1 Abstract La prima parte dell'articolo discute criticamente il concetto ...
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Queste premesse rendono plausib<strong>il</strong>e l’ipotesi che individui con QI sotto la norma<br />
abbiano storie di sv<strong>il</strong>uppo neurobiologico in cui ci sono stati e continuano ad esserci<br />
importanti ostacoli agli apprendimenti, in maniera variab<strong>il</strong>e da individuo a individuo a<br />
seconda sia della eventuale sindrome genetica sia di fattori ambientali e<br />
temperamentali.<br />
Ma che cosa cambia se ipotizziamo che un basso QI sia espressione di un deficit<br />
intellettivo oppure di un disturbo generalizzato dell’apprendimento<br />
Ipotizzare deficit nell’intelligenza fa ancorare <strong>il</strong> nostro sguardo verso un’immaginaria<br />
dotazione genetica: nelle sue variazioni da un individuo all’altro, questa base ha <strong>il</strong> polo<br />
più basso nelle persone che “diventeranno” ritardati mentali o disab<strong>il</strong>i intellettivi.<br />
Ipotizzare invece un deficit nei meccanismi cognitivi (memoria di lavoro e funzioni<br />
esecutive) e nelle condizioni neurobiologiche che sostengono l’apprendimento fa<br />
spostare la nostra attenzione verso altre domande: quali tra le specifiche funzioni<br />
cognitive che sostengono apprendimenti scolastici e apprendimenti dall’esperienza di<br />
vita quotidiana sono particolarmente carenti in un singolo individuo Queste funzioni<br />
possono essere potenziate Insomma, l’ostacolo ad apprendere è stab<strong>il</strong>e e immutab<strong>il</strong>e<br />
oppure può essere modificato<br />
In questa seconda ipotesi non si nega che ci siano fattori neurobiologici (anche di<br />
natura genetica) che hanno determinato condizioni non tipiche di sv<strong>il</strong>uppo del cervello.<br />
<strong>La</strong> differenza importante tra la seconda e la <strong>prima</strong> ipotesi è che l’apprendimento può<br />
essere “rimesso in moto”, mentre la dotazione “intellettiva” può essere migliorata nel<br />
suo uso ma non nella sua struttura.<br />
Modificab<strong>il</strong>ità cognitiva e apprendimento<br />
Come si può potenziare l’apprendimento se le strutture neurobiologiche che lo<br />
sostengono sono carenti In effetti proprio le evidenze neurobiologiche suggeriscono<br />
che a partire da una ridotta possib<strong>il</strong>ità di apprendimento e di memoria l’ambiente può<br />
avere un ruolo cruciale nello stimolare uno sv<strong>il</strong>uppo delle formazioni dendritiche e<br />
delle connessioni neuronali.<br />
Gli studi sui modelli animali del ritardo mentale mostrano che in un organismo<br />
animale con alterazioni genetiche corrispondenti alla sindrome di Down o alla<br />
sindrome dell’X frag<strong>il</strong>e, ci sono anomalie a livello delle arborizzazioni e delle spine<br />
dendritiche, così come è stato osservato nel cervello umano con queste sindromi.<br />
Questi studi mostrano anche che se l’animale con ritardo mentale cresce in un<br />
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