gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
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Ritorno al futuro della televisione italiana. Un viaggio<br />
nel tempo per provare a immaginare cosa vedremo<br />
(e come lo vedremo) nel 2017. Esercizi di<br />
stile all’insegna della crossmedialità, surfando tra<br />
tecnologia e cultura, conservazione e innovazione,<br />
tendenze del mercato e nuovi linguaggi.<br />
turando un’idea nuova di televisione, come<br />
settore economico aperto alla sana competizione,<br />
sui modelli e cui contenuti, e vocato<br />
all’espressione internazionale del Made in Italy<br />
e della vivacità imprenditoriale; un settore<br />
aperto all’innovazione tecnologica e alla contaminazione<br />
settoriale che essa comporta, e<br />
in grado di adempiere alla propria mission di<br />
protagonista della trasformazione culturale e<br />
demografica del Paese.<br />
In linea con la sua vocazione creativa e “immaginifica”,<br />
veDrò chiamerà a raccolta nel<br />
working group una platea di partecipanti <strong>italiani</strong><br />
e stranieri caratterizzati da una visione<br />
“allargata” del mezzo televisivo, testimoni<br />
delle dinamiche del settore e aperti alle prospettive<br />
della crossmedialità. E chiederà <strong>loro</strong><br />
di fare un viaggio nel tempo di cinque anni - ai<br />
supereroi è concesso - per tornare e raccontare<br />
quale televisione hanno visto. Dai racconti<br />
emergerà l’immagine della nostra tv del<br />
futuro: nuova, possibile e italiana.<br />
c<br />
ome sarà la televisione del futuro<br />
Quale il suo ruolo in una società che<br />
si ridisegna ed evolve Prevedere ciò<br />
che sarà è un’impresa forse troppo<br />
ardita, immaginarla un gioco serio e avvincente.<br />
Se le molte variabili che ci separano dal<br />
film che vedremo ci impediscono infatti di delineare<br />
un quadro preciso, è un esercizio possibile<br />
- e senz’altro utile - quello di delineare<br />
possibili direzioni del cambiamento.<br />
Nessuno ormai dubita che <strong>gli</strong> effetti più dirompenti<br />
sulla fisionomia del mezzo televisivo<br />
arriveranno dal blending con la tecnologia digitale,<br />
sia essa intesa nelle declinazioni hard (i<br />
device ad esempio) che in quelle soft (internet<br />
in primis). Un processo inevitabile, del quale<br />
l’Italia non è (ancora) protagonista rilevante,<br />
ma semplice attore di ricaduta: una posizione,<br />
questa, forse non generosa per quella che<br />
è una delle principali economie del pianeta,<br />
laddove vi è chi invece si sta già attrezzando.<br />
Ciò avviene esplorando nuovi linguaggi, relazioni<br />
e strutture, che lasciano intravedere un<br />
futuro ibrido per il medium principe, basato su<br />
modalità di offerta always on e trasversali alle<br />
specificità del device utilizzato, capace di parlare<br />
sia ai nativi digitali che alle retroguardie<br />
tecnologiche e culturali.<br />
L’Italia, dunque, sta a guardare. Arroccata,<br />
quasi graniticamente, nelle sue molte anomalie,<br />
sembra premiare, anche in questo<br />
campo, il proprio endemico conservatorismo.<br />
Un atteggiamento che pare ingessato da un<br />
immobilismo incapace di elaborare un’idea<br />
di futuro e sempre confidente che da qualche<br />
altra parte, da un altrove indefinito, possa<br />
provenire lo stimolo al cambiamento.<br />
A nessuno sfugge più, tuttavia, che proprio<br />
questo atteggiamento sia oggi la premessa<br />
per un declino quasi certo, per una ulteriore<br />
perdita di identità, per l’arrendevolezza a<br />
una colonizzazione culturale e imprenditoriale<br />
eccedente il livello di guardia che già,<br />
abbondantemente, sperimentiamo. Con tutta<br />
evidenza è necessario immaginare, e poi<br />
intraprendere, un deciso cambio di direzione,<br />
nella consapevolezza che l’Italia dispone<br />
invece delle persone e delle energie in grado<br />
di elaborare un proprio modello, settoriale e<br />
culturale, di televisione.<br />
veDrò sta conducendo da tempo un faticoso<br />
esercizio di analisi, studio e confronto di idee<br />
orientato proprio a questo scopo: sta macoordinano:<br />
Lorenza Bonaccorsi, responsabile area<br />
sviluppo nuove iniziative editoriali e nuovi prodotti commerciali<br />
Fondazione musica per Roma; Alberto Mattiacci, docente di<br />
Economia e Gestione delle imprese, Università La Sapienza, Roma<br />
tra i partecipanti: Francesco Barbarani, head of<br />
Digital and Fox networks; Paolo Baronci, co-fondatore e Ceo<br />
Mperience; Alessandro Beulcke, presidente Allea; Silvia<br />
Calandrelli, direttore Rai educational; Tullio Cami<strong>gli</strong>eri,<br />
presidente Open gate Italia; Antonio Campo Dall’Orto,<br />
vicepresidente esecutivo Viacom International Media Networks;<br />
Federico Di Chio, vicedirettore generale contenuti Mediaset;<br />
Luca Colombo, Country Manager Facebook Italia; Andrea<br />
Di Fonzo, Md & Chief Interaction Officer at GroupM; Andrea<br />
Fabiano, responsabile marketing strategico Rai; Marco<br />
Ferrari, chairman & Ceo Zodiak active; Graziano Ferrari,<br />
La7; Mihaela Gavrila, docente di Sociologia dei processi<br />
culturali e comunicativi, Università La Sapienza, Roma; Giorgio<br />
Gori; Peter Kruger, imprenditore, blogger Il fatto quotidiano;<br />
Daniele Lepido, giornalista Il Sole 24 Ore; Umberto<br />
Marongiu, direzione commerciale Rai; Andrea Marini,<br />
head of Competition & Assurance legal affairs Vodafone;<br />
Alessandro Militi, direttore Marketing e Commerciale<br />
Fox Channels Italia; Roberto Olla, scrittore e giornalista<br />
Tg1; Paolo Palmarocchi, autore tv; Pierluigi Pardo,<br />
giornalista Mediaset*; Leonardo Pasquinelli, Endemol;<br />
Andrea Pezzi, conduttore e imprenditore, Ceo Ovo; Pablo<br />
Rojas, giornalista Rai; Alessandra Rossi, docente di politica<br />
economica, Università di Siena; Stefania Salustri, head of<br />
Communications and Media Relations Aspen Institute Italia;<br />
Francesco Specchia, giornalista Libero; Luisa Todini,<br />
presidente Todini costruzioni e consi<strong>gli</strong>ere di amministrazione<br />
Rai; Fabrizio Vigo, Ceo Consodata spa<br />
wg manager: Riccardo Vurchio, Lo Spazio della politica<br />
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