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GIAN PIETRO CHIARO<br />

Gian Pietro Chiaro<br />

Introduzione all’analisi<br />

2007<br />

D O M U S E S T U B I C U M Q U E B E N E E S T


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

1 . Definizione assiomatica dei<br />

numeri reali<br />

1.0 Introduzione allo studio<br />

L’insieme dei numeri reali è un corpo commutativo, o campo, perché esso è un Anello<br />

commutativo rispetto alla somma, è un Anello commutativo rispetto al prodotto e queste due<br />

operazioni sono legate tra loro dalla proprietà distributiva. Ricordo che un dato insieme numerico è<br />

un Anello rispetto ad una operazione se esso è chiuso rispetto ad essa, se, sempre per essa, vale la<br />

proprietà associativa, esiste un elemento neutro ed un elemento opposto. L’Anello è commutativo<br />

(o Abeliano 1 ) se per quell’operazione vale la proprietà commutativa.<br />

Il fatto che sia un corpo commutativo ci ha sempre garantito la possibilità di eseguire senza<br />

ambiguità il calcolo letterale, nonché risolvere le equazioni. <strong>Qui</strong> però utilizzeremo queste proprietà<br />

per un fine diverso: lo scopo dello studio dell’analisi matematica in un Liceo è lo studio delle<br />

funzioni reali a variabile reale, cioè delle funzioni definite in uno spazio cartesiano reale a due<br />

dimensioni 2 , in modo particolare con l’introduzione del concetto di limite.<br />

E per introdurre il concetto di limite servono nozioni di topologia su<br />

. Ma cos’è la topologia<br />

La topologia è una branca della matematica moderna che tratta delle trasformazioni geometriche in<br />

cui si conserva la continuità. Cioè, se consideriamo due punti qualsiasi A,B di una certa figura F, se<br />

si fa diventare la distanza AB sempre più piccola , diventa sempre più piccola la distanza fra i punti<br />

A 1 e B 1 corrispondenti ad A,B sulla figura F 1 corrispondente di F.<br />

Ad esempio sono topologicamente equivalenti un rettangolo ed una circonferenza, dato che si<br />

possono ottenere l’una dall’altro senza produrre lacerazioni. Invece un toro 3 ed una sfera non sono<br />

topologicamente equivalenti. Ma senza addentrarci in discussioni, che in questo contesto sarebbero<br />

solo forvianti, sappiate che occorre definire la topologia su attraverso una metrica 4 per poter<br />

indagare con precisione sulla natura dei punti “particolari” 5 di una funzione reale, ovvero poter<br />

utilizzare l’operazione di limite.<br />

Ecco quindi i passi che ci porteranno al concetto di limite che affronteremo nei prossimi capitoli:<br />

prima vedremo che e un corpo commutativo, poi definiremo in esso una metrica, quindi un<br />

sistema di intorni 6 per ogni punto.<br />

1 Dal nome del grande matematico norvegese Niels Abel (5.8.1802 † 6.4.1829).<br />

2 Ricordo che lo spazio cartesiano, così come è stato definito, si può immaginare come insieme di coppie ordinate (x, y)<br />

in cui gli elementi x ed y sono numeri reali, cioè ogni coppia (x, y) è un elemento del prodotto cartesiano .<br />

3 Una sorta di ciambella col “buco” che si ottiene facendo ruotare una circonferenza attorno ad una retta ad essa<br />

complanare che non le sia secante.<br />

4 Una formula per il calcolo della distanza che possieda determinate caratteristiche numeriche che studieremo più avanti.<br />

5 Essi potrebbero essere punti in cui la funzione ammette un massimo od un minimo relativo, oppure punti in cui la<br />

funzione improvvisamente si inerpica fino all’infinito,…<br />

6 Una specie di “grado di parentela” per i punti reali con cui si possa ordinare ogni sottoinsieme reale.<br />

- 2 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

1.1 è un corpo commutativo<br />

Assioma<br />

1.1<br />

Assioma<br />

1.2<br />

Assioma<br />

1.3<br />

In<br />

In<br />

In<br />

è definita l’operazione interna addizione, che gode delle seguenti proprietà:<br />

a + b = b + a a,b (proprietà commutativa)<br />

(a + b) + c = a + (b + c) a,b,c (proprietà associativa)<br />

Esiste un elemento neutro per l’addizione, lo 0, tale che a + 0 = 0 + a = a<br />

