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RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE DEL ... - Regione Lazio

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importante adempimento della <strong>Regione</strong> per il perseguimento della tutela e della gestione delle<br />

risorse idriche, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa ai fini della qualità della vita e del<br />

mantenimento delle attività socio-economiche delle popolazioni del <strong>Lazio</strong>. Il Piano di Tutela delle<br />

Acque è il piano stralcio di settore del piano di bacino (dell’articolo 17 comma 6 ter della Legge 18<br />

maggio 1989 n.183) e, secondo quanto stabilito dal D.Lgs.n.152/1999, attraverso attività<br />

conoscitive il territorio regionale è stato suddiviso in 39 bacini. Tra i principali risultati delle<br />

indagini svolte emerge che lo stato qualitativo dei corpi idrici superficiali si presenta molto<br />

complesso e con alcune preoccupanti situazioni di criticità.<br />

Nel <strong>Lazio</strong> è molto esteso lo stato di qualità ambientale “sufficiente” anche per bacini dove sarebbe<br />

stato logico attendersi una qualità migliore in relazione alla limitata pressione antropica. Le<br />

situazioni più compromesse, con stato di qualità “pessimo”, sono state riscontrate nella valle del<br />

Sacco, in provincia di Latina relativamente ai tre bacini Rio Martino, Moscarello e Astura e nel<br />

basso bacino del Tevere dopo Roma. Su questi bacini l’attenzione deve essere posta soprattutto<br />

verso i maggiori centri urbani e le attività agricole e industriali che su di essi gravano. Nella<br />

maggior parte dei casi tali situazioni richiedono, per il raggiungimento dello stato di qualità<br />

“buono”, che le acque reflue, anche se depurate, non vengano immesse direttamente nei corpi idrici<br />

superficiali. Per questo motivo, oltre che ai fini del risparmio delle risorse idriche, la <strong>Regione</strong><br />

promuove il riutilizzo delle acque reflue depurate e sanitarizzate principalmente per scopi agricoli,<br />

come avvenuto attraverso l’Accordo di Programma Quadro (APQ8) “Tutela delle acque e gestione<br />

integrata delle risorse idriche”, siglato con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio,<br />

che ha consentito di programmare e realizzare interventi per un valore complessivo di 9,35 milioni<br />

di Euro, di cui 7,4 destinati specificatamente alla provincia di Latina (comuni di Terracina e<br />

Sermoneta). La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, inoltre, ha avviato il censimento del settore depurativo (D.G.R. del<br />

11.06.04 n.495) per individuare le situazioni di non efficienza del servizio ai fini di un intervento<br />

tecnico strutturale finalizzato al potenziamento ed all’allineamento ai disposti di legge di tutti i<br />

depuratori regionali. In particolare è stato redatto un quadro dettagliato degli interventi necessari in<br />

campo depurativo, fognario e di collettamento, propedeutici al raggiungimento degli obiettivi di<br />

tutela prescritti dal D.Lgs.n.152/99, ed è stata elaborata una previsione di spesa pari<br />

complessivamente a 360.879.103,01 Euro, che giova del co-finanziamento derivante dall’APQ8.<br />

IDROSFERA<br />

181<br />

Fra i principali strumenti di risposta, la <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> usufruisce dei servizi della stessa Arpalazio,<br />

agenzia che svolge l’attività di vigilanza e controllo sulla qualità delle acque secondo quanto<br />

previsto dalla normativa e programmi di monitoraggio specifici ed effettua inoltre interventi di<br />

controllo pure su richiesta di soggetti istituzionali (Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato,<br />

Carabinieri, Enti locali). Le attività possono ricondursi a 4 temi principali: acque superficiali e<br />

sotterranee, acque di balneazione e sorveglianza algale, acque reflue e, a supporto delle Aziende<br />

USL, acque destinate al consumo umano. Relativamente alle acque superficiali (fluviali, lacustri e<br />

marine costiere), vengono controllate oltre 200 stazioni distribuite su tutti i corpi idrici significativi<br />

della regione. Relativamente alle acque sotterranee, vengono monitorati oltre 60 pozzi e circa 70<br />

sorgenti. Dal punto di vista quantitativo, il controllo delle acque ai fini della balneazione<br />

(comprensivo del monitoraggio per la rilevazione di alghe potenzialmente tossiche per la salute<br />

umana) costituisce l’impegno più oneroso dell’Agenzia: lungo le coste marine e lacustri del <strong>Lazio</strong><br />

nel 2003 sono stati raccolti e analizzati 6.726 campioni. Anche il controllo delle acque reflue è<br />

un’attività consistente e in forte incremento: nel 2003 sono stati effettuati oltre 1000 controlli su<br />

acque di scarico. Estremamente impegnativa è anche l’attività di controllo delle acque destinate al<br />

consumo umano (acque potabili e acque minerali), che nel 2003 ha visto impegnata l’Agenzia<br />

nell’analisi di oltre 23.000 campioni a supporto delle ASL. Dal punto di vista territoriale, la<br />

provincia di Roma assorbe ben il 62% delle attività di controllo, in coerenza con le pressioni<br />

determinate dai fattori socio-economici e strutturali evidenziati in diverse parti del presente<br />

documento, seguita in ordine da Viterbo 19% e Latina 11%.

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