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Diapositiva 1 - Centro di Ricerca sulle Biomasse

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Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />

5.3.2007<br />

Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria Meccanica<br />

Seminari professionalizzante sulla<br />

Legislazione Ambientale<br />

Coor<strong>di</strong>natore Prof. Franco Cotana<br />

“La normativa vigente relativa alla riduzione <strong>di</strong> gas<br />

climalteranti derivanti dalla produzione <strong>di</strong> energia elettrica”<br />

Dr. Simone Togni<br />

Responsabile IVPC – Segretario Generale ANEV<br />

Via Piemonte, 39 – 00187 ROMA<br />

Tel. +390642884432 – Fax +390642825850<br />

www.ivpc.com – simone.togni@ivpc.com<br />

www.anev.org – segreteria@anev.org


Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />

26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />

L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI<br />

INCENTIVANTI<br />

Le fonti pulite <strong>di</strong> energia, che scontano un più alto<br />

prezzo <strong>di</strong> produzione dovuto alla relativa<br />

giovinezza delle tecnologie utilizzate e pertanto in<br />

taluni casi assolutamente non competitive con<br />

quelle fossili, hanno iniziato a ricevere incentivi<br />

per la produzione nel nostro paese con il sistema<br />

introdotto dalla delibera CIP6/92.


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26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />

Tale previsione che partiva dal con<strong>di</strong>viso<br />

presupposto che un sistema energetico dovesse<br />

promuovere al suo interno una<br />

<strong>di</strong>fferenziazione del mix dei combustibili<br />

utilizzati e ridurre il più possibile la<br />

<strong>di</strong>pendenza dall’estero per quanto riguarda gli<br />

approvvigionamenti <strong>di</strong> fonti primarie per la<br />

produzione <strong>di</strong> energia, prevedeva il<br />

riconoscimento <strong>di</strong> una tariffa incentivante e<br />

<strong>di</strong>fferenziata per tipologia <strong>di</strong>


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26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />

fonte a seconda della maturità raggiunta dalla<br />

stessa ed in grado <strong>di</strong> assicurarne il ritorno<br />

economico dell’investimento da parte<br />

dell’investitore privato. Il sistema era basato<br />

sul principio della remunerazione dell’energia<br />

effettivamente prodotta e limitava l’accesso a<br />

tali incentivi alle fonti rinnovabili pure, alle<br />

quali si affiancarono purtroppo anche quelle<br />

“assimilate” per le quali si ritenne <strong>di</strong> premiare<br />

la <strong>di</strong>minuzione


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<strong>di</strong> inquinamento emesso, superando in tal<br />

modo il principio posto alla base del<br />

provve<strong>di</strong>mento stesso che doveva invece<br />

essere rivolto solo allo sviluppo delle fonti<br />

rinnovabili. Tale commistione tra fonti pure ed<br />

assimilate creò una <strong>di</strong>storsione clamorosa del<br />

sistema, i cui oneri incentivanti che venivano<br />

posti a carico del sistema per il tramite della<br />

tariffa “A3”, servirono in larghissima parte,<br />

oltre l’80%,


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a sviluppare tecnologie che nulla hanno a che<br />

fare con le fonti energetiche rinnovabili.<br />

Questo quadro incentivante aveva tuttavia<br />

alcuni aspetti <strong>di</strong> notevole importanza ed ha<br />

consentito, grazie alla affidabilità del contesto<br />

creato, lo sviluppo delle fonti ancora più<br />

giovani ma che erano già tecnologie pronte ed<br />

efficienti come le biomasse e l’eolico. Il<br />

CIP6/92 infatti garantiva una remunerazione


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praticamente certa per tutto il periodo della<br />

durata prevista, otto anni, <strong>di</strong>fferenziando la<br />

remunerazione a seconda della tecnologia<br />

utilizzata, questo sistema, nonostante i primi<br />

scetticismi, ha poi portato alla realizzazione <strong>di</strong><br />

numerosi impianti ed ha certamente<br />

contribuito in maniera determinante al<br />

raggiungimento degli attuali valori <strong>di</strong><br />

produzione <strong>di</strong> energia verde dell’Italia.