a 7<br />

Esiste l’elemento opposto, cioè a (- a) tale che a + (-a) = 0 8<br />

è definita l’operazione interna prodotto, che gode delle seguenti proprietà:<br />

a b = b a a,b (proprietà commutativa)<br />

(a b) c = a (b c) a,b,c (proprietà associativa)<br />

Esiste un elemento neutro per il prodotto, l’1, tale che a 1 = 1 a = a a 9<br />

Di ogni numero reale diverso da zero, esiste il reciproco, cioè a , a ≠ 0,<br />

1<br />

1<br />

tale che a = 1<br />

10<br />

a<br />

a<br />

vale la proprietà distributiva del prodotto rispetto alla somma, cioè<br />

(a + b) c = ac + bc a,b,c (proprietà distributiva)<br />

Infatti, come esercizio, proviamo a dedurre dagli assiomi appena enunciati la legge di annullamento<br />

del prodotto.<br />

Teorema 1.1<br />

Dim:<br />

Se è ab = 0 allora a = 0 oppure b = 0, qualunque siano a,b reali<br />

(legge di annullamento del prodotto)<br />

Se a ≠ 0 allora esiste il suo reciproco tale che a a<br />

1 = 1.<br />

Allora, se moltiplichiamo a destra e sinistra per il reciproco di a, si ottiene<br />

1 1 ab = 0<br />

a a<br />

Ma a<br />

1 ab= 1b = b e a<br />

1 0 = 0 , da cui si trae b = 0.<br />

Si procede in modo analogo supponendo che sia b ≠ 0<br />

▄<br />

7 Dimostriamo l’unicità dello 0<br />

Supponiamo per assurdo che esita un altro numero reale u ≠ 0 tale che a + u = u + a = a a ; ma allora a + u = a<br />

e a + 0 = a qualunque sia a, si ricava così che 0 + u = 0 = u, contro l’ipotesi che u ≠ 0.<br />

Dimostriamo l’unicità dell’opposto<br />

Siano per assurdo x,y numeri reali diversi tali che a + x = 0 ed a + y = 0 qualunque sia il reale a. Allora, se<br />

aggiungiamo y ad entrambi i membri della prima uguaglianza si trae a + x + y = 0 + y da cui si trae (a + y) + x = y. Ma<br />

essendo a + y = 0 si trae x = y. Assurdo.<br />

9 Dimostriamo l’unicità dell’1<br />

Supponiamo per assurdo che esita un altro reale u ≠ 1 tale che a u = u a = a a ; ma allora au = a e a1 = a<br />

qualunque sia a, si ricava 1u = 1 = u, contro l’ipotesi che u ≠ 1.<br />

Dimostriamo l’unicità del reciproco<br />

Siano per assurdo x,y numeri reali diversi tali che ax = 1 ed ay = 1 qualunque sia il reale a non nullo. Allora, se<br />

moltiplichiamo per y entrambi i membri della prima uguaglianza si trae axy = 1y da cui si trae (ay)x = y.<br />

Ma essendo ay = 1 si trae x = y. Assurdo.<br />

- 3 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

1.2 Metriche su e su<br />

2<br />

Per introdurre la metrica dobbiamo prima capire cos’è una “distanza”, o meglio, capire prima come<br />

si possono ordinare i numeri reali secondo una qualsiasi relazione d’ordine per poi definire una<br />

specie di “grado di parentela” e considerare quindi “gruppi di numeri” od insiemi di numeri alla<br />

stregua di uno solo di essi, eletto come rappresentante di tutta una classe. Per fare questo occorre<br />

definire una relazione d’ordine su .<br />

Assioma<br />

1.4<br />

In<br />

è definita una relazione d’ordine totale ≤, che gode delle seguenti proprietà:<br />

a,b,c , a ≤ b a+ c ≤ b + c<br />

a,b, c >0 , a ≤ b ac ≤ bc<br />

È evidente che per ogni coppia di numeri reali si possa sempre stabilire chi segue e chi precede,<br />

ovvero che a,b allora è vera solo una delle tre a < b oppure b < a oppure b = a.<br />

Ora, questa operazione che invero ci appare piuttosto banale, è in realtà un aspetto molto delicato<br />

della questione giacché questo “confronto” risulta molto facile per coppie di valori interi, come ad<br />

esempio 13 e 47, od anche per numeri decimali che, per esempio, si ottengono dalle frazioni ⅔ e ⅞.<br />

La cosa non è già più semplice se confrontiamo tra loro numeri irrazionali o, come si dice in gergo<br />

