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115 1. La tecnica come problema filosofico Da circa un secolo la ...

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S&F_n. 9_2013<br />

Se le cose stanno in questi termini, è lecito porre <strong>la</strong> questione<br />

del destino dell’Homo sapiens <strong>come</strong> specie biologica. <strong>La</strong> soggezione<br />

e il sopravanzamento dell’umano a favore del<strong>la</strong> Apparatenwelt, <strong>la</strong><br />

regressione culturale e <strong>la</strong> liberazione da ogni attività del<br />

pensiero e forma di apprendimento attiva, <strong>la</strong> delega pressoché<br />

totale di ogni nostro operare specifico ai nostri strumenti, forse<br />

non sono altro che le premesse per <strong>un</strong>a nuova mutazione<br />

antropologica adattata alle mutazioni dell’ambiente sociale in cui<br />

<strong>la</strong> virtualizzazione del concreto e <strong>la</strong> riproduzione (che è sempre<br />

riduzione) <strong>tecnica</strong> del<strong>la</strong> physis costituiscono le istanze<br />

fondamentali. Forse, il destino dell’uomo è, davvero, quello di<br />

essere superato; superamento che pare prender <strong>la</strong> forma di <strong>un</strong>a<br />

trasposizione sempre più totalizzante. I nostro esserci‐ancoraappena<br />

non è dettato dal<strong>la</strong> minaccia imminente di <strong>un</strong> olocausto<br />

nucleare, o almeno non solo, bensì dal<strong>la</strong> contraddizione immanente<br />

tra <strong>la</strong> nostra struttura e necessità zoologica, e <strong>la</strong> nostra<br />

dimensione <strong>tecnica</strong> volta ad esaurire ed esautorare l’esistente e<br />

con esso l’uomo stesso.<br />

Liberato dai suoi utensili, dai suoi gesti, dai suoi muscoli, dal<strong>la</strong><br />

programmazione dei suoi atti, dal<strong>la</strong> sua memoria, liberato dal<strong>la</strong> sua<br />

immaginazione per <strong>la</strong> perfezione dei suoi mezzi telediffusi, liberato<br />

dal mondo animale, vegetale, dal vento, dal freddo, dai microbi, da<br />

ciò che è ignoto delle montagne e dei mari, l’Homo sapiens del<strong>la</strong><br />

zoologia è probabilmente vicino al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> sua carriera 41 .<br />

Libertà e destino umani sono due facce del<strong>la</strong> stessa medaglia, ma<br />

se è vero che l’uomo, cavo teso sopra l’abisso tra bestia e<br />

oltreuomo, è il suo proprio progetto esteriorizzato, forse questa<br />

fine carriera potrebbe essere l’inizio di <strong>un</strong>a nuova, nel<strong>la</strong> remota<br />

ipotesi che egli impari ad essere quantomeno all’altezza di ciò<br />

che stato e di ciò che sarà.<br />

LORENZO DE STEFANO è Dottorando di ricerca in Filosofia all’Università degli Studi<br />

di Napoli Federico II<br />

l_de_stefano@hotmail.it<br />

41 Ibid., p. 470.<br />

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