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Tale normativa è stata mo<strong>di</strong>ficata con il Decreto<br />

79/99 che ha <strong>di</strong> fatto introdotto un nuovo<br />

principio stravolgendo completamente<br />

l’assetto delle incentivazioni riconosciute per<br />

tali fonti. Il passaggio <strong>di</strong> sistema ra<strong>di</strong>calmente<br />

opposto a quello ad allora attuato, prevedeva<br />

infatti una sostanziale equiparazione degli<br />

impianti <strong>di</strong> produzione da fonte rinnovabile a<br />

quelli tra<strong>di</strong>zionali, prevedendo un eguale


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trattamento per quello che riguardava la<br />

remunerazione dell’energia prodotta, e<br />

scindendo la parte della tariffa incentivante,<br />

identificata nel Certificato Verde corrisposto a<br />

fronte <strong>di</strong> un quantitativo <strong>di</strong> energia prodotta ed<br />

immessa nella rete <strong>di</strong> trasmissione nazionale e<br />

proveniente da fonti pulite. Il primo aspetto<br />

che tale nuova concezione porta è quello <strong>di</strong><br />

eliminare le fonti assimilate dal beneficio <strong>di</strong><br />

ricevere il


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Certificato Verde, che viene invece concesso<br />

solo alle fonti pure <strong>di</strong> energia rinnovabile; un<br />

secondo aspetto <strong>di</strong> novità, almeno apparente, è<br />

riguardante il fatto il costo dell’incentivo viene<br />

posto a carico dei produttori da fonti<br />

tra<strong>di</strong>zionali e non più dell’intero sistema<br />

elettrico. Tale previsione che nell’idea del<br />

legislatore avrebbe dovuto innescare un<br />

processo virtuoso portando gli stessi produttori<br />

da fonti fossili ad investire nella realizzazione


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<strong>di</strong> nuova potenza da fonti rinnovabili invece <strong>di</strong><br />

trovarsi costretti ad acquistare i certificati da<br />

terzi, portò tuttavia da un lato al ribaltamento<br />

dei costi sostenuti dai grossi produttori sui<br />

clienti finali, e dall’altro non ha comportato<br />

quell’atteggiamento virtuoso auspicato. Il<br />

nuovo sistema oltretutto ha dovuto scontare un<br />

lungo periodo <strong>di</strong> rodaggio poiché l’aleatorietà<br />

del prezzo del Certificato Verde, non<br />

garantiva, come


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ancora non garantisce, gli investitori riguardo il<br />

ritorno economico dell’investimento effettuato.<br />

Infatti la durata prevista per il riconoscimento<br />

dell’incentivo per gli impianti <strong>di</strong> nuova<br />

realizzazione ed alimentati da fonti rinnovabili<br />

è rimasta <strong>di</strong> otto anni ma con un primo grave<br />

han<strong>di</strong>cap determinato dall’in<strong>di</strong>viduazione del<br />

prezzo dell’incentivo solo anno per anno<br />

oltretutto con modalità che non vengono rese<br />

note


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dal Gestore della Rete <strong>di</strong> Trasmissione Nazionale<br />

e quin<strong>di</strong> senza la possibilità <strong>di</strong> effettuare delle<br />

proiezioni realistiche sul prezzo per gli anni<br />

futuri. Questa situazione, aggravata dal fatto<br />

che il nuovo sistema non tiene conto delle<br />

enormi <strong>di</strong>fferenze esistenti tra le <strong>di</strong>verse<br />

tecnologie alla base delle <strong>di</strong>verse fonti<br />

rinnovabili, e quin<strong>di</strong> delle necessarie<br />

<strong>di</strong>fferenziazioni nei corrispettivi riconosciuti<br />

che invece erano uguali per tutte, ha


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portato ad un lungo periodo <strong>di</strong> blocco<br />

pressoché assoluto <strong>di</strong> nuovi impianti. Tale<br />

frenata è durata circa due anni e solo<br />

l’emanazione <strong>di</strong> nuovi provve<strong>di</strong>menti<br />

normativi, peraltro su impulso comunitario,<br />

hanno permesso <strong>di</strong> far ripartire seppur<br />

parzialmente il settore, che sconta tuttavia<br />

ancora notevoli ritar<strong>di</strong> dovuti al perdurare<br />

dell’incertezza del quadro normativo attuale e<br />

paradossalmente <strong>di</strong> una mancanza <strong>di</strong><br />

aspettative positive per il


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futuro. Il paradosso sta nel fatto che la Comunità<br />

