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Apprendimento motorio, in relazione ai concetti di neurofisiologia ...

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" Metodologia <strong>di</strong> trattamento <strong>in</strong> Fisioterapia ”<br />

Corso per docenti fisioterapisti del CdL <strong>in</strong> FT<br />

<strong>Appren<strong>di</strong>mento</strong> <strong>motorio</strong>, <strong>in</strong> <strong>relazione</strong><br />

<strong>ai</strong> <strong>concetti</strong> <strong>di</strong> <strong>neurofisiologia</strong>, con<br />

l’Esercizio Terapeutico Conoscitivo<br />

Dott.ssa <strong>in</strong> Ft. Federica Mosetti


L‘agire riabilitativo dovrebbe sempre fondarsi sul preciso<br />

riferimento ad una teoria della riabilitazione <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> def<strong>in</strong>ire gli<br />

strumenti attraverso i quali <strong>in</strong>tervenire ed una propria<br />

<strong>in</strong>terpretazione della patologia.<br />

In altri term<strong>in</strong>i, strumenti ed <strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

dovrebbero essere coerenti con la teoria.<br />

Al centro dell’<strong>in</strong>teresse deve essere posto l’esercizio, <strong>in</strong>teso<br />

come <strong>in</strong>terazione pedagogica con il malato e come strumento <strong>di</strong><br />

verifica del sapere riabilitativo.


Si def<strong>in</strong>isce teoria della riabilitazione un <strong>in</strong>sieme strutturato<br />

<strong>di</strong> conoscenze relative <strong>ai</strong> processi <strong>di</strong> recupero che<br />

permetta <strong>di</strong> costruire un modello ragionevole dell’oggetto<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, tale da potere essere messo alla prova<br />

attraverso una serie <strong>di</strong> esercizi.<br />

Ogni teoria per poter permettere l’elaborazione <strong>di</strong> esercizi<br />

adeguati al modello proposto deve consentire anche una<br />

coerente <strong>in</strong>terpretazione della patologia ed una<br />

altrettanto coerente def<strong>in</strong>izione degli strumenti<br />

dell’esercizio, cioè delle strategie che il riabilitatore può<br />

mettere <strong>in</strong> atto.


Solo la possibilità <strong>di</strong> fare riferimento ad una teoria permette<br />

dl elaborare visioni coerenti relativamente all’<strong>in</strong>tero<br />

lavoro riabilitativo, consentendo <strong>di</strong> rispondere a<br />

domande relative:<br />

• al movimento,<br />

• alle alterazioni <strong>in</strong>dotte dalla patologia,<br />

• al recupero,<br />

• all’esercizio.


La Teoria<br />

La teoria della riabilitazione def<strong>in</strong>ita come<br />

cognitiva ritiene che l’entità e il livello<br />

qualitativo del recupero, sia spontaneo<br />

che guidato dall’<strong>in</strong>tervento riabilitativo,<br />

vengano determ<strong>in</strong>ati dal tipo <strong>di</strong> processi<br />

cognitivi attivati e dalla modalità della loro<br />

attivazione.


La Teoria<br />

L’ipotesi che sta alla base della teoria cognitiva è che<br />

attraverso l’attivazione dei processi cognitivi, che sono<br />

fondamentali per permettere all’uomo <strong>di</strong> entrare <strong>in</strong><br />

rapporto con il mondo per conoscerlo, il sistema nervoso<br />

centrale possa giungere ad un perfezionamento <strong>di</strong><br />

questa capacità <strong>di</strong> <strong>in</strong>teragire, sia <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

normalità (appren<strong>di</strong>mento) sia <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> patologia<br />

(recupero).<br />

All’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> questo modo <strong>di</strong> vedere, il recupero non è altro<br />

che una modalità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, che si svolge <strong>in</strong><br />

situazione <strong>di</strong> patologia.


