RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio
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12.2 12.2LE LE PRINCIPALI EVIDENZE Nel Lazio i rifiuti rappresentano una realtà assai complessa e delicata, sottolineata dalla dichiarazione del Presidente del Consiglio dei Ministri dello ‘stato di emergenza’ nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, concretizzatasi con la nomina nel 2002 di un Commissario Straordinario delegato appositamente alla gestione dello stato emergenziale per tutto il territorio regionale. SCHEDA 1 Il Decreto Ronchi In tema di rifiuti il principale riferimento normativo è costituito dal D.Lgs. n.22 del 5 Febbraio 1997 (attuazione delle Direttive 91/156//CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio) e successive modifiche ed integrazioni noto anche come “Decreto Ronchi”, il quale ha recepito gli obiettivi strategici dell’Unione Europea in materia di gestione di rifiuti. Esso definisce i principi generali per la gestione dei rifiuti, la ripartizione delle competenze tra i diversi Enti, gli strumenti di pianificazione e le procedure autorizzatorie. Riporta, inoltre, indicazioni specifiche riguardanti alcune particolari tipologie di rifiuti, alla definizione del sistema tariffario e a quello sanzionatorio e fissa inoltre una precisa gerarchia di obiettivi per la gestione dei rifiuti: • azioni di prevenzione - riduzione delle quantità di rifiuti prodotti e della pericolosità degli stessi. • azioni di valorizzazione - analisi delle dinamiche in corso e introduzione di sistemi integrati tesi a favorire il massimo recupero di energia e di risorse. • azioni di corretto smaltimento – Lo smaltimento vero e proprio deve costituire una fase residuale della gestione dei rifiuti e ad esso devono essere destinati solamente quei rifiuti non altrimenti recuperabili. E’ inoltre necessario minimizzare gli spostamenti e aumentare l’efficacia dei controlli relativamente alle modalità di smaltimento. Dal 1 Gennaio 1999 possono essere autorizzati soltanto quei nuovi impianti di incenerimento che prevedano un processo di combustione accompagnato da recupero energetico. RIFIUTI 293 Il Decreto, inoltre, introduce il concetto di “ambito territoriale ottimale” (ATO, generalmente coincidente con i limiti amministrativi della Provincia) inteso come comprensorio a livello del quale realizzare una gestione unitaria dei rifiuti. 12.2.1 LA 12.2.1 PRODUZIONE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI DI RIFIUTI La produzione di rifiuti nel Lazio nel periodo analizzato, 1999-2002, mostra un andamento in continua crescita, con un tasso d’incremento particolarmente elevato tra il 2001 e il 2002 (+17%), facendo registrare un aumento complessivo pari al 33% e raggiungendo nell’anno 2002 un valore di 6.312.044 di tonnellate. Relativamente ai rifiuti urbani, le province di Roma, Latina e Frosinone, quelle più popolose, presentano, come ovvio, i valori più alti di produzione assoluta (rispettivamente, nel 2002, 80%, 8% e 5,8%). La provincia di Roma si caratterizza anche per una produzione procapite molto elevata, superiore a quella media nazionale, che mostra una lieve tendenza all’aumento negli ultimi 3 anni analizzati (2000-2002) e che riflette anche la componente legata al turismo, principalmente
concentrato sulla città di Roma. I dati di produzione registrati risultano comunque inferiori alle previsioni del PRGR che prevedeva al 2001 una produzione di RU pari a circa 3.450.000 t/a e al 2002 una produzione totale di 3.270.736 t/a. La produzione stimata di RU riportata nel PRGR è stata basata su un bilancio tra il regolare tasso di crescita della produzione di RU (proiettato nel tempo sulla base di un trend storicamente riscontrato in cui la raccolta differenziata non incideva significativamente) e la contemporanea crescita del tasso di raccolta differenziata come fissato dal D.Lgs.n.22/97. Dalla discordanza di tali valori (riscontrato e atteso), si evince il ritardo della crescita della raccolta differenziata rispetto alla produzione dei rifiuti urbani. Il rapporto tra la produzione di rifiuti speciali e quella dei rifiuti urbani è indice del livello di industrializzazione, dato che la produzione di rifiuti speciali è dovuta principalmente ai settori produttivi. La ripartizione a livello nazionale tra rifiuti speciali e urbani nel 2001 indica una rapporto di circa 3:1, mentre a livello regionale questo rapporto si riduce a circa 0,8:1. Nel Lazio dal 2001 al 2002 la produzione di rifiuti speciali cresce del 34,4%. Tale incremento è dovuto quasi esclusivamente ai rifiuti speciali non pericolosi, che incidono per una percentuale pari al 97%. Le cause di questo aumento si possono ricercare nelle migliorate condizioni economiche e nella gestione delle attività industriali, infatti, la produzione dei rifiuti speciali e dei rifiuti inerti è collegata ai settori produttivi. Circa il 75% dei rifiuti speciali prodotti può essere ricondotto ad attività di tipo industriale, mentre il restante 25% deriva dalle attività domestiche, infatti, l’industria manifatturiera, il settore delle costruzioni e delle demolizioni, l’estrazione mineraria da cava e l’agricoltura sono le attività economiche che contribuiscono maggiormente alla produzione dei rifiuti speciali. RIFIUTI 294 Analizzando le singole province si può notare come nel 2002 per Frosinone, Viterbo e Latina la voce di maggior produzione di rifiuti speciali è il gruppo CER 19 (rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti), mentre per la provincia di Roma è il gruppo CER 15 (rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi) e per quella di Rieti è il gruppo CER 04 (rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce nonché dell'industria tessile). Le maggiori quantità di rifiuti speciali sono prodotte in provincia di Roma e in provincia di Frosinone, in ragione della più viva realtà produttiva esistente in queste due province. Inoltre il trend di crescita della produzione di rifiuti speciali della provincia romana è di gran lunga superiore alle altre province che mostrano un aumento della produzione molto meno visibile. 