Europea ha ormai su tale tema preso una <strong>di</strong>rezione<br />

univoca e certamente molto decisa <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong><br />

tali fonti pulite <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong>ventando a livello<br />

mon<strong>di</strong>ale guida in<strong>di</strong>scussa in tutte le fonti<br />

rinnovabili, sia per potenza installata, sia per<br />

energia prodotta sia infine per sviluppo delle<br />

industrie del settore. L’Italia tuttavia, nonostante<br />

partisse da una situazione largamente positiva in<br />

quanto a


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produzione <strong>di</strong> quelle che vengono chiamate<br />

vecchie rinnovabili (grande idroelettrico e<br />

geotermia), non ha potuto fino ad oggi<br />

sfruttare il contesto comunitario per concorrere<br />

a tali lusinghieri tassi <strong>di</strong> crescita proprio a<br />

causa della carenza <strong>di</strong> una normativa organica,<br />

coerente e <strong>di</strong> lungo periodo. Inoltre il<br />

passaggio da un sistema incentivante all’altro<br />

ha destabilizzato il sistema dei finanziatori<br />

limitando notevolmente la possibilità <strong>di</strong>


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accesso alla finanza <strong>di</strong> progetto, senza la quale<br />

tali infrastrutture non possono <strong>di</strong>ffondersi in<br />

larga scala.


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LA SITUAZIONE ATTUALE<br />

Il recepimento della Direttiva Comunitaria<br />

2001/77/CE con il D. Lgs. 387/03 del<br />

29.12.2003 relativo alla promozione<br />

dell’energia elettrica prodotta da fonti<br />

energetiche rinnovabili nel mercato interno<br />

dell’elettricità, ha introdotto nel sistema<br />

normativo nazionale una rilevante novità<br />

caratterizzata dalla chiara in<strong>di</strong>cazione che tale<br />

Direttiva mostra ai paesi membri, circa la<br />

necessità <strong>di</strong> una specifica normativa


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che regoli il settore delle fonti energetiche<br />

rinnovabili. Tale Decreto ha consentito al<br />

legislatore, seppur con colpevole ritardo, <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>sporre un testo che è certamente da<br />

considerare molto specifico e meritoriamente<br />

finalizzato alla risoluzione delle principali<br />

problematiche evidenziatesi come ostative, del<br />

nuovo sistema <strong>di</strong> incentivazione. Primo passo<br />

fondamentale è stato quello <strong>di</strong> fare chiarezza<br />

riguardo alle fonti che possono accedere a tali<br />

incentivi,


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ribadendo all’art. 2 con fermezza come le fonti<br />

“assimilate” non potessero in alcun modo<br />

rientrare tra quelle destinatarie degli incentivi.<br />

Quin<strong>di</strong> statuisce all’articolo successivo una<br />

necessaria in<strong>di</strong>viduazione degli obiettivi<br />

nazionali e delle misure <strong>di</strong> promozione<br />

necessarie al loro raggiungimento; tale<br />

prioritaria opera dovrà essere trasmessa al<br />

Parlamento entro il 30 giugno 2005, a causa<br />

dei ritar<strong>di</strong> nel recepimento infatti è


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venuta a mancare la precedente pubblicazione.<br />

Tale relazione è particolarmente importante<br />

poiché dovrà in<strong>di</strong>care tutti i provve<strong>di</strong>menti<br />

adottati e il loro contributo al raggiungimento<br />

degli obiettivi in<strong>di</strong>cativi nazionali,<br />

eventualmente in<strong>di</strong>viduando i fattori che<br />

ostano al loro raggiungimento; è ragionevole<br />

pensare che tale prima relazione dovrà<br />

fortemente denunciare il gravissimo ritardo in<br />

cui oggi il settore delle rinnovabili si trova, a<br />

causa


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del ritardo nell’applicazione delle previsioni<br />

dello stesso decreto 387/03. L’art. 4 prevede<br />

che la quota <strong>di</strong> obbligo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong><br />

energia da fonte rinnovabile posta in capo ai<br />

produttori tra<strong>di</strong>zionali, inizialmente fissata nel<br />

2% della produzione od importazione <strong>di</strong><br />

energia, sia incrementata dello 0,35% all’anno<br />

per il triennio 2004-2006. Veniva previsto<br />

inoltre che tale quota venisse aggiornata per i<br />

due trienni successivi entro il 31 <strong>di</strong>cembre


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2004, cosa che non si è tuttora verificata.<br />

