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1 Abstract La prima parte dell'articolo discute criticamente il concetto ...

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2) insegnato parole nuove; 3) insegnato strategie per indovinare <strong>il</strong> nome di<br />

un’immagine coperta, a partire da caratteristiche semantiche che possono essere<br />

ricavate attraverso domande (es., E’ un animale Ha le ali). In quest’ultima<br />

situazione, la <strong>prima</strong> volta D. tende a fare domande con cui cerca solo di tirare a<br />

indovinare (es., “E’ una macchina”) e non tenta di conoscere le caratteristiche<br />

dell'immagine coperta. In alcuni casi dice cose apparentemente <strong>il</strong>logiche (ad esempio,<br />

abbiamo detto che si tratta di un animale feroce che vive nei fiumi e lui chiede se si<br />

tratta di uno squalo). Già nella seconda sessione notiamo però miglioramenti<br />

sostanziali: anticipa caratteristiche semantiche (es. è un animale feroce o<br />

domestico) e ha un maggiore controllo sulle sue risposte (es., abbiamo detto che è<br />

un oggetto con 4 ruote, D. ipotizza che si tratti di una moto e poi dice subito<br />

“oggigiorno ci sono anche moto che hanno 4 ruote”).<br />

<strong>La</strong> stessa buona possib<strong>il</strong>ità di apprendere l'ha mostrata nel ricordare <strong>il</strong> significato di<br />

una parola nuova (“ti ricordi che vuol dire “autoritario” D.: “una persona troppo<br />

severa”) e nel copiare una figura geometrica complessa.<br />

Queste osservazioni della valutazione, anche se non formalizzate in termini di<br />

punteggi, suggeriscono che D. ha una buona modificab<strong>il</strong>ità cognitiva. Vedremo in<br />

seguito se si tratta solo della fac<strong>il</strong>ità ad acquisire apprendimenti circoscritti, limitati<br />

all’ab<strong>il</strong>ità che è stata potenziata, oppure se <strong>il</strong> trattamento permetterà a D. di acquisire<br />

nuove strategie.<br />

Un’altra domanda importante a cui la valutazione può cercare di rispondere è la<br />

seguente: in che misura <strong>il</strong> futuro intervento potrà contare sul coinvolgimento emotivo<br />

della persona in difficoltà, sulla sua fiducia in un adulto che proporrà compiti complessi<br />

e in <strong>parte</strong> faticosi A queste domande si può cominciare a rispondere osservando <strong>il</strong><br />

grado di consapevolezza delle proprie difficoltà, la fiducia nell’adulto che propone un<br />

lavoro impegnativo, l’apertura emotiva nei confronti di attività nuove. Già nel secondo<br />

incontro, <strong>il</strong> clima intimo e scherzoso con cui cerchiamo di strutturare le nostre<br />

interazioni tra un test e l’altro, sembra aiutare D. a rivelarci di sé aspetti importanti,<br />

che ci mostrano le sue competenze di riflessione emotiva. Leggendo <strong>il</strong> dialogo<br />

riportato nella tabella 2 (dove <strong>il</strong> linguaggio del ragazzo ha subito una<br />

“normalizzazione” fonetica) si può notare che per D. è diffic<strong>il</strong>e capire come mai si<br />

possano avere problemi gravi di comportamento (un suo compagno si comporta da<br />

bambino piccolo) e tuttavia “parlare bene”. Per D. “capire poco” e avere serie difficoltà<br />

di linguaggio sono un tutt’uno. Dopo aver parlato di un compagno con problemi D.<br />

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