La Teoria<br />

“Ha come oggetto lo stu<strong>di</strong>o dell’<strong>in</strong>fluenza sul recupero dei<br />

processi che permettono la conoscenza.”<br />

Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> al centro dell’<strong>in</strong>teresse del riabilitatore è posto un<br />

approfon<strong>di</strong>mento del modo <strong>in</strong> cui i processi conoscitivi<br />

agiscono nel produrre mo<strong>di</strong>ficazioni relative alle abilità<br />

percettivo-motorie del malato, ovvero il loro ruolo nel<br />

processo che deve condurre a nuove e più evolute forme<br />

<strong>di</strong> organizzazione a carico del sistema nervoso centrale.<br />

I processi che permettono la conoscenza, come<br />

l’attenzione e la memoria, determ<strong>in</strong>ano la qualità del<br />

recupero.


La Teoria<br />

“Questi processi, def<strong>in</strong>iti cognitivi, concedono all’uomo la<br />

capacità <strong>di</strong> <strong>in</strong>teragire con il mondo per assegnargli<br />

senso.”<br />

L’Uomo apparterrebbe a quei sistemi complessi che<br />

def<strong>in</strong>iscono l’evoluzione della loro organizzazione<br />

<strong>in</strong>terna <strong>in</strong> funzione del rapporto col mondo esterno<br />

(Maturana e Varela, 1995).<br />

Il movimento è <strong>in</strong>terpretato come strumento <strong>di</strong> conoscenza<br />

del mondo; per poter essere utilizzato efficacemente,<br />

esso richiede la capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare le relazioni che<br />

<strong>in</strong>tercorrono tra le <strong>di</strong>verse parti del corpo al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sporlo nel migliore dei mo<strong>di</strong> alla funzione <strong>di</strong> prendere<br />

le <strong>in</strong>formazioni necessarie.


La Teoria<br />

Il corpo rappresenta qu<strong>in</strong><strong>di</strong> una superficie recettoriale che,<br />

attraverso la propria mo<strong>di</strong>ficazione, riesce a costruire<br />

relazioni con l’ambiente esterno.<br />

La capacità <strong>di</strong> utilizzare il corpo come superficie<br />

recettoriale viene concepita come scopo dell’attività<br />

motoria dell’essere umano e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> come f<strong>in</strong>alità del<br />

trattamento riabilitativo e contemporaneamente viene<br />

assunta come strumento della condotta terapeutica<br />

stessa.


La Teoria<br />

L’esercizio terapeutico deve rispettare e saper sfruttare il<br />

significato che il movimento assume per il sistema<br />

nervoso centrale che lo programma.<br />

Esiste una rapporto <strong>di</strong> circolarità tra movimento e<br />

conoscenza: se è vero che il movimento serve per<br />

conoscere, è altrettanto vero che i processi che<br />

governano la conoscenza servono a mo<strong>di</strong>ficare il<br />

movimento.


La Teoria<br />

“La Teoria Cognitiva non è astratta. La conoscenza è un<br />

fenomeno biologico e come tale deve essere stu<strong>di</strong>ato.”<br />

In realtà l’appren<strong>di</strong>mento è un fenomeno biologico <strong>in</strong> grado<br />

<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare ed arricchire le strutture neuronali che<br />

sottendono qualsiasi abilità dei sistemi viventi.


DALLA TEORIA<br />

ALL’INTERPRETAZIONE<br />

DELLA PATOLOGIA


L’<strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

In questa ottica il movimento viene visto come un mezzo<br />

per conoscere/<strong>in</strong>teragire con il mondo per dargli un<br />

senso e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> non è separabile dal contesto percettivo.<br />

Tale mezzo può essere più o meno raff<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> rapporto<br />

alla qualità delle capacità organizzative del sistema<br />

nervoso del soggetto <strong>in</strong> esame.<br />

Il paziente con lesione “motoria” può venire così<br />

<strong>in</strong>terpretato come un “sistema” che, <strong>in</strong> seguito alla<br />

lesione, ha visto ridotte <strong>in</strong> <strong>di</strong>versa misura le sue<br />

possibilità <strong>di</strong> organizzarsi <strong>in</strong> funzione delle varie modalità<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>terazione con il mondo circostante.