Altro argomento fortemente necessario al<br />

corretto funzionamento dell’impalcatura<br />

normativa costruita per lo sviluppo <strong>di</strong> tutte le<br />

fonti energetiche rinnovabili passava poi dal<br />

riconoscimento delle <strong>di</strong>verse maturità delle<br />

fonti utilizzate e delle specificità <strong>di</strong> ognuna <strong>di</strong><br />

esse, pertanto gli articoli 5, 6, 7 ed 8<br />

in<strong>di</strong>viduano <strong>di</strong>sposizioni specifiche<br />

rispettivamente per l’energia prodotta a partire<br />

da biomasse (che dovranno essere


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stu<strong>di</strong>ate da una apposita commissione), per i<br />

piccoli impianti <strong>di</strong> taglia inferiore ai 20 kW<br />

(per i quali l’Autorità per l’Energia Elettrica ed<br />

il Gas dovrà emanare delle norme specifiche<br />

per permetterne lo scambio sul posto), per il<br />

solare fotovoltaico e per le centrali ibride.<br />

Il successivo articolo 9 prevede quin<strong>di</strong> una<br />

interessante attività da svolgere nell’ambito <strong>di</strong><br />

un accordo quinquennale da stipulare con<br />

l’ENEA (anche questo


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ancora in alto mare), finalizzato allo sviluppo <strong>di</strong><br />

misure <strong>di</strong> sostegno della ricerca e della<br />

<strong>di</strong>ffusione delle fonti rinnovabili e<br />

dell’efficienza negli usi finali dell’energia.<br />

Uno degli articoli focali <strong>di</strong> tale provve<strong>di</strong>mento,<br />

alla luce della recente riforma del Titolo V<br />

della Costituzione che ha determinato lo<br />

spostamento la competenza normativa in<br />

materia <strong>di</strong> energia da esclusiva dello Stato a<br />

concorrente tra Stato e Regioni, è quello


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della ripartizione, assolutamente necessaria ed<br />

urgentissima, degli obiettivi nazionali tra le<br />

regioni.<br />

La ratio <strong>di</strong> questa norma sulla quale si deve<br />

necessariamente svolgere una riflessione più<br />

approfon<strong>di</strong>ta, è determinata dalla chiara<br />

visione del legislatore il quale, proprio alla<br />

luce dell’autonomia regionale in questa<br />

materia, ha inteso garantire che gli obiettivi<br />

internazionali assunti a livello nazionale,<br />

venissero rispettati comunque e


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pertanto ha imposto una ripartizione degli stessi<br />

tra i soggetti titolari della potestà legislativa<br />

specifica affinché si facessero carico delle<br />

quote <strong>di</strong> rispettiva spettanza e ponessero in<br />

essere le misure anche normative necessarie<br />

per il loro raggiungimento.<br />

Tale ripartizione peraltro è in<strong>di</strong>cata come<br />

minima, lasciando alle Regioni maggiormente<br />

virtuose la possibilità <strong>di</strong> superarle<br />

in<strong>di</strong>viduandone <strong>di</strong> maggiori. La


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mancata attuazione <strong>di</strong> questa ripartizione è<br />

probabilmente oggi una delle principali cause<br />

delle continue iniziative che le Regioni stanno<br />

prendendo in materia <strong>di</strong> fonti rinnovabili,<br />

in<strong>di</strong>viduando in maniera autonoma e senza<br />

alcun raccordo a livello centrale, metodologie,<br />

obiettivi e regole.<br />

Finché non interverrà il Governo centrale con<br />

una decisa azione volta a spiegare alle<br />

amministrazioni regionali che gli obiettivi<br />

nazionali non sono scollegati da


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quelli regionali e che la realizzazione <strong>di</strong> impianti<br />