“grandezze incommensurabili”.<br />

Occorre infatti definire il numero reale come un “intervallo” di numeri, in cui l’estremo inferiore è<br />

il numero stesso approssimato per difetto, mentre l’estremo superiore è il numero approssimato per<br />

eccesso. Ad esempio, possiamo senz’altro dire che<br />

1< 2


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

Infatti<br />

1.5 – 1.4 = 0.1 = 10 -1<br />

1.41 – 1.42 = 0.01 = 10 -2<br />

1.414 – 1.415 = 0.001 = 10 -3<br />

: : : :<br />

1.414213562…8 -1.414213562…9 = 0.000000000…1 = 10 -n<br />

Così possiamo dire che I 1 approssima 2 a meno di 0.1, cioè 10 -1 , I 2 approssima 2 a meno di<br />

0.01, cioè 10 -2 , e così via. A questo punto torna utile definire<br />

Def 1.1<br />

Si considera il valore assoluto definito da<br />

a<br />

a<br />

a<br />

se<br />

se<br />

a<br />

a<br />

0<br />

0<br />

Così possiamo dire che, se a,b sono estremi di un intervallo di approssimazione qualsiasi I k , ed un<br />

numero reale positivo qualsiasi tale che > 10 -k , possiamo concludere che | b – a | = 10 -k < .<br />

Più avanti, troveremo spesso la scrittura<br />

| b – a | <<br />

ad indicare che b ed a sono vicini “a piacere” od anche “arbitrariamente” vicini.<br />

È giunto il momento di enunciare l’ultimo assioma che riguarda il corpo reale. Esso è anche conosciuto<br />

come assioma della completezza, perché stabilisce che l’insieme numerico non ha<br />

“buchi” o “stappi” al suo interno.<br />

Assioma<br />

1.5<br />

Se A,B sono sottoinsiemi non vuoti di tali che a A e b B si abbia a ≤ b, allora<br />

esiste almeno un elemento tale che<br />

a ≤ ≤ b<br />

Questo elemento a volte è detto elemento “separatore” di A e B.<br />

Dato che è un insieme completo, si può sempre trovare un numero reale positivo qualsiasi,<br />

tale che, presi comunque due numeri reali a,b si abbia<br />

| b – a | <<br />

Fermiamoci un istante sul valore assoluto: esso è un primo esempio di metrica su .<br />

Infatti, affinché una funzione f sia una metrica su un insieme occorre che essa verifichi le tre<br />

proprietà seguenti:<br />

Vediamo infatti che<br />

1. f(x) ≥ 0 x (è evidente che f(x) = 0 se e solo se x = 0)<br />

2. f(x,y) = f(y, x) (f deve essere simmetrica)<br />

3. f(x + y) ≤ f(x) + f(y) x,y (disuguaglianza triangolare)<br />

1. | x | ≥ 0 x per come è stato definito il valore assoluto<br />

2. | x – y | = |– (y – x)| = | y – x |<br />

- 5 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

| x + y | ≤ | x | + | y | x,y la dimostrazione è lasciata come esercizio 12<br />

Siamo ora pronti a definire una metrica nell’usuale spazio bidimensionale, la cui struttura<br />

“soggiace” ad<br />

2 , nel senso che un punto nello spazio è rappresentato da una coppia di valori reali<br />

(x, y), cioè ad un elemento del prodotto cartesiano , ovvero<br />

2 .<br />

Sia C un corpo, i cui elementi chiamiamo scalari, e sia S un gruppo abeliano rispetto alla somma.<br />

Definiamo spazio vettoriale S sul corpo C il gruppo abeliano additivo S, con una operazione di<br />

moltiplicazione degli elementi di C per gli elementi di S tale che: per a,b elementi qualsiasi di S e<br />

k,h elementi qualsiasi di C si abbia<br />

1. k(a + b) = ka + kb<br />

2. (h + k )a = ha + ka<br />

3. (hk)a = h(ka)<br />

4. ea = a essendo e l’elemento neutro di C<br />

Orbene,<br />

quindi<br />

è un corpo e si può dimostrare che<br />

2 è uno spazio vettoriale su .<br />

2 è un gruppo abeliano rispetto alla somma 13 ,<br />

Def 1.2<br />

Uno spazio vettoriale si dice euclideo 14 se in esso è definita una funzione distanza tra<br />

elementi data da<br />

A,B<br />

2<br />

d(A, B) =<br />

x<br />

a<br />

x<br />

b<br />

2<br />

y<br />

a<br />

y<br />

b<br />

2<br />

Vale la pena osservare che d(A, B) = |A – B| non appena A,B piuttosto che A,B<br />

