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L'ITALIA AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI PECHINO

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Quattro capoluoghi, quattro paesaggi, quattro vicende risorgimentali tra tante<br />

Una buona occasione per esplorare il nostro passato e scoprire il nostro presente<br />

Improvvisatevi turisti per caso<br />

La città<br />

Genova<br />

Nel quartiere di Giuseppe Mazzini<br />

La casa di Giuseppe Mazzini è nel centro storico,<br />

in via Lomellini 11, a due passi dall’angiporto, in<br />

un palazzo nobiliare del XV secolo che ospita anche<br />

il Museo del Risorgimento: un percorso espositivo<br />

multimediale su tre piani permette di passare<br />

dall’insurrezione genovese del 1746, con il mito del<br />

Balilla, alla Repubblica giacobina e all’annessione<br />

napoleonica con la Restaurazione; l’appartamento<br />

— e lo studio — della famiglia Mazzini è al secondo<br />

piano, con la sua scrivania e alcuni oggetti personali<br />

tra cui l’amatissima chitarra; ma è al terzo piano<br />

che è possibile trovare il manoscritto più prezioso,<br />

l’originale autografo del Canto degli Italiani, meglio<br />

noto come Fratelli d’Italia, insieme a lettere, dipinti,<br />

uniformi e documenti legati alle Camicie Rosse e<br />

Garibaldi.<br />

Siamo nella città vecchia, nel cuore di un<br />

itinerario dedicato agli amori del Risorgimento:<br />

con Palazzo Lercari Parodi, in via Garibaldi, dove<br />

la marchesa Schiaffino Giustiniani si suicidò non<br />

riuscendo più a sopportare la lontananza del conte<br />

di Cavour, o via San Bartolomeo degli Armeni,<br />

dove sbocciò la passione tra la giornalista inglese<br />

Jessie White e il patriota Alberto Mario (che tradotti<br />

nelle carceri di Sant’Andrea annunciarono il loro<br />

fidanzamento). Qui c’è la storia di tutta la città:<br />

un vicolo dietro l’antica Via Aurea e i suoi palazzi<br />

nobiliari, a due passi la via del Campo di Fabrizio de<br />

André ma anche l’Acquario e il suggestivo Galeone<br />

(usato nel film Pirati di Polanski) del Porto Antico,<br />

poi Palazzo San Giorgio che in questi giorni ospita<br />

una mostra di Cesare Rubattino, e ancora Porta<br />

dei Vacca, uno degli ingressi medievali genovesi,<br />

e la Commenda di Pré, un complesso religioso del<br />

1180 che contiene ceramiche del II secolo avanti<br />

Cristo. La casa natale di Mazzini ospiterà una serie<br />

di incontri e conferenze a ingresso gratuito (www.<br />

mazziniano.museidigenova.it )<br />

Massimo Calandri<br />

Roma<br />

Al Gianicolo, lo scorcio più bello<br />

La storia e la geografia non scelgono a caso<br />

i luoghi dove darsi appuntamento. E questo<br />

modesto rilievo argilloso, con la sua coincidenza<br />

tra posizione panoramica e posizione strategica, ne<br />

è una testimonianza. Da una parte c’è il belvedere<br />

della terrazza, con un incomparabile affaccio<br />

sulla Capitale. Dall’altra Garibaldi, che domina il<br />

piazzale, colossale e solenne come l’ode pascoliana:<br />

“Egli saliva al colle… e Roma era ai suoi piedi”.<br />

Quale luogo potrebbe, più di questo, rappresentare<br />

il Risorgimento Porta Pia Indubbiamente<br />

simbolica; ma priva del fascino e delle medaglie al<br />

valore conquistate sul campo dal Gianicolo. La presa<br />

di Roma, nel 1870, certo ha consacrato la nascita<br />

dello stato nazionale. Nella realtà, però, tutto si era<br />

consumato come un rito diplomatico: due cannonate<br />

di rappresentanza, una breccia da fanfara. Nel 1849,<br />

invece, quella aperta nelle mura gianicolensi era<br />

stata una breccia sanguinosa e dolorosa: aperta<br />

dai cannoni dei francesi accorsi in aiuto del papa e<br />

combattuta metro a metro aveva segnato la tragica<br />

sconfitta della Repubblica romana. Una cicatrice<br />

profonda. Celebrata dall’Italia sabauda con una sorta<br />

di sacralizzazione del colle (ancora coperto di verde)<br />

e l’allestimento di un apparato scenografico di busti,<br />

targhe, statue, da Anita a cavallo al faro con la luce<br />

bianca rossa e verde.<br />

A conferma della coincidenza tra panorama e<br />

strategia va precisato che lo scontro tra i garibaldini<br />

e i francesi è stato solo l’ultimo dei conflitti transitati<br />

attorno a questo bastione naturale. Consacrato a<br />

Giano bifronte (il dio delle porte), il Gianicolo ha<br />

conosciuto gli eserciti degli etruschi, i saraceni e<br />

i lanzichenecchi. L’ottavo colle di Roma. L’unico<br />

dal quale si possano vedere i sette colli schierati<br />

sulla sponda sinistra del Tevere e abbracciare con<br />