alimentati da fonti rinnovabili <strong>di</strong> energia<br />

possono essere realizzati solo dove tali fonti<br />

sono presenti, non sarà possibile avere un<br />

sistema <strong>di</strong> sviluppo delle fonti pulite coerente<br />

con gli obiettivi assunti ed equamente<br />

<strong>di</strong>stribuito nelle zone dove è possibile<br />

effettuarlo.<br />

Dopo l’articolo che introduce un nuovo<br />

sistema <strong>di</strong> garanzia d’origine dell’elettricità<br />

prodotta, una sorta <strong>di</strong> certificazione, per la


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quale sarà opportuno valutare la reale incidenza<br />

sulla produzione <strong>di</strong> nuova energia da FR, vi è<br />

l’altro articolo focale che coglie un altro dei<br />

problemi centrali nello sviluppo delle<br />

rinnovabili, l’iter amministrativo finalizzato<br />

all’acquisizione <strong>di</strong> tutte le autorizzazioni<br />

necessarie alla costruzione <strong>di</strong> un impianto<br />

alimentato da fonti rinnovabili.<br />

Questa previsione, che è esplicitamente<br />

richiesta dalla norma comunitaria e che


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oltretutto si inserisce nell’ambito della<br />

semplificazione amministrativa in atto da<br />

tempo anche nel nostro sistema, istituisce<br />

un’autorizzazione unica che ha come<br />

responsabile del proce<strong>di</strong>mento la Regione, o<br />

un soggetto da essa delegato, e che nel termine<br />

<strong>di</strong> centottanta giorni e con il coinvolgimento <strong>di</strong><br />

tutti i soggetti preposti al rilascio <strong>di</strong><br />

autorizzazioni deve concedere, o negare,<br />

l’autorizzazione unica che costituisce titolo<br />

alla costruzione ed


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all’esercizio dell’impianto e <strong>di</strong> tutte le opere<br />

connesse e le infrastrutture in<strong>di</strong>spensabili.<br />

Purtroppo anche tale provve<strong>di</strong>mento non ha<br />

visto la luce con la conseguenza assolutamente<br />

negativa <strong>di</strong> avere procedure notevolmente<br />

<strong>di</strong>fformi tra Regioni e conseguente aggravio<br />

per i soggetti proponenti che, invece <strong>di</strong> una<br />

semplificazione si trovano oggi <strong>di</strong> fronte a<br />

richieste <strong>di</strong> ogni tipo prese sulla scorta <strong>di</strong><br />

procedure improvvisate e miranti più al


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blocco che alla regolamentazione <strong>di</strong> realtà che<br />

non sono conosciute.<br />

Altro punto focale che il D. Lgs. 387/03 tenta<br />

<strong>di</strong> risolvere è attinente alla partecipazione <strong>di</strong><br />

tali tipologie <strong>di</strong> impianti al mercato elettrico,<br />

punto che richiedeva un intervento deciso da<br />

parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il<br />

Gas data la peculiarità degli impianti <strong>di</strong> piccola<br />

taglia e <strong>di</strong> quelli non programmabili.


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A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri provve<strong>di</strong>menti ancora non<br />

emanati dalle competenti autorità, in questo<br />

caso il provve<strong>di</strong>mento è stato seppur con grave<br />

ritardo, emanato ma è ad<strong>di</strong>rittura peggiorativo<br />

rispetto alla situazione antecedente. L’AEEG<br />

ha infatti recentissimamente emanato una<br />

Deliberazione, la 34/05 del 23.2.2005, poi<br />

mo<strong>di</strong>ficata con la Deliberazione 49/05 del<br />

24.3.2005, con le quali peraltro viene<br />

chiaramente <strong>di</strong>sattesa la norma dalla


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quale derivano e che era finalizzata a concedere<br />

una ulteriore possibilità ai produttori <strong>di</strong> energia<br />

da fonte rinnovabile <strong>di</strong> partecipare al mercato<br />

elettrico, partendo dalla incontrovertibile<br />

constatazione della peculiarità tecnica <strong>di</strong> questi<br />

impianti. Invece il provve<strong>di</strong>mento emanato<br />

introduce degli oneri, peraltro<br />

incomprensibilmente elevati, a carico dei<br />

produttori <strong>di</strong> energia da tali fonti senza<br />

oltretutto porli a carico della specifica


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tariffa “A3” per la realizzazione <strong>di</strong> nuovi<br />

impianti da fonti rinnovabili seppur limitati<br />

dalla successiva Deliberazione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica.<br />

