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115 1. La tecnica come problema filosofico Da circa un secolo la ...

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S&F_n. 9_2013<br />

Le specie <strong>la</strong> cui struttura corporea corrisponde al<strong>la</strong> maggiore<br />

liberazione del<strong>la</strong> mano sono anche quelle il cui cranio è in grado di<br />

contenere il cervello più grande dato che <strong>la</strong> liberazione del<strong>la</strong> mano e<br />

riduzione degli sforzi del<strong>la</strong> volta cranica sono i termini del<strong>la</strong> stessa<br />

evoluzione meccanica 14 .<br />

<strong>La</strong> <strong>tecnica</strong>, intesa <strong>come</strong> capacità di manipo<strong>la</strong>zione dovuta al<strong>la</strong><br />

liberazione dell’arto anteriore, è in questo senso sin dall’inizio<br />

<strong>un</strong> dispositivo volto a colmare <strong>un</strong>a mancata specializzazione<br />

fisica, a cui fa da contraltare <strong>un</strong>o sviluppo cerebrale del tutto<br />

peculiare. Il cervello di <strong>un</strong> animale finalmente capace di forgiare<br />

utensili è l’esito di <strong>un</strong> graduale esonero del cranio dagli sforzi<br />

meccanici, già compiuto nelle sue condizioni più elementari nei<br />

primi austra<strong>la</strong>ntropi 15 . Appare evidente che, <strong>come</strong> nel caso dello<br />

sviluppo del<strong>la</strong> mano, anche lo sviluppo cerebrale sottostà a <strong>un</strong><br />

processo di liberazione meccanica; il cervello umano scaturisce da<br />

<strong>un</strong>a liberazione posturale interessante direttamente <strong>la</strong> base di<br />

sostegno del cranio con il conseguente regresso dei denti ed<br />

espansione cerebrale, piuttosto che da <strong>un</strong>a sua intima forza di<br />

espansione. <strong>Da</strong>i piedi fino al<strong>la</strong> base del collo gli austra<strong>la</strong>ntropi<br />

non presentano partico<strong>la</strong>ri differenze con gli uomini odierni,<br />

l’architettura posturale è già direttamente umana, mentre il<br />

cervello, che non può essere paragonato al cervello di <strong>un</strong>a<br />

scimmia, è ancora corrispondente al<strong>la</strong> primitività del<strong>la</strong> sua<br />

faccia. <strong>La</strong> struttura cerebrale degli ominidi è già quel<strong>la</strong> di <strong>un</strong><br />

mammifero dotato di tecnicismo che, seppur grosso<strong>la</strong>no, non è<br />

assimi<strong>la</strong>bile a quello dei primati.<br />

L’analisi di questa struttura cerebrale vede <strong>un</strong> rapporto tra<br />

azione del<strong>la</strong> mano e degli organi anteriori del<strong>la</strong> faccia tale da<br />

far supporre <strong>un</strong>a coordinazione strettissima tra mano e linguaggio,<br />

esprimentesi nel gesto che accompagna <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e nell’Homo<br />

sapiens nel<strong>la</strong> scrittura. Le zone motorie adiacenti preposte a tali<br />

14 Ibid., p. 7<strong>1.</strong><br />

15 Gli studi di Leroi‐Gourhan evidenziano <strong>come</strong> già dallo Zinjantropo il blocco<br />

facciale assuma <strong>un</strong>a forma di triangolo basion‐prosthion‐visiera orbitale,<br />

simile a quello delle scimmie ma in cui l’angolo superiore tende a chiudersi<br />

dai 60° dello Zinjantropo ai 45° dell’Homo sapiens, causando <strong>un</strong> ritiro del<br />

blocco facciale rispetto al<strong>la</strong> scato<strong>la</strong> cranica.<br />

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