2 . Infatti, in<br />

tal caso A,B sarebbero numeri reali anziché coppie di reali cioè ad esempio potremmo scrivere che<br />

A = x a e B = x b , e dunque<br />

d(A, B) =<br />

2<br />

x = |x a – x b | = |A – B|<br />

a<br />

x b<br />

<strong>Qui</strong>ndi,<br />

con la distanza definita dal valore assoluto è uno spazio euclideo.<br />

Concludendo, visto che sono tra loro equivalenti, possiamo dire che useremo come distanza il<br />

valore assoluto |…| non appena ci riferiremo a numeri reali (gli scalari), mentre useremo la distanza<br />

euclidea d(...,...) non appena ci riferiremo a punti del piano (i vettori).<br />

12 Se x ed y hanno segni opposti è ovvio che | x + y | < | x | + | y | dato che x + y è in realtà una differenza. Se, invece x<br />

ed y hanno lo stesso segno è evidente che | x + y | = | x | + | y | per come è stato definito il modulo.<br />

13 Basta fare vedere che esso è chiuso rispetto alla somma, che ha elemento neutro e che è commutativo.<br />

14 In onore al grande matematico greco Euclide di Alessandria (300 aC circa) fondatore della geometria.<br />

- 6 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

2 . Nozioni di topologia reale<br />

2.0 Intorni<br />

Def 2.1<br />

Siano x<br />

2 un punto del piano e un numero reale positivo. Si dice palla (od<br />

anche disco) di centro x e raggio l’insieme<br />

P(x, ) = {y<br />

2 | d(x,y)≤ }<br />

Def. 2.2 Siano x<br />

2 un punto del piano. Si chiama intorno del punto x ogni insieme che<br />

contenga una palla di centro x stesso, qualunque sia il raggio scelto.<br />

Al variare di nei reali, si è soliti indica con P x l’insieme di tutti gli intorni di x.<br />

Queste due definizioni da sole potrebbero chiudere qui l’argomento. Occorrono allora alcuni esempi<br />

che spieghino la situazione 15 e soprattutto occorre analizzare le proprietà di cui godono gli intorni.<br />

Esempio 1:---------------------------------------------------------------------------------------------------------<br />

y<br />

Siano dati il punto A(a x , a y ) nel piano e un numero<br />

reale >0. Si consideri nel piano il “quadrato” Q di<br />

semilato definito dall’insieme dei punti B del piano:<br />

a y<br />

A<br />

Q(A) = { B(b x , b y )<br />

2 | | b x - a x |≤ , | b y – a y |≤ }<br />

Tale quadrato contiene al suo interno una palla di centro<br />

A e raggio , per cui è un intorno di A.<br />

O<br />

a x<br />

x<br />

Infatti: | b x - a x |≤ e | b y – a y |≤ significa che:<br />

b<br />

x<br />

a<br />

x<br />

2<br />

Esempio 2:---------------------------------------------------------------------------------------------------------<br />

L’intervallo reale I 1 = ]-2, 3[ è un intorno del punto x = 0, perché contiene una palla di centro 0 e<br />

raggio >0. Osserviamo però che tale intorno I non è simmetrico rispetto allo 0.<br />

Non occorre però che lo sia: la definizione 2.2 dice che un intorno del punto x è ogni insieme che<br />

contiene una palla di centro x stesso, qualunque sia il raggio scelto.<br />

Esempio 3:---------------------------------------------------------------------------------------------------------<br />

L’intervallo reale I 2 = ]-3, 2[ è un intorno (asimmetrico) del punto x = 0, perché contiene una palla<br />

di centro 0 e raggio >0.<br />

b<br />

y<br />

a<br />

y<br />

2<br />

15 “La via d’imparare è lunga se si va per regole, breve ed efficace se si procede per esempi” (Seneca)<br />