12.2.2 LA 12.2.2 GESTIONE LA GESTIONE DEI RIFIUTI DEI RIFIUTI Il Decreto Ronchi delinea una strategia ben precisa per la gestione di rifiuti, individuando una gerarchia che vede lo smaltimento in discarica come fase residuale del processo di gestione dei rifiuti non altrimenti recuperabili. Il D.Lgs.n. 22/97 prevedeva per la raccolta differenziata tre obiettivi di crescita progressiva, quali: • 15% entro marzo 1999 • 25% entro marzo 2001 • 35% entro marzo 2003. Nel 2002 la quantità di rifiuti urbani, oggetto di raccolta differenziata nel Lazio, è stata pari a 152.227 t, pari al 5,12% della produzione complessiva di rifiuti urbani, dato che ben evidenzia la criticità della gestione del ciclo dei rifiuti, collocando il Lazio al quart’ultimo posto nella graduatoria delle regioni italiane. Rimangono lontanissimi, pertanto, sia i livelli di raccolta individuati come obiettivi da raggiungere dal Ronchi, (15% entro il 1999, 25% nel 2001, 30% nel
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previsioni del PRGR che prevedeva al 2001 una produzione di RU pari a circa 3.450.000 t/a e al<br />
2002 una produzione totale di 3.270.736 t/a. La produzione stimata di RU riportata nel PRGR è<br />
stata basata su un bilancio tra il regolare tasso di crescita della produzione di RU (proiettato nel<br />
tempo sulla base di un trend storicamente riscontrato in cui la raccolta differenziata non incideva<br />
significativamente) e la contemporanea crescita del tasso di raccolta differenziata come fissato dal<br />
D.Lgs.n.22/97. Dalla discordanza di tali valori (riscontrato e atteso), si evince il ritardo della crescita<br />
della raccolta differenziata rispetto alla produzione dei rifiuti urbani.<br />
Il rapporto tra la produzione di rifiuti speciali e quella dei rifiuti urbani è indice del livello di<br />
industrializzazione, dato che la produzione di rifiuti speciali è dovuta principalmente ai settori<br />
produttivi. La ripartizione a livello nazionale tra rifiuti speciali e urbani nel 2001 indica una<br />
rapporto di circa 3:1, mentre a livello regionale questo rapporto si riduce a circa 0,8:1.<br />
Nel <strong>Lazio</strong> dal 2001 al 2002 la produzione di rifiuti speciali cresce del 34,4%. Tale incremento è<br />
dovuto quasi esclusivamente ai rifiuti speciali non pericolosi, che incidono per una percentuale pari<br />
al 97%. Le cause di questo aumento si possono ricercare nelle migliorate condizioni economiche e<br />
nella gestione delle attività industriali, infatti, la produzione dei rifiuti speciali e dei rifiuti inerti è<br />
collegata ai settori produttivi. Circa il 75% dei rifiuti speciali prodotti può essere ricondotto ad<br />
attività di tipo industriale, mentre il restante 25% deriva dalle attività domestiche, infatti, l’industria<br />
manifatturiera, il settore delle costruzioni e delle demolizioni, l’estrazione mineraria da cava e<br />
l’agricoltura sono le attività economiche che contribuiscono maggiormente alla produzione dei<br />
rifiuti speciali.<br />
RIFIUTI<br />
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Analizzando le singole province si può notare come nel 2002 per Frosinone, Viterbo e Latina la<br />
voce di maggior produzione di rifiuti speciali è il gruppo CER 19 (rifiuti prodotti da impianti di<br />
trattamento dei rifiuti), mentre per la provincia di Roma è il gruppo CER 15 (rifiuti di imballaggio,<br />
assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi) e per quella di Rieti è il gruppo CER 04<br />
(rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce nonché dell'industria tessile). Le maggiori quantità di<br />
rifiuti speciali sono prodotte in provincia di Roma e in provincia di Frosinone, in ragione della più<br />
viva realtà produttiva esistente in queste due province. Inoltre il trend di crescita della produzione di<br />
rifiuti speciali della provincia romana è di gran lunga superiore alle altre province che mostrano un<br />
aumento della produzione molto meno visibile.<br />
12.2.2 LA 12.2.2 GESTIONE LA GESTIONE DEI RIFIUTI DEI RIFIUTI<br />
Il Decreto Ronchi delinea una strategia ben precisa per la gestione di rifiuti, individuando una<br />
gerarchia che vede lo smaltimento in discarica come fase residuale del processo di gestione dei<br />
rifiuti non altrimenti recuperabili. Il D.Lgs.n. 22/97 prevedeva per la raccolta differenziata tre obiettivi<br />
di crescita progressiva, quali:<br />
• 15% entro marzo 1999<br />
• 25% entro marzo 2001<br />
• 35% entro marzo 2003.<br />
Nel 2002 la quantità di rifiuti urbani, oggetto di raccolta differenziata nel <strong>Lazio</strong>, è stata pari a<br />
152.227 t, pari al 5,12% della produzione complessiva di rifiuti urbani, dato che ben evidenzia la<br />
criticità della gestione del ciclo dei rifiuti, collocando il <strong>Lazio</strong> al quart’ultimo posto nella<br />
graduatoria delle regioni italiane. Rimangono lontanissimi, pertanto, sia i livelli di raccolta<br />
individuati come obiettivi da raggiungere dal Ronchi, (15% entro il 1999, 25% nel 2001, 30% nel