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I marcatori genetici e loro applicazioni nelle produzioni animali

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I <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong> e <strong>loro</strong><br />

<strong>applicazioni</strong> <strong>nelle</strong><br />

<strong>produzioni</strong> <strong>animali</strong><br />

Dott.ssa Chiara Targhetta


LOCUS<br />

localizzazione genomica unica all’interno<br />

di un cromosoma; permette di definire<br />

la posizione di un gene o di una qualsiasi<br />

sequenza di DNA<br />

ALLELE<br />

una delle varie forme alternative di un<br />

gene o di una sequenza di DNA in una<br />

specifica localizzazione cromosomica<br />

(locus)<br />

Varianti alleliche<br />

Responsabili del<br />

POLIMORFISMO del<br />

genoma<br />

(VARIABILITÀ<br />

GENETICA)


I <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong><br />

Sono sequenze polimorfiche (presentano più<br />

varianti alleliche) che si trovano in un locus<br />

specifico all’interno del cromosoma; si<br />

comportano in modo mendeliano e sono di facile<br />

rilevazione<br />

Identificano regioni cromosomiche <strong>nelle</strong> quali<br />

possono essere localizzati geni importanti la cui<br />

segregazione è difficile o impossibile da seguire


I <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong><br />

Poiché sono polimorfici possono essere utilizzati<br />

per valutare la variabilità genetica presente <strong>nelle</strong><br />

specie e <strong>nelle</strong> popolazioni<br />

Locus 1<br />

Locus 2<br />

I <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong> infatti identificano in modo<br />

