lì Muti, che conobbe tutta la<br />

malinconia degli ultimi anni, ha preferito tacere.<br />

Ironico e divertente, non senza qualche graffio<br />

al mondo della critica, il libro è anche affresco<br />

dell`Italia del dopoguerra.<br />

Carla Moreni<br />

(per gentile concessione di IL SOLE 24 ORE )<br />

Il 12 marzo 2011, alla prima di Nabucco all’Opera di Roma, Riccardo Muti ha rifatto il bis di “Va’<br />

pensiero”, tradizione oramai consolidata dal primo famoso bis del 7 dicembre 1986, coinvolgendo stavolta<br />

tutto il pubblico.<br />

“Ho invitato [...] tutti a cantare. Non mi aspettavo che l’intero teatro si unisse, tutti sapevano il testo. Poi,<br />

come in una situazione surreale, dal podio ho visto le persone alzarsi a piccoli gruppi, per cui tutto il teatro<br />

alla fine era in piedi, fino alle ultime gradinate. Era una specie di coralità straziata e straziante, un grido che<br />

invocava il ritorno alla luce della cultura che è la colonna portante dell’Italia, sono le nostre radici”.<br />

Riccardo Muti<br />

Prima la musica, poi le parole. Autobiografia<br />

Rizzoli, 2010<br />

pp.265, Rmb-Yuan 200<br />

里 卡 多 · 穆 蒂<br />

《 音 乐 在 先 、 言 语 在 后 》<br />

自 传 ,2010 年<br />

Riccardo Muti ha vinto il Grammy Awards 2011 per il miglior album per l’esecuzione della Messa da<br />

requiem di Giuseppe Verdi, registrata con la Chicago Symphony Orchestra<br />

里 卡 多 · 穆 蒂 与 芝 加 哥 交 响 乐 团 录 制 的 威 尔 第 的 《 安 魂 曲 》 获 得 2011 年 格 莱 美 最 佳 唱 片 奖<br />

70 71

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!