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gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni

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In principio furono <strong>gli</strong> enti caritatevoli vecchia maniera:<br />

beneficienza appannaggio dei più poveri. Poi<br />

anche in Italia la filantropia ha imboccato la via<br />

dell’impresa sociale. Sussidiarietà, welfare territoriale,<br />

programmazione de<strong>gli</strong> interventi. Pubblico e<br />

privato contro vecchie e nuove vulnerabilità.<br />

30<br />

s<br />

econdo <strong>gli</strong> ultimi dati Istat, in Italia<br />

un terzo delle fami<strong>gli</strong>e numerose<br />

vive in condizione di povertà. Autorevoli<br />

istituti di sondaggi, poi, ci rivelano<br />

che una quota analoga della popolazione,<br />

spaventata dalle conseguenze della crisi,<br />

teme la minaccia di cadere vittima dell’indigenza.<br />

La precaria condizione dei bilanci pubblici<br />

di larga parte delle democrazie occidentali<br />

apre oggi scenari poco rassicuranti sulla<br />

tenuta de<strong>gli</strong> standard di vita di ampie fasce<br />

della popolazione. Per limitare <strong>gli</strong> effetti di<br />

questo arretramento nel livello di benessere<br />

generale è urgente riflettere sull’integrazione<br />

di formule complementari di sostegno, specie<br />

nei riguardi dei segmenti sociali più deboli<br />

ed esposti. Da questo punto di vista, il rilancio<br />

su basi nuove del dialogo tra <strong>gli</strong> enti di natura<br />

filantropica e le istituzioni può costituire,<br />

nel quadro di un’efficace e realistica forma di<br />

welfare, una prima risposta alle esigenze poste<br />

dalla difficile congiuntura che stiamo attraversando.<br />

Fortunatamente le istituzioni, tanto a livello<br />

locale che nazionale, sono sempre più attente<br />

al ruolo del terzo settore e delle fondazioni<br />

nella tutela dei servizi alla persona, in particolare<br />

quelli rivolti alla popolazione più fragile.<br />

Le stesse fondazioni, dal canto <strong>loro</strong>, in linea<br />

con una visione evoluta della filantropia che<br />

vede <strong>gli</strong> enti di erogazione soggetti attivi nelle<br />

politiche sociali del territorio, sostengono le<br />

iniziative in cui sono coinvolte lungo l’intero<br />

ciclo di realizzazione, dalla progettazione alla<br />

fase più marcatamente operativa. Non soltanto<br />

in veste di soggetti finanziatori, dunque,<br />

ma mettendo in campo risorse diverse,<br />

know how e competenze, con l’obiettivo di<br />

promuovere modelli che rispettino principi di<br />

innovazione, sostenibilità e networking.<br />

Già si sono sviluppate, nel nostro Paese, esperienze<br />

di collaborazione tra pubblico e privato<br />

su percorsi originali e virtuosi, come nel caso<br />

delle amministrazioni locali di Milano e Torino.<br />

Simili iniziative scontano però le rigidità di<br />

una normativa che, precludendo la possibilità<br />

di forme di collaborazione dirette, finisce<br />

col comprometterne in parte l’efficacia. La<br />

modalità di partnership oggi maggiormente<br />

adottata, quella del partenariato, si fonda sulla<br />

sigla di protocolli d’intesa che funzionano<br />

più come “cappello” alle strategie operative<br />

che come un piano su cui sviluppare idee<br />

condivise. C’è invece la necessità di ricercare<br />

soluzioni flessibili che, favorendo la simmetria<br />

dei ruoli e il confronto, restituiscano concretezza<br />

e sostanza alla co-progettazione tra<br />

pubblico e privato.<br />

Partendo dall’individuazione dei limiti e delle<br />

potenzialità del sistema attuale nelle sue diverse<br />

articolazioni territoriali, il working group<br />

di veDrò tenterà di dare risposta all’esigenza<br />

di delineare uno o più modelli possibili di<br />

collaborazione tra fondazioni e istituzioni:<br />

immaginando ricette capaci di produrre un<br />

effettivo impatto sul sistema dei servizi, siano<br />

essi indirizzati alla realtà del singolo quartiere,<br />

del piccolo Comune o dell’intero territorio<br />

nazionale.<br />

coordinano: Nicola Barone, giornalista Sole 24 Ore;<br />

Novella Pellegrini, segretario generale Enel Cuore Onlus<br />

tra i partecipanti: Ernesto Albanese, presidente<br />

L’Altra Napoli onlus; Alberto Cairo, fisioterapista e scrittore<br />

italiano, delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa<br />

in Afghanistan, candidato al Premio Nobel per la Pace 2010;<br />

Bernardino Casadei, segretario generale Assifero; Maria<br />

Cristina Ferradini, head of sustainability e foundation<br />

Vodafone; Pietro Ferrari-Bravo, direttore generale<br />

Fondazione Con il Sud; Davide Invernizzi, direttore servizi alla<br />

persona Fondazione Cariplo; Massimo Lapucci, segretario<br />

generale Fondazione CRT; Vincenzo Linarello, presidente<br />

Consorzio Goel; Antonello Lupo, avvocato Portolano Cavallo<br />

studio legale; Giovanna Melandri, deputato Pd e presidente<br />

UMAN Foundation; Raffaella Milano, direttore programmi<br />

Italia-Europa Save the Children; Vincenzo Onorato,<br />

presidente Moby; Yahya Pallavicini, Imam della Moschea al-<br />

Wahid di Milano; Francesco Perrini, professore ordinario di<br />

Economia e Gestione delle imprese, Università Bocconi; Marco<br />

Rossi Doria, sottosegretario di Stato, Ministero dell’Istruzione;<br />

Francesco Russo, segretario generale TrecentoSessanta e<br />

docente Politiche della formazione, Università di Udine; Davide<br />

Usai, direttore generale Unicef<br />

wg manager: Andrea Danielli, Lo Spazio della politica<br />

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