RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio
RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio
Finanziamenti alle aree protette Le aree naturali protette nella regione Lazio hanno beneficiato, tra il 2001 ed il 2003, di finanziamenti regionali per 62 milioni di euro, a cui si aggiungono, nell’ambito dell’APQ7, altri 21 milioni di euro. Nell’anno 2003 è stato sottoscritto un Protocollo Integrativo dell’APQ7 per il finanziamento di ulteriori interventi per un totale di €. 21,5 milioni, nelle annualità 2003/2005. NV 15.2 LE PRINCIPALI EVIDENZE 15.2.1 LO STATO Delle 327 specie di Vertebrati presenti nel Lazio, 128 rientrano nelle diverse categorie di minaccia individuate dall’IUCN (1994). In particolare 57 specie, pari al 44,5% del totale in pericolo, sono ritenute “a basso rischio”; mentre 11 specie rientrano nella categoria “in pericolo in modo critico”, fra le quali emergono Uccelli e Mammiferi (rispettivamente 64 e 31 entità a rischio). Le specie non più segnalate nel Lazio, e pertanto considerate estinte a livello regionale, sono 7, appartenenti alle classi dei Rettili, dei Pesci e degli Uccelli. Per quanto riguarda la variazione negli anni del numero di specie di avifauna migratrice e della consistenza delle loro popolazioni, si evidenzia un lieve incremento (periodo 1993-98) del numero di specie e del numero complessivo degli individui, a testimonianza di un buono stato di conservazione delle zone umide laziali. Le specie esotiche, ovvero non originarie di una determinata area bensì introdotte in maniera volontaria o accidentale dall’uomo, sono in tutto 46, presentando un rapporto con il numero totale delle specie per ciascuna classe che risulta elevato per Anfibi, Rettili e, soprattutto, Pesci. Il Lazio è una delle regioni italiane a maggiore ricchezza floristica, con 3.078 entità di cui 152 endemiche (il 17,2% del totale nazionale). Le specie minacciate sono complessivamente 538 di cui la gran parte (314) sono ritenute “a basso rischio”, mentre a 41 è stato attribuito lo status “in pericolo in modo critico” e 78 sono le specie estinte. Le aree protette del Lazio, escluse quelle marine, occupano una superficie di 205.930 ha, pari al 12% dell’intero territorio, a fronte di una media nazionale del 10%. Quelle d’istituzione regionale sono le più estese mentre i tre Parchi Nazionali (Parco Nazionale del Circeo, Parco Nazionale d’Abruzzo, Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga) occupano complessivamente il 14,3% della superficie protetta. La provincia di Roma è quella con la maggior percentuale di territorio tutelato, 111.726 ha corrispondenti al 20,9% del territorio provinciale. Tra gli ambiti a maggiore valenza naturalistica della regione rientrano 57 aree umide, che nel complesso occupano una superficie di 227,11 km 2 . Nel Lazio ricadono 5 zone umide di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar) per una superficie complessiva di 12,29 km 2 . La Rete Natura 2000 nel Lazio è costituita da 42 Zone di Protezione Speciale (ZPS) e 183 proposti siti di interesse comunitario (pSIC). Le ZPS del Lazio presentano un’estensione complessiva di 263.681 ha, pari al 15,3% del territorio regionale. La provincia con il numero più elevato di queste aree è quella di Viterbo (12) mentre nel territorio di Frosinone e Latina sono localizzate quelle di maggiori dimensioni. I Siti d’Importanza Comunitaria, alcuni ricadenti all’interno delle ZPS, nel complesso occupano una superficie di 143.163 ha, pari all’8,3% di quella regionale. Nei 183 pSIC, valore elevato che colloca il Lazio al secondo posto tra le Regioni italiane per numero di queste aree, si ritrovano 73 diverse tipologie di habitat incluse nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE, a conferma della ricchezza e BIOSFERA 381
