gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
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In principio furono <strong>gli</strong> enti caritatevoli vecchia maniera:<br />
beneficienza appannaggio dei più poveri. Poi<br />
anche in Italia la filantropia ha imboccato la via<br />
dell’impresa sociale. Sussidiarietà, welfare territoriale,<br />
programmazione de<strong>gli</strong> interventi. Pubblico e<br />
privato contro vecchie e nuove vulnerabilità.<br />
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s<br />
econdo <strong>gli</strong> ultimi dati Istat, in Italia<br />
un terzo delle fami<strong>gli</strong>e numerose<br />
vive in condizione di povertà. Autorevoli<br />
istituti di sondaggi, poi, ci rivelano<br />
che una quota analoga della popolazione,<br />
spaventata dalle conseguenze della crisi,<br />
teme la minaccia di cadere vittima dell’indigenza.<br />
La precaria condizione dei bilanci pubblici<br />
di larga parte delle democrazie occidentali<br />
apre oggi scenari poco rassicuranti sulla<br />
tenuta de<strong>gli</strong> standard di vita di ampie fasce<br />
della popolazione. Per limitare <strong>gli</strong> effetti di<br />
questo arretramento nel livello di benessere<br />
generale è urgente riflettere sull’integrazione<br />
di formule complementari di sostegno, specie<br />
nei riguardi dei segmenti sociali più deboli<br />
ed esposti. Da questo punto di vista, il rilancio<br />
su basi nuove del dialogo tra <strong>gli</strong> enti di natura<br />
filantropica e le istituzioni può costituire,<br />
nel quadro di un’efficace e realistica forma di<br />
welfare, una prima risposta alle esigenze poste<br />
dalla difficile congiuntura che stiamo attraversando.<br />
Fortunatamente le istituzioni, tanto a livello<br />
locale che nazionale, sono sempre più attente<br />
al ruolo del terzo settore e delle fondazioni<br />
nella tutela dei servizi alla persona, in particolare<br />
quelli rivolti alla popolazione più fragile.<br />
Le stesse fondazioni, dal canto <strong>loro</strong>, in linea<br />
con una visione evoluta della filantropia che<br />
vede <strong>gli</strong> enti di erogazione soggetti attivi nelle<br />
politiche sociali del territorio, sostengono le<br />
iniziative in cui sono coinvolte lungo l’intero<br />
ciclo di realizzazione, dalla progettazione alla<br />
fase più marcatamente operativa. Non soltanto<br />
in veste di soggetti finanziatori, dunque,<br />
ma mettendo in campo risorse diverse,<br />
know how e competenze, con l’obiettivo di<br />
promuovere modelli che rispettino principi di<br />
innovazione, sostenibilità e networking.<br />
Già si sono sviluppate, nel nostro Paese, esperienze<br />
di collaborazione tra pubblico e privato<br />
su percorsi originali e virtuosi, come nel caso<br />
delle amministrazioni locali di Milano e Torino.<br />
Simili iniziative scontano però le rigidità di<br />
una normativa che, precludendo la possibilità<br />
di forme di collaborazione dirette, finisce<br />
col comprometterne in parte l’efficacia. La<br />
modalità di partnership oggi maggiormente<br />
adottata, quella del partenariato, si fonda sulla<br />
sigla di protocolli d’intesa che funzionano<br />
più come “cappello” alle strategie operative<br />
che come un piano su cui sviluppare idee<br />
condivise. C’è invece la necessità di ricercare<br />
soluzioni flessibili che, favorendo la simmetria<br />
dei ruoli e il confronto, restituiscano concretezza<br />
e sostanza alla co-progettazione tra<br />
pubblico e privato.<br />
Partendo dall’individuazione dei limiti e delle<br />
potenzialità del sistema attuale nelle sue diverse<br />
articolazioni territoriali, il working group<br />
di veDrò tenterà di dare risposta all’esigenza<br />
di delineare uno o più modelli possibili di<br />
collaborazione tra fondazioni e istituzioni:<br />
immaginando ricette capaci di produrre un<br />
effettivo impatto sul sistema dei servizi, siano<br />
essi indirizzati alla realtà del singolo quartiere,<br />
del piccolo Comune o dell’intero territorio<br />
nazionale.<br />
coordinano: Nicola Barone, giornalista Sole 24 Ore;<br />
Novella Pellegrini, segretario generale Enel Cuore Onlus<br />
tra i partecipanti: Ernesto Albanese, presidente<br />
L’Altra Napoli onlus; Alberto Cairo, fisioterapista e scrittore<br />
italiano, delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa<br />
in Afghanistan, candidato al Premio Nobel per la Pace 2010;<br />
Bernardino Casadei, segretario generale Assifero; Maria<br />
Cristina Ferradini, head of sustainability e foundation<br />
Vodafone; Pietro Ferrari-Bravo, direttore generale<br />
Fondazione Con il Sud; Davide Invernizzi, direttore servizi alla<br />
persona Fondazione Cariplo; Massimo Lapucci, segretario<br />
generale Fondazione CRT; Vincenzo Linarello, presidente<br />
Consorzio Goel; Antonello Lupo, avvocato Portolano Cavallo<br />
studio legale; Giovanna Melandri, deputato Pd e presidente<br />
UMAN Foundation; Raffaella Milano, direttore programmi<br />
Italia-Europa Save the Children; Vincenzo Onorato,<br />
presidente Moby; Yahya Pallavicini, Imam della Moschea al-<br />
Wahid di Milano; Francesco Perrini, professore ordinario di<br />
Economia e Gestione delle imprese, Università Bocconi; Marco<br />
Rossi Doria, sottosegretario di Stato, Ministero dell’Istruzione;<br />
Francesco Russo, segretario generale TrecentoSessanta e<br />
docente Politiche della formazione, Università di Udine; Davide<br />
Usai, direttore generale Unicef<br />
wg manager: Andrea Danielli, Lo Spazio della politica<br />
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