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1 Abstract La prima parte dell'articolo discute criticamente il concetto ...

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potrebbe indicare quanto sia cruciale per un ottimale sv<strong>il</strong>uppo cognitivo che<br />

comportamenti intenzionali e finalizzati al raggiungimento di uno scopo (aree frontali)<br />

possano fac<strong>il</strong>mente attingere a informazioni di natura sensoriale e motoria per<br />

realizzare una convergenza tra rappresentazioni di tipo multimodale (aree della<br />

corteccia associativa visiva e uditiva e della corteccia parietale ), per selezionare o<br />

inibire specifiche rappresentazioni in funzione degli obiettivi (cingolato anteriore), e<br />

avvalersi della memoria di lavoro (aree frontali) per mantenere disponib<strong>il</strong>i le<br />

informazioni r<strong>il</strong>evanti ed elaborarle secondo le necessità del momento. Insomma, più<br />

che del ragionamento e del pensiero astratto, una rete “fronto-parietale” è <strong>il</strong> supporto<br />

di qualsiasi processo cognitivo complesso, in cui siano integrate intenzioni, obiettivi,<br />

informazioni di natura diversa mentre vengono controllate le elaborazioni e le risposte<br />

che ut<strong>il</strong>izzano queste informazioni. Dunque la correlazione tra QI e rete frontoparietale<br />

non vuol dire che esista una rete corticale che supporta un’unica e unitaria<br />

“funzione intellettiva”. Componenti bas<strong>il</strong>ari del sistema cognitivo, inclusi i processi di<br />

natura sensoriale e motoria, sono infatti coinvolte nel funzionamento “frontoparietale”.<br />

Di nuovo, queste considerazioni critiche fanno rimanere aperta la questione<br />

da cui siamo partiti: <strong>il</strong> QI è l’espressione di un’unitaria capacità intellettiva o<br />

“intelligenza di base”, come la definisce Cornoldi (2011) Oppure <strong>il</strong> QI è l’espressione<br />

di un complesso e variegato funzionamento a cui <strong>parte</strong>cipano processi cognitivi di<br />

natura diversa Se è espressione di questo, se è <strong>il</strong> risultato di un insieme di ab<strong>il</strong>ità in<br />

<strong>parte</strong> specifiche, dovremmo aspettarci che a un QI sotto la norma corrispondano<br />

diverse tipologie di deficit (e di ab<strong>il</strong>ità preservate) piuttosto che un unico “tipo<br />

naturale” a cui possa applicarsi una e una sola categoria diagnostica.<br />

Apprendimento e QI<br />

Alcuni autori distinguono un’ intelligenza fluida indicata dal fattore gf -un fattore che si<br />

basa sull’intercorrelazione tra test che richiedono un ragionamento astratto e una<br />

risoluzione di problemi- e un’intelligenza cristallizzata indicata da un fattore gc, che<br />

risulta dall’intercorrelazione tra test che valutano l’apprendimento di nozioni e concetti<br />

(Carroll, 1993).<br />

In effetti, se consideriamo lo strumento più frequentemente adottato per avere una<br />

misura del QI (la nota batteria WISC di Wechsler, 1991) possiamo notare che soltanto<br />

due subtest possono misurare una capacità di ragionamento (subtest storie in<br />

sequenza) o di concettualizzazione astratta (subtest somiglianze) mentre molti altri<br />

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