Continuando la <strong>di</strong>samina puntuale del<br />

provve<strong>di</strong>mento in esame si può notare come<br />

anche il provve<strong>di</strong>mento attinente il<br />

collegamento degli impianti alla rete non sia<br />

ancora stato pre<strong>di</strong>sposto, seppure il documento<br />

in consultazione ha mostrato gravi lacune,<br />

mentre la importantissima


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compagna <strong>di</strong> informazione prevista dall’articolo<br />

15, sebbene attivata con decreto concertato tra<br />

i ministeri competenti, non è ancora partita.<br />

Anche per quanto attiene la previsione<br />

dell’articolo 17 ancora nessun risultato si è<br />

avuto e questo è un altro articolo <strong>di</strong> notevole<br />

rilevanza in quanto l’inclusione <strong>di</strong> ulteriori<br />

categorie <strong>di</strong> rifiuti ammessi a beneficiare del<br />

regime previsto, potrà consentire o meno il<br />

raggiungimento degli


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obiettivi in<strong>di</strong>cativi; tutto ovviamente<br />

nell’auspicato rispetto delle definizioni a<br />

livello comunitario effettuate onde evitare<br />

eventuali aperture <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> infrazione in<br />

una materia tanto delicata.<br />

Vi sono quin<strong>di</strong> delle previsioni <strong>di</strong> carattere<br />

puramente <strong>di</strong> rapporti con gli altri sistemi<br />

incentivanti e le conclusive <strong>di</strong>sposizioni<br />

specifiche, transitorie e finali.<br />

Analisi a parte riguarda l’Osservatorio<br />

nazionale <strong>sulle</strong> fonti rinnovabili e


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l’efficienza negli usi finali dell’energia, che è<br />

stato nominato ed ha cominciato il suo lavoro.<br />

Tale organo è <strong>di</strong> primaria importanza per il<br />

funzionamento <strong>di</strong> tutto quanto attiene la<br />

promozione della produzione <strong>di</strong> energia dalle<br />

fonti energetiche rinnovabili nel mercato<br />

interno dell’elettricità. Rientrano infatti nei<br />

compiti dell’Osservatorio la verifica della<br />

coerenza tra le misure incentivanti e la<br />

normativa esistente, il monitoraggio delle<br />

iniziative, la


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verifica della vali<strong>di</strong>tà delle misure <strong>di</strong> sostegno<br />

nell’ambito delle politiche e misure nazionali<br />

per la riduzione delle emissioni <strong>di</strong> gas<br />

climalteranti, l’analisi delle tecnologie<br />

esistenti, l’opera <strong>di</strong> consultazione con gli<br />

operatori e, a seguito delle risultanze <strong>di</strong> queste<br />

azioni, la proposta delle eventuali iniziative<br />

necessarie per migliorare il sistema nel suo<br />

complesso. La riuscita <strong>di</strong> tale complesso<br />

compito sarà


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determinata in larga parte dalla capacità che tale<br />

organismo avrà <strong>di</strong> portare le istanze necessarie<br />

all’attenzione dei soggetti tenuti ad intervenire,<br />

e se gli stessi le sapranno e le vorranno<br />

recepire trasformandole in azioni concrete, tale<br />

è l’auspicio e l’unica possibilità che la<br />

normativa possa spiegare in tutto e per tutto la<br />

sua efficacia.<br />

Per tali motivazioni credo che sia anche<br />

essenziale che non si rimetta in


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<strong>di</strong>scussione nuovamente tutto il sistema <strong>di</strong><br />

incentivazione che, seppur non il migliore<br />

possibile, necessita solo <strong>di</strong> alcuni correttivi.<br />

Tali mo<strong>di</strong>fiche potrebbero permettere <strong>di</strong><br />

aggiustare l’impatto normativo in maniera<br />

sufficiente a far partire il complesso<br />

meccanismo normativo ideato producendo un<br />

benefico effetto che indurrebbe l’avvio <strong>di</strong> quel<br />

tanto auspicato effetto a catena che<br />

virtuosamente ci potrebbe portare a rispettare<br />

gli impegnativi obiettivi presi.


