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Nel 1901 due meccanici di biciclette, i Fratelli<br />

Wilbur e Orville Wright, costruiscono<br />

una minuscola galleria del vento dove misurano<br />

la resistenza e la portanza di oltre<br />

200 modelli di ali di varia forma e accoppiamento.<br />

Due anni dopo, ponendo in pratica<br />

i risultati delle loro misure, si sollevano<br />

in volo per la prima volta da Kitty Hawk,<br />

aprendo l’era dell’aviazione moderna [9].<br />

Il 1907 è un anno curioso perché due personaggi<br />

carismatici dell’ingegneria e della<br />

scienza, Gustav Eiffel e Ludwig Prandtl,<br />

realizzano indipendentemente, a Parigi e a<br />

Gottinga, le gallerie del vento che rappresentano<br />

tuttora il punto di riferimento della<br />

maggior parte degli impianti moderni:<br />

rispettivamente le gallerie a circuito aperto<br />

e a circuito chiuso. Danno anche vita a<br />

un’aspra polemica sulla correttezza delle<br />

rispettive misure della resistenza di una sfera<br />

fino a quando, insieme, riconoscono che<br />

questa grandezza varia in funzione di un<br />

parametro adimensionale successivamente<br />

chiamato numero di Reynolds [4].<br />

Da questo momento si attua un crescendo<br />

di studi aerodinamici che si riflettono su<br />

molti settori dell’ingegneria e della tecnica,<br />

in primo luogo sul campo dell’aviazione<br />

dove si passa dalla concezione di strani velivoli<br />

a forma di pipistrello, al celebre Douglas<br />

DC-3 (fig. 4) che nel 1935 realizza per la<br />

prima volta principi aerodinamici ottimi in<br />

senso moderno [9].<br />

La situazione è analoga nel campo dei veicoli,<br />

dove l’ispirazione aerodinamica conduce<br />

dapprima alla realizzazione di strani<br />

oggetti con le sembianze di siluri, poi ad<br />

automobili sempre più evolute; la loro forma<br />

nasce da studi in galleria del vento nel<br />

corso dei quali sono misurati sistematicamente<br />

i coefficienti aerodinamici di varie<br />

forme alternative, selezionando la forma<br />

più adatta a garantire le prestazioni migliori.<br />

Già nel 1938, ad esempio, Kamm K-3 (fig.<br />

5) attua una concezione moderna di veicolo<br />

con elevate prestazioni aerodinamiche<br />

[10].<br />

Nello stesso periodo Manfred Curry, un celebre<br />

velista e studioso di aerodinamica, ha<br />

Fig. 6 - Vele di Manfred Curry, 1923<br />

Fig. 7 - Commodore Vanderbilt di Henry Dreyfuss,<br />

1934<br />

l’intuizione di realizzare vele con la forma<br />

delle ali degli uccelli (fig. 6). Per questo entra<br />

in contatto con Hugo Junkers, professore<br />

di aerodinamica nell’Università di Dassau,<br />

con cui svolge una campagna di prove in<br />

galleria del vento su velature di varia forma<br />

e concezione; da questa scaturiscono i primi<br />

diagrammi sull’efficienza degli apparati<br />

velici [11]. In breve tempo analoghe prove<br />

e diagrammi diventano elementi essenziali<br />

delle competizioni velistiche, prime fra tutte<br />

la Coppa America.<br />

La concezione aerodinamica crea un impatto<br />

altrettanto importante in campo<br />

ferroviario, dove illustri designer e architetti<br />

come Henry Dreyfuss e Raymond Loewy<br />

progettano locomotori o rivestono quelli<br />

esistenti con carene (fig. 7) che facilitano<br />

la penetrazione del treno nell’aria, trasmettendo<br />

messaggi mediatici tali da connotare<br />

questa tendenza sino a un fatto epocale<br />

di costume [12].<br />

In realtà, in questo periodo, il ruolo dell’aerodinamica<br />

travalica i corpi la cui forma si<br />

avvale di questi principi per conseguire<br />

prestazioni migliori, e invade a livello di<br />

moda la quasi totalità degli oggetti. In questo<br />

spirito i designer di tutto il mondo conferiscono<br />

forma aerodinamica a macchine<br />

Fig. 8 - Prove in galleria del vento su modelli di<br />

costruzione eseguite da Irminger e Nokkentved<br />

fra il 1930 e il 1936<br />

fotografiche, macina caffè, radio e frigoriferi,<br />

sino ai logo delle compagnie più note e<br />

affermate.<br />

Restano escluse da questo processo le costruzioni<br />

civili e soprattutto gli edifici. Analogamente<br />

agli aeroplani, alle automobili,<br />

alle imbarcazioni e alle locomotive, essi si<br />

avvalgono sempre più spesso della galleria<br />

del vento. Lo fanno però con uno spirito<br />

diverso. Mentre i mezzi di trasporto usano<br />

questo strumento per cercare la forma ottimale<br />

attraverso un processo di scelte razionali,<br />

i modelli delle costruzioni entrano<br />

in galleria con l’unico scopo di determinare<br />

le azioni del vento su forme fissate a priori<br />

e indiscutibili (fig. 8).<br />

L’unica eccezione di rilievo a questa tendenza<br />

nei primi 40 anni del ‘900 è opera di<br />

un architetto, Buckminster Fuller, che nel<br />

1927 progetta un edificio, Multiple deck<br />

4-D house (fig. 9), tanto leggero da essere<br />

portato in sito già realizzato mediante un<br />

dirigibile. Per fare ciò, Fuller avverte la necessità<br />

di mitigare le azioni del vento racchiudendo<br />

l’edificio in una carena di vetro<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 53

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