RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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21.01.2015 Views

4. SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO 42 4.1. VALUTAZIONE SINTETICA Indicatori chiave Commento Andamento Unità locali e addetti per settori produttivi Dimensione media delle unità locali Industrie a rischio rilevante Certificazioni ambientali Nel 2001 il numero totale di unità locali presenti nel Lazio è di 381.040. Il settore più numeroso è quello del commercio con 117.675 unità locali, pari al 30,8% del totale regionale. Se si considera il numero di addetti l’industria diventa il terzo settore per dimensione. Il 74,9% delle unità locali è situato nella provincia di Roma; di seguito troviamo la provincia di Latina, (8,8%), quella di Frosinone (8,05%), Viterbo (5,6%), e Rieti (2,5%). Il saldo tra imprese iscritte e cessate è in crescita continua dal 1998. Il Lazio presenta un tessuto produttivo frammentato con un numero medio di addetti per unità locali pari a 3,5, dato che fra l’altro è diminuito rispetto al precedente Censimento, che aveva rilevato un numero medio pari a 4,5. Tale situazione ha ovvie conseguenze sui controlli ambientali che diventano più dispendiosi in termini di tempo e risorse impiegate. Le industrie a rischio di incidente rilevante presenti nel Lazio sono in tutto 83, pari al 7,5% del totale nazionale. Le province col maggior numero di stabilimenti a rischio sono quelle di Roma (43) e Frosinone (19). Nel panorama nazionale dell’ISO 14001 la regione Lazio si colloca al 9° posto con 185 certificazioni, mentre, relativamente all’EMAS, si trova al 6° posto con 7 registrazioni. La provincia che ha conseguito il maggior numero di certificazioni ambientali è quella di Roma, seguita da Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Per quanto riguarda le ISO 14001 la regione Lazio è passata da 12 imprese certificate (1999) a 185 nel 2004. NV Giudizio di sintesi 4.2. 4.2. LE LE PRINCIPALI EVIDENZE La produzione di beni e servizi, oltre ad essere un elemento indicatore del benessere di un determinato territorio, rappresenta anche un fattore di pressione ambientale di rilievo in quanto utilizza l’ambiente sia come serbatoio di input produttivi (materie prime, acqua, energia), sia come recettore degli scarti e delle scorie di produzione (rifiuti, reflui, emissioni). Particolari attività produttive possono, inoltre, rappresentare un fattore di rischio per la sicurezza dei lavoratori e delle popolazioni residenti nelle zone limitrofe agli insediamenti. Il livello di pressione sul territorio è

determinato da alcune caratteristiche quantitative (numero di unità locali e entità delle medesime, qui rilevato in termini di numero di addetti) e qualitative (tipologia di settori, presenza di industrie a rischio di incidente rilevante, presenza di sistemi di gestione ambientale) del settore economico. Il sistema economico produttivo del Lazio ha un peso rilevante a livello nazionale: con un valore aggiunto di 121.459 milioni di Euro, rappresenta il 10,3% del valore aggiunto nazionale ed il 48,9% di quello dell’Italia centrale. Nel 2001 6 il numero totale di unità locali presenti nella Lazio è di 381.040. Il settore preponderante è quello del commercio, con il 30,88%, seguito dai servizi alle imprese (23,38%), mentre l’industria rappresenta solo l’8,57% del totale. Tuttavia, tenendo conto del numero di addetti, si nota che anche il settore industria non è affatto trascurabile, impiegando il 16,52% degli addetti totali. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle unità locali, il 74,97% è situato nella provincia di Roma, di seguito troviamo la provincia di Latina (8,82%) e quella di Frosinone (8,05%). Il Lazio presenta un tessuto produttivo frammentato con un numero medio di addetti per unità locali pari a 3,5, in diminuzione rispetto al 4,5 del precedente Censimento. Nel Lazio il saldo tra imprese iscritte e cessate tra 1991 e 2003 è complessivamente positivo, con una crescita continua a partire dal 1998 ed un forte picco nel 1997. I principali impatti prodotti dal sistema economico produttivo su un determinato territorio sono prevalentemente riconducibili alla produzione di scarti ed al consumo di risorse naturali. Al fine di incidere sui comportamenti degli attori economici, si agisce attraverso le leve della legislazione, del controllo, dell’incentivazione e dell’informazione. Ed ovviamente solo in presenza di un giusto mix dei diversi strumenti si può pervenire alla migliore protezione dell’ambiente. A seguito del D.Lgs.334/1999, per esempio, è stato possibile migliorare la gestione dei rischi industriali di carattere ambientale, che viene monitorata costantemente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela e del Territorio mediante l’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. Ad oggi, l’inventario segnala una presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante nel territorio del Lazio complessivamente pari a 83 stabilimenti (7,5% del totale nazionale), soprattutto nelle province di Roma e Frosinone. In base agli inventari degli stabilimenti sottoposti ad IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) secondo quanto previsto dal D.Lgs.n.372/99, nel corso del 2003 un totale di 101 stabilimenti del Lazio hanno effettuato la dichiarazione al registro INES, con prevalenza nella provincia di Frosinone (40) e Roma (38). SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO 43 Per quanto riguarda le emissioni in aria, gli scarichi idrici e la produzione di rumore – oltre a rimandare agli approfondimenti dei vari capitoli tematici – qui preme porre l’attenzione sull’importanza del ruolo dei controlli che rappresentano non solo uno strumento del processo sanzionatorio ma anche una preziosa fonte di informazione sul territorio. L’Arpalazio, che insieme alle altre Istituzioni 7 svolge il compito di vigilare sull’applicazione della legislazione ambientale da parte delle imprese, controlla fra le altre cose le emissioni di inquinanti nell’aria, le emissioni di rumore e gli scarichi idrici industriali. Nel corso del 2003 le attività di controllo delle emissioni di inquinanti nell’aria provenienti da imprese nel 2003 hanno comportato 417 sopralluoghi ed ispezioni, le attività produttive controllate come sorgenti di rumore sono state 111, mentre le attività di controllo sugli scarichi idrici industriali, accorpate a quelle sugli scarichi civili, hanno comportato un numero di prelievi totali pari a 1.055 campioni. Relativamente alla produzione di rifiuti da parte del settore produttivo, che sicuramente anche a detta dei principali attori del territorio 8 costituisce il problema di maggior rilievo, data l’ampia trattazione che ne viene fornita nel capitolo dedicato si rimanda al medesimo anche per una descrizione delle risposte della Regione in merito. 6 Nel 2002 il numero totale di unità locali presenti nella regione Lazio è di 475.230. 7 Fra di essi: Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e Capitanerie di Porto. 8 “Indagine sulla percezione dello stato dell’ambiente e sulle politiche ambientali nella regione Lazio”, Arpalazio, 2003.

4. SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO<br />

SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO<br />

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4.1. VALUTAZIONE SINTETICA<br />

Indicatori chiave Commento Andamento<br />

Unità locali e<br />

addetti per settori<br />

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Dimensione media<br />

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Industrie a rischio<br />

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Certificazioni<br />

ambientali<br />

Nel 2001 il numero totale di unità locali presenti nel<br />

<strong>Lazio</strong> è di 381.040. Il settore più numeroso è quello<br />

del commercio con 117.675 unità locali, pari al<br />

30,8% del totale regionale. Se si considera il numero<br />

di addetti l’industria diventa il terzo settore per<br />

dimensione. Il 74,9% delle unità locali è situato<br />

nella provincia di Roma; di seguito troviamo la<br />

provincia di Latina, (8,8%), quella di Frosinone<br />

(8,05%), Viterbo (5,6%), e Rieti (2,5%). Il saldo tra<br />

imprese iscritte e cessate è in crescita continua dal<br />

1998.<br />

Il <strong>Lazio</strong> presenta un tessuto produttivo frammentato<br />

con un numero medio di addetti per unità locali pari<br />

a 3,5, dato che fra l’altro è diminuito rispetto al<br />

precedente Censimento, che aveva rilevato un<br />

numero medio pari a 4,5. Tale situazione ha ovvie<br />

conseguenze sui controlli ambientali che diventano<br />

più dispendiosi in termini di tempo e risorse<br />

impiegate.<br />

Le industrie a rischio di incidente rilevante presenti<br />

nel <strong>Lazio</strong> sono in tutto 83, pari al 7,5% del totale<br />

nazionale. Le province col maggior numero di<br />

stabilimenti a rischio sono quelle di Roma (43) e<br />

Frosinone (19).<br />

Nel panorama nazionale dell’ISO 14001 la regione<br />

<strong>Lazio</strong> si colloca al 9° posto con 185 certificazioni,<br />

mentre, relativamente all’EMAS, si trova al 6° posto<br />

con 7 registrazioni. La provincia che ha conseguito il<br />

maggior numero di certificazioni ambientali è quella<br />

di Roma, seguita da Frosinone, Latina, Rieti e<br />

Viterbo. Per quanto riguarda le ISO 14001 la regione<br />

<strong>Lazio</strong> è passata da 12 imprese certificate (1999) a 185<br />

nel 2004.<br />

NV<br />

Giudizio<br />

di sintesi<br />

4.2. 4.2. LE LE PRINCIPALI EVIDENZE<br />

La produzione di beni e servizi, oltre ad essere un elemento indicatore del benessere di un<br />

determinato territorio, rappresenta anche un fattore di pressione ambientale di rilievo in quanto<br />

utilizza l’ambiente sia come serbatoio di input produttivi (materie prime, acqua, energia), sia come<br />

recettore degli scarti e delle scorie di produzione (rifiuti, reflui, emissioni). Particolari attività<br />

produttive possono, inoltre, rappresentare un fattore di rischio per la sicurezza dei lavoratori e delle<br />

popolazioni residenti nelle zone limitrofe agli insediamenti. Il livello di pressione sul territorio è

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