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CONCLUSIONI<br />

Innanzitutto è necessario chiarire quali siano i<br />

principi che, anche da un punto <strong>di</strong> vista<br />

economico oltre che ambientale, giustificano<br />

un sistema <strong>di</strong> incentivazione delle tecnologie<br />

più pulite per la produzione <strong>di</strong> energia e che<br />

hanno prodotto sia a livello internazionale, sia<br />

comunitario ed infine nazionale ad una serie <strong>di</strong><br />

normative che prevedono una graduale<br />

riduzione delle attività antropiche


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che influenzano in modo irreversibile l’ambiente<br />

in cui viviamo.<br />

Bisogna premettere inoltre che il nostro paese<br />

ha un sistema energetico che è sostanzialmente<br />

rimasto fermo, per quanto riguarda il parco <strong>di</strong><br />

generazione poi è certamente molto in<strong>di</strong>etro,<br />

basti pensare che circa il 18% dell’energia che<br />

il nostro paese consuma proviene dall’estero.<br />

In questo contesto è stata approntata<br />

recentemente una normativa specifica<br />

finalizzata a risolvere


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le problematiche <strong>di</strong> carattere autorizzativo<br />

connesse alla realizzazione <strong>di</strong> nuove centrali<br />

termoelettriche che ha permesso<br />

l’approvazione con procedura semplificata<br />

unica <strong>di</strong> circa 20.000 MW <strong>di</strong> nuova potenza.<br />

La realizzazione <strong>di</strong> tali impianti, peraltro non<br />

ancora avviata nonostante le autorizzazioni<br />

siano state da tempo concesse, permetterà <strong>di</strong><br />

colmare questa anomala <strong>di</strong>pendenza dall’estero<br />

per il fabbisogno interno <strong>di</strong> energia elettrica,<br />

ma


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certamente non mo<strong>di</strong>ficherà la situazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza per quanto attiene alle fonti<br />

utilizzate che sono in larghissima parte<br />

importate dall’estero.<br />

Ancor <strong>di</strong> più in quest’ottica, e anche alla luce<br />

della recente entrata in vigore del Protocollo <strong>di</strong><br />

Kyoto a seguito della ratifica da parte della<br />

Russia, e che rende oneroso per i paesi<br />

firmatari il mancato raggiungimento degli<br />

obiettivi previsti per i <strong>di</strong>fferenti comparti<br />

industriali, tra cui quello


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energetico è uno dei più importanti, è prioritaria<br />

la scelta <strong>di</strong> andare verso una sempre maggiore<br />

in<strong>di</strong>pendenza dall’estero per le forniture <strong>di</strong><br />

energia e fonti primarie.<br />

Da queste considerazioni e dalle susseguenti<br />

analisi fatte risulta chiaro che una politica <strong>di</strong><br />

incentivazione all’utilizzo delle fonti<br />

energetiche rinnovabili, che non immettendo in<br />

atmosfera gas inquinanti aiutano a raggiungere<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> CO2 assegnati,<br />

non è solo


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necessaria seguendo un approccio teso al rispetto<br />

dell’ambiente, ma è anche economicamente<br />

conveniente.<br />

Il principio del trattato internazionale<br />

sottoscritto a Kyoto è basato<br />

fondamentalmente sulla riduzione percentuale<br />

delle emissioni inquinanti dei singoli stati<br />

rispetto ai livelli del 1990; l’Italia ha l’obbligo<br />

<strong>di</strong> ridurre tali emissioni del 6,5%,<br />

considerando che oggi rispetto al 1997, anno <strong>di</strong><br />

redazione <strong>di</strong> tale documento, le


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nostre emissioni sono aumentate <strong>di</strong> circa l’8,5%<br />

ci troviamo a dover ridurre <strong>di</strong> circa il 15% tali<br />

emissioni nocive. Tale dato ci porta quin<strong>di</strong> ad<br />

ipotizzare, considerando ferma la situazione ai<br />

dati o<strong>di</strong>erni, un costo complessivo per il<br />

sistema paese derivante dal mancato<br />

raggiungimento degli obiettivi stabiliti, <strong>di</strong> circa<br />

500 milioni <strong>di</strong> €/anno. Inoltre bisogna<br />

considerare che il prezzo <strong>di</strong> produzione<br />

dell’energia da fonte


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rinnovabile non può essere considerata se non<br />

