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gli italiani e i loro superpoteri. - Erminia Mazzoni

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Liberi “da” convenzioni, condizionamenti, coercizioni.<br />

Ma soprattutto liberi “di” fare, di sba<strong>gli</strong>are,<br />

di ricominciare. Mentre tutto intorno scorre, e pare<br />

soggiacere a logiche incontrollabili, una riaffermazione<br />

dello straordinario potenziale dell’individuo.<br />

Che era (e resta) l’unico e solo artefice del proprio<br />

destino.<br />

10<br />

c<br />

hi pensa, oggi, di essere davvero artefice<br />

del proprio destino L’impressione<br />

che ci accomuna, nel caos talvolta<br />

incomprensibile del quotidiano,<br />

è una progressiva riduzione dei nostri margini<br />

di intervento sulla realtà, anche quella più<br />

prossima e soggettiva. A pesare è l’opacità<br />

dell’ambiente in cui ci relazioniamo, uno spazio<br />

in cui la moltiplicazione delle variabili sottratte<br />

al nostro controllo si accompagna a una<br />

crescente sensazione di spersonalizzazione<br />

ed estraneità al nostro stesso vissuto.<br />

A venirci in mente è innanzitutto la forza coercitiva<br />

più “pesante”, quella economica, oggi<br />

enfatizzata dai meccanismi degenerativi della<br />

crisi. La divaricazione crescente della forbice<br />

delle risorse e della ricchezza, infatti, rappresenta<br />

il primo fattore di ostacolo alla facoltà<br />

di determinazione del proprio “essere” nel<br />

mondo. Le dinamiche contemporanee sfuggono<br />

al nostro controllo nel farsi sempre più<br />

ambigue, tanto nella carica innovativa quanto<br />

nel quoziente di partecipazione. La comunicazione,<br />

nella sua dimensione attuale - pervasiva,<br />

istantanea e planetaria - è una grande<br />

metafora di questa ambivalenza. Il binomio<br />

digitalizzazione-globalizzazione, pur ampliando<br />

la sfera delle opportunità individuali,<br />

esercita un’innegabile erosione dei margini di<br />

scelta individuali. Le numerose manifestazioni<br />

di conformismo che ruotano intorno alle logiche<br />

di aggregazione della rete costituiscono<br />

l’esempio più lampante delle nuove, insidiose<br />

forme di condizionamento celate dietro un’illusione<br />

di partecipazione e di protagonismo.<br />

Nello scenario dato, la mobilità sociale rischia<br />

di essere un mito che si scontra con il peso<br />

di condizioni di partenza sempre più incisive.<br />

Un contesto che si riverbera sia al livello<br />

delle persone, con meno meritocrazia, sia a<br />

quello dei mercati, con meno liberalizzazioni<br />

o liberalizzazioni incompiute che si traducono<br />

in nuovi monopoli, sia su quello della politica<br />

e dei diritti di cittadinanza, con un “governo<br />

mondiale” sempre meno identificabile, orientato<br />

da forze e logiche “invisibili”, interessate<br />

a sottrarre ai cittadini influenza e potere decisionale.<br />

Questa visione, per quanto realistica, rappresenta<br />

tuttavia un solo risvolto della meda<strong>gli</strong>a.<br />

E offre una chiave di lettura della realtà necessariamente<br />

parziale. L’insieme di queste<br />

considerazioni rischia infatti di farci cadere<br />

vittime dei nostri stessi timori proprio quando<br />

la priorità deve essere quella di scorgere le<br />

nuove opportunità di esercizio di una azione<br />

consapevole sul nostro presente, per il nostro<br />

futuro. veDrò considera questo sforzo una<br />

vera e propria responsabilità generazionale:<br />

il gruppo seguirà questa strada alla ricerca di<br />

sentieri nuovi con cui ribadire e riaffermare il<br />

libero arbitrio, non solo da pregiudizi e limiti<br />

culturali, come libertà “da”, ma anche da<br />

resistenze concrete, come libertà “di” agire<br />

con un potere trasformativo sul mondo. Per<br />

riappropriarsi delle redini del proprio destino<br />

e affrancarsi dal determinismo delle aspettative<br />

decrescenti e dalla retorica negativa della<br />

crisi.<br />

coordinano: Barbara Carfagna, giornalista Tg1;<br />

Monica Fabris, sociologa, presidente Episteme<br />

tra i partecipanti: Fulvio Abbate, scrittore; Fiorella<br />

Batta<strong>gli</strong>a, docente di filosofia Humboldt University of Berlin;<br />

Carlo Alberto Carnevale Maffè, School of Management<br />

Università Bocconi; Mara Celani, architetto; Michele<br />

Corradino, consi<strong>gli</strong>ere di Stato, capo di gabinetto del ministro<br />

delle Politiche agricole, alimentari e forestali; Astrid Daprà,<br />

senior associate Newton management innovation spa gruppo<br />

24 ore; Giuseppe De Filippi, giornalista Tg5; Grazia Di<br />

Carlo, responsabile ricerche Enel; Tjasa Dornik, giornalista;<br />

Matteo Fago, imprenditore; Alberto Fedel, presidente<br />

Newtonlab gruppo 24 ore; Loredana Grimaldi, responsabile<br />

Corporate identity, ricerche & Digital Communication Telecom<br />

Italia; Barbara Labate, Ceo RisparmioSuper; Enrico Letta,<br />

vicesegretario Pd e fondatore veDrò; Veronica Pamio,<br />

government relations manager JTI; Paolo Patanè, presidente<br />

Arcigay; Silvia Pellegrini, docente di Biologia molecolare,<br />

Università di Pisa; Nicola Petracca, managing partner<br />

Lablaw; Pietro Pietrini, professore di biochimica clinica<br />

e biologia Università de<strong>gli</strong> Studi di Pisa; Davide Rondoni,<br />

poeta; Saverio Sticchi Damiani, professore di Diritto<br />

amministrativo, Luiss di Roma e Università del Salento, vice capo<br />

di gabinetto Mipaaf<br />

wg manager: Serena Sileoni, responsabile editoriale<br />

Liberilibri e ricercatrice Istituto Bruno Leoni<br />

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