BIOSFERA 382 della marcata variabilità degli ecosistemi laziali. Per quanto attiene alla valutazione globale dello stato dei pSIC, formulata tenendo conto delle principali caratteristiche ecologiche degli habitat in essi presenti, è evidente il buono stato di salute della maggior parte (54,6%) di queste aree. Particolarmente positiva la situazione dei siti marini con habitat a Posidonia oceanica, per molti dei quali il giudizio di valutazione è stato “eccellente”. Tra gli elementi di valore del territorio laziale vanno annoverati anche numerosi geositi, ovvero beni culturali a carattere geologico. Nelle campagne di censimento realizzate dalla Regione Lazio, a partire dal 1987, sono stati individuati complessivamente 1.005 geositi, di cui la maggior parte (259) localizzati in provincia di Viterbo. In attesa della approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), unico per l’intero ambito regionale, sono vigenti i 29 Piani Territoriali Paesistici (PTP), 28 approvati e 1 adottato, riguardanti specifici Ambiti di Pianificazione. I dati riguardanti la pianificazione paesistica sono di due tipi: quello amministrativo che interessa pressoché l’intera superficie regionale in quanto ricompresa nel mosaico dei PTP vigenti, e quello “progettuale”, contenente le classificazioni di tutela e riguardante solo parte del territorio regionale. Ciascun PTP si caratterizza quale unico e specifico Ambito di pianificazione che, a sua volta, ad esclusione dei PTP ricadenti nel Comune di Roma, prevede la classificazione di tutela concentrata in Sub Ambiti di particolare interesse. Al momento attuale il territorio oggetto di pianificazione paesistica, e corrispondente classificazione di tutela, risulta pari al 56,6% del totale. La superficie delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico, ai sensi della ex legge 1497/39, costituisce circa il 25% della superficie regionale. Per quanto attiene alla pianificazione urbanistica comunale, nel 2003 il 70% dei Comuni del Lazio risultava dotato di Piano Regolatore Generale (PRG) vigente, il 15% di Piano di Fabbricazione (PdF) vigente, consentito in via sussidiaria dalla L.1150/42, mentre il restante 15% era del tutto privo di strumento urbanistico. Numerosi Comuni ancora privi di PRG lo hanno però già adottato, avviandone il procedimento di formazione. La nuova Carta dell’Uso del Suolo del Lazio (2000) evidenzia una massiccia diffusione delle attività agricole. I seminativi, che occupano una superficie pari al 32,8% di quella regionale, rappresentano la tipologia di copertura del suolo più diffusa, con marcata prevalenza di colture non irrigue. Di considerevole estensione anche le aree occupate da colture permanenti (12,2% del territorio regionale), rappresentate soprattutto da oliveti e in misura minore da frutteti e vigneti. Negli ultimi 6 anni questa classe sembra aver complessivamente incrementato la propria estensione (nel 1994 occupava un territorio pari al 9% di quello regionale). Le superfici fortemente artificializzate interessano complessivamente il 7,7% del territorio regionale (pari a 131.657,5 ha), fra di esse le aree urbanizzate hanno una estensione di 83.457,74 ha, con segnata prevalenza degli insediamenti discontinui e sparsi rispetto a quelli continui. Negli ultimi anni questa classe ha fatto registrare un sensibile aumento (nel 1994 avevano un’estensione 66.206,7 ha) dovuto in gran parte all’incremento dell’insediamento continuo. Gli insediamenti produttivi interessano una superficie complessiva di 30.664,27 ha (con particolare riferimento alla provincia di Roma, 18.747 ha), di cui 14.626,71 hanno carattere di insediamenti industriali o artigianali con spazi annessi. Infine, le zone verdi artificiali non agricole (9.309 ha) e le aree estrattive (8.226 ha) risultano entrambe particolarmente diffuse in provincia di Roma. Anche le aree boscate, con prevalenza delle formazioni a latifoglie, sono molto rappresentate (492.778,63 ha). Meno ampia l’estensione delle aree caratterizzate da copertura vegetale arbustiva e/o erbacea in evoluzione naturale (9,8%). Come già detto i boschi sono ben rappresentati ed interessano il 28,6% della superficie regionale, con netta prevalenza di latifoglie, mentre le foreste di conifere e i boschi misti sono limitati ad ambiti estremamente ridotti. La provincia di Rieti è quella con la maggiore copertura boschiva, 137.897,87 ha pari al 48,8% del territorio provinciale.