L’<strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

F<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>staurarsi del deficit <strong>motorio</strong> occorre <strong>in</strong>fatti tener<br />

presente le possibili conseguenze determ<strong>in</strong>ate dalla<br />

mancanza o dalla estrema riduzione <strong>di</strong> certe<br />

afferentazioni a cui il soggetto è sottoposto abitualmente<br />

<strong>in</strong> seguito alla comparsa <strong>di</strong> movimenti alterati.<br />

L’alterazione delle prese <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione circa il<br />

movimento e il mondo esterno <strong>in</strong>terviene a mo<strong>di</strong>ficare<br />

quello che può essere def<strong>in</strong>ito spazio <strong>motorio</strong>, che<br />

corrisponde all’immag<strong>in</strong>e che ciascuno ha del proprio<br />

corpo <strong>in</strong>teso come volume d<strong>in</strong>amicamente organizzabile<br />

del movimento, e come “spazio proprio che ha una<br />

forma e un movimento orientato ad un f<strong>in</strong>e”.


L’<strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

Questa componente <strong>di</strong> rimaneggiamento dello spazio<br />

<strong>motorio</strong> si riscontra <strong>in</strong> tute quelle affezioni a carico<br />

dell’apparato <strong>motorio</strong> che impongono, per un lungo<br />

periodo <strong>di</strong> tempo, un rapporto con l’ambiente mo<strong>di</strong>ficato<br />

rispetto alle precedenti abitud<strong>in</strong>i motorie del soggetto.<br />

… e non soltanto <strong>in</strong> patologie “neurologiche” …


L’<strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

Per ogni tipo <strong>di</strong> patologia motoria è necessario <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare<br />

l’<strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> elementi che <strong>in</strong>cidono maggiormente nel<br />

produrre l’<strong>in</strong>abilità.<br />

Occorre cioè saper <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare uno specifico patologico e il<br />

modo nel quale esso co<strong>in</strong>volge l’<strong>in</strong>tero sistema.<br />

Occorre poi capire come il malato usa i processi cognitivi<br />

quali l’attenzione, la memoria, il l<strong>in</strong>guaggio, il<br />

riconoscimento, la capacità <strong>di</strong> usare l’immag<strong>in</strong>e motoria.


L’<strong>in</strong>terpretazione della patologia<br />

Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> l’<strong>in</strong>terpretazione della patologia è rivolta alla<br />

comprensione:<br />

delle alterazioni che l’organizzazione del sistema ha<br />

subito <strong>in</strong> seguito all’evento lesivo e<br />

del modo <strong>in</strong> cui tali alterazioni hanno mo<strong>di</strong>ficato la<br />

capacità del malato <strong>di</strong> elaborare sequenze significative<br />

per costruire <strong>in</strong>formazioni che <strong>di</strong>ano senso al mondo<br />

(ovvero il suo comportamento).


DALLA TEORIA AGLI<br />

STRUMENTI


Gli strumenti<br />

“La Teoria Cognitiva presenta propri strumenti <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento<br />

terapeutico.”<br />

Gli “strumenti”, che costituiscono le componenti elementari<br />

dell’esercizio, rappresentano i mezzi che il riabilitatore<br />

ha a <strong>di</strong>sposizione per l’evocazione adeguata dei<br />

processi e delle strategie che conducono alla<br />

conoscenza <strong>in</strong> maniera programmata <strong>in</strong> funzione del<br />

recupero.


Gli strumenti<br />

Alla base della condotta terapeutica vi è la scelta <strong>di</strong><br />

sottoporre il malato ad un problema <strong>di</strong> tipo percettivo,<br />

per risolvere il quale egli dovrà produrre adattamenti<br />

tonici o frazionamenti-spostamenti <strong>di</strong> parti del corpo che<br />

gli consentiranno <strong>di</strong> sviluppare l’attività conoscitiva<br />

attivando una serie processi cognitivi che lo condurranno<br />

a formulare delle Ipotesi Percettive (Lurija 1979) le quali<br />

dovranno poi essere verificate.


Gli strumenti<br />

Ogni sequenza comportamentale è determ<strong>in</strong>ata dalla<br />

verifica <strong>di</strong> una ipotesi percettiva che determ<strong>in</strong>a il progetto<br />

<strong>motorio</strong>.<br />

Questo pr<strong>in</strong>cipio fa riferimento <strong>ai</strong> <strong>concetti</strong> <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi<br />

afferente e <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> decisione che <strong>in</strong>quadrano il<br />

sistema complesso dell’atto comportamentale.