comprendendo i costi esterni, e facendo<br />

questo, cosa che nell’ottica <strong>di</strong> sistema non<br />

sembra possa essere ragionevolmente<br />

<strong>di</strong>sattesa, il costo delle fonti rinnovabili sono<br />

certamente comparabili a quelli delle fonti<br />

fossili, per non parlare del nucleare.<br />

Infine vi è l’aspetto politico riguardante la<br />

necessità <strong>di</strong> rendere il paese energeticamente<br />

in<strong>di</strong>pendente, per quanto


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possibile, dall’estero, sia per motivi economici<br />

sia per motivi strategici, ed a tal riguardo giova<br />

considerare che le fonti rinnovabili sono non<br />

solo ad emissioni zero, ma anche pienamente<br />

presenti sul nostro territorio a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

quelle fossili, e soprattutto infinite.<br />

Queste considerazioni, chiarissime a livello<br />

comunitario ma forse ancora non pienamente<br />

comprese nel nostro paese, hanno pertanto<br />

portato i paesi più


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innovativi a considerare i vantaggi <strong>di</strong> investire<br />

parte <strong>di</strong> quanto gli sarebbe stato comminato<br />

come sanzione in incentivazioni che avrebbero,<br />

come in effetti hanno, portato nuova<br />

occupazione, sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie,<br />

innovazione e in<strong>di</strong>pendenza energetica. Una<br />

volta che queste considerazioni saranno<br />

assimilate definitivamente sarà possibile<br />

procedere in maniera certa alla<br />

regolamentazione delle necessarie strutture<br />

normative incentivanti che permetterebbero un


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deciso sviluppo delle FR. La storia dei paesi che<br />

maggiormente stanno incrementando la<br />

percentuale <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica<br />

da fonti rinnovabile, ci <strong>di</strong>mostra che l’unico<br />

strumento valido è quello della normativa che<br />

ne regola lo sviluppo. Non basta un incentivo<br />

remunerativo, come è oggi in Italia per le fonti<br />

rinnovabili più mature, ma serve un quadro <strong>di</strong><br />

riferimento certo che garantisca una durata ed<br />

una volontà politica chiara <strong>di</strong> seguire la strada<br />

intrapresa a parole ma


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che ancora nel nostro paese resta non applicata a<br />

seguito della mancata emanazione dei<br />

provve<strong>di</strong>menti attuativi del D. Lgs. 387/03 <strong>di</strong><br />

recepimento della Direttiva Comunitaria<br />

2001/77/CE.


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BIBLIOGRAFIA:<br />

Decreto Legislativo 387/03<br />

Attuazione della <strong>di</strong>rettiva 2001/77/CE relativa alla promozione<br />

dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili<br />

nel mercato interno dell’elettricità.<br />

Direttiva Comunitaria 2001/77/CE<br />

del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre<br />

2001, sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti<br />

energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità.<br />

Decreto Legislativo 79/99<br />

del 16 marzo 1999 recante attuazione della Direttiva


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Comunitaria 96/92/CE recante norme comuni per il mercato<br />

interno dell’energia elettrica.<br />

Decreto MICA 11/99<br />

recanti <strong>di</strong>rettive per l’attuazione delle norme in materia <strong>di</strong><br />

energia elettrica da fonti rinnovabili <strong>di</strong> cui ai commi 1,2 e 3<br />

dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79.<br />

Legge 120/02<br />

recante la ratifica ed esecuzione del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto alla<br />

Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti<br />

climatici, fatto a Kyoto l’11 <strong>di</strong>cembre 1997.<br />

Delibera CIPE 123/02<br />

recante revisione delle linee guida per le politiche e


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misure nazionali <strong>di</strong> riduzione delle emissioni dei gas serra.<br />

Libro Bianco<br />

per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili<br />

Legge 9/91<br />

recante norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico<br />

nazionale.<br />

Legge 10/91<br />

recante norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico<br />

nazionale in materia <strong>di</strong> uso razionale dell’energia, <strong>di</strong> risparmio<br />

energetico e <strong>di</strong> sviluppo delle fonti rinnovabili delle fonti<br />

rinnovabili <strong>di</strong> energia.

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