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misura indicativa del territorio necessario a sostenere una comunità agricola autosufficiente, formata da poche centinaia di persone. Presso la frangia lagunare, per ogni abitato grande è stata individuata un’area di competenza maggiore, con spaziatura dei siti di circa 7,5 km e con una possibile superficie di controllo tra i 45 e i 60 kmq (Fig. 5). La modellizzazione pare dare buoni risultati lungo la costa, specialmente lungo il corso del T. Corno, dove gli abitati maggiori si trovano ai vertici di un triangolo equilatero al cui baricentro è posizionato un altro grande insediamento (Fig. 6). Fig. 5. – Età del bronzo medio-recente, poligoni di Thiessen e ipotetici cerchi d’influenza dei siti maggiori. Punti grandi = abitati maggiori, punti piccoli = abitati minori. Nel complesso i siti della Bassa friulana presentano possibili dinamiche abitative confrontabili con i sistemi territoriali riconosciuti nella Cultura delle terramare (AA.VV., 1997), anche se le strutturazioni riconosciute nella pianura padana centrale presentano maggiori dimensioni. Infatti, nel caso presentato i possibili siti di potere, arginati o dotati di 94
strutture perimetrali, hanno un’estensione di 1-2 ha e sono assimilabili al minor grado della gerarchizzazione dei grandi abitati della pianura modenese (CATTANI, LABATE, 1997). Come già suggerito dalle analisi della tipologia ceramica, questo dato territoriale avvalora l’ipotesi di una marginalità del settore orientale nel panorama delle comunità dell’Età del bronzo recente dell’Italia Settentrionale. Fig. 6. – Età del bronzo medio-recente, aree di massima influenza territoriale dei siti maggiori. Punti grandi = abitati maggiori, punti piccoli = abitati minori. Nel caso della Bassa friulana, si deve però considerare che le estrapolazioni presentate sono state effettate a tavolino, basandosi sull’ipotesi, ancora da verificare, di contemporaneità dei siti. Per esempio, un problema del modello presentato è dato dall’esistenza di due grandi siti perilagunari fra loro molto vicini: Muzzana Bonifica e Marano Valli da pesca (Figg. 5 e 6); per semplificare lo studio, nelle analisi ne è stato considerato solo uno alla volta. Un’ulteriore complicazione è data dall’insufficiente distribuzione di punti per poter chiudere i poligoni di Thiessen di cui, quindi, si può ricavare solo una dimensione qualitativa (Fig. 7). 95
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strutture perimetrali, hanno un’estensione <strong>di</strong> 1-2 ha e sono assimilabili al<br />
minor grado della gerarchizzazione dei gran<strong>di</strong> abitati della pianura modenese<br />
(CATTANI, LABATE, 1997). Come già suggerito dalle analisi della<br />
tipologia ceramica, questo dato territoriale avvalora l’ipotesi <strong>di</strong> una marginalità<br />
del settore orientale nel panorama delle comunità dell’Età del<br />
bronzo recente dell’Italia Settentrionale.<br />
Fig. 6. – Età del bronzo me<strong>di</strong>o-recente, aree <strong>di</strong> massima influenza territoriale dei siti maggiori.<br />
Punti gran<strong>di</strong> = abitati maggiori, punti piccoli = abitati minori.<br />
Nel caso della Bassa friulana, si deve però considerare che le estrapolazioni<br />
presentate sono state effettate a tavolino, basandosi sull’ipotesi,<br />
ancora da verificare, <strong>di</strong> contemporaneità dei siti. Per esempio, un problema<br />
del modello presentato è dato dall’esistenza <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> siti perilagunari<br />
fra loro molto vicini: Muzzana Bonifica e Marano Valli da pesca<br />
(Figg. 5 e 6); per semplificare lo stu<strong>di</strong>o, nelle analisi ne è stato considerato<br />
solo uno alla volta. Un’ulteriore complicazione è data dall’insufficiente<br />
<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> punti per poter chiudere i poligoni <strong>di</strong> Thiessen <strong>di</strong><br />
cui, <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>, si può ricavare solo una <strong>di</strong>mensione qualitativa (Fig. 7).<br />
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