A<br />

T<br />

T<br />

O<br />

C<br />

O<br />

M<br />

P<br />

O<br />

R<br />

T<br />

A<br />

M<br />

E<br />

N<br />

T<br />

A<br />

L<br />

E


Gli strumenti<br />

Secondo la concezione <strong>di</strong> Anokh<strong>in</strong> l’architettura dell’atto<br />

comportamentale prevede una s<strong>in</strong>tesi afferente <strong>di</strong> tutti gli<br />

stimoli provenienti dall’ambiente circostante, a<br />

conclusione della quale ha luogo la presa <strong>di</strong> decisione,<br />

cioè l’elaborazione <strong>di</strong> un programma efferente e <strong>di</strong> un<br />

apparato <strong>di</strong> previsione che dovrà confrontarsi con i<br />

risultati del movimento (afferentazione <strong>di</strong> ritorno); il<br />

confronto, a seconda del risultato, darà luogo o meno al<br />

riflesso <strong>di</strong> orientamento.


Gli strumenti<br />

In l<strong>in</strong>ea con lo schema <strong>di</strong> Anokh<strong>in</strong> <strong>di</strong> programmazione del<br />

movimento, il fisioterapista propone al paziente un’ipotesi<br />

percettiva e gli fornisce una serie <strong>di</strong> afferenze accuratamente<br />

selezionate per ottenere la formulazione <strong>di</strong> una fisiologica<br />

s<strong>in</strong>tesi afferenziale, cui consegue un corretto apparato <strong>di</strong><br />

previsione ed un corretto programma <strong>di</strong> movimento; se il<br />

confronto risulta scorretto, il paziente, sulla base del feedback<br />

afferenziale, deve correggere l’apparato <strong>di</strong> previsione<br />

orig<strong>in</strong>ario svolgendo una nuova s<strong>in</strong>tesi afferenziale e<br />

formulando un nuovo programma d’azione che si adatti alla<br />

nuova con<strong>di</strong>zione ambientale.


Gli strumenti<br />

Il trattamento deve com<strong>in</strong>ciare con un lavoro sulla<br />

sensibilità fornendo afferenze tattili e c<strong>in</strong>estesiche da<br />

verificare me<strong>di</strong>ante un’ipotesi percettiva; questo è<br />

importante perché la sensibilità e la motricità sono<br />

strettamente <strong>in</strong>terconnesse, anzi, la percezione è già<br />

<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente un azione (Neisser).


Gli strumenti<br />

Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> ottenere un recupero <strong>di</strong> un atto comportamentale<br />

“evoluto” sotto il profilo sistemico, si propongono al<br />

paziente una serie <strong>di</strong> esperienze specificamente<br />

programmate.


… E ALL’ESERCIZIO


Il compito <strong>motorio</strong> complesso viene scomposto nelle varie<br />

fasi necessarie a realizzarlo.<br />

Ogni sequenza viene ripetuta sotto forma <strong>di</strong> esercizi,<br />

successivamente le varie fasi del movimento vengono<br />

poste <strong>in</strong> sequenza, per favorire il paziente a compiere la<br />

manovra complessiva.<br />

Lo scopo degli esercizi è rappresentato dalla<br />

mo<strong>di</strong>ficazione, osservabile e misurabile,<br />

dell’organizzazione motoria.


L’esercizio Terapeutico Conoscitivo pone come problema<br />

l’assegnazione <strong>di</strong> senso al mondo ed <strong>ai</strong> suoi oggetti, che<br />

può essere correttamente assegnato solo attraverso la<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo, <strong>di</strong> solito<br />

spaziali o <strong>di</strong> contatto, tra piani <strong>di</strong>versi del mondo stesso<br />

o tra queste e parti del corpo del soggetto.<br />

In<strong>di</strong>viduare un esercizio significa pertanto scegliere un<br />

problema conoscitivo che conduca alla elaborazione <strong>di</strong><br />

una adeguata e coerente ipotesi percettiva.<br />

La significatività <strong>di</strong> questa scelta, <strong>ai</strong> f<strong>in</strong>i del recupero, deriva<br />

<strong>di</strong>rettamente d<strong>ai</strong> processi cognitivi che vengono posti <strong>in</strong><br />

atto dal paziente allo scopo <strong>di</strong> riuscire a percepire gli<br />

elementi <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabili per rispondere alla domanda<br />

posta dal problema stesso.


