gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni
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Cambiare per sopravvivere: a un flusso informativo<br />
mai così intenso e alla sanzione del web. Perché la<br />
Rete trasforma il rapporto tra creazione e fruizione<br />
della notizia e rivoluziona il mestiere del giornalista.<br />
Che, vecchio o nuovo che sia, ha una sola strada:<br />
trasformare il vincolo in opportunità. La sua opportunità<br />
nell’era del digitale.<br />
o<br />
ltre 28 milioni di utenti attivi ogni<br />
giorno su Internet. Più della metà<br />
della popolazione dai 2 anni in su on<br />
line. Dal 2005 i numeri raccontano<br />
di un’Italia che brucia le tappe della rivoluzione<br />
digitale, almeno per quanto attiene a<strong>gli</strong><br />
ambiti della comunicazione e dell’informazione.<br />
Aumentano le connessioni domestiche e il<br />
possesso di smart phone. Si allunga la lista dei<br />
blogger: ben il 63% de<strong>gli</strong> <strong>italiani</strong> “connessi” afferma,<br />
infatti, di bloggare con una certa periodicità,<br />
con un incremento del 378% tra il 2010<br />
e il 2011. Dati, questi, largamente superiori alla<br />
media europea e in linea con quelli che, ormai<br />
da oltre un anno, descrivono l’Italia come il V<br />
mercato al mondo – in Europa alle spalle solo di<br />
Francia e Germania – nella diffusione dei social<br />
network, Facebook e Twitter in primis.<br />
Come e quanto questa fotografia sorprendente<br />
sia destinata a trasformare il panorama dell’informazione<br />
italiana è issue al centro del dibattito<br />
pubblico. Cambia il rapporto tra costruzione<br />
e fruizione della notizia: un tempo calata<br />
dall’alto e con poche occasioni per discuterne<br />
la plausibilità, oggi sempre più trasmessa per<br />
via orizzontale e soggetta alla sanzione in tempo<br />
reale di milioni di pareri, specialistici o generalisti,<br />
autorevoli o dozzinali.<br />
Contestualmente evolve la professione del<br />
giornalista, che da “produttore” di informazioni<br />
si trasforma in “processore” di notizie.<br />
Tale evoluzione, se da un lato <strong>gli</strong> fa perdere<br />
l’esclusiva del “racconto” del fatto nudo e<br />
crudo, dall’altro <strong>gli</strong> fornisce l’opportunità di<br />
guadagnare in indipendenza e reputazione e<br />
<strong>gli</strong> concede la possibilità di va<strong>gli</strong>are antefatti e<br />
retroscena, di selezionare per priorità un flusso<br />
informativo mai così intenso, di investigare fenomeni<br />
complessi tanto quanto la contemporaneità<br />
in cui è calato.<br />
È una modificazione (quasi genetica) del mestiere<br />
giornalistico che si declina in una potenziale,<br />
accresciuta, capacità di indirizzare<br />
la pubblica opinione e di veicolare la ricezione<br />
delle notizie, con tutto ciò che ne consegue in<br />
termini di verifica delle fonti, costruzione de<strong>gli</strong><br />
approfondimenti, responsabilità sociale del<br />
giornalismo medesimo.<br />
Allo stesso modo, la gestione della multimedialità<br />
e il controllo sulla “variabile tempo” impongono<br />
ai mezzi di informazione di tipo classico<br />
(carta stampata, televisione e radio) e ai nuovi<br />
media l’adozione di pratiche orientate all’innovazione<br />
di prodotto e di processo, che naturalmente<br />
incidono su<strong>gli</strong> assetti redazionali delle<br />
testate, oltreché su quelli editoriali e proprietari.<br />
Così alla nascita di originali figure professionali –<br />
dall’all platform journalist al social media editor<br />
– o alla ridefinizione del compito del giornalista<br />
tradizionale si accompagna una riformulazione<br />
della governance delle aziende, cui deve fare da<br />
corollario un approccio inedito alla contaminazione<br />
tra piattaforme, al marketing, alla pubblicità,<br />
alla proiezione sul mercato dei media.<br />
Sullo sfondo un cambiamento dei linguaggi,<br />
delle tendenze e delle relazioni senza precedenti.<br />
Un cambiamento cui sia il vecchio sia il<br />
nuovo giornalismo devono adattarsi con creatività<br />
e qualità. Pena il declassamento o la marginalizzazione<br />
nell’era della rivoluzione digitale.<br />
coordinano: Jacopo Barigazzi, giornalista e cofondatore<br />
Linkiesta; Luigi Coldagelli, giornalista e autore tv;<br />
Antonio Sofi, autore tv e blogger<br />
tra i partecipanti: Lelio Alfonso, direttore Relazioni<br />
istituzionali e media Rcs; Giorgio Balzoni, giornalista<br />
Tg1; Gaspare Borsellino, direttore Italpress; Marco<br />
Castelnuovo, giornalista, capo servizi interni, La Stampa;<br />
Ettore Maria Colombo, giornalista, collaboratore Il<br />
Messaggero; Luisa Cordova, giornalista AdnKronos;<br />
Diamante D’Alessio, direttore Io Donna; Francesco<br />
Delzio, direttore relazioni esterne, affari istituzionali e<br />
marketing Autostrade per l’Italia; Marco Esposito, giornalista<br />
espressoonline.it; Salvatore Esposito, co-fondatore e Ceo<br />
Populis; Flavia Gasperetti, blogger, vincitrice del concorso<br />
veDrò/Il Manifesto Blog.Notes; Mario Giordano, direttore<br />
Tgcom24; Stefano Laporta, vice prefetto e direttore<br />
generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca<br />
ambientale; Tommaso Labate, giornalista Corriere della<br />
Sera; Massimo Leoni, capo redazione politica Skytg24;<br />
Ivan Mazzoletti, giornalista parlamentarista La Discussione;<br />
Stefano Menichini, direttore Europa; Myrta Merlino,<br />
giornalista e conduttrice tv; Monica Nardi, direttore<br />
TrecentoSessanta e responsabile media relations veDrò;<br />
Gianluca Neri, blogger, @macchianera e BlogFest; Lorenzo<br />
Ottolenghi, giornalista Rai; Riccardo Panzetta, giornalista<br />
Dagospia; Daniela Preziosi, giornalista Il Manifesto; Sergio<br />
Ragone, giornalista, blogger e founder di @tr3nta_mag;<br />
Laura Ravetto, deputato Pdl; Ruben Razzante, docente<br />
di diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano;<br />
Carmen Ruggeri, Senior istitutional communication specialist<br />
Sky Italia; Andrea Santagata, amministratore delegato<br />
Banzai media; Francesca Santolini, giurista ambientale;<br />
Salvatore Sanzo, schermidore, campione olimpico, meda<strong>gli</strong>a<br />
d’oro Atene 2004, giornalista Sky Sport; Andrea Scanzi,<br />
giornalista e scrittore; Marino Sinibaldi, direttore Rai Radio3;<br />
Gianmarco Trevisi, giornalista Rai Radio1; Benedetto<br />
Valentino, presidente Fondazione Premio Internazionale di<br />
Giornalismo Ischia; Gianluca Verzelli, vicedirettore centrale<br />
Banca Akros; Nathania Zevi, giornalista Panorama<br />
wg manager: Dino Amenduni, responsabile di<br />
new-media, Proforma<br />
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