semplice le mutazioni che si sono accumulate nel<br />

corso della storia evolutiva delle popolazioni


I <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong><br />

m1<br />

m2<br />

m1<br />

m2<br />

m3<br />

m3<br />

Essi permettono di costruire mappe<br />

genomiche dette mappe di linkage, definite<br />

in base alla frequenza di ricombinazione di<br />

tali <strong>marcatori</strong><br />

Avendo a disposizione <strong>marcatori</strong> distribuiti<br />

uniformemente sul genoma è possibile<br />

seguire in modo indiretto la segregazione di<br />

qualsiasi gene


Classi di <strong>marcatori</strong> <strong>genetici</strong>..<br />

..rilevabili a vari livelli<br />

a) livello morfologico:<br />

- caratteri mendeliani (caratteri qualitativi)<br />

b) livello biochimico:<br />

- gruppi sanguigni<br />

- isoenzimi<br />

- proteine (del plasma, del latte etc.)<br />

c) livello di DNA:<br />

- SNP, microsatelliti, RFLP, AFLP, RAPD,……


Caratteristiche favorevoli dei<br />

<strong>marcatori</strong> del DNA<br />

•Non influenzati dall’ambiente<br />

•Analisi indipendenti da sesso ed età<br />

•Campioni di qualsiasi tessuto<br />

•Neutrali<br />

•Stabili<br />

•Numerosi<br />

•Polimorfici<br />

•Generalmente codominanti<br />

•Facili da monitorare<br />

•Analisi automatizzabili


SNPs<br />

Polimorfismi a livello di singoli nucleotidi<br />

Variazioni di singole basi<br />

GAT CAG TTC GAT GTC<br />

GAT CAG TTA GAT GTC<br />

Frequenza elevata (più dell’1%)<br />

Molto abbondanti<br />

Distribuiti in modo casuale


Caratteristiche SNPs<br />

Numerosità (sono milioni)<br />

Alta riproducibilità e accuratezza<br />

Analisi è automatizzabile<br />

Sono spesso contenuti nei geni espressi<br />

Richiedono un lungo lavoro di messa a punto<br />

(per l’individuazione del marcatore e del<br />

metodo per la sua rilevazione)<br />

Ne servono molti di più in fase di<br />

genotipizzazione


MICROSATELLITI o SSR<br />

(Simple Sequence Repeats)<br />

Ripetizioni in tandem di corte sequenze di<br />

nucleotidi:<br />

(AC) n , o (GT) n o (CAC) n o (GATA) n<br />

di- di- tri- tetra- nucleotidi<br />

Distribuite nel genoma animale in numero<br />

elevatissimo<br />

Il polimorfismo è molto elevato e deriva dal numero<br />

di ripetizioni del motivo di base del microsatellite n<br />

Le regioni fiancheggianti tali ripetizioni sono<br />

conservate entro la specie e spesso anche a livello<br />

interspecifico


MICROSATELLITI o SSR


Visualizzazione microsatelliti<br />

1) ESTRAZIONE DEL DNA<br />

Sangue<br />

Pelo<br />

Feci Seme<br />

2) PCR<br />

DNA<br />

POLYMERASE CHAIN REACTION<br />

Individuo A Individuo B Individuo C campione di controllo<br />

3 paia di<br />

cromosomi<br />

omologhi<br />

3) ELETTROFORESI


PCR<br />

(polymerase chain reaction)<br />

Strumento per ottenere molte copie di una sequenza di DNA<br />

La reazione di amplificazione avviene ad opera di un enzima,<br />

la DNA polimerasi, e di sonde (primer) in grado di legarsi in<br />

modo complementare alle regioni fiancheggianti la mia<br />

sequenza bersaglio<br />

Il processo di amplificazione avviene in tre fasi:<br />

1) Denaturazione del DNA (94-95°C)<br />

2) Ibridazione del primer ad una temperatura variabile da 45 a<br />

65 °C a seconda della lunghezza e sequenza del primer<br />

3) Estensione del frammento bersaglio (72 °C)<br />

Tale ciclo si ripete n volte.<br />

La reazione viene effettuata in un termostato programmabile<br />

I prodotti possono essere visualizzati su un gel d’agarosio


Microsatelliti o SSR


AFLP<br />

(amplified fragment lenght polimorphism)<br />

Evidenziano polimorfismi di<br />

restrizione, delezioni e inserzioni<br />

Allele 1<br />

Allele 2<br />

X<br />

Sequenza di taglio dell’enzima di restrizione


AFLP – fasi sperimentali<br />

EcoRI<br />

TaqI<br />

•Digestione<br />

del DNA con enzimi di<br />

restrizione<br />

•Legame di oligonucleotidi adattatori alle estremità dei<br />

frammenti (permettono l’attacco dei primer nella fase<br />

successiva)<br />

•Preamplificazione<br />

tramite PCR di parte dei<br />

frammenti generati<br />

•Amplificazione<br />

selettiva e contemporanea<br />

marcatura di parte dei frammenti<br />

preamplificati<br />

•Visualizzazione<br />

tramite elettroforesi dei<br />

frammenti selezionati e marcati


AFLP<br />

Marcatore<br />

polimorfico<br />

Marcatore<br />

monomorfico


Applicazioni dei <strong>marcatori</strong> nel settore<br />

zootecnico<br />

•Costruzione di mappe genetiche e fisiche<br />

•Mappatura di geni utili<br />

•Isolamento di geni utili<br />

•Mappatura di QTL<br />

•Diagnosi di anomalie genetiche<br />

•Analisi di paternità<br />

•Studi su filogenesi, variabilità genetica,<br />

struttura e dinamica di specie e popolazioni<br />

•Stima della consanguineità e ausilio ai piani<br />

di accoppiamento<br />

•Tracciabilità dei prodotti


QTL: QUANTITATIVE TRAIT LOCUS<br />

sequenza genomica che ha un ruolo<br />

