L'ITALIA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI PECHINO
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Marco Bellocchio<br />
Nasce nel 1939 in una famiglia cattolica medioborghese.<br />
Con I pugni in tasca, considerato una delle<br />
migliori opere prime della storia del cinema italiano,<br />
rompe con la tradizione e insieme al Bertolucci di<br />
Prima della rivoluzione (1964), si impone come una<br />
delle nuove promesse del cinema del Bel Paese.<br />
Gli anni Sessanta rappresentano per l’Italia un<br />
periodo di profonde trasformazioni: “Dal 1968<br />
al 1970 il mondo culturale italiano conosce una<br />
svolta radicale. Episodi di violenza e di terrorismo<br />
sono all’ordine del giorno: il 12 dicembre del 1969<br />
avviene un attacco terroristico in Piazza Fontana a<br />
Milano; il 28 maggio 1974 si verifica un episodio<br />
analogo a Brescia in Piazza della Loggia; il 4 agosto<br />
1978, su un treno che percorreva la tratta Firenze-<br />
Bologna, viene fatto esplodere un ordigno. Infine, il<br />
16 marzo 1978 il fatto che desta maggiore sconcerto:<br />
l’uccisione per mano delle Brigate Rosse di Aldo<br />
Moro, Primo Ministro e presidente del partito della<br />
Democrazia Cristiana.<br />
Il miracolo economico che caratterizza gli<br />
anni Sessanta, viene in questo modo interrotto<br />
determinando tutta una serie di fenomeni (inflazione<br />
monetaria, diminuzione delle forze produttive,<br />
concorrenza estera e restrizioni sul petrolio dei<br />
Paesi arabi) che contribuiscono alla fine di un<br />
periodo di relativa prosperità. Alcuni cambiamenti<br />
nella società (inclusi il notevole aumento della<br />
percentuale di divorzi nel 1970, l’indebolimento<br />
dell’influenza esercitata dal Vaticano, il calo di<br />
fiducia della popolazione nei confronti del governo e<br />
i problemi determinati dagli scandali a cui burocrati,<br />
esercito, partiti politici e alleanze commerciali,<br />
vengono esposti) incidono direttamente sulla classe<br />
dirigente.” 1<br />
La crisi politica ed economica continua a<br />
destabilizzare l’Italia e, alla luce di questi eventi, lo<br />
stato d’animo della popolazione nei confronti del<br />
sistema politico è di profonda insoddisfazione.<br />
La rivoluzione diventa una delle più importanti<br />
interpretazioni di questa epoca.<br />
Su questo scenario emergono alcuni “coraggiosi”<br />
registi motivati ideologicamente, il cui impegno<br />
si concretizza nel tentativo di riflettere nelle<br />
loro opere le contraddizioni sociali del Paese.<br />
Bellocchio è appunto uno di questi. I disordini<br />
sociali diventeranno, per tutta la sua produzione<br />
cinematografica, le principali fonti di ispirazione:<br />
1. Italian Cinema, From Neorealism To The Present, P318.<br />
Peter Bondanella. New York: The Continuum Publishing<br />
Company, 1995.<br />
tutte le sue storie sono direttamente o indirettamente<br />
lo specchio di questo periodo storico. Con acutezza,<br />
riesce ad afferrare l’essenza dell’epoca e fa del suo<br />
primo film, I pugni in tasca, una severa allegoria<br />
politica.<br />
I pugni in tasca è la storia della famiglia disastrata<br />
e malsana di Alessandro, personaggio caratterizzato<br />
da un’indole ribelle che lo porta a nutrire un senso<br />
di avversione nei confronti dei propri parenti e<br />
dell’ordine comune delle cose: la madre è cieca; il<br />
fratello maggiore si occupa soltanto del suo lavoro<br />
e della sua vita sentimentale, ritenendo la famiglia<br />
di origine uno scomodo intralcio; Alessandro, che<br />
è il secondogenito, soffre di epilessia e elabora<br />
continuamente progetti di sterminio della famiglia;<br />
la sorella, nel suo inconscio, coltiva un desiderio<br />
sessuale incestuoso verso uno dei fratelli; il fratello<br />
minore è un ragazzino debole incapace di opporsi.<br />
L’atteggiamento di Bellocchio in questo film è<br />
radicalmente rivoluzionario. L’unica via percorribile<br />
per rompere i vecchi schemi sembra sia un’opera<br />
di minuziosa distruzione che includa addirittura il<br />
sacrificio personale: alla fine del film, Alessandro, in<br />
preda ad un attacco di follia, distrugge tutto ciò che<br />
lo circonda e causa la sua stessa morte.<br />
Sebbene l’argomento principale del film sia la<br />
rivolta sociale, non sono riscontrabili riferimenti<br />
espliciti ai fatti o alle contestazioni dell’epoca. A<br />
partire da I pugni in tasca, la famiglia, la rivoluzione<br />
e la fede religiosa diventano i tre principali temi dei<br />
film di Bellocchio, alimentando un movimento di<br />
ribellione che ha come obiettivo lo scardinamento<br />
di quella fede religiosa che subordina a sé tutti gli<br />
altri valori, e di cui la famiglia è il centro focale: per<br />
portare avanti la rivolta sociale bisogna cominciare<br />
dal sovvertimento dell’istituzione della famiglia.<br />
Come già osservato, alcuni anni dopo l’uscita<br />
nelle sale cinematografiche del film, l’Italia entra<br />
in un periodo cruciale di transizione. Gli anni<br />
Settanta sono i cosiddetti “anni di piombo”: attacchi<br />
terroristici e atti di violenza si verificano di continuo;<br />
le agitazioni sociali, le campagne e le organizzazioni<br />
di estrema sinistra sono attivissime.<br />
