gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
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Si tratti di un testa a testa all’ultimo voto o di una<br />
competizione dall’esito scontato poco importa: le<br />
elezioni USA restano l’evento dell’anno. Per ricadute<br />
geopolitiche, impatto sulla comunicazione, fascinazione<br />
su miliardi di persone. Ecco a voi “Obama<br />
versus Romney” con <strong>gli</strong> occhi dell’Italia. Tra<br />
parecchi miti e una buona dose di realismo.<br />
l ’<br />
ricani L’interdipendenza economica significa<br />
ormai perdita di capacità decisionali da parte<br />
del governo e dei maggiori attori privati Come<br />
si costruisce la politica estera nell’era dell’austerità,<br />
in un mondo senza centro E quanto è<br />
davvero cambiato il Paese dopo la fine dell’era<br />
Bush e che giudizio si può dare dei quattro<br />
anni dell’amministrazione Obama Il working<br />
group di veDrò si porrà queste domande confrontandosi<br />
con le grandi incognite dello scenario<br />
geopolitico globale e con le implicazioni<br />
che le sue turbolenze potranno avere sulla<br />
condizione economica, politica e sociale del<br />
nostro Paese.<br />
America è sempre stata una terra<br />
promessa, anche per la politica e la<br />
società italiana. Ha vissuto per decenni<br />
in una dimensione quasi mitologica,<br />
perfino per i suoi detrattori. Fonte<br />
di ispirazione, esempio di pratiche innovative<br />
(con quanti occhi abbiamo guardato all’incredibile<br />
ascesa di Obama quattro anni fa), le<br />
aspettative de<strong>gli</strong> <strong>italiani</strong> su<strong>gli</strong> Usa sono state<br />
spesso superiori a ciò che realmente l’America<br />
potesse essere o fare.<br />
Alcuni hanno sperato che la rivoluzione liberale<br />
reaganiana arrivasse anche qui in Italia;<br />
altri che spuntasse dal nulla un outsider come<br />
Obama a squadernare tutti i giochi; altri ancora<br />
che religione e politica andassero a braccetto<br />
allo stesso modo; i più arditi, che Occupy<br />
Wall Street diventasse un punto di riferimento<br />
per una società italiana sempre più ostile<br />
verso la sua classe dirigente. E poi ci sono i<br />
cantori dei sistemi bipartitici, quelli che vorrebbero<br />
portare qui quel modello di relazione<br />
tra lobby e politica, <strong>gli</strong> appassionati del presidenzialismo<br />
e <strong>gli</strong> amanti del federalismo. E<br />
c’è sempre chi rimpiange il pragmatismo anglosassone.<br />
Senza contare chi punta l’indice<br />
contro un capitalismo troppo estremo o una<br />
società troppo individualista e materialista.<br />
Comunque la mettiate, l’America è sempre LA<br />
pietra di paragone.<br />
Giusto Sba<strong>gli</strong>ato Dietro il mito c’è una realtà<br />
molto complessa, soprattutto mentre il Paese<br />
fatica ancora a uscire dalla crisi che proprio<br />
lì è esplosa nel 2007-2008. Vale la pena<br />
guardare – come del resto facemmo in milioni<br />
quattro anni fa - dentro la nuova sfida elettorale,<br />
il sistema di voto americano, le virtù<br />
e le debolezze di una democrazia antica, che<br />
possiede ancora un grande vigore ma mostra<br />
anche diverse incrinature.<br />
Lo facciamo in un momento in cui l’Europa e<br />
l’Italia sono a un passaggio decisivo: le modalità<br />
attraverso le quali si uscirà dalla crisi,<br />
economica e politica, incideranno, infatti,<br />
anche sul futuro delle relazione transatlantiche,<br />
definendone il segno. Già oggi, peraltro,<br />
le fragilità e le divisioni del sistema politico<br />
europeo mettono a rischio la nostra capacità<br />
di costruire una relazione matura con il nostro<br />
tradizionale partner atlantico.<br />
E poi: qual è lo stato dell’economia e dell’occupazione<br />
e come affrontano la crisi <strong>gli</strong> amecoordinano:<br />
Mattia Diletti, docente di Scienza politica,<br />
Università La Sapienza, Roma; Roberto Menotti, senior<br />
research fellow e coordinatore scientifico attività internazionali<br />
Aspen Institute Italia<br />
tra i partecipanti: Carla Bassu, docente di diritto<br />
pubblico Università di Sassari; Leonardo Bellodi, direttore<br />
Affari istituzionali Eni; Eugenio Carlucci, diplomatico<br />
Ministero Affari esteri; Federico Eichberg, coordinatore<br />
task force Investimenti diretti esteri Ministero dello Sviluppo<br />
economico; Jordan Foresi, giornalista; Tommaso Frosini,<br />
professore di diritto pubblico comparato, Università di Napoli<br />
Suor Orsola Benincasa; Francesco Giorgianni, responsabile<br />
global e public affairs Enel; Lucia Goracci, giornalista Rai Tg3;<br />
Simone Guerrini, senior vice president international affairs<br />
Finmeccanica; Luca Ozzano, ricercatore di Scienza politica<br />
Università di Torino; Vittorio Emanuele Parsi, politologo<br />
ed editorialista, professore Università Cattolica del Sacro Cuore,<br />
Milano; Maura Satta Flores, Relazioni istituzionali Vodafone,<br />
responsabile recruiting e start up veDrò; Alessandra Rizzo,<br />
giornalista Reuters Londra; Pasquale Salzano, responsabile<br />
Relazioni istituzionali internazionali Eni; Carlo Stagnaro,<br />
direttore ricerche e studi Istituto Bruno Leoni<br />
wg manager: Roberta Laudazi, veDrò<br />
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