- 7 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

Si può facilmente vedere che anche l’insieme I = I 1 I 2 = ]-2, 2[ è un intorno di x = 0. Anzi,<br />

questa è una proprietà generale.<br />

Teorema Siano A<br />

2 un punto del piano e U,V due intorni di A.<br />

2.1 Allora anche W = U V è intorno di A.<br />

Dim. Se U,V sono intorni di A, devono esistere due dischi P U ,P V di centro A e raggi 1, 2<br />

contenute rispettivamente in U ed in V.<br />

Posto = | 1 - 2 | si ha che la palla P(A, ) = {B<br />

2 | d(A,B)≤ }è contenuta sia in<br />

U che in V.<br />

Dunque essa è contenuta anche in W = U V e perciò esso è un intorno di A.▄<br />

Analogamente si può facilmente dimostrare che<br />

Teorema Siano A<br />

2 un punto del piano e U intorno di A e V U tale che A V.<br />

2.2 Allora anche V è intorno di A.<br />

Teorema Sia A<br />

2 un punto del piano.<br />

2.3 Per ogni intorno U di A esiste un intorno V di A tale che U è intorno do ogni altro punto<br />

B di V.<br />

Dim. Se U è intorno di A allora U contiene una palla P(A, ) con un numero reale<br />

positivo.<br />

Poniamo V = P(A, ) con un numero reale positivo dato da<br />

2 .<br />

Evidentemente V è un intorno di A.<br />

Sia ora B un qualunque altro punto di V. Proveremo che P(B, ) P(A, ) U. Con ciò<br />

sarà provato che ogni altro punto di V ha come intorno U perché è in esso contenuto.<br />

Infatti, per ogni punto C appartenente a P(B, ) si ha che<br />

d(A,C) ≤ d(A, B) + d(B, C) ≤<br />

2<br />

2<br />

dunque C è un punto di P(A, ) come volevasi dimostrare.▄<br />

Una figura forse può chiarire meglio le idee.<br />

U<br />

V<br />

A<br />

B<br />

C<br />

Questo teorema è piuttosto importante perché ci fa capire come “trovare” un intorno che è<br />

contenuto in un altro intorno: basta considerare una palla che ha un raggio “inferiore”. Questo però<br />

non ci induca a trarre delle conclusioni sbagliate: di due punti diversi è sempre possibile trovare due<br />

intorni “disgiunti” cioè ad intersezione nulla.<br />

- 8 -


©2007 Gian Pietro Chiaro Introduzione all’analisi<br />

Teorema Siano A,B<br />

2 due punti del piano distinti.<br />

2.4 Allora esistono due intorni, U di A e V di B, disgiunti, cioè tali che U V = Ø<br />

Dim. Se A e B sono punti distinti, allora d(A, B) = > 0.<br />

Se allora consideriamo un numero reale tale che 0< < 2<br />

, i due dischi P(A, ) e<br />

P(B, ) non hanno punti in comune.<br />

Tali dischi forniscono gli intorni U,V richiesti. ▄<br />

Grazie a questa proprietà possiamo dire che è uno spazio topologico separato (o di Hausdorff 16 ).<br />

Forse non è ben chiaro a tutti, ma il fatto che sia separato ci autorizza a far derivare la sua<br />

topologia da un distanza e noi abbiamo eletto la distanza euclidea (od equivalentemente al valore<br />

assoluto) per la naturale semplicità connessa al trattare di esse. Ma una stessa topologia può venire<br />

dedotta da diverse distanze, come avrete occasione di verificare in un corso di studi più<br />

approfondito dell’Analisi, all’Università.<br />

“È interessante osservare che, sebbene sia stata l’aritmetizzazione dell’Analisi a mettere in moto lo<br />

sviluppo del pensiero insiemistico (da Cantor ad Hausdorff), alla fine il concetto di numero viene<br />

ad essere sommerso sotto un punto di vista molto più generale. E anche se la topologia parla<br />

spesso di punti, essi hanno poco a che fare con la geometria ordinaria, così come con i numeri<br />

dell’aritmetica comune. Nel corso del nostro secolo la topologia si è affermata come disciplina che<br />

unifica quasi l’intero campo della matematica, in un certo senso come la filosofia cerca di<br />

coordinare tutte le conoscenze. Proprio a causa del suo carattere primitivo, la topologia sta alla<br />

base di gran parte della matematica e le fornisce così una coesione insospettata” 17 .<br />

16 Felix Hausdorff (1868 † 1942) matematico tedesco chiamato il “gran sacerdote” della topologia di insiemi di punti.<br />

Nella sua fondamentale opera del 1914 “Grundzüge der Mengenlehre” egli definisce il concetto di continuità a partire<br />

da insiemi di punti definiti con i teoremi sopra citati.<br />

17 Citazione tratta da Carl B. Boyer – “Storia della matematica” – Oscar studio Mondatori – 1982- pagina 711.<br />

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