gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
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Dal rischio black-out a una sovraccapacità di generazione.<br />
La strada dell’energia italiana, complice<br />
il successo delle rinnovabili, pare in discesa. Eppure,<br />
i nodi da scio<strong>gli</strong>ere sono ancora tanti: ritardi della<br />
crescita verde, regolazione, risparmio energetico,<br />
efficienza. Punti di forza e debolezza di uno dei mercati,<br />
potenzialmente, più competitivi del mondo.<br />
32<br />
n<br />
ell’arco di pochi anni il sistema energetico<br />
italiano è stato protagonista<br />
di un deciso cambio di marcia. Spinte<br />
di carattere industriale, politico e<br />
tecnologico hanno condotto il Paese da uno<br />
stato di allarme black-out a uno di ampia<br />
sovraccapacità di generazione. La crisi economica<br />
e la conseguente riduzione della domanda<br />
hanno esercitato, in questo processo,<br />
un ruolo solo parziale. Già il massiccio ciclo di<br />
investimenti promosso dalla prima stagione<br />
di liberalizzazioni, infatti, aveva favorito una<br />
maggiore disponibilità di risorse, facendo<br />
dell’Italia uno tra i più competitivi mercati al<br />
mondo per parco di generazione e opportunità<br />
di investimento.<br />
A questa dinamica si è aggiunto, in seguito, il<br />
boom delle energie rinnovabili, sostenuto da<br />
cospicui incentivi pubblici e dalla rinnovata<br />
decisione referendaria nettamente contraria<br />
al nucleare. Questa fase espansiva del “verde”<br />
prosegue ancora oggi sia in Italia sia nell’Ue:<br />
la Commissione Europea non manca di ribadirne<br />
la solidità delle prospettive economiche<br />
e occupazionali, avvalorando le stime di que<strong>gli</strong><br />
istituti e centri di ricerca che considerano<br />
plausibile un 2050 interamente “green” o<br />
quasi.<br />
Lo scenario italiano, in ogni caso, evidenzia<br />
ancora una serie di nodi da risolvere rispetto<br />
ai quali la volontà della politica e il perimetro<br />
che verrà assegnato al mercato assumono<br />
una rilevanza fondamentale. Una prima questione<br />
fa riferimento al ruolo e alle possibilità<br />
di sviluppo della rete di trasmissione elettrica<br />
nazionale, sul cui profilo si giocherà la partita<br />
per una equa competizione tra operatori<br />
e tecnologie. Sul fronte dei consumi invece<br />
il declino delle grandi imprese manifatturiere<br />
fortemente inquinanti e a bassa accettabilità<br />
sociale (siderurgia, petrolchimica, alluminio,<br />
etc.) pone il problema della rivisitazione delle<br />
politiche dei sussidi ancora oggi più o meno<br />
celate nella regolazione energetica. Un fenomeno,<br />
questo, rispetto al quale la politica ha<br />
spesso recitato un ruolo opaco ed esente dalle<br />
necessarie assunzioni di responsabilità.<br />
Analoga attenzione deve essere dimostrata<br />
nei confronti dei processi che accompagnano<br />
la diffusione dell’energia verde. Se le promesse<br />
di affermazione delle sue tecnologie sono<br />
sempre più sulla strada di esser mantenute,<br />
<strong>gli</strong> sviluppi più recenti in tutta Europa mostrano<br />
che i costi - diretti e indiretti - di approcci<br />
non di mercato sono assai elevati e in prospettiva<br />
rischiano di rivelarsi sempre più insostenibili.<br />
Emerge dunque la necessità di una<br />
maggiore trasparenza sull’entità di tali “extra”,<br />
destinati peraltro a gravare finanziariamente<br />
in misura sempre maggiore sulle spalle<br />
dei cittadini, accanto alla definizione lucida<br />
e puntuale delle priorità su cui indirizzare le<br />
certamente non illimitate risorse disponibili<br />
(risparmio energetico, efficienza, riciclaggio).<br />
Il working group di veDrò approfondirà questo<br />
complesso di temi evidenziando le opportunità<br />
e le criticità di un settore che in modo<br />
sempre più determinante, con il suo grado di<br />
efficienza, innovazione e trasparenza, definirà<br />
nei prossimi anni il coefficiente competitivo<br />
del nostro Paese.<br />
coordinano: Riccardo Angelini, direttore Iren Mercato;<br />
Lorenzo Parola, partner Grimaldi studio legale<br />
tra i partecipanti: Stella Bianchi, responsabile<br />
Ambiente Segreteria nazionale Pd; Emilia Blanchetti,<br />
vicepresidente Aris; Pietro Bracco, partner<br />
Fantozzi&Associati; Gianluca Calvosa, responsabile<br />
Relazione esterne Nec Italia; Luca Valerio Camerano,<br />
amministratore delegato GdFSuez Energie; Luca Dal Fabbro,<br />
presidente Domotecnica; Anna De Ioris, economista, esperta<br />
di reti elettriche; Giuliano Frosini, direttore public affairs<br />
Terna; Fulvio Fontini, seconded national expert Agenzia<br />
europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia; Elena<br />
Fumagalli, responsabile affari regolamentari Edison; Paolo<br />
Luca Ghislandi, segretario generale Aiget; Michele<br />
Governatori, direttore Affari istituzionali e regolamentari Egl/<br />
Axpo Italia; Fabrizio Iaccarino, responsabile rapporti con il<br />
Governo Enel; Vanessa Leonardi, advisor clima ed energia<br />
Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare;<br />
Piergiorgio Liberati, Managing Director Assistant, Gestore<br />
Servizi Energetici; Giovanni Moschetta, consi<strong>gli</strong>ere giuridico<br />
per il diritto dell’Unione europea e il diritto internazionale e<br />
coordinatore del dipartimento per <strong>gli</strong> affari giuridici e legislativi<br />
Presidenza del Consi<strong>gli</strong>o dei ministri; Massimo Ricci,<br />
presidente e amministratore delegato GME – Gestore dei Mercati<br />
Energetici; Hannelore Rocchio, senior vice President<br />
Eni, regolazione e rapporti con le authorities; Elio Ruggeri,<br />
direttore Infrastrutture Gas Internazionali, Edison; Cesare<br />
San Mauro, professore di Diritto dell’Economia, Università del<br />
Salento; Giuseppe Zollino, delegato italiano comitato energia<br />
a Bruxelles<br />
wg manager: Andrea Bonzanni, Lo Spazio della politica<br />
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