gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
La prova del cuoco (italiano) non può più attendere.<br />
Troppi i competitor in giro per il mondo, troppo<br />
poca la consapevolezza di quanto anche la gastronomia<br />
sia in tutto e per tutto agente di promozione<br />
culturale, competitività, ricchezza. Un made in Italy<br />
di quelli da servire al mondo. Con creatività e spirito<br />
imprenditoriale.<br />
c<br />
hi è il cuoco più bravo del mondo Un<br />
danese. È stato infatti il trentacinquenne<br />
Rene Redzepi ad aggiudicarsi<br />
il premio del World’s Best Restaurants<br />
2012. E scorrendo la classifica dei ristoranti,<br />
le cose per il nostro Paese non vanno<br />
me<strong>gli</strong>o: <strong>gli</strong> <strong>italiani</strong> in graduatoria sono solo tre<br />
e il primo non raggiunge nemmeno il podio,<br />
piazzandosi in quinta posizione. La notizia non<br />
può che farci storcere, è proprio il caso di dirlo,<br />
la bocca. Anche se – ammettiamolo – un<br />
po’ è anche colpa nostra. Da noi se si tocca<br />
la cucina della mamma sono guai: perfino il<br />
più blasonato de<strong>gli</strong> chef è tenuto all’inchino di<br />
fronte al classico dei classici, la lasagna della<br />
domenica. Ma di mani, la mamma - pure se<br />
supereroica - ne ha solo due, mentre la cucina<br />
italiana è apprezzata e richiesta in tutto il<br />
mondo. Urgono soluzioni. È possibile immaginare<br />
che i nostri sapori e le nostre tradizioni,<br />
pur conservando i tratti familiari e rassicuranti<br />
che abitano l’immaginario nazionale, assumano<br />
una vocazione più aperta e globale E<br />
che, indirizzati nel modo giusto, riescano a<br />
fare sistema al punto da concorrere a un progetto<br />
di rilancio complessivo del Paese Più<br />
che un’opzione, è una necessità. In fondo,<br />
come altre eccellenze italiane, anche la tavola<br />
rimane una risorsa parzialmente inespressa,<br />
quantomeno se osservata da una prospettiva<br />
puramente imprenditoriale.<br />
Fin dal tardo Rinascimento, quando il centro<br />
dell’attività gastronomica europea si sposta<br />
da Firenze a Parigi favorendo l’exploit della tavola<br />
francese del Settecento, la nostra abilità<br />
rimane costretta in una dimensione di semplicità<br />
e intimità “domestica”. Mentre Oltralpe<br />
la cultura del cibo si affina trasformandosi in<br />
arte e in patrimonio non più esclusivo della<br />
corte ma della borghesia, da noi conserva<br />
un profilo sobrio e familiare che, pur facilitandone<br />
la codificazione e la trasmissione, la<br />
sottrae alla circolazione di flussi economici e<br />
industriali significativi. Il trascorrere de<strong>gli</strong> anni<br />
poi accompagna certamente un processo di<br />
affermazione simbolica del “made in Italy”,<br />
così come la diffusione di alcuni campioni della<br />
produzione nazionale su scala globale. Eppure,<br />
un rapido giro di conti ci fa capire quanta<br />
parte di questo patrimonio resti confinata entro<br />
un terreno di suggestione culturale e con<br />
quanta fatica sappia tradursi – ripetiamo, se<br />
rapportata alle sue effettive potenzialità - in<br />
una efficace leva economica.<br />
E allora il nostro bon manger - per citare chi<br />
di auto-promozione se ne intende – deve<br />
abbandonare definitivamente quell’angusta<br />
funzione consolatoria delle italiche debolezze<br />
in cui per lungo tempo è stato confinato, per<br />
trasformarsi in un potente e coordinato agente<br />
di sviluppo del Paese. Ma come Sono in<br />
molti ad auspicare un sistema di regole integrato:<br />
alcuni scommettono sulla promozione<br />
della qualità, autentica e riconosciuta prerogativa<br />
della nostra produzione; altri sulla sinergia<br />
tra le eccellenze, prima fra tutte quella<br />
tra tradizione enogastronomica e patrimonio<br />
culturale diffuso; altri ancora sulla tutela<br />
dell’originalità del prodotto, a contrasto di fenomeni<br />
come l’italian sounding e ogni forma<br />
di competizione sleale.<br />
Il working group porterà avanti una riflessione<br />
aperta e creativa lungo queste direttrici,<br />
con l’obiettivo di offrire un proprio contributo<br />
nella definizione di pratiche imprenditoriali e<br />
strategie commerciali in grado di accrescere<br />
la capacità competitiva del Paese.<br />
coordinano: Marco Bolasco, Ceo e direttore editoriale<br />
Slow food editore; Ernesto Carbone, avvocato, presidente<br />
e amministratore delegato di Sin; Manuela Kron, direttore<br />
Corporate Affairs gruppo Nestlè Italia; Andrea Vianello,<br />
giornalista Rai, conduttore Agorà<br />
tra i partecipanti: Carlo Antonelli, Wired;<br />
Nicola Batavia, chef; Massimo Bergami, docente di<br />
organizzazione aziendale, Università di Bologna; Massimo<br />
Bottura, chef; Gaia Carretta, portavoce Presidenza Regione<br />
Lombardia; Katia Da Ros, amministratore delegato Irinox spa;<br />
Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura<br />
Parlamento europeo; Federica de Denaro, giornalista,<br />
conduttrice de Le ricette di Federica, Rai Uno; Luigi De<br />
Siervo, direttore commerciale Rai; Gennaro Esposito, chef;<br />
Nicola Finotto, fondatore I am wine; Marco Lombardi,<br />
critico cinematografico ed enogastronomico Gambero rosso;<br />
Rodolfo Maralli, direttore commerciale e marketing Cantine<br />
Banfi; Antonio Messeni Petruzzelli, lecturer in Innovation<br />
management Politecnico di Bari; Pier Luigi Petrillo,<br />
consi<strong>gli</strong>ere Commissione Unesco e coordinatore Unità per la<br />
trasparenza, Ministero Politiche agricole alimentari e forestali;<br />
Carlo Pontecorvo, amministratore delegato Ferrarelle spa;<br />
Federico Quaranta, decanter Radio2; Mauro Rosati,<br />
segretario generale Fondazione Qualivita; Tommaso Savino,<br />
dottorando presso l’Esade business school di Barcellona; Luigi<br />
Scordama<strong>gli</strong>a, amministratore delegato Inalca Cremonini<br />
group; Fulvio Zendrini, esperto di marketing e comunicazione<br />
wg manager: Alessandro Aresu, filosofo, fondatore Lo<br />
spazio della politica<br />
14<br />
15