un solo colpo d’occhio dal Pantheon all’Altare della<br />

patria. Tremila anni di storia concentrati in un unico<br />

paesaggio.<br />

Napoli<br />

Il Palazzo del popolo unito<br />

Luca Villoresi<br />

Doveva essere un palazzo principesco per una<br />

delle più antiche dinastie dell’Italia ancora divisa,<br />

è diventato il simbolo a Napoli dell’Unità d’Italia.<br />

Palazzo Doria d’Angri fu commissionato a Vanvitelli<br />

dal principe Marcantonio Doria, amante d’arte.<br />

L’architetto della Reggia di Caserta però non era<br />

più in età di lavorarci e lasciò fare ad altri: così il<br />

palazzo di piazza Sette Settembre, a un passo dai<br />

Decumani e dal centro storico e da via Toledo e via<br />

Chiaia, vero ombelico della Napoli monumentale,<br />

è il risultato un po’ strano, anche per il singolare<br />

impianto a trapezio, del genio di vari architetti che<br />

si succedettero nel cantiere. Costruito nel 1760,<br />

un secolo dopo Palazzo Doria d’Angri sarebbe<br />

stato reso famoso da Garibaldi che si affacciò il 7<br />

settembre 1860 dal balcone principale annunciando<br />

l’annessione del Regno delle Due Sicilie allo stivale<br />

che andava riunendosi. Piccola la piazza che il<br />

generale aveva davanti, non era certo il largo di<br />

Palazzo poi piazza del Plebiscito antistante Palazzo<br />

Reale, ma lo storico momento è ritratto in un dipinto<br />

conservato nel Museo Civico di Castel Nuovo. Oggi<br />

Palazzo Doria d’Angri è un luogo multifunzionale.<br />

Ospita un istituto magistrale, il Pimentel Fonseca,<br />

un’associazione culturale e nei suoi saloni — tra<br />

cui vere bellezze architettoniche come la Galleria<br />

ellittica e il Gabinetto degli specchi — si tengono<br />

ricevimenti e cerimonie. Un edificio storico che<br />

è anche un po’ museo della pittura decorativa<br />

settecentesca e della scultura.<br />

Un altro luogo che ospiterà celebrazioni per<br />

l’Unità d’Italia è Teano. Qui avvenne lo storico<br />

incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, che il 26<br />

ottobre 1860 ricevette dal generale il paese «unito in<br />

onore del re». Da visitare i resti romani, un teatro e<br />

il sito di un grande anfiteatro, il museo archeologico,<br />

tre abbazie benedettine e un bel borgo medievale.<br />

(www.prolocoteanoeborghi.com )<br />

Stella Cervasio<br />

Palermo<br />

Movida all’antica Kalsa dei patrioti<br />

Il 27 maggio 1860 Garibaldi, dopo aver sconfitto<br />

i Borboni nella battaglia di Ponte dell’Ammiraglio,<br />

entrava a Palermo. E si fermava in quella che allora<br />

si chiamava piazza della Fieravecchia, ma che di lì a<br />

poco verrà ribattezzata piazza Rivoluzione. Da qui,<br />

infatti, partirono i moti del 1820 e quelli del 1848,<br />

qui il 28 gennaio 1850 furono fucilati Nicolò Garzilli<br />

e altri cinque patrioti. Siamo alla Kalsa, cuore del<br />

centro storico, quartiere popolare dove accanto ai<br />

restauri avviati negli ultimi anni si possono trovare i<br />

banchetti con i cibi da strada, i “babbaluci” (piccole<br />

lumache) e le “stigghiole” (budella alla griglia). Al<br />

centro della piccola piazza c’è la fontana del Genio<br />

di Palermo, protettore laico della città e simbolo<br />

dei suoi abitanti, di ogni appartenenza etnica,<br />

culturale, religiosa e sociale. Intorno i pub e locali<br />

della movida, mentre sul prospetto del secentesco<br />

Palazzo Scavuzzo è murata la targa con il ragguaglio<br />

delle antiche misure siciliane con quelle del sistema<br />

metrico decimale. Dalla piazza si può imboccare<br />

via Garibaldi, con le piccole botteghe che vendono<br />

cappelli e coppole. Qui campeggia la lapide che<br />

ricorda l’ingresso in città del generale, con cui iniziò<br />

l’insurrezione. Si arriva così in piazza Magione,<br />

con la bella chiesa romanica. A pochi passi, in via<br />

Castrofilippo, il teatro Garibaldi, inaugurato nel<br />

1861 dall’eroe dei due mondi con un appassionato<br />

discorso alla folla. Da visitare nei dintorni, tra l’altro,<br />

lo Spasimo, la chiesa di Santa Teresa alla Kalsa e<br />

quella della Gancia, sul cui muro esterno è ancora<br />

visibile la “buca della salvezza” da cui furono tratti<br />

in salvo i patrioti che durante la rivolta del 1860<br />

si erano rifugiati in chiesa. Accanto c’è Palazzo<br />

Abatellis, la Galleria regionale di Sicilia, che ospita<br />

l’Annunziata di Antonello da Messina e l’inquietante<br />

Trionfo della Morte. Tutt’intorno locali dove<br />

prendere l’aperitivo e ascoltare musica, trattorie,<br />

negozi d’antiquariato e di prodotti artigianali.<br />

Barbara Saporiti<br />

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