L’esercizio<br />

Poiché la conoscenza e l’<strong>in</strong>terazione che la permette sono<br />

compito dell’<strong>in</strong>tero sistema e non solo del segmento<br />

oggetto ultimo dell’esercizio, nella scelta del problema e<br />

nella previsione del risultato il terapista deve sempre<br />

domandarsi quale è il comportamento dell’<strong>in</strong>tero sistema<br />

allorché un determ<strong>in</strong>ato segmento venga co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> un<br />

esercizio, non solo da un punto <strong>di</strong> vista biomeccanico,<br />

ma anche da un punto <strong>di</strong> vista <strong>in</strong>formativo e conoscitivo<br />

<strong>in</strong> genere.


L’esercizio<br />

Le richieste contenute nell’esercizio-problema devono essere tali<br />

da <strong>in</strong>durre nel sistema nervoso centrale del malato modalità<br />

organizzative assenti allo stato attuale, ma compatibili con le<br />

capacità del malato <strong>di</strong> superare gli elementi patologici che<br />

caratterizzano la sua motricità; il compito cioè non deve<br />

essere troppo facile perché ciò non produrrebbe necessità<br />

organizzative superiori alle attuali, ma neppure troppo<br />

<strong>di</strong>fficoltoso rispetto allo specifico patologico, altrimenti ciò<br />

condurrebbe a produrre risposte tramite strategie scorrette <strong>di</strong><br />

compenso.


L’esercizio<br />

Si può generalmente affermare che il sistema nervoso<br />

centrale posto <strong>di</strong> fronte ad un problema conoscitivo,<br />

agisce formulando delle ipotesi <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretazione e<br />

soluzione che rappresentano una simulazione <strong>di</strong><br />

significati attraverso i quali <strong>in</strong>terpretare il compito e la<br />

soluzione del compito stesso.


L’esercizio<br />

Ci si avvale <strong>di</strong> alcuni sussi<strong>di</strong> elaborati <strong>in</strong> modo da fornire<br />

corrette ipotesi percettive.<br />

Gli esercizi vengono praticati <strong>in</strong> senso <strong>di</strong>sto-prossimale agli<br />

arti e sono <strong>di</strong>visi <strong>in</strong> tre gra<strong>di</strong>, con la f<strong>in</strong>alità <strong>di</strong> controllare<br />

progressivamente prima la Reazione Abnorme allo<br />

Stiramento, poi l’irra<strong>di</strong>azione abnorme, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> gli schemi<br />

elementari, agendo contemporaneamente sui deficit <strong>di</strong><br />

reclutamento.


ESERCIZI DI I°<br />

Esercizi <strong>di</strong> primo grado, sono eseguiti <strong>in</strong> maniera passiva a<br />

velocità costante, non è richiesta al paziente alcuna<br />

attività fisica, se non quella <strong>di</strong> imparare a rilasciare i<br />

propri muscoli <strong>in</strong> maniera selettiva e riconoscere ad<br />

occhi chiusi gli elementi sui cui viene spostata dal<br />

terapista l’estremità <strong>di</strong> un arto.<br />

Volti al contrasto delle <strong>di</strong>sfunzioni legate all’ipertono, come<br />

la reazione abnorme allo stiramento, questi esercizi<br />

sono <strong>in</strong><strong>di</strong>cati per il recupero <strong>di</strong> una corretta modalità <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>cameramento delle afferenze c<strong>in</strong>estesiche ed<br />

esterocettive.


ESERCIZI DI II°<br />

Esercizi <strong>di</strong> secondo grado perseguono, me<strong>di</strong>ante un<br />

contributo <strong>motorio</strong> elementare del paziente, il controllo<br />

della comparsa <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione.<br />

Ha <strong>in</strong>izio il lavoro terapeutico anche nei confronti del<br />

movimento volontario, dato che il controllo<br />

dell’irra<strong>di</strong>azione richiede l’esecuzione <strong>di</strong> contrazioni<br />

attive.


