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<strong>di</strong> elaborare dei modelli, rappresentabili anche graficamente, con cui<br />

esplicitare ed evidenziare <strong>di</strong> volta in volta un particolare gruppo <strong>di</strong> elementi/processi;<br />

attraverso i modelli si possono ad esempio rappresentare<br />

i passaggi tra i <strong>di</strong>versi livelli scalari, oppure le caratteristiche specifiche<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse porzioni <strong>di</strong> geosistema o <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> geosistemi 2 .<br />

Infine, posto che nelle proposte <strong>di</strong>dattiche <strong>di</strong> conoscenza del territorio<br />

e dei relativi ambienti naturali e semi-naturali riveste un ruolo significativo<br />

anche l’analisi del paesaggio, inteso sia come il volto della Terra<br />

percepito dall’uomo, sia come teatro nel quale l’uomo è insieme spettatore<br />

e protagonista (TURRI, 1998), la modellizzazione dei geosistemi aiuta<br />

ad inquadrare il fenomeno paesaggio in un contesto sistemico più organico,<br />

permettendo <strong>di</strong> cogliere le interrelazioni tra i vari fenomeni.<br />

In questa nota, la scelta <strong>di</strong> focalizzare l’attenzione sui geosistemi <strong>di</strong><br />

tipo carsico è motivata da due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> riflessioni. Il primo riguarda una<br />

caratteristica che rende questi geosistemi particolarmente adatti ad una<br />

“esplorazione a tutto campo”, non basata su osservazioni superficiali, ma<br />

aperta a <strong>di</strong>fferenti angoli visuali: la caratteristica cioè <strong>di</strong> essere estesi non<br />

solamente nella parte esterna e visibile della superficie terrestre, ma <strong>di</strong><br />

possedere una marcata “<strong>di</strong>mensione verticale” legata alla presenza <strong>degli</strong><br />

ambienti ipogei. Questa caratteristica inoltre può favorire un positivo atteggiamento<br />

<strong>di</strong> curiosità nell’approccio.<br />

La seconda riflessione riguarda in particolare il contesto veneto, in<br />

cui l’area prealpina è caratterizzata quasi completamente da ambienti carsici:<br />

è opportuno che gli approfon<strong>di</strong>menti geografico-fisici che vengono<br />

proposti nelle scuole riguar<strong>di</strong>no il territorio locale, per favorire una sua<br />

adeguata conoscenza e una preparazione completa <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni in grado <strong>di</strong><br />

assumersi responsabilità anche nei confronti <strong>degli</strong> ambienti naturali con<br />

cui ciascuna comunità entra in relazione.<br />

2. IL GEOSISTEMA CARSICO<br />

Il concetto <strong>di</strong> geosistema viene <strong>qui</strong> applicato ad un preciso tipo <strong>di</strong><br />

unità geografica, l’unità morfocarsica. Si tratta <strong>di</strong> un’unità orografica<br />

costituita prevalentemente <strong>di</strong> rocce carbonatiche o <strong>di</strong> altre rocce solubili<br />

(es. gesso), nella quale i principali agenti <strong>di</strong> modellamento del rilievo<br />

sono rappresentati dai processi carsici <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione. L’unità morfocarsica<br />

è caratterizzata appunto dal fatto che i processi e le forme che ne derivano<br />

non sono presenti soltanto in superficie, ma all’interno <strong>di</strong> tutta la<br />

2<br />

La modellizzazione può costituire un valido strumento per avviare al pensiero<br />

sistemico; i modelli infatti “permettono <strong>di</strong> costruire una visione del mondo abbastanza<br />

ricca da manifestare la complessità del reale e abbastanza semplice da essere leggibile e<br />

memorizzabile” (MOLINES, CUADRADO, 1997).<br />

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