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Particolarmente positiva la situazione dei siti marini con habitat a Posidonia oceanica, per molti dei<br />
quali il giudizio di valutazione è stato “eccellente”.<br />
Tra gli elementi di valore del territorio laziale vanno annoverati anche numerosi geositi, ovvero<br />
beni culturali a carattere geologico. Nelle campagne di censimento realizzate dalla <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, a<br />
partire dal 1987, sono stati individuati complessivamente 1.005 geositi, di cui la maggior parte<br />
(259) localizzati in provincia di Viterbo.<br />
In attesa della approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), unico per l’intero<br />
ambito regionale, sono vigenti i 29 Piani Territoriali Paesistici (PTP), 28 approvati e 1 adottato,<br />
riguardanti specifici Ambiti di Pianificazione.<br />
I dati riguardanti la pianificazione paesistica sono di due tipi: quello amministrativo che interessa<br />
pressoché l’intera superficie regionale in quanto ricompresa nel mosaico dei PTP vigenti, e quello<br />
“progettuale”, contenente le classificazioni di tutela e riguardante solo parte del territorio regionale.<br />
Ciascun PTP si caratterizza quale unico e specifico Ambito di pianificazione che, a sua volta, ad<br />
esclusione dei PTP ricadenti nel Comune di Roma, prevede la classificazione di tutela concentrata<br />
in Sub Ambiti di particolare interesse. Al momento attuale il territorio oggetto di pianificazione<br />
paesistica, e corrispondente classificazione di tutela, risulta pari al 56,6% del totale. La superficie<br />
delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico, ai sensi della ex legge 1497/39, costituisce circa<br />
il 25% della superficie regionale.<br />
Per quanto attiene alla pianificazione urbanistica comunale, nel 2003 il 70% dei Comuni del <strong>Lazio</strong><br />
risultava dotato di Piano Regolatore Generale (PRG) vigente, il 15% di Piano di Fabbricazione<br />
(PdF) vigente, consentito in via sussidiaria dalla L.1150/42, mentre il restante 15% era del tutto<br />
privo di strumento urbanistico. Numerosi Comuni ancora privi di PRG lo hanno però già adottato,<br />
avviandone il procedimento di formazione.<br />
La nuova Carta dell’Uso del Suolo del <strong>Lazio</strong> (2000) evidenzia una massiccia diffusione delle<br />
attività agricole. I seminativi, che occupano una superficie pari al 32,8% di quella regionale,<br />
rappresentano la tipologia di copertura del suolo più diffusa, con marcata prevalenza di colture non<br />
irrigue.<br />
Di considerevole estensione anche le aree occupate da colture permanenti (12,2% del territorio<br />
regionale), rappresentate soprattutto da oliveti e in misura minore da frutteti e vigneti. Negli ultimi<br />
6 anni questa classe sembra aver complessivamente incrementato la propria estensione (nel 1994<br />
occupava un territorio pari al 9% di quello regionale).<br />
Le superfici fortemente artificializzate interessano complessivamente il 7,7% del territorio regionale<br />
(pari a 131.657,5 ha), fra di esse le aree urbanizzate hanno una estensione di 83.457,74 ha, con<br />
segnata prevalenza degli insediamenti discontinui e sparsi rispetto a quelli continui. Negli ultimi<br />
anni questa classe ha fatto registrare un sensibile aumento (nel 1994 avevano un’estensione<br />
66.206,7 ha) dovuto in gran parte all’incremento dell’insediamento continuo.<br />
Gli insediamenti produttivi interessano una superficie complessiva di 30.664,27 ha (con particolare<br />
riferimento alla provincia di Roma, 18.747 ha), di cui 14.626,71 hanno carattere di insediamenti<br />
industriali o artigianali con spazi annessi.<br />
Infine, le zone verdi artificiali non agricole (9.309 ha) e le aree estrattive (8.226 ha) risultano<br />
entrambe particolarmente diffuse in provincia di Roma.<br />
Anche le aree boscate, con prevalenza delle formazioni a latifoglie, sono molto rappresentate<br />
(492.778,63 ha). Meno ampia l’estensione delle aree caratterizzate da copertura vegetale arbustiva<br />
e/o erbacea in evoluzione naturale (9,8%). Come già detto i boschi sono ben rappresentati ed<br />
interessano il 28,6% della superficie regionale, con netta prevalenza di latifoglie, mentre le foreste<br />
di conifere e i boschi misti sono limitati ad ambiti estremamente ridotti. La provincia di Rieti è<br />
quella con la maggiore copertura boschiva, 137.897,87 ha pari al 48,8% del territorio provinciale.