I film di Bellocchio vogliono sostenere la<br />
ribellione e, allo stesso tempo, ampliarne i temi:<br />
il suo secondo film La Cina è vicina, attraverso<br />
uno spaccato sulla piccola borghesia, svela la<br />
corruzione che sta dietro alle campagne elettorali<br />
dei candidati del partito socialista; Sbatti il mostro<br />
in prima pagina critica un giornale controllato dal<br />
capitalismo; Marcia trionfale fa della satira su tutte<br />
le assurdità della vita militare; Nel nome del padre,<br />
molto rappresentativo dell’epoca, critica le scadenti<br />
istituzioni educative e le ipocrisie della rivoluzione.<br />
Per prendere parte attiva alla contestazione,<br />
Bellocchio abbandona temporaneamente la sua<br />
attività di regista di film e si dedica alla produzione<br />
di documentari di sinistra.<br />
Nelle sue prime opere veniva mossa una dura<br />
critica alla situazione interna dell’Italia, facendo<br />
della satira su qualsiasi istituzione di natura<br />
capitalistica. Tuttavia, il rapimento e la morte<br />
violenta di Aldo Moro catapultano l’Italia nel caos:<br />
da un lato ci sono i movimenti rivoluzionari radicali,<br />
dall’altra la pressione esercitata da preesistenti<br />
forze di potere e, in questo stato di cose, l’ideale<br />
che la rivoluzione possa salvare l’Italia si rivela<br />
inapplicabile.<br />
Il repentino cambiamento e il veloce declino della<br />
rivoluzione lo portano a riflettere sul significato<br />
reale di questa; contemporaneamente la crisi del<br />
socialismo sferra un duro colpo a tutto il mondo di<br />
sinistra e il futuro della rivoluzione viene messo in<br />
discussione. A questo punto, Bellocchio acquisisce<br />
una consapevolezza più razionale della rivoluzione:<br />
questa non può riuscire nel suo intento al primo<br />
colpo. Se un tempo era animato da un forte fervore<br />
rivoluzionario, ora il regista si mostra perplesso.<br />
I film di questo periodo si concentrano per lo<br />
più su rivisitazioni di opere lettererie: film dal<br />
sapore squisito, che rivelano gusto per l’estetica,<br />
privi dell’atteggiameno tagliente dei film del primo<br />
periodo. La storia di Salto nel vuoto prende spunto<br />
da un’opera di Maupassant; Diavolo in corpo è una<br />
rivisitazione dell’omonimo romanzo di Raymond<br />
Radiguet e ancora Enrico IV e La Balia attingono a<br />
due novelle pirandelliane. Nel trarre ispirazione dalla<br />
letteratura, Bellocchio si sforza in tutti i modi di<br />
creare delle connessioni tra le sue storie e il periodo<br />
particolarmente difficile in cui vive.<br />
Cosa hanno portato i movimenti rivoluzionari<br />
al popolo italiano Bellocchio cerca di risolvere<br />
il quesito provando a comprendere in che modo<br />
la rivoluzione abbia influenzato le persone. La<br />
condizione di vita e spirituale dell’individuo, in quel<br />
preciso contesto ancora legato all’istituzione della<br />
famiglia, diventano il principale polo d’interesse<br />
della produzione cinematografica del Bellocchio<br />
maturo.<br />
Nel 1979 gira Salto nel vuoto, la storia affettiva<br />
tra un fratello e una sorella di mezza età. Sulla<br />
stessa scia stilistica de I pugni in tasca, l’opera ruota<br />
intorno alle vicende di una famiglia medio-borghese<br />
e cerca di esplorare le ragioni della crisi dei valori<br />
tradizionali (amore, religione, tradizioni).<br />
Nella trasposizione cinematografica di Diavolo in<br />
corpo, romanzo che per il tema innovativo, l’amore<br />
non convenzionale tra un ragazzino di 13 anni,<br />
Andrea, e una giovane donna di 19, Giulia, prossima<br />
al matrimonio, ebbe una notevole eco nei circoli<br />
letterari francesi, Bellocchio colloca temporalmente<br />
la storia nel 1979, anno di particolare violenza<br />
terroristica. Il film è il riassunto delle conflittualità<br />
all’interno dell’ambiente familiare, espresse in<br />
questo caso dai due protagonisti. Il trauma provocato<br />
da un attacco terroristico non impedisce a Giulia di<br />
unirsi a un ex terrorista pentito per puro interesse<br />
economico. Il ragazzino (Andrea) appartiene ad<br />
una classica famiglia della media borghesia. La<br />
libertà sessuale è per i due il modo d’infrangere i<br />
limiti imposti dalle rispettive famiglie e rompere<br />
con quel sistema di valori tradizionali che, in ogni<br />
caso, esercita su di loro un’impercettibile influenza.<br />
Quando il fidanzato di Giulia ottiene la libertà per<br />
buona condotta, tutto sembra tornare sulla retta via,<br />
ma alla fine Giulia decide di lasciare il fidanzato e di<br />
unirsi al giovane Andrea.<br />
Se in un primo momento Bellocchio aveva<br />
assunto un atteggiamento di avversione verso<br />
l'istituzione della famiglia, quando la spinta<br />
rivoluzionaria comincia gradualmente ad affievolirsi,<br />
il regista inizia a riconsiderarne la valenza. Il suo<br />
temperamento si fa più maturo ed equilibrato; mette<br />
in discussione la sua visione dei valori morali e del<br />
capitalismo, e prova a riscattare e a soccorrere la<br />
crisi della fede e la decadenza della morale.<br />
Nel 2002 gira L’ora di religione. È la storia di<br />
un pittore di mezza età, Ernesto, il quale apprende<br />
improvvisamente che la Chiesa vuole beatificare<br />
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