ESERCIZI DI III°<br />

Esercizi <strong>di</strong> terzo grado nei quali la cooperazione motoria è<br />

più ampia, <strong>in</strong> quanto la catena c<strong>in</strong>etica è estesa a<br />

comprendere gran parte del sistema f<strong>in</strong>o<br />

all’elaborazione <strong>di</strong> strategie <strong>in</strong>tegrate.<br />

Contrastano gli schemi elementari me<strong>di</strong>ante il recupero <strong>di</strong><br />

varie unità significative della sequenza<br />

comportamentale.


L’esercizio<br />

La contrazione muscolare non viene m<strong>ai</strong> richiesta come<br />

unico elemento o come elemento a sé stante, né <strong>in</strong> via<br />

volontaria attraverso esplicite richieste verbali, né <strong>in</strong> via<br />

riflessa attraverso la stimolazione <strong>di</strong> comportamenti<br />

stimolo-risposta.<br />

E’ l’ipotesi percettiva, fornita dal fisioterapista con mezzi<br />

l<strong>in</strong>guistici ed extral<strong>in</strong>guistici, a <strong>di</strong>rigere l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

una corretta programmazione del movimento.


L’esercizio<br />

Il soggetto deve valutare la “situazione ambientale” <strong>in</strong> cui si<br />

trova, e coord<strong>in</strong>are e regolare il proprio comportamento<br />

al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> migliorare l'adattamento.<br />

Poiché la situazione ambièntale varia cont<strong>in</strong>uamente,<br />

l'attività comportamentale non può essere<br />

predeterm<strong>in</strong>ata rigidamente, ma deve essere plastica,<br />

soggetta a mo<strong>di</strong>fiche e riaggiustamenti.


QUESTIONI IRRISOLTE


QUESTIONI IRRISOLTE<br />

Oltrepassando i meccanismi lesionali puramente<br />

fisiopatologici, i riabilitatori non dovrebbero m<strong>ai</strong><br />

<strong>di</strong>menticare che il funzionamento cognitivo é <strong>in</strong>fluenzato<br />

anche da fattori <strong>in</strong>terpersonali; gli <strong>in</strong>terventi riabilitativi<br />

dovrebbero cercare <strong>di</strong> ottimizzare i potenziali benefici<br />

dell’<strong>in</strong>terazione: paziente e riabilitatore dovrebbero<br />

essere uniti da obbiettivi riabilitativi comuni.<br />

• importanza degli elementi unici e personali <strong>di</strong> ogni quadro cl<strong>in</strong>ico<br />

• non si può presc<strong>in</strong>dere dallo stu<strong>di</strong>o della personalità e delle vicissitud<strong>in</strong>i, della<br />

<strong>in</strong>terazione tra personalità e <strong>di</strong>sturbo<br />

• modalità personale <strong>di</strong> confronto con il <strong>di</strong>sturbo


QUESTIONI IRRISOLTE<br />

E’ <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabile tenere <strong>in</strong> considerazione le <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduali.<br />

Nella pratica cl<strong>in</strong>ica, lo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali<br />

spesso contrad<strong>di</strong>ce le previsioni formulate per mezzo <strong>di</strong><br />

gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> analisi statistiche.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali nell’uso <strong>di</strong> strategie e nella risposta<br />

emotiva, nell’organizzazione e nella localizzazione delle<br />

funzioni, nelle risorse biologiche e psicologiche<br />

premorbose, nella reattività fisiologica o ancora nel<br />

supporto familiare, per citare alcuni fattori, possono<br />

<strong>in</strong>fluenzare <strong>in</strong> modo significativo il recupero.


QUESTIONI IRRISOLTE<br />

Le <strong>di</strong>fferenze <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali si manifestano<br />

anche nel recupero <strong>di</strong> un significato e <strong>di</strong><br />

un senso del sé che avviene attraverso lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un’identità che spesso é,<br />

perlomeno temporaneamente,<br />

frammentata dalla lesione cerebrale.


Grazie per l’attenzione

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