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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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2003) che il valore medio nazionale, pari a 19,1% registrato nel 2002. A livello nazionale<br />

l’obiettivo del 15% è stato raggiunto con un ritardo di due anni rispetto alla pianificazione. Al 2001,<br />

infatti, il dato di raccolta differenziata è stato registrato a 17,4%, indicando un’Italia a tre vie, in cui<br />

al Nord si segnalano le percentuali più elevate (Lombardia e Veneto hanno al 2002 già raggiunto<br />

abbondantemente l’obiettivo del 35%) mentre il Centro e ancora di più il Sud si attestano su<br />

percentuali inferiori.<br />

SCHEDA 2<br />

I vantaggi ambientali di una gestione corretta<br />

La raccolta differenziata assume un ruolo prioritario nel sistema di gestione perché permette di<br />

diminuire l’afflusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento, minimizzando così l’impatto<br />

ambientale dei processi di trattamento; inoltre, il valorizzare la componente merceologica del<br />

rifiuto consente di sfruttarne al massimo l’energia potenziale, indirizzandola verso flussi<br />

produttivi alternativi anziché verso lo smaltimento. La raccolta differenziata consente inoltre di<br />

promuovere comportamenti più corretti da parte dei cittadini con conseguenti significativi<br />

cambiamenti dei consumi a beneficio di politiche di prevenzione e riduzione. Dall’analisi dei dati<br />

relativi alle Regioni leader si evince che tali risultati sono stati conseguiti, da una parte, per<br />

l’esistenza di una diffusa rete di intercettazione dei materiali, dall’altra dalla presenza di<br />

un’impiantistica in grado di valorizzare i materiali recuperati. E’ necessario quindi, per il<br />

conseguimento degli obiettivi fissati dalla normativa, che la raccolta differenziata venga realizzata<br />

secondo logiche di integrazione rispetto all’intero ciclo dei rifiuti e che ad essa corrispondano la<br />

dotazione di efficienti impianti di recupero ed una sempre maggiore diffusione dell’utilizzo dei<br />

rifiuti recuperati.<br />

Le attività di recupero dei rifiuti urbani sono finalizzate al recupero diretto (di materia) e indiretto<br />

(di energia termica) dei rifiuti prima di procedere allo smaltimento definitivo. Il processo di<br />

smaltimento dei RU prevede una selezione della componente indifferenziata in grado di separare<br />

la frazione secca ad elevato potere calorifico (“Frazione Secca” e/o CDR -Combustibile da Rifiuti,<br />

come definito dal DM 5.2.1998) dalla frazione organica putrescibile. Gli impianti di trattamento<br />

in grado di effettuare questa selezione, identificati come “meccanico-biologici”, prevedono quindi<br />

una linea meccanica di produzione di frazione secca e una linea di produzione di frazione organica<br />

in cui la frazione organica viene fatta stabilizzare con processi biologici di tipo fermentativo.<br />

Questi impianti possono essere integrati con impianti di trattamento termico con recupero<br />

energetico (termovalorizzatori) o centrali termoelettriche e con impianti di discarica dove<br />

collocare gli inerti prodotti se non altrimenti utilizzabili. Tale trattamento, a partire dal 16 luglio<br />

2005, si dovrà eseguire alla totalità dei RU essendo specificatamente previsto dal DM 36/03, per<br />

consentire ancora in futuro lo smaltimento in discarica dei RU. A questa tipologia di impianti se<br />

ne affiancano altri (impianti di compostaggio) atti alla produzione di compost di qualità da rifiuti<br />

selezionati prima del conferimento al sistema di raccolta RU.<br />

RIFIUTI<br />

295<br />

Nel <strong>Lazio</strong> esistono 4 impianti di selezione dei rifiuti che producono Combustibile Da Rifiuti (CDR)<br />

e altri 4 sono in fase di avviamento; inoltre esistono 13 impianti di produzione di compost di qualità<br />

da matrici selezionate e 3 impianti di termovalorizzazione, di cui due siti in provincia di Frosinone,<br />

rispettivamente a Colleferro e S.Vittore, e uno in provincia di Roma, quello di Ponte Malnome,<br />

esclusivamente dedicato ai rifiuti ospedalieri. Il flusso di smaltimento risulta pari a 225.000 t/a di<br />

CDR con un recupero energetico pari a 195.000 MW/anno.

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