nell’espressione di un carattere quantitativo<br />

è associata alla manifestazione di un carattere<br />

produttivo; probabilmente contiene un gene che<br />

è coinvolto nell’espressione di quel carattere<br />

se si individua un marcatore ad essa<br />

contiguo/associato si può selezionare per il<br />

carattere desiderato (es. produzione di latte)<br />

semplicemente valutando la presenza/assenza di<br />

determinate varianti alleliche del marcatore


Mappa genetica<br />

..e identificazione di QTL<br />

SELEZIONE ASSISTITA DA<br />

MARCATORI<br />

l’identificazione di<br />

un’associazione tra marcatore<br />

e QTL permette una selezione<br />

più efficiente<br />

CLONAGGIO DI POSIZIONE<br />

identificare e clonare un gene<br />

che influenza un carattere<br />

quantitativo


Analisi paternità con microsatelliti<br />

Due alleli del microsatellite<br />

PADRE<br />

GENOTIPO: 263/263<br />

PADRE<br />

GENOTIPO: 128/140<br />

263<br />

128 140<br />

GENOTIPO: 128/146<br />

GENOTIPO: 263/277<br />

MADRE<br />

MADRE<br />

128 146<br />

263 277<br />

FIGLIO<br />

GENOTIPO: 128/128<br />

FIGLIO<br />

GENOTIPO: 263/263<br />

128<br />

263<br />

FIGLIO<br />

GENOTIPO: 124/128<br />

GENOTIPO: 263/277<br />

124<br />

128<br />

FIGLIO<br />

263 277<br />

FIGLIO<br />

GENOTIPO: 128/128<br />

128<br />

DIAGNOSI POSITIVA<br />

DIAGNOSI NEGATIVA


Paternità:<br />

APPLICAZIONI<br />

Analisi di paternità<br />

• esclusa in modo deterministico<br />

- il figlio ha un allele diverso da quello dei<br />

genitori<br />

- il figlio non ha almeno un allele di<br />

ciascun genitore<br />

• provata solo in modo probabilistico<br />

•Stime degli indici <strong>genetici</strong> con il metodo<br />

BLUP-Animal Model<br />

•Piani di accoppiamento<br />

•Calcolo dell’ereditabilità


Marcatori e tracciabilità<br />

Utilizzando contemporanemente più<br />

<strong>marcatori</strong> si ottengono profili allelici in<br />

grado di identificare in modo univoco<br />

gli individui<br />

impronte digitali del DNA (fingerprinting)<br />

Se il profilo dell’individuo è unico o è altamente<br />

probabile che lo sia, posso riconoscere l’individuo<br />

stesso a partire da campioni di tessuto (sangue, pelo,<br />

carne, latte) dai quali ottengo il DNA da sottoporre<br />

all’analisi dei <strong>marcatori</strong><br />

TRACCIABILITÀ


In corrispondenza di ogni marcatore ogni individuo avrà uno<br />

solo (omozigosi) o due degli alleli possibili<br />

la probabilità che due individui abbiano la stessa<br />

combinazione di alleli in un locus può essere alta<br />

se aumentiamo il numero dei <strong>marcatori</strong> la probabilità che due<br />

individui presentino la stessa combinazione di alleli per tutti i<br />

loci diventa piccolissima<br />

Numero loci<br />

(<strong>marcatori</strong>)<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

10<br />

Probabilità di<br />

matching (stesso<br />

profilo) *<br />

12.50000000 %<br />

1.56250000 %<br />

0.19531250 %<br />

0.02441406 %<br />

0.00305176 %<br />

0.00000005 %<br />

*considerando che tutti gli alleli in tutti i loci abbiano una frequenza pari a 0.25<br />

(quattro alleli per ogni locus)


Marcatori<br />

e variabilità genetica<br />

BIODIVERSITA’:<br />

“...the variability among living organism in all<br />

the ecosystems in which they are part …”<br />

(FAO 1992)


Misurare la diversità<br />

a) a livello fenotipico:<br />

- caratteri morfometrici<br />

- caratteri morfologici<br />

•Una porzione molto elevata di diversità<br />

genetica non è espressa<br />

•Nuove tecnologie permettono di rivelarla<br />

b) a livello genotipico:<br />

- <strong>marcatori</strong> biochimici<br />

- <strong>marcatori</strong> molecolari


Marcatori molecolari<br />

La variabilità è espressa da:<br />

•Numero e % di <strong>marcatori</strong> polimorfici<br />

•Numero medio di alleli per locus<br />

La variabilità è quantificabile tramite:<br />

•Eterozigosi attesa H exp =1-p 2 - q 2<br />

•Calcolo delle distanze genetiche


Rappresentazione delle<br />

distanze attraverso un<br />

dendrogramma


Marcatori molecolari e distanze<br />

genetiche<br />

Individuo A<br />

Individuo B<br />

Confronto profili ottenuti<br />

con analisi <strong>marcatori</strong><br />

Stima della diversità in<br />

termini di numero di bande<br />

comuni e bande non<br />

condivise<br />

Maggiori le differenze fra i<br />

profili ⇒<br />

Maggiori le diversità a livello<br />

genomico


Importanza della conservazione della<br />

biodiversità <strong>nelle</strong> specie zootecniche<br />

üSoddisfare future richieste di mercato<br />

üSoddisfare futuri bisogni dell’uomo<br />

üAffrontare nuove patologie e condizioni ambientali<br />

üValore storico e culturale<br />

üValore ecologico (equilibrio ecosistema)<br />

üConservazione del territorio<br />

üValore socio-economico in aree marginali e PVS (es.<br />

prodotti tipici, turismo)

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